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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Arriva finalmente la tanto sospirata Stella del 10° Scudetto. Lasciano il Milan Maurizio "Ramon" Turone, Ugo Tosetto, Egidio Calloni e "Giuseppe Tato" Sabadini. Arrivano Walter "Monzon" Novellino, Stefano Chiodi e Walter De Vecchi. Il giovane Franco Baresi diventa, dopo le prime partite, titolare inamovibile. La squadra, con Liedholm in panchina, appare, fin dalle prime partite, molto determinata. Conquista 9 punti su 10 nelle prime 5 giornate e si presenta, alla sesta, in casa dei campioni bianconeri.
Perde (0-1) ma riprende subito la sua marcia con molta tranquillità e nelle successive 9 partite totalizza 16 punti su 18. I rossoneri finiscono il girone d'andata a 25 punti, campioni d'inverno, battendo il Bologna per 1-0 in Emilia grazie ad un gol di Aldo Maldera. All'inizio del ritorno il rendimento cala (a cominciare dalla sconfitta per 1-0 in Irpinia con il neo-promosso Avellino) e la squadra si presenta al derby con qualche patema d'animo. La partita è in salita, a 10 minuti dal termine l'Internazionale vince 2-0, ma Walter De Vecchi, con due bordate da lontano, centra il pareggio (2-2) per l'incontenibile gioia rossonera. Alla 25^ c'è la sfida-scudetto col Perugia, splendido 2° e imbattuto, a Pian di Massiano. Il Milan la supera indenne (1-1) e il 6 maggio '79 può festeggiare lo scudetto con la tanto sospirata stella nella gara interna col Bologna. L'immagine di Rivera sul campo di San Siro, col microfono in mano ad invitare i tifosi ad abbandonare le gradinate inagibili, è l'ultima dello splendido campione. Lascia il testimone a Franco Baresi che a 18 anni ha già il piglio del trascinatore. Nella stagione della stella, Coppa Uefa e Coppa Italia (alla Juventus) non contano più di tanto.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il decennio della Stella e il buio dei primi Anni Ottanta"), maggio 2005
Finalmente, dopo 11 lunghi anni, periodo più lungo senza scudetti per il Milan del dopoguerra, la Stella arriva: è il 1978-79. Con una marcia molto tranquilla, contrastati solo dall'ottimo Perugia, i rossoneri si propongono fin dall'inizio del torneo in testa alla classifica; a metà del girone di ritorno si registra un lieve calo di rendimento. Il 18 marzo 1979 è in programma il derby con l'lnter, che nelle ultime giornate si è pericolosamente avvicinata alle prime posizioni; la stracittadina milanese vede in campo un Milan attanagliato dalla paura di una nuova rimonta interista. A 10' dal termine la squadra è sotto di due gol e solo grazie alle prodezze di un umile mediano quale Walter De Vecchi, autore di due reti con tiri da lontano, riesce a recuperare il risultato: il 2-2 finale scaccia i fantasmi e rinfranca tutti. Il pareggio (1-1) al Curi di Perugia nello scontro diretto e lo 0-0 di San Siro col Bologna per l'aritmetica conquista del titolo sono gli atti finali del trionfale campionato. Prima dell'inizio dell'ultima partita, quella della festa-scudetto del 6 maggio 1979, il pubblico invade una parte di stadio inagibile, facendo rischiare lo 0-2 a tavolino; microfono alla mano a centrocampo, Gianni Rivera si adopera per esortare il pubblico a liberare i settori impropriamente occupati: la partita può così avere inizio e le bandiere rossonere potranno finalmente sventolare con la Stella. Ricordiamo quello storico Milan: Albertosi; Collovati, A. Maldera; De Vecchi, Bet, Baresi; Buriani, Bigon, Novellino, Rivera (Antonelli), Chiodi. E' l'ultimo Milan del capitano Gianni Rivera, che lascia dopo 18 anni (957 partite e 314 gol) con un palmarès di 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale, 2 Coppe delle Coppe, 4 Coppe Italia e 1 Pallone d'Oro. Nel momento della festa il ricordo di tutti va all'indimenticabile Paròn Nereo Rocco (scomparso in febbraio nella sua Trieste), che negli ultimi anni aveva inseguito lo storico traguardo.




dal sito www.acmilan.com
Il Milan conquista lo Scudetto della stella. La squadra, sin dalle prime partite, appare molto determinata anche grazie alla sapiente guida di Nils Liedholm. Conquista 9 punti su 10 nelle prime 5 giornate e conosce la prima sconfitta solo in casa dei campioni in carica, la Juventus. I ragazzi di Liedholm ritrovano, però, subito l'entusiasmo e chiudono il girone d'andata conquistando 16 punti utili sui 18 disponibili, confermandosi così Campioni d'Inverno. Il girone di ritorno invece inizia con qualche affanno, ma nonostante qualche piccola battuta d'arresto i rossoneri possono festeggiare, il 6 maggio, il decimo scudetto della storia del Milan.




dal sito www.pagine70.it
...Quanti ricordi di quella squadra, Novellino era un furia e credo scartasse persino se stesso sulla fascia, Rivera ci ha regalato gli ultimi lampi di classe e Bigon fece forse la sua ultima grande annata ad alto livello.
Il derby di ritorno con l'Inter fu il segnale che l'agognata stella era a portata di mano, sotto di due gol e sullo 0-1 rigore parato di Albertosi ad Altobelli e poi le due fucilate di De Vecchi.
Ricordo che ero incollato alla radio della cucina con mia madre ed entrambi esplodemmo in un urlo liberatorio che stese mio padre e tutti i parenti (tutti interisti) in soggiorno.
Cmq il Milan del 79 mise a frutto la già ottima stagione precedente che aveva visto la sqaudra protagonista di un eccellente campionato gettato un po' alle ortiche nel finale del girone di ritorno se non sbaglio.
Il momento più bello resta la partita con il Bologna, uno 0-0 indecente (nel senso classico pareggio che serviva ad entrambe) ma che finalmente mi ha fatto gioire, per me poi gioia doppia perchè quello stesso tardo pomeriggio la mia Sinudyne Bologna passava al "Palazzone" di San Siro e vinceva il suo ottavo scudetto.Una delle più belle domeniche sportive della mia vita.

...Per gli amanti dell'eleganza sportiva, il Milan indossò nella stagione della Stella una maglietta a striscie rossonere sottili, prive di sponsor tecnico fino all'incontro di ritorno con l'Ascoli, quando comparvero le tre foglioline Adidas (rosse con tre striscie bianche) cucite sul lato destro (dal punto di vista di chi indossa la maglia). Sui calzoncini, invece, il simbolo Adidas era già presente fin dall'inizio campionato, unitamente alle tre striscie nere. Queste ultime furono piazzate sul fianco dei pantaloncini già dalla stagione 1976-77, ma il marchio Adidas comparve solo dalla stagione 1978-79, sulla gamba sinistra, spostando pertanto il numero sulla destra.

...Il Milan della Stella è rimasto nel cuore di tutti coloro che hanno tifato per il Diavolo nel Decennio. Dopo averla sfiorata nel 1970-71, nel 1971-72 e nel 1972-73, la tanto agognata Stella d'Oro dei 10 scudetti onora la maglia rossonera al termine nella stagione 1978-79, dopo un campionato tra i più incredibili dell'intero Decennio settantiano. Avversario del Milan un grande Perugia, che giungerà al secondo posto senza aver mai perso una partita. E' quella l'ultima stagione di Rivera, che darà comunque il suo contributo alla conquista dello scudetto con un gol essenziale contro il solito Verona, consentendo al Milan di pareggiare e poi di vincere con una rete di Novellino. Grandi trascinatori di quel Milan il terzino-goleador Aldo Maldera e Albertino Bigon nella sua stagione più bella. Deludente invece Stefano Chiodi, ala sinistra capace di segnare solo su rigore e acquistato in modo rocambolesco poco prima della chiusura della campagna acquisti nell'estate 1978. Ma quante cose ci sono da dire...Bravo Knight Rider, anche per aver ricordato la doppietta di Walter De Vecchi con la quale il Milan recuperò un derby che, fino a pochi minuti dalla fine, ci vedeva sotto di due gol!






La rosa del Milan Campione d'Italia 1978-79 a Milanello
(Archivio Magliarossonera.it)



dal sito www.wikipedia.org
1978-79: LO SCUDETTO DELLO STELLA
L'agognato decimo scudetto, atteso undici anni, arriva nel 1978-1979, l'ultima stagione da calciatore per Gianni Rivera, che supera le 500 presenze in maglia rossonera e si ritira con la stella e il tricolore sulla maglia. La formazione di Liedholm, parte subito bene conquistando 9 punti su 10 nelle prime 5 giornate. Dopo la battuta d'arresto alla sesta giornata contro i detentori della Juventus (0-1), il Milan inizia a marciare con grande continuità di rendimento fino a chiudere il girone d'andata in vetta. Nel girone di ritorno i rossoneri calano di rendimento, arrivando con qualche patema all'appuntamento del derby: qui, in svantaggio per 2-0 a 10 minuti dalla fine, riescono a riagguantare il pareggio con due grandi reti di De Vecchi. Alla venticinquesima giornata poi, uscendo imbattuti dallo scontro diretto contro l'ottimo Perugia di Castagner, ipotecano il tricolore, vinto alla penultima giornata nella gara casalinga contro il Bologna. La vittoria è degna di essere sottolineata ancor meglio considerando che il Perugia, rivale dei rossoneri per il titolo, chiuse il campionato imbattuto, prima tra le squadre italiane a riuscire in una simile impresa (eguagliata proprio dai rossoneri scudettati nel 1991-1992).

AVVENIMENTI
Il Milan approfittò della non esaltante stagione delle stanche torinesi, che in estate avevano visto molti loro giocatori impegnati ai Mondiali di Argentina, e fece ritorno al titolo dopo undici anni, conquistando finalmente la stella simbolo dei dieci scudetti; in quello che fu l'anno dell'addio di Gianni Rivera e del boom del libero Franco Baresi, vi fu però anche un vincitore morale, il sorprendente Perugia di Ilario Castagner, che compì un'autentica impresa chiudendo il campionato senza sconfitte, un record. Il campionato partì il 1º ottobre e, già dopo una settimana, il Milan si ritrovò solo in testa; tallonati dal Perugia per tutto il girone d'andata, i rossoneri riuscirono a staccare la sorprendente compagine umbra nel mese di gennaio, diventando campioni d'inverno il 14.
Nel girone di ritorno, la rincorsa dei grifoni venne destabilizzata dal caso-Atalanta; la squadra bergamasca chiese a gran voce la vittoria a tavolino per la gara dell'11 marzo a Pian di Massiano, vinta dagli umbri per 2-0, poiché il portiere nerazzurro Luciano Bodini ed il difensore orobico Carlo Osti erano stati costretti a lasciare il campo nel primo tempo, colpiti alla nuca da una pietra. La CAF sospese il risultato e i perugini, confusi, incapparono in tre pari di fila che li aiutarono solo in parte nell'inseguimento al Milan, che vinse lo scudetto il 6 maggio con un turno d'anticipo. L'incredibile sfortuna del secondo portiere juventino Alessandrelli suscitò clamore nell'ultima giornata; per quattro stagioni riserva dell'irremovibile Zoff e già destinato all'Atalanta per l'anno successivo, venne mandato in campo per la prima volta da Giovanni Trapattoni negli ultimi venticinque minuti di Juventus-Avellino, con i bianconeri avanti per 3-0. Clamorosamente, la gara finì 3-3.
Eclatante crollo del Lanerossi, secondo l'anno prima e ritrovatosi in ristrettezze economiche dopo l'incredibile offerta di oltre due miliardi e mezzo fatta in estate dal presidente Giuseppe Farina pur di trattenere in squadra Paolo Rossi: in pochi anni, la squadra veneta si ritrovò in C. Cadde anche l'Atalanta, mentre per differenza reti si salvò il Bologna; rimase staccato sul fondo il Verona, dopo aver disputato 10 campionati in serie A nelle ultime 11 stagioni, striscia interrotta solo dallo "scandalo della telefonata" del 1974. Si salvarono le tre neopromosse, ovvero l'Avellino all'esordio nella massima serie, il Catanzaro alla sua prima salvezza e l'Ascoli, che l'anno prima aveva battuto tutti i record in Serie B. Il capocannoniere fu il laziale Giordano, con 19 reti. Per il secondo anno consecutivo il Napoli si trovò beneficiato di un posto in Europa grazie ad una migliore differenza reti e al postumo successo in Coppa Italia di una squadra piazzatasi in zona Uefa: stavolta la Juventus.




dal sito amarcordmilan.blog.lastampa.it
PROTAGONISTI DELLA STELLA: Racconto di un'annata memorabile
Viaggio della memoria nel campionato 78/79, dalla vittoria contro l'Avellino alla festa di San Siro che cucì la Stella sulle maglie rossonere

La prima parte della stagione
Domenica 1 ottobre 1978 ebbe inizio il campionato di serie A. L'esordio riservò al diavolo un avversario sulla carta agevole: l'Avellino di Rino Marchesi. Quanta fatica, però, per venire a capo degli irpini, bene organizzati in difesa e con un portiere, Piotti, in vena di prodezze. A 11' dal termine, Ruben Buriani trovò il pertugio giusto, deviando una conclusione di Collovati. Fu tutto più facile, la domenica successiva, all'Olimpico di Roma. Partita dominata dai rossoneri, in gol dopo un quarto d'ora con Maldera e al 38' con un rigore di Chiodi che nella ripresa, sempre dal dischetto, firmò il 3-0. In campo, applausi a scena aperta per Franco Baresi, libero milanista di diciotto anni, promosso titolare fisso da Liedholm.
Allo scialbo 0-0 casalingo contro l'Ascoli, seguirono due vittorie (nette) a spese di Atalanta e Fiorentina. Il 5 novembre '78, al Comunale di Torino c'è lo scontro diretto con la Juventus campione d'Italia in carica. La partita, risolta da Bettega al 2', passò alla storia per il fallo di Tardelli su Rivera dopo tre secondi di gioco. Liedholm ha trovato l'assetto giusto, con Baresi, Collovati, Bet e Maldera in difesa, De Vecchi in mediana, Buriani sulla fascia destra, Bigon centrocampista avanzato, Rivera in cabina di regia, Novellino mezzapunta e Chiodi centravanti. Sette giorni dopo, Maldera decise il derby d'andata mentre a Vicenza la vittoria fu a suon di gol (3-2).
Dopo un risicato pareggio a Napoli, il Milan affrontò il Perugia. A San Siro si trovarono di fronte le due squadre prime in classifica. Gli umbri, guidati da Ilario Castagner e presieduti dall'indimenticabile D'Attoma, sbloccarono le marcature dopo appena 3'. Il pareggio di Antonelli, subentrato a Bigon nel primo tempo, arrivò al 17' della ripresa e in classifica tutto rimase invariato. Il Milan prese il comando solitario sette giorni dopo, battendo in casa il Torino mentre i grifoni vennero bloccati dal Napoli. Al giro di boa, i punti di distacco diventarono tre: Milan 25, Perugia 22. La Juventus, lontana 8 punti, era già fuori dalla corsa scudetto.

Marzo, il mese decisivo
Il girone di ritorno cominciò nel peggiore dei modi per la squadra di Liedholm. Al "Partenio", l'Avellino impose la sua legge con un gol di Vincenzo Romano. Il Perugia, tuttavia, non approfittò della battuta d'arresto rossonera, pareggiando a Vicenza. Un rigore di Antonelli (alla Roma) e un guizzo di Maldera (abbonato ai gol pesanti) contro l'Ascoli portarono due vittorie. Il 18 febbraio, mentre il Milan veniva bloccato in casa dalla pericolante Atalanta, il Perugia impattava uno striminzito 0-0 contro la Juve. Marzo fu il mese decisivo. A Firenze, un grande Albertosi salvò la squadra rossonera. Il portierone di Pontremoli parò anche un rigore di Antognoni. Alla fine prevalse il Milan di misura. Il successo mantenne gli umbri a quattro lunghezze, alla vigilia degli scontri diretti, a San Siro, contro Juventus e Inter. La Vecchia Signora fu bloccata sullo 0-0 dalla prodezze di Albertosi, in uno stato di forma strepitoso.
Il derby fu una partita dal finale non adatto ai cardiopatici. Ad un primo tempo accettabile seguì una ripresa pirotecnica, aperta dal rigore dell'interista Altobelli neutralizzato dal portiere milanista. L'Inter andò due volte a segno, con Oriali e Altobelli. Il Milan riuscì a riaprire la partita a 10' dal termine grazie ad un tiro da fuori area di Walter De Vecchi. L'arrembaggio finale portò anche il pareggio, siglato ancora da De Vecchi, nel tripudio generale dei tifosi rossoneri. La squadra apparve stanca e in debito d'ossigeno. Il barone dovette fronteggiare qualche infortunio di troppo. Nel successivo doppio impegno interno, il Milan racimolò la miseria di un punto (pari con il Vicenza, sconfitta contro il Napoli). Chiodi non riuscì a ritrovare la via del gol, Bigon e Novellino persero lo smalto del girone d'andata e Buriani apparve stanco. Alla vigilia dello scontro diretto di Perugia, il divario tra le due squadre si era ridotto a soli 2 punti. Anche Inter e Torino nutrirono qualche velleità, trovandosi a 4 lunghezze dai rossoneri. La stella era ancora tutta da conquistare.
Al "Renato Curi", domenica 8 aprile, andò in scena lo scontro diretto tra le prime due squadra della classifica. Castagner schierò due punte (Casarsa, Speggiorin), Liedholm rispose con uno schieramento offensivo che includeva Antonelli, Chiodi e Novellino, affidando a Buriani e Bigon precisi compiti a centrocampo. Dopo un quarto d'ora di gioco, l'arbitro Agnolin assegnò un rigore ai rossoneri, trasformato da Chiodi che in quella stagione realizzò sei gol su sette dal dischetto. Dopo appena due minuti, il direttore di gara decretò un altro penalty, questa volta a favore dei padroni di casa, realizzato da Casarsa. Il risultato non cambiò più.
La domenica seguente, contro il temibile Torino di Radice, si scatenò Bigon, autore di una doppietta (in mezzo il solito rigore di Chiodi). Il Perugia rimase in scia, a due punti. La partita casalinga contro il Verona, già retrocesso, sulla carta sembrò una formalità per la squadra rossonera che, dopo un'assenza piuttosto lunga, ritrovò Gianni Rivera. A San Siro, quel pomeriggio di aprile, andò di scena una commedia in due atti: dalla paura al sospiro di sollievo. Paura dopo il gol dell'ex Calloni, che portò in vantaggio gli scaligeri, sollievo grazie al pareggio di Rivera, in avvio di ripresa, e al gol decisivo di Novellino a 6' dal termine. L'inzuccata di Monzon scaturì dall'ennesimo cross in area di Buriani, sempre pronto a buttare il cuore oltre l'ostacolo. A fine partita, i tifosi, ancora frastornati, appresero del pareggio del Perugia. Lo scudetto era ormai ad un passo.

E' scudetto! Milan, la Stella è tua
Il rettilineo che portò al traguardo scudetto cominciò alla terz'ultima di campionato. Il Milan scese in Calabria per affrontare il Catanzaro di Carletto Mazzone, squadra che ad inizio stagione aveva eliminato i rossoneri dalla Coppa Italia. Le emozioni si concentrarono tutte nella ripresa e alla fine prevalsero i rossoneri 3-1.
Il Perugia, incapace di vincere a Verona, quel giorno alzò bandiera bianca nella corsa scudetto. Il giorno della grande festa fu domenica 6 maggio. A San Siro, contro il Bologna, bastava un pareggio e pari fu. Lo 0-0 finale diede ai rossoneri la matematica certezza dello scudetto. Ad inizio partita, Rivera dovette fare ricorso al suo prestigio e alle sue capacità comunicative per convincere i tifosi a sgomberare un anello dello stadio ancora inagibile.
Questa la formazione rossonera scesa in campo quel giorno: Albertosi, Collovati, Maldera, W. De Vecchi, Bet, Baresi, Novellino, Morini, Antonelli, Rivera, Buriani. Negli spogliatoi il pensiero andò subito al Paron: furono in tanti, infatti, a ricordare Nereo Rocco, deceduto pochi mesi prima. Il giorno dopo La Gazzetta dello Sport titolò: Milan, la Stella è tua. La classifica finale fu la seguente: Milan 44 punti, Perugia 41, Juventus 37, Torino e Inter 36. Sei anni dopo la beffa atroce di Verona, le bandiere rossonere tornarono a sventolare.

I giocatori che fecero l'impresa
Chiudiamo la rievocazione della stagione 78/79 con un brevissimo profilo dei giocatori rossoneri che conquistarono il campionato della Stella:
Albertosi: 8 - fu tra gli elementi decisivi. Nei momenti delicati della stagione le sue parate tolsero il Milan dagli impicci. A 39 anni, Ricky pose il miglior sigillo alla sua già strepitosa carriera.
Collovati: 7,5 - dall'esordio nel '76 al ruolo di titolare inamovibile. Il campionato 78/79 lo promosse a pilastro rossonero.
Maldera: 8 - nove gol, quasi tutti decisivi. Il suo score realizzativo, inusuale per un terzino, certificò la sua stagione da incorniciare.
De Vecchi: 7 - di questo giocatore ricordiamo non solo i gol nel derby di ritorno ma il notevole lavoro svolto a centrocampo in quella stagione.
Bet: 6,5 - condizionato da qualche acciacco fisico ma molto utile quando Liedholm lo schierò al centro della difesa.
Baresi: 8 - per il Piscinin di Travagliato fu l'anno della consacrazione. Per lui, la Stella fu il primo di una lunghissima serie di trionfi in maglia rossonera.
Buriani: 8 - Pannocchia consumò l'erba della fascia con le sue sgroppate. Encomiabile e decisivo in numerose circostanze.
Novellino: 7,5 - a volte eccedeva nei dribbling ma la sua annata 78/79 fu molto positiva.
Bigon: 8 - il miglior goleador stagionale di quel Milan. Riuscì ad esprimersi ad alti livelli, alleviando l'assenza di Rivera.
Rivera: 7 - Il Golden Boy disputò la sua ultima stagione da calciatore a scartamento ridotto, a causa di un infortunio. Il suo contributo fu evidente, nonostante tutto.
Antonelli: 7 - una buona stagione anche se non tutti se ne accorsero. Confermò di essere all'altezza della maglia indossata.
Chiodi: 6 - uno che segnava quasi soltanto su rigore. Il rendimento palesato diede ragione a quanti, ad inizio stagione, nutrirono dubbi sulle sue qualità.
Boldini - G.Morini: 6 - collezionarono 14 presenze. Quando furono chiamati in causa non delusero.
Capello - Sartori: impiegati poche volte, nello scudetto della stella incisero solo in minima parte.
Minoia: due presenze e un gol. Per un giovane agli esordi in prima squadra fu già qualcosa.
Rigamonti: una sola presenze in campo (in casa contro la Fiorentina), per il resto solo panchina.
All. Liedholm: 8,5 - il Barone svedese riuscì a dare al Milan il giusto assetto. Vinse lo scudetto quasi senza avere una vera punta. E questo fu considerato un capolavoro. La valorizzazione di Franco Baresi, promosso titolare fisso, fu la sua cosa migliore nell'arco della stagione.




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Ragione sociale Milan Associazione Calcio S.p.A. (A.C.M.)



Nils Liedholm,
artefice dello scudetto della Stella
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Filippo Turati, 3 - MILANO
Centro Sportivo Milanello - Carbonolo di Carnago (VA)
AREA DIRETTIVA
Presidente Felice Colombo
AREA TECNICA
Direttore Sportivo Alessandro Vitali
Allenatore Nils Liedholm
Allenatore in Seconda Alvaro Gasparini
Preparatore Atletico Aristide Facchini
AREA SANITARIA
Medico Sociale Giovanni Battista Monti
Massaggiatore Ruggero Ribolzi, Paolo Mariconti
SQUADRA
Capitano Gianni Rivera, Albertino Bigon I
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Enrico Albertosi, Roberto Antonelli, Franco Baresi II, Aldo Bet, Albertino Bigon I, Simone Boldini, Ruben Buriani, Fabio Capello, Stefano Chiodi, Fulvio Collovati, Walter De Vecchi II, Aldo Maldera III, Alberto Minoia, Giorgio Morini, Walter Alfredo Novellino I, Antonio Rigamonti, Gianni Rivera (cap.), Giovanni Sartori
Palmares Campione d'Italia (10° Titolo Nazionale)
Trofeo "Città di Milano"

La Squadra "Primavera" vince il Torneo Internaz. di Le Havre
La Squadra "Allievi Nazionali" vince il Trofeo "Ottorino Barassi"