Fabio CUDICINI
"Ragno Nero"

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(Archivio Magliarossonera.it)



Scheda statistiche giocatore
  Fabio CUDICINI

Nato il 20.10.1935 a Trieste

Portiere (P), m 1.91, kg 81

Stagioni al Milan: 5, dal 1967-68 al 1971-72

Soprannome: “Ragno Nero”

Proveniente dal Brescia

Esordio nel Milan in gare ufficiali e nelle Coppe Europee il 20.09.1967: Milan vs Levski Sofia 5-1 (Coppa delle Coppe)

Ultima partita giocata con il Milan il 05.07.1972: Milan vs Napoli 2-0 (Coppa Italia)

Totale presenze in gare ufficiali: 183

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1967-68), 1 Coppa dei Campioni (1969), 1 Coppa Intercontinentale (1969), 1 Coppa Italia (1972)

Esordio assoluto in Serie A il 02.12.1956: Udinese vs Palermo 3-0

Palmares personale: 1 Coppa delle Fiere (1960-61, Roma), 1 Coppa Italia (1964, Roma)




Ha giocato anche con il Ponziana di Trieste (Dil.), l'Udinese (*), la Roma (A), il Brescia (A).

"Amici ed avversari lo ribattezzano "Ragno Nero" per via del suo abbigliamento in campo e per le sue caratteristiche tra i pali che ne fanno uno dei migliori portieri italiani degli anni Sessanta/Settanta. La fortuna lo bacia soltanto a trent'anni suonati quando Nereo Rocco lo chiama in porta al Milan. Cudicini (da Trieste, dove nasce il 20 ottobre 1935) ripaga in pieno tanta fiducia dimostrandosi un portiere di grande qualità e vincendo nelle sue 5 stagioni rossonere (dal '67-68 al '71-72 con 183 gare ufficiali disputate) praticamente tutto: 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale. Il suo eccezionale rendimento non gli permette però (unico rammarico nella sua lunga carriera) di giocare nella nazionale maggiore chiusa da portieri del calibro di Albertosi e Zoff." (Da "1899-1999. Un secolo rossonero", di Carlo Fontanelli, Geo Edizioni 2000)

"Il suo inconfondibile completo nero gli valse il soprannome di "Ragno Nero". Perché Fabio Cudicini, tra i pali, sembrava avere otto zampe come i ragni. Arrivava su ogni pallone e davanti alla porta si muoveva con la stessa facilità con cui un ragno si muove sulla sua tela. E a fermarsi sulla colla dei suoi guanti non erano le vittime di cui nutrirsi, ma i palloni scagliati dagli avversari. Un rendimento costante che gli ha permesso di vincere moltissimo. Al Milan ha vinto tutto quello che una squadra di club può vincere. Con lui i rossoneri hanno conquistato scudetto, Coppa dei Campioni (battendo i lancieri dell'Ajax per 4 a 1) e nel 1969 sono stati sul tetto del mondo aggiudicandosi, per la seconda volta, la Coppa Intercontinentale. Completamente diverso invece il suo rapporto con la maglia azzurra. Fabio Cudicini, infatti, non ha mai vestito quella della nazionale maggiore, chiuso dai vari Grezzi, Buffon, Alberatosi e del giovane Dino Zoff." (Dal sito AC Milan.com)





(Archivio Magliarossonera.it)


(da "Milan Squadra Mia")



Dal sito www.tuttotrieste.net

FABIO CUDICINI - RAGNO NERO

Fabio Cudicini nasce a Trieste il 20 ottobre 1935. Calcisticamente cresce difendendo la porta del Ponziana, seconda squadra di Trieste per importanza e nel 1950 passa all'Udinese con la quale disputerà tre discreti campionati (in realtà nel 1952-53 milita nel Ponziana in IV Serie, e dal 1953 passa all'Udinese, ndr). Nel 1958 passa alla Roma con la quale giocherà ben otto stagioni e 207 presenze. Dopo la stagione '66/67 con il Brescia la sua carriera sembrava spegnersi ma Nereo Rocco lo volle nel suo Milan come riserva di Pierangelo Belli, che infortunatosi dopo poco, cederà gli cederà il ruolo di titolare. Nel Milan Cudicini giocherà fino al 1972 totalizzando 183 presenze e vincendo praticamente tutto: 1 Scudetto, 1 Coppa Europa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Italia; inoltre nel campionato '68/69 stabilirà il record di imbattibilità in serie A di 1132 minuti, ancora oggi inviolato. La sua notevole altezza (1.91) ed il fisico magro e slanciato lo agevolano nel suo ruolo. Il suo lavoro era essenziale senza cioè cercare soluzioni spettacolari, preferendo la buona posizione. Usava indossare una calzamaglia nera per difendersi dal freddo, il che, aggiunto al suo fisico magro e slanciato gli valsero in tutta Europa la nomea di Ragno Nero. Oggi Fabio Cudicini è sempre vicino agli ambienti del calcio (suo figlio ha seguito le stesse orme del padre) e credo faccia parte, assieme a Rivera ed alla famiglia Maldini, del cosiddetto "Gruppo Rocco" capitanato da Bruno Rocco figlio di Nereo, che lavora per la gestione del vivaio del Milan.





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Il Brescia 1966-67 con Fabio Cudicini



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Cartolina autografata di Fabio Cudicini, 1967-68
(by Vinicio Valente)
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Fabio Cudicini, stagione 1968-69



Fabio Cudicini in una presa plastica all'Arena, 1970
(da "Forza Milan!")



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Fabio Cudicini all'Arena



Dal sito www.ilgiornale.it

Cudicini, un ragno di 70 anni «Abbiati bocciato sul secondo gol»
Nonno Ragno è in grande forma. Nonno Ragno è Fabio Cudicini, un calcio fa portiere leggenda di un Milan d'altri tempi e adesso imprenditore a tempo pieno (vende moquette) oltre che appassionato di calcio. Lo chiama così, Nonno Ragno, quel birbante di Tommaso Inzaghi, figlio di Simone e di Alessia Marcuzzi, compagna di suo figlio Carlo, portiere nel Chelsea, non proprio a tempo pieno. «Mourinho lo adora anche se non lo fa giocare» chiosa arrotando la sua erre. Per fortuna sua e nostra, Fabio Cudicini, oltre a portare a spasso con spavalderia i suoi strepitosi 70 anni (auguri e candeline oggi), è di quelli che non vivono di ricordi e di nostalgia canaglia. Solo quella maledetta schiena, che lo tormentò da calciatore, ora gli infligge qualche smorfia e la necessità di esercizi fisici della durata di 25 minuti al giorno, appena sveglio. Gli piace il calcio dei nostri giorni, lo frequenta e lo studia, «leggo i giornali, vedo le trasmissioni specializzate», attraversa l'Inghilterra al seguito del figlio Carlo e ha una poltroncina prenotata a San Siro, viaggia sulla scia del Milan perché l'antico sodalizio s'intreccia con le amicizie conservate nel mondo Berlusconi ed è pronto a ogni domanda. Sia se deve spiegare la recessione negli stadi («i fattori sono due: la grande offerta tv da una parte, la condizione economica delle famiglie che scelgono l'evento da seguire, le altre se le vedono, comodi, a casa»), sia se deve giudicare la qualità degli stadi italiani («San Siro è ancora buono, cambierei solo quel tabellone obsoleto, si vede malissimo la pubblicità, impossibile far passare le immagini delle azioni più spettacolari»).
Dalle notti in cui lo battezzarono Ragno Nero, a Manchester, è cambiato non solo il calcio ma il mestiere del portiere. «Allora io e Lovati con i nostri 191 centimetri eravamo un'eccezione, Luison, alto 1.65, sembrava una palla di gomma, era invece la regola. Io seguo basket e tennis e colgo anche lì progressi generazionali» ammette. Dev'essere per questo che il calcio attuale non riesce a scandalizzarlo. «C'è qualche esasperazione di troppo» osserva. «Ai miei tempi, a Roma, la relazione tra Lojacono e Claudia Mori provocò un autentico scandalo» ricorda. Non ha grandi rimpianti da coltivare, neanche rimorsi. «Mi ruga un po' aver frequentato poco la Nazionale. Prima mi sono imbattuto in Buffon e Ghezzi, poi in Albertosi e Zoff» spiega sereno. Poteva fare la sua bella figura. «Nel Milan prendevo pochi gol grazie a quella difesa: su tutti segnalo Malatrasi, chiudeva la porta all'attaccante, tanto da costringermi a muovermi per vedere la palla» stabilisce. Non scappa nemmeno dai paragoni. «Era più forte la difesa milanista con Tassotti, Baresi, Costacurta e Maldini: noi giocavamo attaccati agli uomini, loro in linea», fa. Non riesce a esser severo con Abbiati. «Ha sbagliato sul secondo gol, non sul primo, è stato sfigato» spiega. Il Cudicini dei nostri giorni è forse Dida, «ha un tallone d'Achille, se fa un errore, lo somatizza e se lo trascina dietro per troppo tempo». Il primo della classe resta Buffon Gianluigi, il fuoriclasse del ruolo. «Dietro c'è posto per Peruzzi e De Santis dell'Udinese.»
Mirante il futuro prossimo, scommette. Deve quasi tutto a Foni e al Paron. «Un giorno, a Mantova, giocavamo male, il Paron entrò nello spogliatoio, sbraitò e prese a calci una valigia: dentro c'era il ferro da ciabattino per sistemare le scarpe. Non disse niente ma confessò a Bergamasco: Marino, ho un piede rotto. Alla fine vincemmo noi del Milan e gli passò tutto, anche il dolore».




Dal sito www.bandacasciavit.splinder.com - 27 giugno 2005

IL RAGNO NERO
Grande Ragno Nero, rossonero d'altri tempi e portierone della Coppa dei Campioni vinta nel '69. Mi ricorderò sempre di un episodio nei primissimi anni '70: io ero piccolo e mio padre mi portava a San Siro nei distinti, dove adesso c'e' il primo anello verde. Una volta Cudicini non giocava perche' infortunato o squalificato ed era seduto lì con un amico, sui gradoni, in mezzo alla gente, due fila sopra di noi! Mio padre me lo indicava, io bambino non ci credevo, e allora mio padre mi portò da lui che fu gentile e disponibile come pochi. Da allora divenne per me ancora di più un idolo e mio padre salì a Milanello per regalarmi la foto con dedica di cui sopra. (Corvetto3)






Fabio Cudicini con Renato Rascel ai tempi della Roma
(da "Lo Sport Illustrato")


(per gentile concessione di Andrea Leva)



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(dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero)
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Fabio Cudicini e Nereo Rocco con la Coppa dei Campioni 1969
(per gentile concessione di Marco Saviola)




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Fabio Cudicini osannato dai tifosi rossoneri al ritorno dalla trasferta di Manchester, Coppa Campioni 1969
(Archivio Magliarossonera.it)



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(Archivio Magliarossonera.it)
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Fabio Cudicini, Marino Bergamasco, Giovanni Trapattoni
e Karl Heinz Schellinger con signore
(foto Kark Heinz Schnellinger - Instagram)



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(Getty Images)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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Fabio Cudicini si allaccia gli scarpini, 1969-70
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Fabio Cudicini, Gianni Rivera, Cesare Maldini,
Nereo Rocco e Roberto Rosato, stagione 1969-70
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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Fabio Cudicini, 1969-70



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Fabio Cudicini by night
(Archivio Magliarossonera.it)
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Una splendida immagine di Fabio Cudicini
davanti al Pirellone di Milano, 1969-70
(Archivio Magliarossonera.it)



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Fabio Cudicini, Walter Chiari, l'allenatore Gianni Invernizzi e Karl Heinz Schnellinger, 1970-71



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Fabio Cudicini 1970-71
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22 agosto 1972, Cudicini e Vecchi
(dal "Corriere della Sera")





(da "Il Milan Racconta")



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Fabio Cudicini ed il figlio Stefano, 1969
(Archivio Magliarossonera.it)
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Fabio Cudicini con la famiglia, 1970-71
(Archivio Magliarossonera.it)



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Da sinistra: Carola e Davide Rosato, i due figli di Nestor Combin, le due figlie di Karl Heinz Schnellinger e la figlia di Fabio Cudicini
(by Luigi La Rocca)



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Fabio Cudicini e Gianni Rivera
(Archivio Magliarossonera.it)
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(da "Il Calcio Illustrato", 1972-73)



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Fabio Cudicini ai tempi del Brescia



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1979, Paolo Rossi ed Enrico Albertosi, dietro Fabio Cudicini





Fabio Cudicini, 2007
(dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero)



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Statuina di Fabio Cudicini
(di Giovanni Santacolomba)




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Maglia Rossonera incontra Fabio Cudicini
27 ottobre 2020, Milano
Fabio Cudicini intervistato per Maglia Rossonera da Marco Giussani



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