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28 febbraio 2015, Chievo vs Milan 0-0




dal sito www.attualita.it

MILAN, SVEGLIA! IL PRIMATO ITALIANO PERSO NEL RANKING E L'ASSOLUTA NECESSITÀ DI TORNARE IN EUROPA
Il Milan ha perso uno degli ultimi vanti che ostentava orgoglioso in questi anni. I rossoneri hanno infatti dovuto lasciare il primo posto tra le italiane nel ranking UEFA e ora vengono tallonati da vicino dall'Inter e dal Napoli, in corsia di sorpasso. Il ranking UEFA per club, per chi non lo sapesse, è quella graduatoria che viene calcolata tenendo conto dei risultati sportivi di tutti i club europei nelle ultime cinque stagioni, grazie al quale si stabiliscono le fasce di priorità nei gironi delle coppe europee. La società rossonera è stata per anni nelle prime posizioni di questa speciale classifica, tant'è che Adriano Galliani, l'anno dopo la finale vinta ad Atene, quando il Milan arrancava in campionato e i cugini dell'Inter si apprestavano a vincere lo Scudetto, si rifugiava spesso nella frase "Siamo primi nel ranking UEFA".
DNA EUROPEO  - Inutile nasconderlo, il Milan ha oggettivamente sempre avuto una predisposizione per le coppe europee, per la Champions League in particolare. Non è un caso infatti che la prima squadra nata a Milano abbia conquistato ben 7 tra Coppe dei Campioni e Champions League su 10 finali disputate, dietro solo al Real Madrid con 10 vinte. Così come non è frutto della casualità se l'unica squadra a rappresentare l'Italia da dicembre in poi nella stagione scorsa sia stata proprio il Milan, eliminato poi agli ottavi dall'Atletico Madrid futuro campione di Spagna. La disastrosa annata scorsa ha avuto però come diretta coseguenza l'esclusione da qualsiasi competizione continentale.
TORNARE AL PIU' PRESTO - E' avvenuto rarissime volte negli ultimi anni una contingenza del genere, ma i tifosi rossoneri si auguravano che si trattasse solo di un anno di 'Purgatorio', pregustando già di nuovo quella musichetta tanto cara ai sostenitori del Diavolo già nella prossima stagione. Chi ha a cuore le sorti di questa squadra si sta però scontrando con la dura realtà dei fatti. Questa stagione sta ricalcando infatti l'andamento della scorsa, con il Milan che si trova a tre quarti di campionato giù fuori dalla Coppa Italia - la cui vittoria consente di accedere all'Europa League per la stagione successiva - e a distanze siderali dal terzo posto utile per affrontare i preliminari di Champions League. L'unico obiettivo rimanente e fondamentale, distante 6 punti, è il quinto posto, utile per partecipare all'Europa League l'anno prossimo. Il Milan ha il dovere di provarci, per non vedere ulteriormente in rosso il proprio bilancio e per provare a tornare nelle posizioni che una società così gloriosa merita.





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I tifosi rossoneri
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I tifosi rossoneri




Maglia Rossonera al Bentegodi per Chievo vs Milan 0-0
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In attesa, fuori dal Bentegodi
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(by Giuseppe Acordia)
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(per gentile concessione di Paolo 049)
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(per gentile concessione di Paolo 049)




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"Jack" Bonaventura in azione
(dal sito www.gazzetta.it)
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Intervento difensivo di De Jong
(dal sito www.gazzetta.it)



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Mattia Destro in azione
(dal sito www.gazzetta.it)
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Intervento in uscita di Diego Lopez
(dal sito www.gazzetta.it)



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Giampaolo Pazzini
(dal sito www.gazzetta.it)
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La traversa colpita da Keisuke Honda
(dal sito www.gazzetta.it)




Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 1° marzo 2015

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dal sito www.gazzetta.it

CHIEVO-MILAN 0-0: ROSSONERI SOTTOTONO, HONDA COLPISCE UNA TRAVERSA
Delude la squadra di Inzaghi a Verona: Montolivo sostituito dopo 45', il giapponese entra al suo posto e crea l'unica vera occasione rossonera. Pazzini e Cerci in campo nella ripresa
VERONA, 28 febbraio 2015 - L’ennesima prova di maturità fallita. Il Milan manca la seconda vittoria di fila e, in attesa di sapere come andranno le altre domani, vede ulteriormente allontanarsi anche l’ultimo vagone del treno europeo. I rossoneri non sono mai riusciti a mordere la partita, ed è un’immagine che è lo specchio di tutta la stagione. Il Chievo muove la classifica, e lo fa con una prestazione confortante: ai punti, avrebbe meritato la squadra di Maran.
COMPATTEZZA — Si parte con un quarto d’ora di ritardo in virtù della solidarietà dell’Assocalciatori al Parma. Inzaghi conferma per nove undicesimi la squadra che ha superato il Cesena domenica scorsa. Le uniche novità si registrano in porta, con Diego Lopez che rientra dopo la squalifica, e in difesa con Alex che rileva Rami, l’ultimo dell’infinita lista di infortunati (stavolta erano k.o. in dieci). Confermato anche il sistema di gioco: 4-3-1-2, ovvero Bonaventura alle spalle di Destro e Menez. Per Cerci, dopo le polemiche settimanali che Inzaghi ha cercato di far rientrare, c’è un’altra panchina. Maran rispetto alle previsioni della vigilia presenta il Chievo con due cambiamenti: Mattiello terzino destro (prestazione maiuscola, la sua), il che consente di avanzare Schelotto, e Pellissier al posto di Paloschi. Il pregio maggiore dei veneti è la compattezza: linee corte, dove il Milan fatica tantissimo a infilarsi. E anche una certa spavalderia nel possesso palla, cosa lodevole per una squadra che in casa sino a ieri aveva raccolto la miseria di 10 punti.
TUTTI FERMI — Il primo tempo rossonero è un film già visto. E non poche volte. Una squadra incapace di alzare il ritmo, di accelerare, di creare un guizzo per provare ad allargare gli avversari. Solito copione: tanti passaggi orizzontali, rarissime le verticalizzazioni. E in più, rispetto ad altre esibizioni, c’è pure l’aggravante di una staticità di squadra piuttosto evidente: nessuno che si degna di fare un movimento per dettare il passaggio al portatore di palla. La conseguenza è scontata: il Chievo aspetta senza particolari patemi e poi prova a ripartire cercando di sfruttare le fasce con Schelotto e l’ex Birsa. Tutto abbastanza bene sino alla trequarti, poi iniziano i problemi e le idee si annebbiano. Ecco perché le emozioni, da una parte e dall’altra, non arrivano nemmeno alle dita di una mano. Sarebbe lecito attendersi che, in mancanza di una vera struttura di gioco, il Milan provi a far valere la maggiore qualità tecnica dei suoi giocatori più illuminati, ma di luce se ne vede ben poca. A Destro anche stavolta arrivano palloni col contagocce, Bonaventura prova a cucire qualche ricamo ma quando alza la testa non trova quasi mai compagni liberi, e Menez vaga per il campo come al solito. Solo che stavolta l’ispirazione non arriva e il francese finisce con l’innervosirsi un po’ con tutti. Tranne che con se stesso. Inutile dire che le emozioni dei primi 45 minuti sono pochissime: un mischione in area gialloblù con Bonera che crea lo scompiglio, Pellissier che viene stoppato sul più bello da Diego Lopez.
TRAVERSA — Nella ripresa Inzaghi lascia negli spogliatoi Montolivo e inserisce Honda, arretrando di qualche metro Bonaventura. L’ingresso del giapponese, dopo la panchina di domenica scorsa, è buono. E’ lui a provare ad accelerare un po’ i ritmi rossoneri e dopo tre minuti la traversa balla a lungo sulla sua botta di sinistro dalla lunga distanza. Ma il canovaccio della gara non si scosta granché dal primo tempo: Milan che prova – senza grandi risultati – a manovrare con un po’ più di velocità e Chievo che crea più di un’apprensione ai rossoneri quando riparte. Al 19’ Diego Lopez ci mette i guantoni su un siluro di Schelotto, sei minuti più tardi si ripete su Paloschi. E c’è pure De Jong che salva all’ultimo centimetro su Meggiorini lanciato a rete. L’olandese è poi costretto a uscire per infortunio al 33’, rilevato da Cerci. Che prova a creare scompiglio sull'esterno, ma il risultato non si schioda dallo 0-0.
Marco Pasotto


dal sito www.milannews.it

DIEGO LOPEZ SALVA IL MILAN, ATTACCO ABULICO E SQUADRA PIATTA
LE PAGELLE di Pietro Mazzara
Diego Lopez 7: rientra in porta e subito gli tocca fare gli straordinari. Decisivo in uscita bassa su Pellissier e strepitoso, nella ripresa, sul gran destro di Schelotto che rischiava di andare a morire sotto l’incrocio dei pali.
Bonera 6: seconda da titolare per lui che interpreta il ruolo di terzino con diligenza.
Alex 4.5: prestazione da incubo del brasiliano. Perde i contrasti corpo a corpo, non tiene un uomo in velocità e si prende anche un giallo inutile a 60 metri dalla sua porta. In grave difficoltà ed in preoccupante involuzione.
Bocchetti 6: confermato titolare dopo la buona prova di settimana scorsa con il Cesena, al contrario di Alex è sempre sveglio e reattivo.
Antonelli 5.5: si sta allineando, in maniera preoccupante, al trend del resto della squadra. Come gran parte dei suoi compagni chiede il pallone sui piedi al posto di farselo dare sulla corsa. Produce poco in fase di cross.
Poli 6: altra, solita prestazione di cuore e polmoni.
De Jong 6.5: Meggiorini lo avrà maledetto in tutte le lingue del mondo quando si è trovato Nigel a sbarrargli la strada che portava al gol. In fase d’interdizione è quasi insuperabile, impostare non è il suo mestiere ma ci prova. Esce per un problema ai flessori, si spera che non sia nulla di grave (dal 78’ Cerci 5.5: entra nel finale e quando si crea l’occasione per calciare, la spreca malamente).
Montolivo 5: non è al top della forma e la prova di questa sera lo ha evidenziato. Sbaglia un sacco di palloni che, in condizioni normali, non sbaglierebbe. Esce nell’intervallo, anche lui, per un problema ai flessori. (dal 46’ Honda 5: si presenta con un sasso che si va a stampare sulla traversa. Poi si eclissa per tutto il resto della ripresa).
Bonaventura 6.5: è l’unica vera fonte di fosforo della squadra. Fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Splendido il lancio che, per poco, non manda in porta Destro. Quando i compagni non sanno cosa fare, lui gli da spesso la risposta ai loro dubbi facendosi dare il pallone.
Destro 5: questa volta i palloni per fare gol gli arrivano ma non li ha saputi sfruttare. Forse subisce fallo da Mattiello mentre stava per prendere posizione, ma questa sera, anche lui, ci ha messo del suo sottoporta (dal 65’ Pazzini 5.5: rispetto a Destro mette più fisicità dentro l’area di rigore, ma non incide).
Menez 5: non collabora con Destro, si sente imbrigliato dalle indicazioni tecniche di Inzaghi che lo ha invitato ad essere più uomo assist. Sbaglia un paio di cross dentro l’area di rigore e non gli riesce nulla.
Inzaghi 5.5: la vittoria con il Cesena, purtroppo, sembra essere stato un fuoco di paglia. La sua squadra è piatta, lenta, macchinosa e non riesce mai a produrre un’azione in velocità per cogliere impreparato l’avversario.