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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
La squadra si trasferisce al campo Monforte (campo Milan di Porta Monforte, ingresso via P. Sottocorno, Milano). La società cresce, si rinnova e si italianizza. Unico inglese, il capitano Kilpin, la sezione di cricket viene liquidata (anche se resta ancora nella denominazione sociale). Tutti questi sforzi sono premiati con il raggiungimento del premio più ambito: la vittoria in Campionato dopo un girone finale combattuto e polemico con la Juventus che si rifiuta, alla fine, di giocare la partita decisiva. Ad impreziosire la stagione concorrono i successi nel Torneo Palla Dapples: i rossoneri sconfiggono tutti gli sfidanti che si ripropongono e mantengono il trofeo per tutto l'anno 1906.
Per la prima volta (il 7 gennaio 1906) vengono apposte le reti alle porte (la Federazione accettò un suggerimento brevettato dal Milan). Prima erano solo due pali ed una traversa e spesso nascevano discussioni per convalidare o meno un goal. L'urlo "gooooolll" cominciò ad essere sostituito dall' italianissimo "reteeeee!"
Eclatante fu il risultato della finalissima della "Coppa Lombardia", 20 a 0 sulla malcapitata squadra del Casteggio che pure aveva superato brillantemente le eliminatorie! Novità importante, le eliminazioni si ebbero su due partite di andata e ritorno da disputarsi nei rispettivi stadi. Ed il girone finale non fu ad eliminazione diretta, bensì con incontri di andata e ritorno fra le squadre qualificate (Juve, Milan, Genoa). Da notare che il Milan disputa nel corso della stagione, fra campionato e tornei vari, 40 partite vincendone 29, segnando 130 reti e subendone 34.

da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("La nascita e le prime vittorie"), dicembre 2004
Il 1906 vede Kilpin e compagni alle prese con un nuovo trasloco. Non molto lontano dal campo dell'Acquabella, il Milan acquisisce il suo primo vero "stadietto" con annessa tribuna in legno capace di 600 posti, biglietteria e, per la prima volta in un impianto italiano, le reti attaccate ai legni delle porte: è il campo di via Fratelli Bronzetti, chiamato anche di Porta Monforte, situato di fianco ad un piccolo cimitero rionale (ora rimosso), dietro alla chiesa di Santa Maria del Suffragio. Qui il Milan costruisce le sue imprese, nella stagione che lo vedrà per la seconda volta campione d'Italia. Il campionato del 1906 ci propone anche il primo "caso" del calcio italiano: dopo le qualificazioni arrivano al gironcino finale Milan, Juventus e Genoa: al termine degli scontri diretti, rossoneri e bianconeri sono appaiati in testa con 5 punti davanti ai genovesi, fermi a 2. Per assegnare il titolo è necessario uno spareggio tra le prime due. La Federazione attribuisce una miglior differenza reti alla Juventus ritenendo, con cervellotica pensata, che non si dovessero conteggiare nelle reti attive quelle di un 2-0 attribuito ai rossoneri dal Giudice Sportivo per un forfait del Genoa. In virtù di questa differenza reti favorevole ai bianconeri, la Federazione decide dunque di far disputare lo spareggio per il titolo sul campo della Juventus, al Velodromo Umberto I di Torino. L'incontro, protrattosi ai supplementari, finisce 0-0. Per i dirigenti federali i bianconeri, con questo incontro, esauriscono il loro bonus. Viene decisa la disputa di un nuovo spareggio in campo neutro: sorprendentemente la Federazione sceglie il terreno dell'US Milanese, tra le proteste degli juventini che decidono di non presentarsi. Il Milan vince dunque 2-0 a tavolino ed è dichiarato campione d'Italia. Questa la formazione titolare: Trerè II, Kilpin, Moda; Bosshard, Giger, Heuberger; Pedroni G., Rizzi, Widmer, Colombo A. (Trerè I), Malvano.

dal sito www.acmilan.com
Il Milan vince il Campionato dopo un girone finale combattuto e polemico a cui segue, proprio sul finale, il rifiuto da parte della Juventus di disputare la partita decisiva per l'assegnazione del titolo. A impreziosire la stagione concorrono i successi nel prestigioso torneo della "Palla Dapples": i rossoneri sconfiggono tutti gli sfidanti e mantengono il trofeo per tutto l'anno 1906.

dal sito www.ilveromilanista.it - di Stefano Rossi
IL SECONDO SCUDETTO
Dopo un'attesa di cinque anni dal primo scudetto, ecco finalmente il secondo. Presidente è sempre mister Alfred Edwards, capitano è ancora Herbert Kilpin ma la società e la squadra sono profondamente mutate in poco meno di sette anni di vita. Che il 1906 sarà una stagione da ricordare lo si comprende subito. I rossoneri prendono infatti parte alla "Coppa Lombardia", invitati dal Casteggio e dal marchese Negretto che ha messo in palio l'artistico trofeo. Opposti alla formazione locale stravincono addirittura con un punteggio incredibile, 20-0! La positiva stagione rossonera continua con la seconda vittoria consecutiva nel trofeo "Palla Dapples" sconfiggendo nell'ordine la Juventus, la U.S. Milanese e di nuovo i bianconeri in finale mantenendo così il trofeo per tutto l'anno 1906.
Accantonate le due vittorie il Milan si dedica al campionato. Dopo l'amaro derby dell'anno precedente, nel girone eliminatorio lombardo, i rossoneri superano i cugini della U.S. Milanese vincendo entrambi gli incontri (4-3 e 2-1). Superando la fase eliminatoria il Milan prende pertanto parte al raggruppamento finale insieme a Genoa e Juventus vincitrici rispettivamente delle fase eliminatoria ligure e piemontese. Il regolamento del torneo prevede un girone "all'italiana" con partite di andata e ritorno con assegnazione di due punti in caso di vittoria ed uno in caso di pareggio. La prima partita il Milan la gioca a Genova (si tratta in realtà della seconda partita in quanto il primo incontro Milan-Genoa non viene disputato ma rinviato per mancato arrivo del Genoa) contro i rossoblu e termina 2-2. Nel secondo incontro il Milan viene sconfitto a Torino dalla Juve per 2-1. Le partite di ritorno vedono il Genoa nuovamente rinunciare all'incontro a Milano (2-0 sconfitta a tavolino) e la Juventus sconfitta 1-0 a Milano. Milan e Juventus terminano entrambe a pari punti (cinque), serve pertanto uno spareggio e la Federazione stabilisce che si debba giocare a Torino perché i piemontesi hanno realizzato un gol in più dei rossoneri. In caso di parità l'eventuale "bella" verrebbe giocata invece in campo neutro. Il caso vuole che la sfida a Torino (29 aprile 1906) finisca sullo 0-0 e che si renda necessaria la ripetizione. La FIF (Federazione Italiana Football) sceglie come campo neutro quello della U.S. Milanese e la Juventus non ci sta, a Milano, sia pure su un terreno che non è quello rossonero, non vuol giocare ed il titolo finisce così per la seconda volta nella bacheca del Milan. E' una conclusione spiacevole e tutt'altro che sportiva ma lo scudetto va comunque ad una squadra meritevole. In questa magica stagione infatti, il Milan ha disputato 41 incontri vincendone 29 e pareggiandone 7 per un totale di 130 gol fatti e soltanto 34 subiti.
La squadra nella stagione si è trasferita al campo Manforte ed anche l'Acquabella viene dimenticata. Le nuove tribune in legno sono molto capaci e non manca neppure un botteghino per la vendita dei biglietti. Il Milan nella stagione 1905/1906 presenta una divisa a strette bande verticali rossonere, pantaloncini a mezzagamba neri, calzettoni neri con bordo rosso.
CURIOSITA'. Sicuramente lo sapranno in pochi, ma la prima squadra italiana ad adottare le porte con le reti, per trattenere il pallone ed evitare contestazioni dopo i gol, è stata proprio il Milan. Troppo volte infatti gli avversari dei rossoneri quasi sempre nettamente inferiori, cercavano di "barare". Un giorno dunque, per l'esattezza il 7 gennaio 1906 sul campo del Milan, comparvero quelle strane reti, che suscitarono la sorpresa e l'ammirazione degli spettatori. Naturalmente il modello era inglese e fu il Presidente del Milan, Edwards, a copiare l'idea ai suoi connazionali. Poco alla volta così su tutti i campi italiani comparvero le reti, perchè la rivoluzionaria novità introdotta, in Italia, dal Milan ebbe un largo successo.

dal sito www.milanhistory.blogspot.com
1905-1906, IL SECONDO SCUDETTO ROSSONERO
CAPITAN KILPIN GUIDA UN GRAN MILAN AL SUO SECONDO SCUDETTO: UN CENTROCAMPO INSUPERABILE (GIGER, BOSSHARD, HEUBERGER) E UN ATTACCO GENIALE (RIZZI, PEDRONI, MALVANO, TRERE', WIDMER) SONO I PUNTI DI FORZA. E POCO CONTA CHE IN FINALE LA JUVE NON GIOCHI PER PROTESTA...

IL MILAN si trasferisce dal campo dell'Acquabella a quello di via Fratelli Bronzetti. Capitan Kilpin è ormai l'unico inglese rimasto in squadra, e veste la camicia rossonera per la settima stagione. E' un Milan brillante e aggressivo, capitanato dal carismatico britannico che lo trascina a traguardi prestigiosi. In porta debutta il giovane Attilio Trerè, 19 anni, fratello del Trerè Alessandro, attaccante rossonero già in pianta stabile in prima squadra. In difesa, al fianco dell'autoritario Kilpin, si piazza l'efficace Guido Moda, aitante trevigiano di 21 anni. La linea di centrocampo è un muro invalicabile: regia nelle mani dello svizzero Giger, affiancato da Bosshard (altro elvetico) e dal tedesco Heuberger. Giger è arrivato dal San Gallo, Bosshard dal Lugano: entrambi hanno giocato contro il Milan in amichevole nel 1905 e, assieme all'attaccante Widmer (altro ex San Gallo), portano in rossonero la loro esperienza internazionale. In attacco, ci sono Pedroni e Trerè I in regia, con il bomber Rizzi pronto a colpire, ben coadiuvato da Widmer e da Malvano, ex capitano juventino che già in passato (1901) aveva segnato contro il Milan. L'ingaggio di Malvano, stella della Juventus campione d'Italia in carica, è sintomo di un Milan che non vuole più fermarsi davanti a nessuno. E a fine anno rivince pure la Palla Dapples.
CAMMINO TRIONFALE. Il torneo inizia nell'eliminatoria milanese con l'US Milanese. Pedroni, ala destra, porta il Milan in vantaggio.
I rossoneri raddoppiano con Giger, il fortissimo playmaker che corona la sua partita con una rete in una proiezione offensiva, e chiudono il match con l'acquisto di lusso Malvano. Sembra incredibile, ma a questo punto il Milan si gode il vantaggio e gli avversari rimontano le tre reti. In pieno recupero, l'attaccante svizzero Widmer trova il gol vittoria, con i tifosi in preda ad un vortice di emozioni. Il ritorno finisce 2-1, con altra prodezza del guizzante Widmer e raddoppio del Bomber Rizzi. Nel girone finale il Milan deve affrontare Genoa e Juve. Milan-Genoa salta per mancato arrivo dei liguri, che nel recupero danno forfait assegnando al Milan il 2-0 a tavolino.
Con la Juve sono invece due battaglie. A Torino vincono loro (2-1), con il portiere rossonero Trerè II che lascia la porta all'olandese Knoote per provare il brivido dell'attacco: se la scelta di Knoote è poco azzeccata, Trerè II segna il gol della bandiera. Ma è meglio rimettersi tra i pali. Difatti a Milano una prodezza del solito Rizzi crocifigge i piemontesi: le due squadre terminano a pari punti, e lo spareggio si gioca sul campo dell Juve che ha segnato più reti. Termina 0-0. La Federazione impone la ripetizione in campo neutro, ma opta per il terreno della US Milanese: sempre a Milano, dunque. Per protesta la Juventus non si presenta, e il Milan è per la seconda volta Campione d'Italia. Kilpin si fregia del suo secondo titolo nazionale, alla guida di una squadra vincente e davvero molto forte, al di là delle decisioni del giudice sportivo.
PROTAGONISTI. Fiero e autoritario come sempre, Capitan Kilpin: sir Herbert si piazza in difesa, e combatte con aggressività per presidiare la porta rossonera. Un capitano vero, che a 36 anni è ancora uno dei migliori footballers d'Italia. E' lui a guidare un Milan giovane sul trono nazionale, è lui a svezzare i "pinguini" delle giovanili, sempre lui che in campo sbraita e si infuria quando non tutto gira come nei suoi piani: un allenatore in campo, un campione insostituibile, che sotto i baffoni da caporale inflessibile nasconde un cuore d'oro, che si scalda ferocemente per le sorti del Diavolo! Kilpin gioca tutte le 6 partite della stagione. In porta vola il giovane Attilio Trerè, milanese classe 1887. In rossonero Trerè II giocherà per 8 stagioni, sommando ben 75 presenze, e non solo in porta. Anzi, la sua ultima annata (1915) la fa in attacco, realizzando 12 dei suoi 19 gol con il Milan. Era uno che in campo faceva fuoco e fiamme per la passione ardente che ci metteva. Con Kilpin in difesa brilla Guido Moda, di Piavon (Treviso), classe 1885. Un pilastro efficace e costante, che resta rossonero fino al 1912, e in questa stagione gioca 4 partite su 6. La sua riserva è Andrea Meschia, milanese cresciuto nel Milan. Terzino puntuale su cui puntare in caso di mancanza del titolare. Le chiavi del centrocampo sono affidate a Oscar Joseph Giger, svizzero di 26 anni. Ex San Gallo, Giger possiede gran visione di gioco, una buona incursione a rete e soprattutto una grandissima combattività in fase di interdizione. Il centrocampo di quel Milan è affiatato e fortissimo, pressochè invalicabile. Con Giger sputano sangue il connazionale Alfred Bosshard (22 anni), proveniente dal Lugano, e Hans Mayer Heuberger, tedesco. Bosshard porta parecchia esperienza internazionale, nonostante la giovane età; sa interdire e rilanciare l'azione, resta al Milan anche l'anno dopo (altro scudetto) e si rivede nel 1909. Heuberger è nato a Lipsia nel 1882 ed è forse il più lottatore dei 3, che disputano tutte le 6 gare in programma. Alcuni anni più tardi Heuberger riabbraccerà i colori rossoneri, ma da avversario: con la maglia della Juventus sarà infatti uno dei più cavallereschi deja vu di quei tempi. L'attacco confida nel genio bizzoso di Giuseppe Rizzi, un atleta che curava il suo corpo in modo maniacale e che in campo era genio e sregolatezza. Anarchico, ma a suon di gol: 2, importantissimi in questo scudetto. Veronese, si era avvicinato al football a Basilea, ed era entrato nei soci del Milan nel 1904, debuttando in squadra con 1 gol in 2 match. Dopo il titolo, lascia il Milan e fonda l'Ausonia, e nel 1910 debutta in Nazionale; poi torna rossonero, dà un piccolo contributo nel 1911 (1 gol) e l'anno successivo brilla con 12 reti in 15 partite, un bottino ottimo. Rizzi era rappresentante di pellami, e spesso viaggiava in Russia per lavoro. Nel 1913, dopo altre 3 marcature, lascia il Milan per i cugini dell'Inter, dove chiude la sua lunghissima carriera nel 1919. Al suo fianco, l'ala Guido Pedroni, agile e scattante, che con 3 reti è il cannoniere di questo Milan campione. La regia offensiva sta nelle giocate di Alessandro Trerè, milanese classe 1884 e rossonero fino al 1907; dopo 2 titoli si trasferì col fratello a Busto Arsizio, dove fondò l'Aurora (mamma della Pro Patria) prima di chiudere la carriera nell'Hellas Verona, nel 1913. In attacco giostravano anche Widmer e Malvano. Ernst Widmer era di Basilea (1877), aveva già 29 anni e arrivò con Giger dal San Gallo; era centravanti d'esperienza e manovra, giocava di sponda più per i compagni che per la realizzazione personale. Gioca 5 partite condite da 2 reti. Umberto Malvano, invece, era nato a Torino nel 1884 ed era stato tra i fondatori della Juventus. Del club bianconero era divenuto il bomber, la bandiera e la stella; in passato aveva dato diversi grattacapi proprio al Milan, che poi l'aveva ingaggiato mentre prestava il servizio militare a Pavia. Così Malvano, già campione d'Italia con la Juve l'anno prima, vinse 2 titoli di fila, anche se contro gli ex compagni preferì... assentarsi: per lui 4 gare e 1 gol. In seguito tornò a vestire la maglia bianconera. Tra le riserve spiccava Attilio Colombo, robusto, aggressivo e abbastanza tecnico, che gioca nel Milan per ben 14 stagioni: 40 presenze per lui dal 1905 al 1917. L'altro Colombo, Guerriero (un nome che dice tutto), era al Milan dal 1900. Nato a Salonicco, in Grecia, giocò solo una partita in questa stagione, come Antonio Sala, centrocampista. Infine 2 presenze (una in porta) per l'olandese François Menno Knoote, di famiglia nobile e appassionato di canto. Un damerino che chissà perchè era finito in un campo da calcio: per proteggere la sua voce evitava di giocare quando pioveva o faceva freddo, era sempre premurosamente intento a misurare la temperatura ambientale e Kilpin disse che "un giocatore così è come non averlo". Un tipo poco guerriero, non da Milan. Non è un caso se, nel 1908, tra i fondatori dell'Inter c'è pure lui...(Pubblicato da RG METAL '88)

dal sito del Milan Club Larino (CB) - Autore: Ferdinando De Fenza - Fonte: Vincenzo Critelli
CAMPIONATO DI CALCIO 1906
Il Milan vince lo scudetto per il maggior numero di reti della Juventus. La prima partita fu giocata a Torino. La Juventus poi rinunciò per protesta alla ripetizione della partita che, secondo la Federazione, avrebbe dovuto svolgersi a Milano, sul campo neutro della U.S. Milanese. Difatti la Juventus fece protesta. Ecco il comunicato stampa fatto della Juventus: "La Direzione del F.C. Juventus rifiuta energicamente di accettare la scelta del Campo dell'Unione Sportiva Milanese come campo neutro perché il campo neutro deve essere non solo un campo di un'altra squadra ma avere altresì tutti i requisiti anche morali della neutralità, ovvero deve presentare gli stessi e precisi vantaggi e svantaggi per i due Clubs. Ora il campo dell'U.S. Milanese non si trova in queste condizioni in specie per i seguenti motivi:
1) Non è giusto che trattandosi di un match da farsi in condizioni uguali il F.C. Juventus debba esso solo sostenere la fatica del viaggio Torino-Milano.
2) Il campo dell'U.S. Milanese è troppo conosciuto ai giocatori del Milan Cricket.
3) Non è giusto che il Milan Cricket debba godere dell'appoggio morale del pubblico milanese.
Ciò posto la Direzione della F.C. Juventus dichiara che se la deliberazione di questa spettabile Presidenza non verrà revocata, il F.C. Juventus si ritirerà dal campionato italiano di calcio"
. E' una conclusione spiacevole e tutt'altro che sportiva ma lo scudetto va comunque a una squadra meritevole. Difatti in questa stagione il Milan ha disputato 41 incontri vincendone 29 per un totale di 130 gol segnati e soltanto 34 subiti.
In questa stagione, i soliti ignoti svuotano le vetrine rossonere gettando nella costernazione dirigenti, giocatori e tifosi che vedono sparire le testimonianze dei trionfi della squadra. Se ne vanno Coppe, medaglie, Trofei. In questo anno il Milan vinse due campionati in un solo anno, quello ufficiale e l'altro organizzato dalla Federazione Ginnastica. Una curiosità, fu il Milan ad inventare le reti per la porta. Comparvero per la prima volta il 7 gennaio 1906 sul campo di via Bronzetti, per l'incontro di calcio Milan-U.S. Milanese (4-3), suscitando la sorpresa e l'ammirazione degli spettatori, con lo scopo di evitare le contestazioni dopo i gol. E' uno storico primato che appartiene al Milan, anche allora all'avanguardia, Pedroni I, autore del gol d'apertura, è il primo giocatore che può essere ricordato come il primo ad insaccare il pallone in porta. L'idea fu importata dall'Inghilterra dall'allora presidente rossonero Alfred Edwards e poco alla volta anche le altre società italiane copiarono la novità.

da “Storia critica del calcio italiano” - Gianni Brera
L'anno seguente, il 1906, il campionato corre gravissimi rischi. Vi prendono parte cinque squadre: la Juventus, il Milan, l'U.S. Milanese, il Genoa e l'Andrea Doria. Al girone finale accedono la Juventus, che non ha più avversari in Piemonte, il Milan e il Genoa. La Juventus riceve il Genoa e ha luogo invasione di campo: la partita viene sospesa quando il punteggio e 1 a 0 in favore della Juventus. Il sospetto è che a invadere il campo siano stati i genoani. Non è ancora invalsa la norma della sconfitta a tavolino: l'incontro si ripete a Milano, su campo neutro, il primo giorno di aprile: il Genoa viene sconfitto 2 a 0: la domenica seguente dovrebbe tornare a Milano per incontrare il Milan ma vi rinuncia, così che viene considerato perdente per 2 a 0. Juventus e Milan finiscono a pari punti. La bella ha luogo a Torino perché al Milan non sono stati contati i 2 gol a 0 avuti a tavolino per la rinuncia del Genoa. L'incontro Juventus-Milan termina 0 a 0 dopo i tempi supplementari. Il Milan protesta per aver dovuto recarsi a Torino in base al minor numero di reti attive (4 contro 5: ma con il 2 a 0 della rinuncia genoana, le reti del Milan sarebbero state 6; e magari sarebbero state più numerose se il Genoa avesse giocato). Quando la Federazione accoglie la protesta del Milan e stabilisce che la ripetizione della bella abbia luogo a Milano, sul campo neutro dell'Unione Sportiva, la Juventus non vuole saperne. Evidentemente, in maggio, è molto più bello uscire in barca sul Po. La spedizione a Milano non ha luogo. Campione viene proclamato il Milan per la seconda volta.

Una rara immagine del Milan Campione d'Italia 1906 (riportato come Football e Cricket Club) tratta dall'Annuario della "Gazzetta dello Sport" della stagione. Si riconoscono il capitano Kilpin, in alto a sinistra, ed il centravanti Widmer, al centro in prima fila accosciato (Enrico Tosi, Milano).
In piedi da sinistra: Kilpin, Trerè II, Moda I; (in mezzo): Bosshard, Giger, Heuberger; accosciati: Pedroni I, Rizzi, Widmer, Trerè I, Malvano



La "Gazzetta dello Sport" dà notizia del Milan Campione d'Italia 1905-06 Il trofeo consegnato alla squadra
vincitrice del campionato 1905-06



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Ragione sociale Milan Football and Cricket Club (M.F.B.C.C.)



Attilio Trerè II
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
scelta di Herbert Kilpin ("rosso perchè saremo dei diavoli e nero perchè dovremo metter paura a tutti")
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Fiaschetteria Toscana - via Berchet, 1 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Alfred Ormond Edwards
Vice-presidente Edward Nathan Berra
Segretario Cesare Stabilini
AREA TECNICA
Allenatore Herbert Kilpin
SQUADRA
Capitano Herbert Kilpin
Arbitri Giuseppe Camperio I, Umberto Malvano, Heinrich Suter
Campo sportivo Campo Milan Porta Monforte (ingresso Via Pasquale Sottocorno) - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Alfred Bosshard, Attilio Colombo, Italo Guerriero Colombo, Oscar J. Giger, Hans M. Heuberger, Herbert Kilpin (cap.), Francois Menno Knoote, Umberto Malvano, Andrea Meschia, Guido Moda I, Guido Pedroni I, Giuseppe Rizzi, Antonio Sala, Sandro Trerè I, Attilio Trerè II, Ernst Widmer
Palmares Campione d'Italia (2° Titolo Nazionale)
Medaglia del Titolo Nazionale
Coppa Spensley
3 Palle Dapples
Coppa Casteggio (Coppa Negrotto)
Medaglia d'Oro Ausonia
Coppa triennale Federazione Italiana di Ginnastica
Coppa d'Argento del Cav. Orefice
Coppa d'Onore "Città di Vicenza"
La Seconda Squadra è Campione d'Italia