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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
L'inverno 1949 non aveva portato al Milan solo un grande campione ma aveva determinato una svolta storica nella Società. Quello rossonero per decenni era stato considerato un club incapace di vincere un campionato, ancorato com'era ad una forma di dilettantismo e legatissimo alla sua matrice lombarda. L'avvento di Gunnar Nordahl segna la nascita di un nuovo Milan, non più volenteroso, garibaldino, capace di battere le grandi ma di perdere con le piccole, bensì organizzato, con fuoriclasse stranieri e campioni italiani che lo porteranno nei secondi 50 anni della sua esistenza ad essere la squadra, più di tutte depositaria del bel gioco, che privilegia la classe e la tecnica. La sua platea da milanese-lombarda diventa nazionale ed oltre. Nordahl favorisce l'arrivo dei due connazionali Nils Liedholm e Gunnar Gren. Per il ruolo di portiere viene acquistato Buffon. E' un grande Milan. Sotto la guida del duo Czeizler-Busini si classifica al 2° posto dietro la Juve, maturo ormai per la grande impresa.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Dopo 44 anni, di nuovo lo scudetto"), marzo 2005
ALTRI ACQUISTI SVEDESI
All'inizio della stagione 1949-50 tutte le società italiane fanno a gara nell'aiutare il Torino che ha perso, nella sciagura aerea, il suo formidabile squadrone. Il Milan cede ai granata gratuitamente il suo nazionale Carapellese. Intanto la nostra società si era trasferita in corso Venezia e l'ungherese Lajos Czeizler aveva affiancato Busini alla guida tecnica della squadra. Nordahl, già diventato beniamino di tutti per la potenza e il coraggio mostrati sul campo, favorisce l'ingaggio dei connazionali Gunnar Gren e Nils Liedholm: nasce il Gre-No-Li, dalle sillabe iniziali dei tre svedesi. Con loro arriva anche un giovane portiere, Lorenzo Buffon; è un Milan strepitoso, che privilegia la tecnica e il gioco offensivo, capace di risultati eccezionali (come vincere 7-1 a Torino contro la Juventus), che ben presto trova estimatori non solo a Milano e in Lombardia ma in tutta Italia. Con 118 reti all'attivo non riesce, però, incredibilmente, a vincere lo scudetto. Il tallone d'Achille della difesa, non all'altezza del micidiale attacco, non glielo permette; esemplificativo della condotta della squadra è il derby del 6 novembre 1949: il Milan, in vantaggio 4-1 dopo venti minuti, si fa raggiungere e superare dall'lnter per 6-5, in una partita condotta sempre scriteriatamente all'attacco, tatticamente interpretata in maniera suicida. Il titolo va alla Juventus, meno appariscente ma più equilibrata, ma la realizzazione del sogno, uno scudetto di stoffa tricolore sulle maglie rossonere, è solo rinviata di una stagione.


dal sito www.ilveromilanista.it
di Saverio Fiore
TRIS D'ASSI: GRE-NO-LI
È il tempo della memoria antica in questa passeggiata a ritroso nella grande storia rossonera, è l'ora dei ricordi fumosi che sembrano lontani anni luce dai colori sfolgoranti di oggi. Quando ho chiesto a Luca di potermi occupare di questa rubrica dedicata alle vecchie glorie milaniste, mi premeva soprattutto andare a pescare i grandi uomini del passato, a rispolverare quei personaggi che hanno portato il Milan ai fasti che tutti sappiamo oggi, lasciandoci inorgoglire per quel senso di appartenenza tipico di questo sport.
La tappa odierna in questo senso è obbligata, ed è obbligata pure la scelta di metterli insieme quasi fossero uniti da una indivisibile cordone ombelicale, divisi dalla nascita ma per sempre vicini, per sempre da accostare l'uno all'altro come fossero fratelli. La storia di questi tre campioni va narrata insieme, all'unisono e tutta di un fiato. Fu un pigro cronista che aveva difficoltà a pronunciare e scrivere i nomi che ebbe l'idea di abbreviarli, così nacque il mito del Gre-No-Li,. Gunnar Gren era il "professore", Gunnar Nordahl il "pompierone", e Nils Liedholm il "barone". Nel trio ognuno aveva un compito ben preciso, il Pompierone era il braccio, il Professore la mente ed il Barone il polmone di quel Milan degli anni 50. Insieme furono protagonisti di un periodo luccicante della compagine meneghina che nel 1951 dopo 44 anni interruppe il digiuno ed il quarto tricolore arrivò finalmente ad impreziosire le nostre casacche. Il primo ad arrivare fu Nordahl, centravanti di straordinaria potenza atletica, novantadue chili di forza devastante che rappresentò una vera e propria miniera d'oro, raggiunse Milano nel gennaio del 1949 ed al debutto si presentò con una doppietta alla Pro Patria, il suo curriculum vanta 210 reti in rossonero con due tricolori all'attivo e ben cinque classifiche cannonieri vinte. A portarlo al Milan ci pensò Gianni Agnelli. Si avete capito bene, qualche mese prima la Juve soffiò, all'insaputa del suo presidente, un attaccante danese, tale Plogger, già opzionato dai rossoneri ed in procinto di arrivare nel capoluogo lombardo per mettere nero su bianco, ma sul treno alcuni dirigenti bianconeri avvicinarono il giocatore e gli fecero firmare con un'azione truffaldina il contratto. L'Avvocato andò su tutte le furie, e per scusarsi mandò Nordahl al Milan e non si accontentò, fece di più pagando la prima rata del debito al Norrkoeping.
Un calcio di altri tempi e chi ha l'età per farlo è autorizzato ad averne nostalgia. Fu proprio il bomber svedese a consigliare l'acquisto degli altri due. Gren arrivò qualche mese dopo, era un centrocampista dalla intelligenza lucida, l'uomo dell'ultimo passaggio, splendida visione di gioco ed un pizzico di fantasia quando l'occasione lo richiedeva, come uomo era sempre allegro, sempre pronto alla battuta e a raccontare barzellette, nel Milan giocò 133 partite segnando 38 gol, vinse 1 scudetto e 1 Coppa Latina. Infine il barone che arrivò insieme a Gren, con la maglia del Milan ha disputato dodici campionati collezionando 359 presenze e piazzandosi al quarto posto dopo Baresi, Rivera e Paolo Maldini tra i campioni rossoneri di tutti i tempi, 81 gol segnati ma innumerevoli gli assist che hanno consentito ai suoi compagni di andare in gol, vincendo 4 scudetti e 2 coppe latina da calciatore e 1 scudetto da allenatore proprio nell'anno della stella. Si narra che quando sbagliava un passaggio San Siro esplodeva in un applauso tanto erano rari i suoi errori. La sua nazione di nascita ha deciso di dedicargli un francobollo per ricordare quello che, secondo un sondaggio effettuato nel 1999 dal più diffuso quotidiano svedese, è il più importante calciatore della sua storia. Dei tre fuoriclasse scandinavi, solo Liedholm è rimasto in vita, ha cambiato varie squadre ed è rimasto sempre fedele a quel suo italiano sforzatissimo nonostante risieda nel bel paese da alcuni decenni. Adesso si diletta come amante e produttore delle coltivazioni di vigneti sulle generose colline dell'alessandrino. Mi piace immaginarlo la sera, che rimembra le gesta eroiche giovanili in rossonero ai propri nipoti, davanti ad un bicchiere di barbera o grignolino, quando rimbalzano le filosofie ed i ricordi, sarebbe proprio il caso di dire "In Milan veritas".






Una formazione milanista per la stagione 1949-50. In piedi da sinistra: Tognon, Soerensen, De Grandi, Burini, Liedholm, Candiani, Bardelli. Accosciati da sinistra: Annovazzi, Nordahl. Foglia, Belloni



dal sito www.wikipedia.org
AVVENIMENTI
Dopo la tragedia di Superga il presidente torinista Novo tentò di ricostruire la squadra dal nulla. In parte ci riuscì, ottenedo un onorevole sesto posto nel campionato 1949-50, ma con il tempo il Torino, colpito irreparabilmente, sparirà dalle zone alte della classifica per lasciare spazio ad altre squadre, in particolare le milanesi.
Ma lo scudetto, nel 1950, rimase a Torino e tornò nella bacheca della Juventus. I bianconeri resistettero al temibile attacco del trio svedese Gre-No-Li, che portò il Milan a quota 118 gol, e tornarono allo scudetto dopo 15 anni, guidando la classifica per tutto il campionato. Il campionato partì l'11 settembre 1949 e la Juve balzò subito in testa: all'undicesima giornata, il 13 novembre, aveva già collezionato ben cinque punti di vantaggio sul Padova, secondo a sorpresa e, un mese dopo, i punti sulla nuova seconda classificata, il Milan, erano diventati sei. Con tre settimane d'anticipo, la Juve fu campione d'inverno.
Il girone di ritorno iniziò con qualche incertezza per i bianconeri, ma il Milan non fu capace di approfittarne appieno; riuscì comunque ad arrivare allo scontro diretto di Torino, il 5 febbraio, a tre punti di distanza dai bianconeri. La netta vittoria (7-1) li avvicinò pericolosamente alla vetta. Fu in questo momento, però, che la Juventus seppe piazzare lo scatto decisivo: vincendo otto partite di fila e surclassando il Padova, il 23 aprile, vinse il meritato scudetto.
La sorpresa più grande fu l'ottima prestazione del neopromosso Como, alla prima stagione in A, mentre delusero le aspettative il Genoa e il Bologna. Precipitò in Serie B dopo un solo anno il Venezia, che aveva perso le prime otto partite ed era rimasto staccato dalle squadre in corsa per la salvezza. Cadde anche il Bari, mentre si salvarono per un pelo il Novara e la deludente Roma, accusata dai pugliesi di essere stata favorita dai direttori di gara: le polemiche che ne conseguirono portarono a una vera e propria rivoluzione all'interno della classe arbitrale, ma nessun particolare provvedimento disciplinare fu preso nei confronti dei giallorossi.




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Ragione sociale

Associazione Calcio Milan (A.C.M.)

Lajos Czeizler,
allenatore rossonero 1949-50
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Corso Venezia, 36 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Umberto Trabattoni
Vice-presidenti Antonio De Dionigi, Mario Mauprivez
Segretario Giannino Giannotti
AREA TECNICA
Allenatore Lajos Czeizler
Direttore Tecnico Antonio Busini III
AREA SANITARIA
Massaggiatore Guglielmo Zanella
SQUADRA
Capitano Andrea Bonomi
Campi sportivi Stadio San Siro - MILANO / Civica Arena - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Carlo Annovazzi, Ezio Bardelli, Carlo Alfonso Belloni, Andrea Bonomi (cap.), Lorenzo Buffon, Renzo Burini, Enrico Aldo Candiani II, Benigno De Grandi, Franco De Gregori, Mario Foglia, Gunnar Gren, Nils Erik Liedholm, Efrem Milanese II, Gunnar Nordahl III, Giuseppe Rinaldi I, Aurelio Santagostino II, Giosuè Sanvito, Omero Tognon
Palmares Coppa Disciplina