12 dicembre 2003 - Coppa Intercontinentale
MILAN-BOCA JUNIORS: NESTA SI BLOCCA, IN DIFESA MALDINI-COSTACURTA
L'ultimo allenamento a Kawasaki non ha portato bene al Milan, visto che durante la partitella il ginocchio di Nesta si è bloccato di nuovo ed ora le speranze di recuperarlo sono veramente ridotte al lumicino. Tutto è successo mentre il difensore stava controllando un pallone: l'arto che si irrigidisce improvvisamente, una smorfia di dolore sul viso e la sensazione che il sogno di giocare una finale che forse capita una volta nella vita rischia di svanire proprio sul più bello. Chissà quante ne avrà pensate mentre usciva dal campo zoppicando. Tutto per colpa di quel menisco toccato duro ad Empoli e da allora rimasto dolorante. Se non dovesse farcela spazio a Laursen o Costacurta. Una brutta tegola per un Milan già alle prese con l'acciaccato Inzaghi, la cui presenza o meno spingerà Ancelotti verso un classico 4-4-2 con lui in campo o, se assente, verso il 4-4-1-1 con Kakà alle spalle di Shevchenko. Nonostante questi dubbi, però, il tecnico rossonero si dice tranquillo: "Siamo arrivati in Giappone con molta serenità e se riusciremo a rimanere calmi e concentrati potremo aggiudicarci un trofeo che ci farebbe chiudere in maniera trionfale il 2003, in cui abbiamo già conquistato Champions, Coppa Italia e Supercoppa Europea. Con la vittoria, poi, diventeremmo il club più titolato del mondo a livello internazionale". Per inciso il Milan lo è già, ma insieme a Real Madrid e Independiente, tutte con 15 trofei internazionali già vinti. Una Coppa che Ancelotti ha già alzato da calciatore, quando con il Milan di Sacchi sconfisse per 1-0 i colombiani del Nacional di Medellin il 17 dicembre 1989 (gol di Evani su punizione ad un minuto dalla fine dei supplementari). "Ricordo che alla vigilia di quella partita il mister ci disse di restare calmi. Io farò la stessa raccomandazione ai miei ragazzi, che non dovranno cadere in alcun tipo di provocazione". Come dargli torto visto che il Boca ha basato molte delle sue recenti affermazioni in Patria e all'estero su grinta e aggressività ? Mister Carlos Bianchi, poi, con il Milan ha un'ottima tradizione: lo ha battuto nella finale dell'Intercontinentale 1994 col piccolo Velez (2-0 allo squadrone allora guidato da Capello) ed anche nel campionato italiano (3-0 con la Roma all'Olimpico). "Il Milan ha grandi stelle in ogni reparto e tutti i suoi giocatori hanno una notevole esperienza internazionale - dice il 54enne tecnico del Boca - ma la mia squadra è in grado di fermare la loro manovra e prendere il controllo della partita". Una sfida nella quale il Boca è di casa, tanto che domani giocherà la sua terza finale Intercontinentale degli ultimi quattro anni (di cui due vinte) e la quarta assoluta della sua storia (alle tre suddette va aggiunta quella vinta nel 1977 col Borussia M'gladbach, sostituto del rinunciatario Liverpool). Quella attuale è una squadra di tutto rispetto, che molti si aspettano di veder giocare in contropiede ma che in Barros, Schelotto, Rodriguez e Tevez ha talento da vendere. Proprio quest'ultimo, infatti, è indicato come il nuovo Maradona, ma lui, reduce da un infortunio, si dice in condizioni non ideali per affrontare il Milan e afferma: "Se fossi Bianchi mi manderei in panchina". Verità o pretattica ?
13 dicembre 2003 - Coppa Intercontinentale
MILAN-BOCA JUNIORS: MILAN ATTENTO, C'E' LA TRAPPOLA ARGENTINA
Signori a voi la mano, si gioca. Finalmente, dopo tante schermaglie dialettiche, è arrivato il momento di Boca-Milan, la 42° edizione della finale Intercontinentale tra le squadre di club Campioni d'Europa e del Sudamerica, che per la 24° volta si affrontano in una gara unica. L'appuntamento è per stamattina, alle 11,30 ora italiana, con collegamento Tv su Canale 5 a partire dalle 11,15. Nonostante la visione in chiaro della gara, però, a Milano saranno disponibili anche due megaschermi: uno allestito in Piazza Duomo dal Comune; l'altro preparato nel FilaForum di Assago. L'incontro si disputerà nello stadio di Yokohama, già teatro della finale dei recenti Campionati del Mondo. A Cafu farà piacere. Peccato che nel Milan manchi Nesta, fermato da quell'infortunio al menisco rimediato nell'ultima partita di campionato prima di quella odierna. Nonostante i tentativi effettuati, infatti, il difensore ha dovuto alzare bandiera bianca e la sua assenza non passerà in sordina. A sostituirlo dovrebbe essere Costacurta, che fu uno dei peggiori in campo nella finale del '94 persa dal suo Milan contro quel Velez guidato proprio dall'attuale tecnico del Boca, Carlos Bianchi. Dire che per lui si tratta di una rivincita, dunque, non è sbagliato. L'altro grosso dubbio della vigilia rossonera era legato al nome di Inzaghi, che al contrario di Nesta dovrebbe farcela. La sua presenza in campo, probabilmente spingerà Ancelotti ad affidarsi ad un 4-4-2 con la coppia Inzaghi-Shevchenko di punta. A centrocampo, accanto al trio inamovibile composto da Gattuso, Pirlo e Seedorf, prenderà posto Rui Costa o il giovane Kakà. E a ben vedere è proprio questo l'interrogativo più grande di queste ultime ore, in cui comunque Ancelotti si dichiara ottimista: "Anche se dovremo fare a meno di Nesta penso che possiamo farcela. La formazione ce l'ho in testa, ma la comunicherò solo all'ultimo. Ho parlato con i giocatori e li ho ringraziati perché arrivando fin qui mi hanno dato la possibilità di vincere qualcosa di importante. Sono sicuro che sarà una finale difficile contro un avversario molto forte, ma noi ci arriviamo in condizioni di forma eccellenti".
Dal canto loro gli argentini continuano a mostrare tutta la propria grinta, caricandosi con storie come quella dei poveri contro i ricchi e simili. Tra loro in campo dovrebbe esserci quel Tevez che, ad appena diciannove anni, è già indicato come il talento più splendente del calcio sudamericano (chissà che ne pensa Kakà). Nonostante lo stiramento ai legamenti del ginocchio sinistro che lo ha tenuto lontano dai campi dal 3 novembre ad oggi e le sue dichiarazioni in cui non si diceva pronto per la finale, infatti, mister Bianchi ha ribadito che: "Tevez è a posto e perfettamente guarito, dunque potrà essere in campo al fianco dei suoi compagni fin dall'inizio e il fatto che non giochi da un mese e mezzo non significa proprio nulla".
Infine una curiosità cromatica. Il Milan giocherà la sua settima finale della Coppa Intercontinentale in completa tenuta bianca, mentre il Boca Juniors scenderà in campo con la sua classica maglia blu con banda gialla sul petto.
14 dicembre 2003 - Coppa Intercontinentale
MILAN-BOCA JUNIORS 1-1 (1-3 ai rigori)
MILAN
(4-3-1-2): Dida 6,5; Cafu 5,5, Maldini 6, Costacurta 5, Pancaro 6; Gattuso 6 (11' pts Ambrosini sv), Pirlo 6, Seedorf 5; Kakà 6 (33' st Rui Costa 5,5); Tomasson 6 (14' st Inzaghi 5), Shevchenko 5. All. Ancelotti.
BOCA JUNIORS
(4-3-1-2): Abbondanzieri 7,5; Perea 6, Schiavi 6,5, Burdisso 6,5, Rodriguez 6; Cagna 6,5, Cascini 6,5, Battaglia 6,5; Donnet 7; Schelotto 6,5 (27' st Tevez 6), Iarley 6. All. Bianchi
Arbitro: Ivanov (Russia) 6
Reti: 23' pt Tomasson, 29' st Donnet
Note: campo in ottime condizioni; spettatori 70.000; angoli 6-3 per il Milan; ammoniti Perea, Cafu, Kakà. Ai rigori: per il Milan gol di Rui Costa, errori di Pirlo, Seedorf e Costacurta; per il Boca gol di Schiavi, Donnet e Cascini; errore di Battaglia.
Stavolta la maglia bianca e i rigori non portano bene al Milan. Anzi, dopo la finale di Champions, sembra quasi che i penalty non sorridano più ai rossoneri che, dopo aver perso la Supercoppa Italiana ad agosto proprio dagli undici metri, ieri hanno replicato con il Boca. Decisivi gli errori dello specialista Pirlo (parato) e, soprattutto, di Seedorf e Costacurta, che hanno calciato come pivelli: il primo mandando la palla alta, il secondo prendendo terra e regalandola al portiere. Finisce così, con il Boca che alza il trofeo per la terza volta nella sua storia e il Milan che fa mea culpa per una partita giocata al di sotto delle sue possibilità. Ora intorno ai rossoneri fioccheranno i processi. Ma dove finiscono i demeriti del Milan e dove iniziano i meriti del Boca ? Ognuno dirà la sua. Per noi Carlos Bianchi deve aver studiato molto bene la squadra di Ancelotti per sapere che i rossoneri soffrono terribilmente gli avversari che si chiudono a riccio nella propria metà campo. Un difetto evidenziato anche in campionato, dove non è un caso se segnano più in trasferta che a S.Siro. E così il Boca, che in Patria cerca sempre il gol, imposta la gara sull'attesa e il contropiede, riuscendo ad irretire la manovra di un Milan che finisce col non trovare quasi mai il modo di liberare al tiro le sue punte. Ne viene fuori una partita più brutta che bella, godibile solo nei dieci minuti che vanno dall'1-0 di Tomasson (verticalizzazione di Pirlo, velo di Shevchenko e battuta al volo del danese) al palo di Kakà. Nel mezzo l'1-1 di Donnet, con Cafu che dà il via all'azione perdendo ingenuamente palla in un dribbling prolungato sulla propria tre quarti. Per il resto tanta tattica e avventurosi tiri da lontano. Le uniche occasioni da rete, oltre a quelle trasformate in gol, nascono o da calci d'angolo (colpo di testa di Schiavi parato da Dida al 19'; idem con palla alta al 74') o da spunti individuali (Maldini che non riesce a deviare a tu per tu con Abbondazieri al 61'; Kakà che, da due passi, manda a lato al 66'). Al 92', poi, Tevez ha la palla della vittoria, ma dal limite calcia alto. Il Boca appare calmo e determinato, il Milan smarrito e lontano parente da quello visto dalle nostre parti. Si va così ai supplementari, giocati col terrore del Silver Gol. La paura fa novanta e nessuno tira in porta. All'inizio del secondo, però, Shevchenko spreca davanti ad Abbondanzieri, bravo a deviare il tiro. Un'occasione che il Milan si pentirà di non aver concretizzato. A cinque minuti dalla fine, poi, il russo Ivanov annulla per fuorigioco un gol di Inzaghi e la decisione è giusta. Ai rigori il Milan capisce che contro Carlos Bianchi proprio non riesce a spuntarla. Nel '94 c'era lui alla guida del piccolo Velez che fermò lo squadrone di Capello. Ieri sulla panchina del Boca c'era sempre lui, il santone del calcio argentino: istrionico, superbo, carismatico, tanto che prima dei rigori raduna la squadra intorno a se in una sorta di riunione spirituale per decidere tutti insieme chi se la sente di tirare e chi no. Per il Milan sarà meglio non incontrarlo più.
Dichiarazioni Ancelotti-Seedorf
Dopo aver sfiorato la cima del mondo ed essere stati risbattuti prepotentemente in terra, la delusione è inevitabile. Tra i più rabbuiati c'è Seedorf, uno dei tre che hanno sbagliato i penalty decisivi. E le sue parole sono molto polemiche: "Al momento di scegliere chi doveva tirare i rigori qualcuno non se l'è sentita e si è tirato indietro. Io invece, a quel punto, avrei preferito morire anziché non andare sul dischetto e, dunque, nonostante fossi molto stanco, ho voluto tirare, sapendo che stavo correndo il rischio di sbagliare. Come poi è successo". Alle accuse neppure tanto velate dell'olandese verso qualche compagno, risponde Ancelotti, che nonostante tutto si sforza di mostrarsi sereno: "I rigoristi li ho scelti io in base alla mia competenza e non per il rifiuto di qualcuno. La sconfitta però non è arrivata a quel punto, visto che i rigori sono una vera lotteria. A maggio ci andò bene, ieri no. Sono le regole dello sport, bisogna accettarle. D'altronde quando il primo rigorista a sbagliare è uno specialista come Pirlo, che non fallisce mai, il fatto diventa indicativo di come debbono andare le cose". Poi continua: "Abbiamo perso perché il Boca è riuscito a giocare come voleva e noi no. Il Milan visto ieri non è mai riuscito a stare in campo come sa fare, ma ora dobbiamo voltare pagina, anche perché fondamentalmente non ho rimproveri da fare né a me né alla squadra Certo è che ora abbiamo il dovere di riprovarci, perché la delusione di aver perso un trofeo così importante è grandissima". Chissà se questa dichiarazione significa che il Milan punterà più alla riconquista della Champions che al campionato. di sicuro c'è che in Via Turati, anche per ragioni di marketing e per gli introiti che ne derivano, sono da sempre più attenti alle manifestazioni internazionali che a quelle interne. Qualcuno poi solleva delle critiche al tecnico per le sostituzioni che, a suo dire, non sarebbero state indovinate. Ancelotti risponde attingendo ai suoi ricordi romani: "A Roma dicono non me ne po' frega' di meno". E se ne va con i suoi pensieri, ora tutti rivolti al recupero degli infortunati eccellenti. Nesta e Inzaghi in primis.
Dichiarazioni Maldini-Costacurta-Shevchenko
L'incredibile errore dal dischetto contro il Boca lo tormenterà per molte notti. Trovarsi a calciare un penalty decisivo per la finale della Coppa Intercontinentale e sbagliarlo come un ragazzino alle prime armi deve essere pesato moltissimo su Billy Costacurta, 37 anni e una vita spesa sui campi di calcio: "Incredibile. Più ci penso e più mi sembra incredibile di aver commesso un errore del genere. Purtroppo al momento di calciare il piede ha trovato un avvallamento del terreno ed è venuto fuori quel tiro indecente. Una cosa che fa star male dentro. Ho fatto la stessa fine di Beckham in Inghilterra-Turchia di qualche tempo fa". Filosofico il commento di capitan Maldini, che dopo aver alzato la Champions ci teneva molto a sollevare al cielo anche questa Coppa: "Nel complesso non è stata una bella partita e purtroppo noi abbiamo incontrato una di quelle serate storte che ogni capitano. E' brutto dirlo, ma sono cose che succedono. Ci raferemo". Shevchenko, invece, si butta alla ricerca delle cause dell'insuccesso: "Penso che non siamo riusciti ad esprimerci come sappiamo fare anche per colpa di questo viaggio lunghissimo che si fa per arrivare fin qui e per le differenze di fuso orario che, evidentemente, loro hanno assorbito meglio di noi. Poi c'è anche da dire che questo Boca è una squadra tosta, più forte e difficile da affrontare di come molti l'avevano descritta".
Dichiarazioni Carlos Bianchi
Durante la partita se l'è presa con tutti: perfino con giornalisti italiani che, per ragioni di lavoro, stazionavano nei pressi della sua panchina a supporto del telecronista. Ad un certo punto, infatti, li ha addirittura accusati di spionaggio. Poi, dopo il rigore decisivo trasformato da Cascini, ha esultato come un bambino. Gioia frenata nella conferenza stampa del post partita: "Questa vittoria non è una mia personale rivincita sul calcio italiano, perché a distanza di anni dalla brutta esperienza alla Roma, a conti fatti, dico che sono molto contento di essermene andato. Una volta tornato in Patria, infatti, ho vinto tutto col Boca e, dunque, va bene così". A chi gli chiede se dopo la terza Coppa Intercontinentale messa nella sua personale bacheca si senta un grande tecnico, ironicamente risponde: "Ma che dite, sono alto appena 1,79 !". E se ne va felice. Il vero vincitore di ieri è proprio lui.
Dichiarazioni Maradona
"Il Boca ha dato una vera e propria lezione su come si gioca al calcio al Milan. E io godo come un matto". Questo il primo commento radiofonico di Diego Armando Maradona dopo la vittoria del Boca Juniors, squadra con cui ha anche giocato e per la quale tifa da sempre. Quello che fu (ed è) l'idolo di Napoli, forse ricordando la rivalità che ai suoi tempi la squadra azzurra aveva proprio col Milan, ha continuato il suo sprezzante commento sulla partita dicendo che: "In questo momento sono l'uomo più felice del mondo, perché i giocatori del Boca hanno dimostrato che il calcio sudamericano non è inferiore al tanto reclamizzato calcio europeo. Gli uomini di Bianchi hanno colmato il divario tecnico giocando con gli attributi e mettendo in campo tutto quello che avevano. I campioni del Milan, invece, si sono pian piano demoralizzati perché si accorgevano che non riuscivano a mettere in piedi una sola azione da gol". Ad essere onesti, ricordando le ottime occasioni fallite da Kakà e Shevchenko, nonché il palo dello stesso brasiliano, non ci sembra che sia andata proprio così. Ma Maradona ha ragione quando dice: "Il Boca si è dimostrato più squadra del Milan perché ha giocato una gara collettiva, in cui tutti si sono aiutati per raggiungere il risultato".
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