Piercesare MALDINI

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(Archivio Magliarossonera.it)
  Piercesare MALDINI

Nato il 05.07.1972 a Milano

Difensore (D), m ....., kg .....

Stagioni al Milan: ..., (Anni Ottanta)
, solo Giovanili (e partite amichevoli ?)

Cresciuto nel Milan

Nessuna presenza in partite ufficiali delle Seconde Squadre

Esordio nel Milan in gare amichevoli: .....

Ultima partita amichevole giocata con il Milan: .....

Totale presenze in gare amichevoli: ...

Reti segnate: ...




Ha giocato anche con la Vogherese (C1), il Viareggio (C2).



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Paolo, Cesare e Piercesare Maldini, 1982-83
(per gentile concessione di Sergio Taccone)


(Archivio Magliarossonera.it)





Paolo, Piercesare e Cesare Maldini, 1986
(Archivio Magliarossonera.it)



Dal sito www.corriere.it
14 marzo 1996

IO, L'ALTRO MALDINI RIMASTO A SPASSO
Pier Cesare, fratello di Paolo: "Giocavo in C2, il club è fallito . Aspetto ancora i miei soldi"
MILANO. Ha un bel nome, Pier Cesare, ma anche un cognome che puo' far male, Maldini. Nato calciatore in una famiglia di atleti, ha cominciato con le giovanili del Milan, poi e' partito per un' avventura senza ritorno in provincia: C1 con la Vogherese, C2 col Viareggio. Fine della storia. Il fallimento della societa' toscana lo ha arruolato tra i 200 tesserati, calciatori e allenatori, rimasti con le scarpette a raschiare l' asfalto davanti ai tribunali per ottenere gli stipendi dovuti, uno dei 200 scudi umani che i grandi usano contro l' accusa di essere un gruppo di riccastri che vogliono rovinare il giocattolo nazionale. Pier Cesare le scarpette non le ha consumate.
Ha cambiato vita, anche perche' si e' reso conto, con coraggio, che il mestiere di famiglia non era il suo. Grazie all' appoggio di suo fratello Paolo, ha aperto a Milano un negozio futuribile che si occupa di antenne paraboliche ed elettronica. "Ho smesso perche' non avevo piu' voglia, racconta Maldini jr., l'impegno in C1 e C2 e' lo stesso della B o della A. Magari lo stress e' inferiore, ma il resto e' uguale: le vacanze che finiscono a meta' luglio, il ritiro, le amichevoli, il campionato, gli allenamenti una o due volte al giorno. In piu' ci sono i rischi". Pier Cesare, 24 anni a luglio, ha capito che la sua carriera non avrebbe avuto una circolazione agevolata.
Il fallimento del Viareggio, due anni fa, in qualche modo ha inciso sulla decisione rendendolo testimone di storie ai margini del grande calcio. "Due anni fa c' era un fallimento via l'altro. Allora devi capire in fretta due cose: se il club puo' riprendersi e se ci sono altre squadre. Puoi andare avanti se hai tante richieste, ma le squadre sono quelle, non c'e' posto per tutti. Se hai una buona societa' hai la sicurezza dello stipendio". Pier Cesare Maldini aspetta ancora, con i suoi compagni, quello che gli spetta. "Sono due anni che ci troviamo in questa situazione e solo ora ci hanno comunicato che riceveremo una minima parte di quello che aspettiamo. Forse".
Si vive male da cassintegrato, ma, da cassintegrato del pallone si vive peggio, specie se, in precedenza, non sei passato dalle ricche mangiatoie delle due serie maggiori e, soprattutto, se la cassa integrazione non te la danno. "Io sono stato fortunato, ero solo e, alle spalle, avevo una famiglia che mi ha coperto. Ma non tutti ce l' hanno e molti colleghi con moglie e figli a carico da mantenere non se la passano certo bene". La "ggente", pero', non capisce, pensa a Vialli e s'arrabbia. Non sarebbe piu' popolare che fosse la classe operaia, a capeggiare la rivolta? "No, e' giusto che ci sia gente piu' importante che lo faccia per noi. Certo, con i giocatori di serie A ci sono pochi contatti, ma all' assemblea c'erano rappresentanti di tutti. E poi se a proporre lo sciopero e a praticarlo fossero i dilettanti o i giocatori di C1 o C2 non ci sarebbe lo stesso riscontro. E' giusto che i piu' forti si facciano carico delle rivendicazioni dei piu' deboli". Firmato: uno che c'e' passato.