Ricordiamo uno dei grandi campioni che il Milan di Rocco incontrò nel suo cammino verso i trionfi internazionali di fine anni '60, in questo caso la Coppa delle Coppe 1967/68. Si tratta di Georgi Asparuhov, noto anche come Gundi, centravanti di ruolo, simbolo di uno dei club di Sofia, il Levski, e ancora oggi una delle figure più memorabili e leggendarie del calcio bulgaro. Gundi, che da giovanissimo eccelleva anche nella pallavolo, si distinse per il suo eccezionale istinto realizzativo, le sue abilità tecniche e la capacità di farsi amare dal pubblico, ma anche per il suo nobile comportamento fuori dal campo. Invano tentato al trasferimento da grandi club europei come Milan e Benfica, Asparuhov rimase sempre fedele alla sua maglia; famose sono le sue parole al riguardo, che vengono ricordate ancora oggi e sottolineano la devozione e dedizione all'amato club di origine, il Levski: "C'è un paese, la Bulgaria, in cui c'è una squadra, il Levski. Forse non ne avete sentito parlare, ma io sono nato in questo posto e ci voglio morire". Purtroppo, il 30 giugno 1971, all'età di 28 anni Asparuhov fu vittima di un incidente stradale, insieme ad un compagno di squadra. Ai funerali partecipò oltre mezzo milione di persone. Anche ciò rende l'idea del grande affetto e ammirazione che Gundi aveva suscitato nei propri connazionali e non solo. Le immagini si riferiscono alla gara di ritorno dei sedicesimi, giocata a Sofia l'11 ottobre 1967; come all'andata, Asparuhov segnò l'unica rete del Levski, in questo caso con una cannonata su punizione, che pareggiò il goal iniziale di Sormani, e dimostrò ancora una volta di essere il giocatore più talentuoso della Bulgaria, anche di fronte alla granitica difesa del Milan di Rocco. In particolare, il duello con Rosato fu davvero spettacolare. Uno degli aneddoti più famosi su Gundi é riferito proprio alla fine di questa partita, quando Asparuhov entrò nello spogliatoio del Milan e si scusò con Rivera di un fallo involontario compiuto ai suoi danni. Davanti a quel semplice gesto, in un primo momento i giocatori rossoneri rimasero come paralizzati dalla sorpresa e, solo dopo diversi secondi di silenzio, tutti insieme premiarono il numero nove del Levski con applausi scroscianti e grida di "bravo!". Per concludere, il giudizio di Rocco, come sempre laconico, ma estremamente sincero: "Il Levski ha giocato meglio a San Siro che a Sofia. Ha solo un giocatore, ma è molto grande: Asparuhov." (by Lucia Ravenda) |