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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
All'inizio della stagione Rivera diventa praticamente il padrone del Milan. Sembra avviato ad esserne il Presidente ma poi opta per il ritorno in campo. Al vertice della società si alternano Albino Buticchi, Bruno Pardi e Vittorio Duina. E' rivoluzione anche nella guida tecnica della squadra. Giagnoni in panchina nelle prime gare di Coppa Italia e di Coppa Uefa, viene sostituito da Giovanni Trapattoni con il ritorno di Nereo Rocco nella carica di DT. Rivera, sviato dalle vicende societarie, gioca poco, è fuori condizione, non sembra più lui. Il Milan risponde bene sul campo. La squadra si basa su giocatori solidi come Benetti (nella stagione capitano), Bet e Turone, sull'esperienza di Albertosi ed Anquilletti, sulla voglia di emergere di Bigon e Maldera III°. Coi gol (13 in campionato) di Calloni risponde bene alle sollecitazioni di Trapattoni ed alla fine del torneo si trova ad occupare un ottimo 3° posto dietro a Torino e Juve, dominatori assoluti della scena. In Coppa Uefa il Milan è eliminato nei quarti di finale dai belgi del Bruges. In Coppa Italia (vinta dal Napoli), Barison (con Rocco) guida la squadra dalla panchina nelle ultime partite in sostituzione del "Trap" passato alla Juventus.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
L'inizio della stagione 1975-76 vede la fine della guerra Buticchi-Rivera; quest'ultimo diventa il padrone della società, con Bruno Pardi che succede alla presidenza. Viene richiamato da Trieste Nereo Rocco, sempre legatissimo a Rivera; accanto a lui in panchina siede Giovanni Trapattoni. La squadra, che si basa su giocatori esperti come Albertosi, Anquilletti e naturalmente Rivera, solidi come Benetti, Bet e Turone ed emergenti come Bigon e Maldera III, sul campo risponde abbastanza bene alla rivoluzione tecnico-dirigenziale, terminando il campionato al terzo posto e uscendo ai quarti dalla Coppa Uefa. Prima della fine della stagione agonistica, durante le ultime partite di Coppa Italia, Giovanni Trapattoni passa alla Juventus.






La rosa del Milan per il campionato 1975-76. La foto è stata scattata a Milanello dopo l'esonero di Gustavo Giagnoni.
Prima fila da sinistra: Barison, Facchini, Bet, Turone, Albertosi, Calloni, Benetti (capitano), Cafaro, Bigon, Arienti, Gatti. Seconda fila da sinistra: Campagnoli, Tancredi, Scala, Sabadini, Rocco, Trapattoni, Rivera, Anquilletti, Biasiolo, Pizzaballa, Tresoldi. Terza fila da sinistra: Vincenzi, Maldera, Chiarugi, Villa, Zignoli, Gorin, De Nadai, Bergamaschi



dal sito www.wikipedia.org
1975-76: TERZO POSTO E QUARTI DI FINALE DI COPPA UEFA
Terminata la presidenza di Buticchi, il timone della società passa a Bruno Pardi, che a sua volta alla fine della stagione cederà le redini del club a Vittorio Duina. Nel caos societario, con lo stesso Gianni Rivera che pare voglia candidarsi al ruolo di presidente, la squadra, affidata all'esordiente Giovanni Trapattoni, disputa un grande campionato, arrivando, nel mese di aprile, persino ad insidiare le torinesi dominatrici del campionato. I rossoneri chiudono il torneo con un soddisfacente 3° posto.
In Coppa UEFA il cammino è altrettanto buono, ma si chiude dopo un acceso doppio confronto con il Club Brugge nei quarti di finale.

AVVENIMENTI
Sopraffatta nel corso degli ultimi vent'anni dal potere delle due squadre milanesi, la città di Torino ritornò improvvisamente sotto i riflettori del calcio: il presidente del Torino Orfeo Pianelli optò per un concreto salto di qualità e, dopo anni di purgatorio, una squadra che con l'incredibile tragedia di Superga aveva perso tutto, ritornò altamente competitiva. I derby torinesi tornarono, come non mai, equilibrati e appassionanti, divisero l'Italia intera e furono soprattutto decisivi per l'assegnazione dello scudetto.
Nel 1976, a ben ventisette anni dall'ultimo titolo, vinsero i granata, esplosi grazie all'intesa eccezionale tra gli attaccanti Paolo Pulici (capocannoniere con 21 gol) e Francesco "Ciccio" Graziani (secondo, sempre nella classifica cannonieri, con 15 gol) e grazie all'estro di Claudio Sala, oltre che all'allenatore Luigi Radice, proveniente da Cagliari.
Il campionato iniziò il 5 ottobre: anche in quell'anno vi era una squadra all'esordio, il Perugia, mentre il Como aveva festeggiato il ritorno in Serie A dopo ventidue anni. Iniziarono bene Juventus e Napoli, le due squadre che si erano contese lo scudetto l'anno prima. Verso la decima giornata il Napoli mollò la presa e spianò la strada al Torino che, nonostante un avvio incerto (3 punti nelle prime 3 gare, con la sconfitta a Bologna all'esordio) guadagnò terreno. Alla fine fu la Juve ad arrivare prima alla fine del girone d'andata, con tre punti di vantaggio sul Toro, che diventarono 5 alla diciannovesima giornata, il 28 febbraio.
La capolista, ad un certo punto, si bloccò e perse tre partite di fila, prima a Cesena, poi nel derby giocato in casa, quando l'1-2 finale viene tramutato in 0-2 dal Giudice Sportivo perché un petardo aveva colpito il portiere granata Castellini; infine, la terza sconfitta di fila, il 4 aprile contro l'Inter, significò secondo posto per i bianconeri. Il Torino passò in testa e arrivò all'ultima giornata, il 16 maggio, con un solo punto di vantaggio sui "cugini". Il pareggio interno contro il Cesena sarebbe potuto costare caro ai granata, ma la Juve perse a Perugia e non riuscì ad approfittarne. Per il Torino fu scudetto in un Comunale in delirio; ma anche per il Cesena, al terzo campionato in Serie A, ci sarà una meravigliosa sorpresa quando il Napoli vincerà la Coppa Italia liberando un posto ai romagnoli per una storica partecipazione alla Coppa UEFA.
Nel corso della stagione crollò inesorabilmente la Lazio, costretta a far fronte ai malumori di un Chinaglia attratto da un'offerta proveniente dagli Stati Uniti. La squadra biancoceleste si salvò solamente grazie alla differenza reti: ne fece spese l'Ascoli. Niente da fare per il Como, mentre la favola del Cagliari, che nel 1969-70 festeggiava la scudetto e ora piombava in B, era al capolinea. Si salvano invece le neopromosse Verona e Perugia, quest'ultima, al debutto in A, anche in buona posizione di classifica.




dal sito www.storiedicalcio.altervista.org
DUINA VS RIVERA (1976)
Caro Brera, hai detto che «el scior Vittóri» Duina va bene per il Milan, però mi pare che abbia incominciato molto male, rendendo noto proprio alla vigilia di Bruges-Milan l'intenzione di far fuori il tuo amico Nereo Rocco. Va bene che poi ha smentito, ma è chiaro che l'ineffa¬bile Renato Tammaro parlava a suo nome. Non è così? Se puoi dirmene qualcosa, grazie, se no, prego; e cordiali saluti.

Caro Boffelli, ho considerato la conquista di Duina da parte di Rivera (spalleggiato dal chirurgo Pizzagalli) l'unico vero en plein nella sua carriera dirigenziale. Duina è un industriale-commerciante di grande abilità e di cultura anche notevole; non è il bruto-dinamico di tante storielle lombarde: è uno che ha fatto regolari studi di economia e di quelli si è servito per costruire la propria fortuna.

Oggi è alla testa di una holding internazionale grazie a cui può dirmi tranquillamente di valere 50 miliardi. Ama la caccia, tanto al beccaccino quanto all'elefante (la caccia grossa - egli dice - dà emozioni e gioie ineffabili). Non andava a San Siro da trenta-quarant'anni: ha accettato di andarci per il Bologna e non si è molto esaltato. Conta di trasformare il Milan in una polisportiva sul cliché dei grandi clubs inglesi costituitisi in colonia o...paesi equipollenti (come l'Argentina e l'Uruguay). Per questo si è affidato a Renato Tammaro, appassionato e fattivo dirigente della Riccardi.
Renato ha seguito la squadra a Bruges e ha parlato da ingenuo come c'era da aspettarsi da parte di uno della parrocchia atletica. I giornalisti di calcio non chiedevano di meglio che far casino e l'hanno fatto. Il Milan ha perso a Bruges e qualcuno darà la colpa a lui e a Duina, che certamente ha intenzione di far fuori Rocco. Mi ha detto infatti (e io non l'ho scritto) che la posizione del mio amico in seno al consiglio del Milan è anomala: s'è mai sentito di un consigliere stipendiato come un tecnico e di un tecnico nominatosi consigliere? Ancora: non basta il valido Trapattoni ad allenare e dirigere la squadra? Non basterebbe Rivera, se non dovesse occuparsi d'altro che non sia il calcio? Infatti, Duina, ha accettato di soccorrere Rivera (che non ha il becco d'un quattrino) a patto che lui diventi capo del «Tempo Libero» nelle aziende Duina, e soprattutto che lavori a vendere i posti-barca del porticciolo turistico di Sanremo, costruito dal Duina con la modica somma di venti miliardi.
Lo stipendio di Rivera non viene più pagato dal Milan, bensì da Duina, e non supera i trenta milioni annui. Questo significa che Duina non ha nessuna intenzione di lasciar pagare dal Milan un giocatore-dirigente valutato come il Rivera dei bei tempi andati. Tutto mi sembra molto chiaro e pratico, secondo la natura di Duina. Tolto di mezzo il giocatore-dirigente Rivera (che Rocco si è affrettato a rivolere in squadra), neanche i suoi tecnici personali avrebbero più ragion d'essere. Può darsi che mi sbagli ma, tutto sommato, me par minga. Ciao, Boffell: e viva sempre il Milan.




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Ragione sociale Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.)
Romeo Benetti,
capitano rossonero
per la stagione 1975-76
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Filippo Turati, 3 - MILANO
Centro Sportivo Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
AREA DIRETTIVA
Presidente Albino Buticchi fino al 21 dicembre 1975, poi Bruno Pardi fino al 3 maggio 1976, poi Vittorio Duina
AREA TECNICA
Direttore Sportivo Alessandro Vitali
Allenatore Gustavo Giagnoni I fino al 1° ottobre 1975, poi Giovanni Trapattoni fino a giugno 1976, poi Paolo Barison
Direttore Tecnico Nereo Rocco dal 2 ottobre 1975 fino a giugno 1976
Preparatore Atletico Aristide Facchini
AREA SANITARIA
Medico Sociale Giovanni Battista Monti
Massaggiatore Carlo Tresoldi, poi Giuseppe Campagnoli
SQUADRA
Capitano Romeo Benetti II
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Enrico Albertosi, Mario Angelo Anquilletti, Romeo Benetti II (cap.), Franco Bergamaschi, Aldo Bet, Giorgio Biasiolo I, Albertino Bigon I, Egidio Calloni, Luciano Chiarugi, Fulvio Collovati, Michele De Nadai, Graziano Gori, Duino Gorin I, Aldo Maldera III, Gianni Rivera, Giuseppe Sabadini, Nevio Scala, Franco Tancredi, Maurizio Turone, Silvano Villa II, Francesco Vincenzi, Luciano Zecchini, Giulio Zignoli
Palmares La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Ottorino Barassi"