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18 dicembre 2004, Juventus vs Milan 0-0




I tifosi rossoneri a Torino per la sfida contro la Juventus
(dal sito www.fdl.it)
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Un'altra immagine del tifo rossonero
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(dal sito www.brigaterossonere.it)



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(dal sito www.brigaterossonere.it)



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L'entrata in campo delle squadre



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Andrea Pirlo in azione
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Un abbraccio tra Hernan Crespo e Fabio Cannavaro



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Alessandro Costacurta in marcatura su Marcelo Zalayeta
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Andriy Shevchenko contro Lilian Thuram



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I due clamorosi falli da rigore su Crespo e Kakadze non concessi dall'arbitro Bertini (poi squalificato)
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Il fuorigioco inesistente fischiato a Shevchenko







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(dalla "Gazzetta dello Sport", grazie a Matteo Mori)



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(da "La Stampa" del 19 dicembre 2004) (da "L'Unità" del 19 dicembre 2004)




dal sito www.repubblica.it
15 aprile 2007 - di Marco Mensurati

JUVE-MILAN: BERTINI CHIAMA MOGGI 42 TELEFONATE PER TRUCCARE LA SFIDA
Dai tabulati ecco l'enorme numero di chiamate a 24 ore dal match (2004). Contatti anche con Fabiani. I pm Beatrice e Narducci: "Un diverso da quello corretto"
ROMA - Quarantadue telefonate per truccare Juventus-Milan. Non sarà la "pistola fumante" però ci si avvicina molto: il documento definitivo, quello che, secondo i pm, inchioda tutti è lungo una paginetta. Ma è devastante: è un tabulato sul quale sono riportati, analizzati e graficamente visualizzati i dati delle quarantadue chiamate che nelle ventiquattro ore precedenti al fischio di inizio della partita corsero sulle linee telefoniche svizzere in uso a Moggi, al suo collega e complice Fabiani, e all'arbitro Bertini. Quarantadue telefonate che, secondo i pm Beatrice e Narducci, determinarono "un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione (...) esito perseguito dal Bertini che si adoperava per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra di Moggi". L'incontro è di quelli importanti. La Juventus è prima in classifica con 38 punti. Il Milan segue a 34. Una vittoria dei rossoneri ridurrebbe a un solo punto la distanza, annullando il primo tentativo di fuga della Juve. La partita si gioca in anticipo, sabato 18 dicembre 2004 e finisce 0 a 0. L'arbitro Bertini, con i suoi "errori", è il protagonista assoluto. "Ancora oggi - ripete Gattuso - ho davanti agli occhi la scena di Kakà che sta andando in porta e che viene fermato da Bertini per un fallo a nostro favore". Le polemiche sono furibonde.
E chissà cosa si sarebbe detto se si fosse saputa la verità. E cioè che Bertini aveva parlato al telefono con Moggi - prima della partita e su utenze "anomale" procurate dallo stesso Moggi - per 13 volte in 24 ore. "I tabulati - scherzano sempre gli inquirenti su questa cosa - hanno il limite di non parlare, perché elencano solamente il numero di contatti tra due telefoni e non raccontano cosa viene detto. Però a volte ce ne sono alcuni che, incrociati con altri dati, parlano più di un pentito". E questo tabulato è uno di quelli: perché a leggerlo bene si scopre che Bertini passa l'intera giornata del 18 dicembre al telefono con la cricca di Moggi. Per sei volte è lui a chiamare, per sette è il suo interlocutore. Ma evidentemente non basta. Perché, sempre su una utenza svizzera, Bertini raggiunge anche Fabiani che, secondo i pm di Napoli è, insieme a Moggi, "l'istigatore" dell'associazione a delinquere. Bertini e Fabiani si sentono la bellezza di 18 volte (nove chiamate a testa) in una manciata di ore. Ma non è tutto perché anche Moggi e Fabiani si sentono quel giorno: 11 volte, subito prima o subito dopo le chiamate di Bertini a Fabiani. Come si è arrivati a isolare queste 42 telefonate (nell'inchiesta ce ne sono più o meno altrettante per ciascuna partita contestata, 15 in tutto) è cosa che appartiene alla sfera delle alchimie investigative. Tutto comincia con il ritrovamento delle prime schede che Moggi faceva acquistare in Svizzera. Gli investigatori hanno chiesto all'operatore telefonico di avere un prospetto di tutte le chiamate in entrata e in uscita effettuate da e su quelle utenze. I famosi tabulati. Così il giro delle schede moggiane si è allargato fino ad arrivare a cinquanta (solo una ventina delle quali particolarmente attive). Il secondo passo è stato quello di abbinare ciascuna di queste venti utenze a una persona. E ciò è stato possibile solamente combinando la posizione del telefonino registrata dalle celle con la posizione delle singole persone. L'abbinamento, per essere certo, doveva essere ripetuto più volte. Attribuita l'identità alla scheda, i carabinieri del nucleo operativo di Roma hanno proceduto a vedere in quali circostanze i soggetti entravano in contatto tra di loro, in corrispondenza di quali partite, quante volte e per quanto tempo. Attraverso questa procedura si è potuto dividere i contatti in "non utili" e "qualificati". La rete creata dai "qualificati" costituisce l'impianto che gli avvocati si troveranno ad affrontare al processo. Dove molto dipenderà dalle spiegazioni che i protagonisti daranno di queste chiamate. Sul punto l'avvocato di Moggi Paolo Trofino sta preparando una memoria.