< STAGIONE 2011-12
 




dal sito www.sportmediaset.it

BRASILE IN LUTTO: MORTO SOCRATES
Ricoverato d'urgenza, aveva 57 anni
4 dicembre 2011

Il calcio brasiliano è in lutto: Socrates, ex capitano della nazionale verdeoro, è morto in mattinata in seguito all'aggravarsi dell'infezione intestinale che lo aveva colpito sabato. Lo riferisce il quotidiano brasiliano 'Folha'. L'ex giocatore aveva 57 anni. Era ricoverato nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale 'Albert Einstein' di San Paolo. In Italia, Socrates aveva militato nella Fiorentina nella stagione 1984-85.
Socrates, che come spiegato dalla moglie aveva accusato un malore dopo una cena, era tenuto in vita da un respiratore artificiale. Il decesso, recita il comunicato dello staff medico dell'ospedale Albert Einstein, è avvenuto alle 4.30 ore brasiliana, a causa di shock settico.
Negli ultimi mesi l'ex giocatore, soprannominato il 'Dottore' per la sua laurea in medicina, capitano della nazionale del Brasile nel 1982 e nel 1986, in seguito commentatore sportivo per la televisione brasiliana, era stato ricoverato più volte. L'ultima a settembre, per un'emorragia intestinale, causata dall'abuso di alcol sfociata in disturbi all'apparato digerente e in una cirrosi epatica.
Socrates iniziò la sua carriera nel Botafogo di Ribeirao Preto nel 1974. Dal 1978 al 1984 militò nel Corinthians, di cui fu anche capitano. In questa veste si rese protagonista di un curioso caso di autogestione dei calciatori, noto come 'democrazia corinthiana': i giocatori rifiutarono l'autorità dell'allenatore e preferirono, per ben tre anni, allenarsi da soli. Nel 1984-85 il suo arrivo in Italia alla Fiorentina con 25 presenze e 6 reti. Dopo una sola stagione ritornò in Brasile, prima al Flamengo e poi al Santos, dove chiuse la carriera nel 1988. Fu grande protagonista in nazionale con il Brasile negli anni '80 ma non riuscì a vincere il Mondiale.
Dino Zoff, portiere dell'Italia campione del mondo nel 1982, ricorda così il brasiliano: "E' un grande dispiacere che Socrates sia morto e poi così giovane. Senza dubbio era un grande giocatore. Mi ha fatto gol ai Mondiali, e qualcuno ha anche messo in dubbio le mie qualità, ma quando un grande giocatore fa gol, dentro c'è dell'arte, non era facile metterla lì". Il centrocampista verdeoro fece gol all'Italia di Zoff nel successo della squadra di Bearzot per 3-2 sul Brasile che regalò agli azzurri le semifinali: "Quando si subisce una rete si pensa sempre di chi è la colpa ma gol così li fanno solo i campioni. Da capitano a capitano, a Socrates dico che rimarrà nella storia" ha concluso Zoff.
In quella segnò una tripletta Paolo Rossi che ha reso omaggio al leader di quella Seleçao: "Dispiace molto per Socrates, e un po' anche per noi: è un pezzo della nostra storia che si stacca e va via. Era un falso lento, un giocatore di non grande dinamismo, ma dal piede eccelso e soprattutto di grandissima intelligenza di gioco. Con Zico e Falcao era il simbolo di quel Brasile. Un uomo fuori dagli schemi, in campo certo, ma soprattutto fuori. Tutti lo conoscevano per la laurea in medicina e anche se non esercitava aveva tantissimi interessi culturali e sociali. Insomma, sotto tutti i punti di vista un atipico".
Anche Giancarlo Antognoni ha commentato la scomparsa dell'amico, compagno di squadra nella Fiorentina e avversario in Nazionale: "La scomparsa di Socrates è una perdita grave per il calcio. Era un bravo ragazzo sotto l'aspetto caratteriale, ma nello spogliatoio era molto rispettato. E' stato un solo anno in Italia, forse troppo poco per ambientarsi e far vedere il proprio valore". L'ex numero 10 viola ha parlato, inoltre, degli eccessi che hanno sempre contraddistinto il "dottore": "La mentalità brasiliana è particolare, ma molte cose erano un po' travisate ed esagerate nei suoi confronti. E' vero che amava bere birra e parlare di politica, era diverso dagli altri. I brasiliani hanno una mentalità diversa e per loro il calcio è divertimento. Con lui avevo instaurato un buon rapporto e la sua scomparsa così improvvisa mi ha sorpreso, era stato male alcuni mesi fa ma sembrava che ne fosse uscito. Dispiace molto che se ne sia andato a soli 57 anni". La Fiorentina, in campo contro la Roma allo stadio Franchi di Firenze, giocherà con il lutto al braccio: la società ricorderà Socrates anche attraverso lo speaker ufficiale dello stadio prima dell'inizio della partita, mentre sul maxishermo scorreranno le immagini del brasiliano nella sua stagione viola.


dal sito www.gazzetta.it

BRASILE IN LUTTO. SOCRATES NON CE L'HA FATTA
L'ex capitano della nazionale e giocatore della Fiorentina, è morto nella notte a San Paolo. Aveva accusato un malore dopo una cena
4 dicembre 2011

L'ex capitano della nazionale brasiliana Socrates è morto questa mattina, in seguito all'aggravarsi dell'infezione intestinale che lo aveva colpito nella giornata di ieri. Lo riferisce il quotidiano brasiliano A Folha. Socrates aveva 57 anni. Ricoverato nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale Albert Einstein'di San Paolo, come spiegato dalla moglie aveva accusato un malore dopo una cena, ed era tenuto in vita da un respiratore artificiale. Il decesso, recita il comunicato dello staff medico dell'ospedale, è avvenuto questa mattina alle 4.30 ore brasiliana, a causa di shock settico. Negli ultimi mesi l'ex giocatore, capitano della nazionale del Brasile nel 1982 e nel 1986, in seguito commentatore sportivo per la televisione brasiliana, era stato ricoverato più volte. L'ultima a settembre, per un'emorragia intestinale, causata dall'abuso di alcol.
STELLA DEL CORINTHIANS — Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, meglio noto come Socrates, era nato a Belem il 19 febbraio 1954. Laureato in medicina senza però mai esercitare la professione, era chiamato anche il dottore. Era un centrocampista elegante, abile in fase offensiva e ottimo realizzatore. La sua carriera partì dal Botafogo di Ribeirao Preto nel 1974. Dal 1978 al 1984 l'avvenura al Corinthians, di cui fu capitano. Intellettuale e colto, da ricordare che proprio n questa veste si rese protagonista di un caso di autogestione dei calciatori, più noto come "democrazia corinthiana". Il risultato? I giocatori rifiutarono l'autorità dell'allenatore e preferirono, per tre anni, allenarsi da soli.
TRISTE PARENTESI VIOLA — Dopo il Mondiale del 1982, storicamente noto per l'eliminazione di un fantastico Brasile contro l'Italia di Bearzot per 3-2 (dove con la fascia di capitano segnò anche un gol), divenne famoso anche in Europa e nel 1984-85 la Fiorentina lo portò in Italia. Firmò 25 presenze e 6 reti, ma non riuscì a entrare negli schemi della squadra viola e dopo una sola stagione tornò in Brasile. Socrates giocò prima al Flamengo e poi al Santos, dove chiuse la carriera nel 1988. Ma non appese del tutto le scarpe al chiodo: nel 2004 tuttavia tornò in campo con il Garforth Town, squadra dilettantistica inglese, di cui fu anche allenatore.
FIORENTINA COL LUTTO AL BRACCIO — La Fiorentina, oggi in campo contro la Roma al Franchi, giocherà con il lutto al braccio per la morte del campione brasiliano. La società ricorderà Socrates anche attraverso lo speaker ufficiale dello stadio prima dell'inizio della partita, mentre sul maxishermo scorreranno le immagini di Socrates nella sua stagione viola: quella dell'84-'85. La società viola ha anche chiesto e ottenuto di far osservare un minuto di raccoglimento prima dell'inizio della partita. Sul sito ufficiale il club viola lo ha ricordato così: "All'indimenticabile 'Dottorè', che con la maglia viola giocò nella stagione 1984/85 disputando 25 partite e segnando 6 gol e che verrà sempre ricordato per la sua intelligenza calcistica, va l'affettuoso ricordo di società, squadra e tifosi della Fiorentina".
IL RICORDO DI ZOFF — "È un grande dispiacere che Socrates sia morto, e poi così giovane. Senza dubbio era un grande giocatore. Mi ha fatto gol al Mondiale, e qualcuno ha anche messo in dubbio le mie qualità, ma quando un grande giocatore fa gol, dentro c'è dell'arte, non era facile metterla lì". Dino Zoff, portiere dell'Italia campione del mondo nel 1982, ha ricordato cosi Socrates che fece gol all'Italia di Zoff nel successo della squadra di Bearzot per 3-2 sul Brasile che portò gli azzurri in semifinale. "Socrates in Italia non ha fatto grandissime cose - ha concluso Zoff -, ma rimane una persona stimabile. Da capitano a capitano, a Socrates dico che rimarrà nella Storia".
L'OMAGGIO DI PAOLO ROSSI — "Dispiace molto per Socrates, e un po' anche per noi: è un pezzo della nostra storia che si stacca e va via". È l'omaggio che Paolo Rossi, autore della storica tripletta al Brasile nel mondiale del 1982, rende a Socrates, capitano di quel Brasile. "Ricordo il gol che segnò a Zoff, era l'uno a uno - ha continuato Rossi - non ci potevo credere che arrivasse su quel pallone, sembrava lento e invece non lo era. Socrates era in effetti un falso lento: era un giocatore di non grande dinamismo, ma dal piede eccelso e soprattutto di grandissima intelligenza di gioco. Con Zico e Falcao era il simbolo di quel Brasile, oltre ad esserne il capitano". E poi ha ricordato: "Socrates sembrava un giocatore di altri tempi, era uno fuori dagli schemi. In campo certo, ma soprattutto fuori. Tutti lo conoscevano per la laurea in medicina e anche se non esercitava aveva tantissimi interessi culturali e sociali. Insomma, sotto tutti i punti di vista un atipico".
IL DOLORE DI ANTOGNONI — "La scomparsa di Socrates è una perdita grave per il calcio. Era un bravo ragazzo sotto l'aspetto caratteriale, ma nello spogliatoio era molto rispettato. È stato un solo anno in Italia, forse troppo poco per ambientarsi e far vedere il proprio valore". Giancarlo Antognoni ha ricordato così la stagione alla Fiorentina del campione brasiliano. "Ero purtroppo infortunato ed ho vissuto quella stagione un pò dall'esterno, ma con Socrates avevo instaurato un bel rapporto, e mi ha colpito molto la sua scomparsa. Socrates è arrivato in Italia a 29 anni, con tutte le difficoltà che potevano esserci in un campionato diverso, lui si è adeguato: ha sì avuto dei problemi di ambientamento, ma il valore del calciatore non si discuteva". Poi ha chiuso: "Molte cose erano un po' travisate ed esagerate nei suoi confronti. È vero che amava bere birra e parlare di politica, era diverso dagli altri".
DE SISTI — "Socrates era un calciatore di grande cultura, fuori dagli schemi. Ha pagato un debito troppo alto per i suoi vizi, a 57 anni non si può morire così". Giancarlo De Sisti, che lo ha allenato alla Fiorentina, lo ricorda così. "Era una persona intelligente che voleva informarsi su tutto. Un buon politico, anche se qualcuno all'interno della squadra lo definiva un sessantottino per le sue idee un pò datate. Ma era un uomo di notevole spessore e carisma. Una volta gli dissi: 'Stai leggendo i giornali? Hai visto cosa dicono su di te?'. Lui mi rispose: 'Sì, leggo i giornali ma solo le pagine di politica, la parte sportiva non mi interessa...'". Difficile la convivenza fra Socrates e Passarella: "Erano due giocatori agli antipodi, negli spogliatoi era Brasile-Argentina. Nei primi mesi dopo il suo arrivo c'era una situazione precaria, la potenziale costruzione di gruppi che io riuscii a evitare promettendo multe e altre sanzioni disciplinari".





Testa a testa con Bruno Conti nella leggendaria Italia-Brasile 3-2 del 1982. IPP





Nel 1984 con la maglia della Fiorentina. Liverani





Socrates, scomparso oggi all'età di 57 anni, in azione durante Italia-Brasile al Mondiale del 1982. Reuters





Socrates aveva 57 anni. Ap






dal sito www.violanews.com

E' MORTO SOCRATES
4 dicembre 2011

L'ex capitano della nazionale brasiliana Socrates è morto questa mattina, in seguito all'aggravarsi dell'infezione intestinale - dovuta ad abuso di alcol - che lo aveva colpito nella giornata di ieri. Lo riferisce il quotidiano brasiliano Folha. L'ex giocatore aveva 57 anni. Era ricoverato nell'unità di terapia intensiva dell'ospedale «Albert Einstein» di San Paolo.
Celeste Pin, ex calciatore della Fiorentina, è intervenuto ai microfoni di Radio Sportiva per ricordare Socrates, scomparso oggi all´età di 57 anni: "Se ne va uno dei personaggi più particolari che abbia mai conosciuto. Ricordo che quando arrivò a Firenze c´era grandissimo entusiasmo attorno a lui, si pensava potesse essere uno in grado di stravolgere la squadra. In realtà non si adattò mai al calcio italiano, e questo non certo perché non avesse le qualità. Il problema è che non ha mai rispettato le regole. Non sopportava i ritiri, aveva un modo tutto suo di vivere la vita ed il pallone. Quando era in Brasile, al Corinthians, fondò una sorta di movimento di autogestione. Era un filosofo del calcio. In Nazionale faceva cose incredibili, il problema era la voglia di sacrificarsi. Aveva sempre il sorriso sulle labbra, era uno splendido compagno di squadra. Perché non ha fatto l´allenatore? Perché, appunto, era il primo a non rispettare le regole. Lo avrei invece visto benissimo come istruttore per bambini".