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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
Il campionato allarga i suoi confini e vi participeranno per la prima volta squadre centro-meridionali. Il Milan vince il girone ligure-lombardo ma è solo terzo nel girone finale dell'Italia settentrionale vinto dalla Pro Vercelli. Nella finale con la Lazio facile vittoria per 6 a 0 ed ennesimo titolo per i bianchi piemontesi. Alla base dei non brillanti risultati vi è una nuova crisi societaria che porta Cevenini I ed i suoi fratelli a lasciare il Milan per cercare gloria nell'Internazionale. Ne deriva un conseguente indebolimento della squadra, anche in considerazione del fatto che Cevenini I l'anno precedente era stato il miglior marcatore dei rossoneri. Anche Renzo De Vecchi abbandona il Milan all'inizio del girone finale, attirato dalle lire offerte dal Genoa. Alla meravigliosa coppia Cevenini I - Van Hege della stagione precedente non si trova valida alternativa.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Dalla scissione alla Grande Guerra"), gennaio 2005
Il 1912-13 vede la società pescare ancora all'estero: dal Belgio arriva Nys e dall'Inghilterra Roberts e Croom, ma la squadra non migliora la sua posizione in campionato. Dopo aver vinto l'eliminatoria ligure-lombarda, deve accontentarsi del 3° posto nel girone finale. Il titolo è ancora della Pro Vercelli che, nella finale nazionale, supera il vincitore del primo torneo centro-meridionale, la Lazio.


dal sito www.ilveromilanista.it

STAGIONE 1912/1913: CEVENINI E I SUOI FRATELLI
E' l'anno in cui il calcio italiano fa il salto di qualità. La Federazione, infatti, appronta finalmente un vero campionato nazionale al quale partecipano anche squadre del centro-sud. La formula prevede tre gironi di sei squadre ciascuna nell'Italia settentrionale mentre nell'Italia centro-meridionale i gironi eliminatori, sempre tre, sono su base regionale. Tra le squadre del Sud, fanno la loro apparizione squadre tipo la Virus Juventusque di Livorno, la Lazio ed il Nasples tutte formazioni vincitrici dei propri gironi ma ancora tecnicamente e tatticamente troppo primordiali rispetto alle formazioni del nord Italia.
Il calcio però, grazie a questa prima unificazione assolve anche a una funzione che potremmo genericamente definire sociale perché riesce ad avvicinare davvero l'Italia divisa da un campanilismo esasperato. Il Milan in questo contesto è ancora alla ricerca della formazione ideale. I rossoneri sono costretti a ritoccare profondamente l'organico anche in questa stagione. Inoltre, nonostante siano ancora anni luce distanti termini quali calcio mercato, cominciano a delinearsi i primi trasferimenti da una società all'altra. Capita infatti ai rossoneri di vedersi scuotere l'organico causa il trasferimento all'Internazionale di Aldo Cevenini I, irresistibile bomber di razza insieme a Van Hege, unitamente ai suoi fratelli. Nonostante l'arrivo di rinforzi quali il belga Nys e di due inglesi Croom e Roberts ed il regolare appuntamento col gol del fenomenale Van Hege la stagione non si chiude nel migliore dei modi. Troppe volte la formazione è costretta ad inventarsi moduli, schemi e ruoli differenti non potendo così creare quella amalgama necessaria per fronteggiare la fortissima formazione della Pro Vercelli al suo quinto titolo. Dopo aver vinto il girone ligure/lombardo il Milan si classifica al terzo posto nel girone finale, dietro alla detta Pro Vercelli ed al Genoa. Poche le soddisfazioni. Su tutte la vittoria in entrambi i derby nel girone eliminatorio e la vittoria col Genoa a Milano.
Il Milan, nella stagione 1912/1913, presenta una divisa a larghe bande verticali rossonere, con pantaloncini a mezzagamba bianchi e calzettoni neri con bordo rosso.




dal sito www.milanhistory.blogspot.com
1912-1913, SOLO VAN HEGE. O QUASI
L'ARRIVO DI NUOVI STRANIERI NON BASTA, IL PESANTE TRADIMENTO DI CEVENINI, CHE PASSA AI CUGINI DELL'INTER, INDEBOLISCE IL MILAN E VAN HEGE DA SOLO NON PUO' VINCERE IL CAMPIONATO: ALTRI 17 CENTRI DEL BELGA VALGONO IL TERZO POSTO NEL GIRONE FINALE. BRILLA IL BABY CENTRAVANTI ROMOLO FERRARIO.



Van Hege con la Nazionale del Belgio (è il primo accosciato da sinistra)

IL CAMPIONATO apre le sue porte anche a club centro-meridionali. Il Milan vince il girone lombardo ma termina terzo nel girone finale, col titolo ancora alla Pro Vercelli. Il mancato scudetto dell'anno prima, e altre cause intestine, porta una nuova crisi societaria che si conclude con l'addio del grandissimo Cevenini (e dei suoi giovani fratelli), che tradisce il Milan vestendosi di nerazzurro. Pur con gli innesti di nuovi stranieri il Milan è più debole dell'anno prima. L'acquisto di due inglesi, Roberts e Croom, sembra quasi un commovente tentativo di tornare ai fasti dei pionieri, del Milan "inglese" di Kilpin. Tuttaltro. Arriva anche un altro attaccante belga, Camille Nys: un ottimo puntero, che però non vale l'indimenticato Tobias. Non basta Van Hege: il terrificante cannoniere delle Fiandre si mantiene ai suoi livelli mostruosi (altri 17 centri in 18 partite) ma è troppo solo e da soli non si vincono i campionati.
Confermato il reparto arretrato (Barbieri tra i pali, Sala e De Vecchi terzini), a centrocampo torna titolare dopo una stagione Scarioni: Trerè, che gli veniva preferito l'anno prima, è il sostituto di lusso.

Rizzi dall'attacco si sposta in regia, a fare il playmaker; completa la mediana il britannico Roberts. In attacco, oltre alla bocca di fuoco Van Hege e al genio incontrollato di Bavastro, si piazzano Croom e Nys. Ma il partner migliore di LVH sarà il ventenne milanese Romolo Ferrario, che ha debuttato l'anno prima e in rossonero segnerà 40 gol in 70 partite fino al 1921.

EVIDENTEMENTE il Milan di quegli anni si divertiva a mortificare i cugini poveri dell'Us Milanese e sempre col punteggio di 6-0: regolarmente, va così anche nella prima giornata del campionato 1912/13, segnata dalla doppietta di Ferrario, dal gol di Nys e dalla tripletta di Van Hege. Ferrario segna quasi a voler sbattere la realtà in faccia alla società: prendete tanti stranieri, ma il vivaio rossonero andrebbe valorizzato di più. La rete di Nys è il suo saluto ai nuovi tifosi, come a voler essere l'antitesi della tesi di Ferrario: no, il partner di Van Hege sarò io. In realtà l'italiano renderà meglio. La tripletta di Van Hege è la conferma: la conferma del suo gusto di segnare, la conferma che il Milan forse ultimamente vince poco ma il bomber più forte d'Europa ha la camicia rossonera. Poi alla seconda giornata si presenta pure il centrocampista Roberts, che impallina la Racing Libertas con una sassata. Completa il rigore di De Vecchi. Terza giornata, c'è il derby e resta appannaggio del Milan, che apre col capitano, Rizzi. Il solito ex Bontadini pareggia, il solito mago Van Hege segna il 2-1 finale. Con l'Andrea Doria si manifesta tutta la caparbia fame di gol di Romolo Ferrario, autore di un gran poker: tecnica discreta e gran fiuto del gol incoronano il nuovo bomber. Senza dimenticarsi di Sua Maestà Van Hege, all'ennesima doppietta. Il 7-0 è rifinito da Nys, in continua ricerca di un pò di gloria. Stessi marcatori nel 4-0 al Genoa: stavolta è Nys il mattatore, con una doppietta. Il connazionale di Van Hege si dimostra in palla e reattivo sottoporta. Il Milan viaggia spedito e a buon ritmo. Affronta ancora l'USM e si prende la vittoria per 2-0 (Ferrario più un autogol), vince nuovamente il derby con prodezza della bandiera Trerè (uno a cui i nerazzurri stanno sulle scatole, e in modo spasmodico, da sempre), piega un Andrea Doria vivace (3-2, Ferrario e doppietta di Van Hege) e perde clamorosamente a Genova (1-4), tuttavia qualificandosi al girone finale dopo il 2-0 a tavolino sulla Racing Libertas che schierava un giocatore non tesserato: Milan primo a +2 sul Genoa. Van Hege, stella del Diavolo, ha già messo in collezione altre 10 perle: un repertorio completo ed esauriente, un bomber di classe che segna come un invasato e si prende le copertine delle cronache sportive dell'epoca. Nel girone finale il Milan parte con un rovescio a Vercelli (0-2) ma rialza la testa proprio con Van Hege, sul Casale: il cannoniere, soprannominato "Pallido Saettante", segna un'altra doppietta; capitan Rizzi realizza dalla distanza, Croom si sblocca e segna il primo gol rossonero. Un gran Milan stende l'Hellas Verona per 5-1: la commissione tecnica rispolvera Lana, nel frattempo sceso al rango di seconda linea di lusso, e proprio Lana si dimostra professionale e sempre letale aprendo i giochi. Ferrario raddoppia, Nys chiude e Croom incrementa il suo bottini con 2 penalties. A Vicenza non avevano mai ammirato una stella del calibro di Luis Van Hege. E' arrivata l'ora di mostrare ai biancorossi un bomber sublime. Il belga fa impazzire la difesa, guizza ovunque, ubriaca di finte e segna il vantaggio. Corre leggero e sereno, raddoppia e fa il bello e il cattivo tempo. Infine realizza una tripletta da incorniciare e, sulle ali del 3-0, il Milan ospita la Pro Vercelli. Termina 0-0 lo scontro tra titani, scoraggiando i nostri che inciampano col Casale e si riprendono solo nella trasferta di Verona: visitata l'Arena, Van Hege decide di fare ancora il leone e realizza altri due gol. Rizzi chiude (3-0). Ultima gara in programma, col Vicenza di Vallesella: termina 1-1, segna Croom all'ultima apparizione in rossonero: sua, di Roberts, di Nys. Buoni stranieri che però hanno portato solo un terzo posto, a -6 dalla Pro Vercelli.

PALLOTTOLIERE. Per contare i gol stagionali di Van Hege gli statistici devono darsi parecchio da fare. Il belga chiude con 4 doppiette, 2 triplette per complessivi diciassette gol in diciotto partite. Vicebomber è Ferrario: 10 centri in 14 match. Nys e Croom hanno collezionato rispettivamente 5 e 4 gol: bottini non certo disprezzabili. Bavastro vive a periodi alterni, crea e inventa ma non ha la cattiveria del goleador. 12 gare, senza gol. Di gol ne segna 3 Rizzi: pochi per le sue abitudini, tantissimi se consideriamo che il capitano quest'anno ha giocato da playmaker arretrato! Ottimo rendimento per Scarioni (14 gare) e John Robert Roberts: il 26enne centrocampista di Liverpool veste con onore la maglia rossonera. Dietro svetta l'autoritario Sala (17 partite) e il sempre più forte Renzo De Vecchi: 14 partite, un gol e le temibili advances del Genoa, che lo corteggia per portarlo in rossoblù, dove già milita l'ex rossonero Mariani. Lana sembra andare incontro al suo declino, gioca solo 5 gare ma non perde il vizio del gol (1 centro). Spiccioli di apparizioni anche per Lovati, argentino futura colonna del centrocampo, e Malerba, Trerè II brilla come rincalzo: titolare o no, il soldatino sa sempre dare un contributo importante. (Pubblicato da RG METAL'88)




Una posa del Milan edizione 1912-13. In piedi da sinistra: Croom, Sala M.,Rizzi, Barbieri L., De Vecchi R., Bavastro II, Roberts. Seduti: Ferrario, Van Hege, Scarioni II, Nys
(da "Almanacco Illustrato del Milan", Panini, ed. 2005)


dal sito www.clarence.com/forum
1913.....RETROCESSA LA JUVENTUS !!!
Nel 1912 il calcio è finalmente organizzato su autentiche basi nazionali. Fino ad allora il campionato ed il relativo scudetto erano stati una questione tutta "nordista". Per evidenti difficoltà di carattere logistico (il tempo dei jet, o meglio dei treni che consentissero uno spostamento rapido era abbastanza lontano) la prima fase si sarebbe comunque svolta in due distinte aree territoriali: a loro volta suddivise in eliminatorie di carattere regionale e successive semifinali interregionali. Le vincenti i rispettivi raggruppamenti si sarebbero disputate lo scudetto in due partite. La nuova organizzazione, ebbe quale conseguenza l'introduzione della "retrocessione", l'ultima classificata di ogni gruppo regionale sarebbe dunque scesa di categoria, ovviamente rimpiazzata nella serie superiore dalla vincente il campionato di 2° categoria.
Ebbene il girone piemontese fornì una incredibile sorpresa. Al termine delle dieci partite in programma, il fanalino di coda risultò essere quella Juventus che aveva vinto lo scudetto nel 1905. Una stagione disastrosa conclusa con appena 3 punti (ottenuti contro il Novara grazie ad un pareggio per 3 a 3 ed una vittoria per 3 a 0), mentre la Pro Vercelli aveva conquistato addirittura 19 punti su 20.
Un torneo caratterizzato da smacchi solenni (nei due derby il Torino rifilò ai bianconeri addirittura 16 gol) e concluso con una retrocessione che metteva addirittura in forse la sopravvivenza della società. Eh sì, perchè peregrinare sui campetti di provincia, in 2° divisione, anche per il dilettantistico calcio di quei tempi, avrebbe lasciato l'amaro in bocca, e neppure velatamente, in seno alla società, si era formato il "partito" deciso a mollare tutto!
MA LA FEDERAZIONE AVEVA LA SUA SEDE (DAL LUGLIO DEL 1911) A TORINO E A CAPO NE ERA IL MARCHESE FERRERO. E LA JUVENTUS ERA L'ESPRESSIONE DELLA TORINO "BENE"!!!!! QUESTE "CONSIDERAZIONI" FURONO ESPRESSE PIU' VOLTE E A CHIARE LETTERE, CON VIVACI ARTICOLI SUI GIORNALI DELL'EPOCA ED IN TUTTI I CIRCOLI SPORTIVI ITALIANI! LA SOLUZIONE TROVATA PORTO' L'ITALIA CALCISTICA A GRIDARE ALLO SCANDALO! LA SQUADRA DA RIPESCARE DOVEVA ESSERE LA "RACING LIBERTAS" ULTIMA CLASSIFICATA DEL GIRONE LOMBARDO.....CHE "STRANAMENTE" SI LIMITO' AD UNA PROTESTA FORMALE APPENA ACCENNATA!!!!
Ma ritornando nell'ufficialità...gli "abili" dirigenti della società torinese trovarono una scappatoia fornita loro dal numero dispari delle squadre iscritte al girone lombardo. I dirigenti Monateri e Zambelli, coadiuvati da Malvano (ex bianconero che prima aveva anche militato nel Milan, CONOSCITORE QUINDI DELL'AMBIENTE DEL CALCIO LOMBARDO E CONSIDERATO LA MENTE IDEATRICE DELLA SCAPPATOIA) "convinsero" la Federazione a concedere ai bianconeri il nulla-osta per inserire la Juventus nel girone lombardo.
IL CLAMORE DELLE PROTESTE SUSCITATE DA QUELLA CHE QUALCHE GIORNALE DELL'EPOCA DEFINI' UNA "TRUFFA", NULLA POTERONO CONTRO UNA DECISIONE GIA' PRESA!
Alla fine questo "ripescaggio", fu considerato un atto di fede, senza il quale il nostro calcio avrebbe perso una delle squadre più prestigiose!
(Vi fu pertanto una "retrocessione" per (de)meriti sportivi ed un "ripescaggio" per meriti.....???? Riflessione, questa, di zio Efran)
(Tutto il resto è tratto, parola per parola, da "La Grande storia del Calcio" di Bruno Perucca e G. Romeo - Ed. La casa dello sport - 1988 e da diversi opuscoli (RIPORTATI IN MAIUSCOLO) sulla storia del campionato italiano........ gadget, negli anni, di giornali sportivi e non).



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Ragione sociale Milan Football and Cricket Club (M.F.B.C.C.)
Renzo De Vecchi
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Bottiglieria Franzini - via Mercanti, 1 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Piero Pirelli I
Vice-presidente Giberto Porro Lambertenghi
Segretario Luigi Bianchi
AREA TECNICA
Direttore Sportivo Giannino Camperio II
Allenatore Commissione Tecnica: Piero Peverelli
SQUADRA
Capitano Giuseppe Rizzi
Commissari Giovanni Mauro, Cesare Stabilini
Arbitri Severino Cattaneo, Giovanni Mauro, Gerolamo Radice, Romildo Terzolo
Campi sportivi Campo Milan Porta Monforte (ingresso Via F.lli Bronzetti) - MILANO  /  Civica Arena
Giocatori di partite ufficiali Luigi Barbieri, Julio Bavastro II, Emyl Croom, Renzo De Vecchi, Romolo Ferrario, Piero Lana, Cesare Lovati, Enrico Malerba, Camille Nys, Giuseppe Rizzi (cap.), John Robert Roberts, Marco Sala, Alessandro Scarioni II, Attilio Trerè II, Louis Van Hege
Palmares Coppa Lario
Medaglia Comitato Pro Aviazione Nazionale