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Spareggio
16 novembre 1963, Santos vs Milan 1-0




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Prima di Santos vs Milan
(da "L'Unità" del 16 novembre 1963)





Il biglietto della partita
(dal sito www.1899.it)





Il momento decisivo della "bella": siamo al 29simo minuto e Maldini, con il nr.5, affronta Almir almeno un metro fuori dall'area di rigore!
L'arbitro corrotto, Brozzi, darà il rigore in favore dei paulisti, espellendo Maldini per proteste!
(didascalia a cura di Bruno Mincarini)



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(Archivio Magliarossonera.it)



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Mario Trebbi circondato dalla polizia
(Getty Images)
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Mario Trebbi circondato dalla polizia
(dal sito www.1899.it)





Cesare Maldini, espulso, consolato dai compagni di squadra



L'espulsione di Cesare Maldini



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16/11/63-16/11/19, Stadio Maracanà: a 56 anni dalla prima finale mondiale di una squadra di club. Dopo le partite di andata e ritorno della finale di Coppa Intercontinentale le 2 squadre contendenti Santos e Milan sono in perfetta parità: una vittoria a testa con l'identico punteggio 4-2. Si rende necessaria quindi la bella che, per un assurdo regolamento, verrà disputata sul campo del Santos, con lo stesso arbitro che aveva fatto vincere i brasiliani, nella gara di ritorno a Rio de Janeiro, Brozzi! Come è andata lo vedete nelle foto: al trentacinquesimo del primo tempo Brozzi inventa un rigore per i santisti per un presunto fallo di Maldini su Almir (il sostituto di Pelè che giocò per sua stessa ammissione drogato) avvenuto cmq fuori dall'area di rigore come ben si vede nella prima foto. Alle proteste milaniste entrano in campo giornalisti e polizia con fare minaccioso. Alla fine Maldini viene espulso e Dalmo può tirare il rigore. In porta c'è Balzarini con la testa fasciata per le "carezze" avute dai brasiliani. Si tuffa dalla parte giusta ma sfiora solo il pallone ,che entra in porta. Bastavano 10 cm più a sinistra e ... chissà come sarebbe andata a finire. (Bruno Mincarini)





Lodetti discute con un giocatore del Santos
dopo l'assegnazione dell'inensistente calcio di rigore
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Una panoramica dello stadio, stracolmo, al termine della partita




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(by Bruno Mincarini)
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(dal "Corriere della Sera")



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Un articolo relativo alla doppia finale Intercontinentale contro il Santos di Pelè
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"Quella sera al Maracanà", il furto della prima Coppa Intercontinentale
(da "SuperGol")



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 17 novembre 1963)



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(da "La Stampa" del 17 novembre 1963)



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(da "L'Unità" del 17 novembre 1963)
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(da "L'Unità" del 18 novembre 1963)



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(da "La Stampa" del 19 novembre 1963)



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(da "MilanInter" del 18 novembre 1963)




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(da "Revista do Esports", 1963, n.248)



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(da "Revista do Esports", 1963, n.249)
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Ricordando Santos-Milan
(da "Revista do Esports", 1963, n.250)
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(da "Revista do Esports", 1964, n.252)




Pagine di diario con appunti e ritagli di giornali dell'epoca
(per gentile concessione di Mauro Busnati di Milano - Milan Club "Naviglio Rossonero")
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VIDEO
(da "Forza Milan!" - facebook)
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Interviste ai giocatori del Milan post partita
(da "Forza Milan!" - facebook)



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(da "La Domenica del Corriere")




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I cartellini d’ingresso (o permessi di soggiorno) per il Brasile - relativi a diversi periodi - dell’arbitro argentino Brozzi,
poi radiato, che diresse l’incontro di ritorno e la “bella” della Coppa Intercontinentale 1963 contro il Santos
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da "La Domenica del Corriere"
di Nino Oppio

BROZZI E IL FURTO AL MARACANÀ
Novembre '63: scippo mondiale ai danni dei rossoneri. Un arbitro argentino, di origini napoletane, consegnò la Coppa Intercontinentale al Santos di Lula

Il 14 novembre, Carniglia confermò l'undici dell'andata, l'allenatore brasiliano Lula mise Almir al posto dell'infortunato Pelè. A decidere la partita, tuttavia, fu il direttore di gara: l'argentino Juan Brozzi, figlio di napoletani emigrati in America Latina alla fine del secolo scorso. Il giornalista italiano Nino Oppio, presente a Rio, raccontò di essere stato contattato per riferire ai dirigenti milanisti che l'arbitro, per una certa cifra, avrebbe diretto la partita a senso unico. "Se non interessa al Milan, - riferì l'intermediario che incontrò Oppio - l'arbitro si rivolgerà alla controparte". La somma richiesta ammontava a 5 milioni e 200 mila lire. Nella hall di un albergo di Copacabana, Oppio informò dell'accaduto i dirigenti milanisti. Erano presenti l'accompagnatore Piero Grassi, il Dt Viani e mister Carniglia.
Alle parole del giornalista, tutti rimasero senza parole. Fu Viani a spezzare il silenzio. "Siamo qui per vincere senza trucchi. E vinceremo". Gli altri assentirono, convincendosi che quelle voci scaturivano da un equivoco o forse da uno scherzo. Il riscontro del campo, purtroppo, confermò in pieno le parole di Nino Oppio. L'arbitro Brozzi prese decisioni cervellotiche, permise soprusi e irregolarità da parte dei giocatori brasiliani.
Il "Maracanà" divenne una bolgia gremita da 100 mila spettatori. In appena un quarto d'ora, il Milan sembrò mettere le mani sulla Coppa Intercontinentale grazie ai gol di Altafini e Mora. Ma le brutte sorprese dovevano ancora arrivare. In avvio di ripresa, i giocatori del Santos, Almir in testa, cominciarono a picchiare duro, con l'arbitro che lasciava correre, fischiando a senso unico contro i rossoneri.
Oppio parlò di "spettacolo indecoroso". Ghezzi fu costretto a lasciare il campo, con la sospetta frattura di un osso della mano destra. In appena un quarto d'ora, i padroni di casa ribaltarono il risultato, poi fu Pepe a mettere al sicuro la vittoria, rendendo necessario l'incontro di spareggio. "E' vero che si sono presi a pugni ma io sono arbitro di calcio e non di pugilato": furono queste le sconcertanti dichiarazioni del direttore di gara negli spogliatoi.
Viani ripensò alle parole del giornalista. Si vociferò di un possibile arbitraggio di uno dei due guardialinee (José Pradauddi o Luis Olicocha). I dirigenti rossoneri paventarono la possibilità di un abbandono del campo, qualora i fotografi brasiliani avessero continuato ad invadere il rettangolo di gioco ad ogni azione dei padroni di casa. Due giorni dopo, tuttavia, al Maracanà si registrò la stessa bolgia e a dirigere l'incontro fu confermato Brozzi.
Per la partita di spareggio, giocata il 16 novembre '63, Carniglia schierò, tra i pali, il secondo portiere Balzarini. Rivera finì in panchina ("l'allenatore era certo che la nostra sconfitta era già scritta per cause extra-calcistiche", spiegò successivamente il "Golden Boy"). Al 35', infatti, Brozzi assegnò un rigore inesistente al Santos, trasformato da Dalmo. Ai bordi del campo fu Nino Oppio a trattenere mister Carniglia, intenzionato a menare Brozzi.
Cinque minuti dopo, i picchiatori brasiliani misero fuori causa anche Balzarini, rilevato dal terzo portiere Barluzzi. La ripresa non ebbe storia. Brozzi costrinse il Milan alla resa e l'Intercontinentale rimase per i rossoneri un sogno che si sarebbe avverato sei anni dopo, al termine di un'altra battaglia, questa volta sul campo argentino dell'Estudiantes. E Brozzi? Fu radiato dalla sua federazione arbitrale. Poco tempo dopo, aprì a Buenos Aires un lussuoso negozio di fiori, piante ed arnesi di giardinaggio. La stagione del Milan prese una piega non esaltante. Carniglia non finì il campionato: venne esonerato a marzo del '64 e sostituito in panchina da Liedholm. Nel "furto al Maracanà", l'argentino-napoletano Brozzi rifilò ai rossoneri "pacco, doppiopacco e contropaccotto".



di Bruno Mincarini

La verità sul perchè il Milan non vinse la Coppa Intercontinentale del 1963
A parlare è Almir il giocatore che sostituì Pelè nei due incontri in Brasile, Dal suo libro "Io e Il Calcio": Almir Pernambuquinho, non c’era nel a S,Siro nella partita di andata della Coppa Intercontinentale del 1963 tra Santos e Milan. C’era invece nelle due partite disputate in Brasile (ritorno e bella”) in quanto sostituto di Pelè infortunato.Oggi avrebbe 77 anni se non fosse morto giovane il 6 Febbario del 1973 in una rissa in un bar di Capocabana ucciso da un colpo di pistola. Ma al’ epoca nel Santos lui era il sostituto di Pelè avendo giocato 10 volte,al posto suo con la sua maglia.Perciò Pelè era per lui un idolo da venerare e rispettare.Immaginate come si sentì dopo la vittoria milanista su Pelè e il suo Santos, quando lesse su un giornale italiano la dichiarazione di Amarildo che Pelè ormai era sul viale del tramonto,Il “garoto” ha sempre negato di aver pronunciato quella frase attribuendola ai giornalisti “Non ho mai pronunciato quella frase. Era una fantasia di giornalisti per vendere giornali ", ha sempre detto.Ma 56 anni fa Almir Pernambuquinho ci credette “Amarildo mi è sembrato un mercenario. È stato sedotto dalla lira italiana al punto di parlare male di Pelé senza motivo ”,disse in un libro pubblicato dalla rivista Placar “Io e il calcio” “Nelle interviste con la stampa italiana,non si stancava di ripetere che il Milan avrebbe vinto facilmente il titolo. Un giocatore che dice questo è normale, fa parte della guerra dei nervi. Ma non era solo in questo: diceva anche che Pelé non era più il re.La partita di Milano l’aveva dimostrato. Mi sono arrabbiato per la dichiarazione: non era bello che un brasiliano un brasiliano che parlasse male di Pelé . ” La partita di andata era stata dominata dai rossoneri che avevano una squadra fortissima La difesa era guidata da Giovanni Trapattoni e Cesare Maldini. A centrocampo c'erano Rivera,Sani (che non giocò per infortunio le partite in Brasile) e Bruno Mora ,mentre in attacco i due brasiliani Altafini e Amarildo ,già campioni del mondo con la nazionale brasiliana Come nelle altre due partite di quell'anno, tra Brasile e Italia, Pelé era stato marcato molto bene da Trapattoni, che aveva segnato anche la prima rete,.nonostante la doppietta fatta da “O rey”. Altre due reti furono segnate da, Amarildo mentre Mora chiuse la partita con un 4-2 in favore del Milan. L'ottimismo milanista di vincere il titolo era grande, ma divenne ancora più grande quando si seppe che Pelè per uno strappo muscolare non avrebbe giocato la partita di ritorno: il suo sostituto al Maracanà sarebbe stato Almir Pernambuquinho, come Amarildo lo fu ai Mondiali del 1962. La responsabilità era così grande che Almir Pernambuquinho ammise nel suo libro, di aver accettato l'offerta del magazziniere del Santos Alfredo Sampaio,di prendere una "pasticca" per avere più energia in campo. La "pasticca" era una droga che avrebbe migliorato le sue prestazioni. Almir ha giustificato quella scelta nel suo libro”Io e il calcio” dicendo che in quel momento "era normale". “Perché non dovrei volerlo? Il premio per la conquista del titolo mondiale era di 2000 cruzeros : potevo comprarmi una Volkswagen . Entrai in campo vedendo l'automobile a portata di mano. Dall'altra parte c'erano i ragazzi che potevano impedirmelo. Quindi dovevo fare di tutto,anche morire in campo,per riuscirci Pepe, Lima e Zito dissero che non sapevano se Almir avesse effettivamente giocato quella partita dopata ma se lo avesse fatto, sarebbe stato il solo”. Il 14 Novembre 1963 130.000 spettatori videro il Santos andare negli spogliatoi dopo il primo tempo sotto di due reti segnate da Altafini e Mora. Per vincere il titolo il Santos aveva bisogno di accedere alla bella mentre negli spogliatoi milanista “la leggenda” ,smentita però da Amarildo,narra che il Milan aveva già preparato la festa "La migliore lezione della mia vita", ha scritto Almir Pernambuquinho. Cominciò a piovere nell’ intervallo e il Santos aveva buoni giocatori sul bagnato forti e potenti, Approfittando della forza fisica, segnarono due reti su calci di punizione di Pepe mentre Almir e Lima chiusero il punteggio sul 4-2. Ci sarebbe stata la bella, La rabbia di Almir con Amarildo non meravigliava.Lui idolatrava Pelé, quindi immaginate cosa significasse per lui ricevere un abbraccio dal re dopo quella partita e sentire "Almir, sei grande! Pelè potrebbe anche non ricordarlo, ma quell'abbraccio, quelle parole, mi dettero nuova forza e coraggio in vista del terzo incontro", ha scritto. Il Santos doveva solo vincere la terza partita, al Maracanà, per diventare campione del mondo. Ma Almir doveva affrontare anche un'altro problema : mettere “fuori causa” Amarildo. La soluzione arrivò dal vicepresidente del Santos Nicolau Moran quando gli disse che "poteva fare quello che voleva in campo" perché l'arbitro non gli avrebbe fatto nulla nonostante le lamentele milaniste dopo la partita di ritorno,”Scrive Almir nella sua biografia: “Al 1 minuto di gioco, Amarildo prese la palla e scattò sulla sinistra, era una mossa che l’avevo già visto fare al Maracanà quando giocava a Botafogo. Conoscevo il suo modo di giocare;da quella posizione lui cercava di arrivare alla linea di fondo per fare un traversone o tirare direttamente in porta ,Il maledetto aveva anche un buon controllo di palla e voleva dimostrare al pubblico la sua bravura come aveva fatto ai mondiali del 1962. Ma quel giorno c’ero io in campo. Corsi in diagonale verso di lui, avvisando Ismael e Mauro di coprirmi dicendo che quello era mio: 'Lasciami questo figlio di puttana! Ora vedrà! '. Era solo un buffone. Cadde contorcendosi dal dolore, ma penso che facesse la scena: voleva vedere se l'argentino Juan Brozzi mi avrebbe espulso, in modo da cominciare la partita con il Milan i subito con il vantaggio numerico undici contro dieci. Non mi scomposi cercai freddamente,di parlare con i giocatori in mia difesa preparando la barriera .Gli italiani protestarono molto. Maldini, il loro capitano, con le braccia alzate voleva per forza la mia espulsione! Non mi importava pertchè mi fidavo della parola del vicepresidente Moran : " Almir sei il re in campo Fai quello che vuoi. L’arbitrò non ti farà nulla. '” Era il 34 esimo del primo tempo quando Almir prese parte all’azione decisiva. Maldini nel tentativo di respingere un pallone ai limiti dell’area “avrebbe” colpito la testa di Almir e l’arbitro Juan Brozzi concede il rigore.Eloquente è ciò che scrive il giocatore santista: “Lima fece un lancio dalle retrovie, io ero più o meno ai limiti dell’area di rigore. Sarei arrivato un po 'in ritardo sulla palla, ma dovevo provare, dovevo crederci. Ho visto Maldini, disperato, alzare il piede, cercando di respingere il tiro. Ho provato il tutto per tutto in quel momento cercando di colpire di testa rischiando con un calcio di Maldini, un grave livido, o diventare cieco, O lui o io. Ho bloccato la testa e Maldini ha fermato il piede.Io sono caduto a terra e l’arbitro ha assegnato il rigore!, Sembra lo fosse veramente, ma date le accuse di corruzione all’arbitro e le lamentele per gli eccessivi falli nella prima partita al Maracanà, non fischiate da Brozzi, Maldini perse la testa e fu espulso. . Dalmo segnò il rigore dopo che l’arbitro aveva interrotto la rincorsa perché il portiere milanista Balzarini si era mosso in anticipo”.




DAL DIARIO DI UN TIFOSO... (di Bruno Mincarini)                                                                       

16.10.1963 - MILAN vs SANTOS 4-2, Coppa Intercontinentale

LA COPPA "RUBATA"!
È il 16 ottobre 1963 e il Milan gioca la finale di andata per la Coppa Intercontinentale contro il Santos di Pelè. Segna in apertura Trapattoni, raddoppia dopo 10 minuti Amarildo che rivolto a Carniglia pronunzia la frase "Pelè sono io!”. Finisce 4-2 per il Milan grazie alla doppietta del "garoto" e ad una rete di Mora nel finale, che vanificano le dur reti di Pelè (una su rigore). Le ottimistiche prospettive per la partita di ritorno a Rio De Janeiro,diventano ancor più ottimistiche quando giunti in Brasile i rossoneri sanno che non giocherà nel Santos Pelè infortunato, sostituito da un "certo" Almir. L'ottimismo diventa quasi certezza alla fine del primo tempo quando i rossoneri conducono per 2-0 grazie alle reti di Altafini e Mora. Ma nell’ intervallo l'arbitro Brozzi riceva dai brasiliani un assegno di 10.000 dollari e Almir viene dopato. Morale: il Milan non supera mai la metà campo perchè l'arbitro inventa sempre punizioni a favore del Santos che segna 4 reti, di cui 2 su punizione, giocando sempre duro. Due giorni dopo si va alla "bella", stesso campo, stesso arbitro e con Almir sempre dopato. Morale: Balzarini portiere del Milan dopo aver ricevuto un calcio in testa proprio da Almir gioca con la testa fasciata ma deve arrendersi al secondo fallo del brasiliano e uscire dal campo per avere 13 punti di sutura al mento. Almir si "tuffa" almeno un metro fuori l'area di rigore e Brozzi inventa un rigore espellendo Maldini per proteste. Segna Dalmo e il Santos vince uno a zero rubando quella Coppa Intercontinentale che il Milan avrebbe strameritato di vincere. Poco tempo dopo fu scoperta la "combine" e l'arbitro Brozzi fu radiato, ma quella coppa rubata brucia ancora, come una sigaretta accesa sulla mia pelle di tifoso milanista!

Bruno Mincarini