Oliver BIERHOFF
"Gravità Zero"

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(da Archivio "Buzzi", Milano)


Scheda statistiche giocatore
  Oliver BIERHOFF

Nato l'01.05.1968 a Karlsruhe (GER)

Centravanti (A), m 1.91, kg 87

Stagioni al Milan: 3, dal 1998-99 al 2000-01

Soprannome: “Gravità Zero”

Proveniente dall'Udinese

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Coppa Italia l'08.09.1998: Torino vs Milan 2-0

Ultima partita giocata nel Milan il 17.06.2001: Reggina vs Milan 2-1 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 119

Reti segnate: 44

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1998-99)

Esordio assoluto in Serie A l'01.09.1991: Ascoli vs Milan 0-1

Esordio in Nazionale Tedesca il 21.02.1996: Portogallo vs Germania 1-2

Totale presenze in Nazionale Tedesca: 6

Reti segnate in Nazionale Tedesca: 0

Palmares personale: 1 Campionato Europeo (1996, Nazionale Tedesca), 1 Titolo di Capocannoniere (1997-98, Udinese - 27 reti)




Ha giocato anche con il Bayer Uerdingen (A), l'Amburgo (A), il Borussia Moenchengladbach (A), l'Austria Salisburgo (A), l'Ascoli (B e A), l'Udinese (A), il Monaco (A), il Chievo (A).

"Centravanti di stazza, imbattibile nel gioco aereo ma piuttosto impacciato palla a terra. Nonostante i mezzi tecnici limitati, l'intelligenza e la volontà gli consentono una carriera di assoluto rilievo, un titolo di capo cannoniere ed uno scudetto." (Da "La Grande Storia del Milan", Gazsport 2005)

"Oliver Bierhoff, arriva dall'Udinese insieme ad Helveg voluto dal neo allenatore Zaccheroni. Si conferma ottimo acquisto, fortissimo nel gioco aereo realizza gol importanti come quello realizzato all'ultima giornata a Perugia nel giorno dello Scudetto del Centenario. Segna ancora negli altri anni ma non con la stessa frequenza del primo rimanendo nel cuore dei tifosi." (Nota di Gianni Morelli)



Dal sito www.wikipedia.it

CARRIERA
Esordisce a 18 anni nella Bundesliga fra le file del Uerdingen, squadra con la quale disputa i suoi primi due campionati, prima di passare, nel 1988 all'Amburgo. Dopo un primo discreto campionato, a gennaio 1990 è ceduto al Borussia Mönchengladbach dove gioca solo pochi mesi.
Dopo la deludente stagione 1989-90 si accasa in Austria al Salisburgo, con il quale dimostra per la prima volta le sue qualità di attaccante prolifico segnando 23 gol. Anche gli osservatori italiani fanno caso a lui e a fine stagione si accasa all'Inter che lo gira in prestito all'Ascoli di Costantino Rozzi.
L'esordio in Serie A non è dei migliori: 17 partite con soli 2 gol. L'Ascoli retrocede in Serie B. In maglia bianconera Bierhoff disputa tre campionati cadetti. Il suo sarà un pronto riscatto, con il titolo di capocannoniere nel 1992-93 e di vice nel 1993-94. Nulla può alla terza stagione fra i cadetti per evitare la retrocessione agli ascolani, tuttavia riceve attestati di stima tra cui quelli del presidente Luciano Gaucci che promette di portarlo a Perugia in caso di promozione.
Mentre gli umbri sfiorano solamente la promozione che arriverà l'anno dopo, Bierhoff non rimane senza squadra: è l'Udinese ad aggiudicarsene i favori. Il possente centravanti tedesco non delude le aspettative, ma al contrario si rende protagonista di uno straordinario campionato segnando ben 17 gol. Nel 1996-1997 l'Udinese si piazza al quinto posto, che all'epoca garantiva la partecipazione alla Coppa UEFA. Proprio Bierhoff con i suoi gol diventa uno dei protagonisti di una squadra che stupisce l'Italia. Nel 1997-1998, infatti, i friulani ottengono un clamoroso terzo posto dietro Juventus e Inter, mentre Bierhoff sarà capocannoniere con 27 gol: era dal 1960-61 che un giocatore di Serie A non segnava tanto (all'epoca fu Sergio Brighenti). Bierhoff segna più gol anche del fenomeno Ronaldo pur fallendo un rigore all'ultima giornata, quando ancora era aperta la lotta per il titolo di capocannoniere.
Proprio nel suo periodo ad Udine Bierhoff è convocato per la prima volta nella Nazionale tedesca, con cui esordisce il 21 febbraio 1996 contro il Portogallo. Anche in Nazionale il suo ruolino di marcia è impressionante: in poco più di due anni mette a segno 20 gol. È anche fra i protagonisti del titolo europeo del 1996: subentrato nella finale contro la Repubblica Ceca, con la sua squadra sotto per 1-0, Bierhoff sigla prima il pareggio e poi il golden goal che vale il trionfo. Partecipa poi con la maglia tedesca anche ai Mondiali 1998 con 5 presenze e 3 gol.
Dopo il campionato del mondo passa in forza al Milan nel quale è chiamato a far coppia con George Weah: sarà ancora un Bierhoff scatenato, che supplisce alla sua non eccellente tecnica con un colpo di testa micidiale che gli permette di mettere a segno 20 gol in Serie A, 2 dei quali su rigore. Il Milan vince lo scudetto.
I due anni successivi rimane al Milan, ma i suoi gol cominciano a diventare sempre più rari mentre si evidenziano sempre più i suoi difetti di lentezza e poca precisione al tiro, fino ad allora magistralmente bilanciati da una eccezionale media-gol. Perde dunque il confronto con Andrij Sevcenko dalla stagione 1999/2000. Nel gennaio 2002 passa perciò al Monaco e con i francesi sfiora addirittura la retrocessione.
A 34 anni, disputa i Mondiali 2002 con la Germania, segnando un gol nella partita contro l'Arabia Saudita. La Germania è sconfitta in finale dal Brasile: sarà questa, per Bierhoff, l'ultima partita in Nazionale.
Nel 2002 torna in Italia per giocare tra le file del Chievo Verona: questo è la sua ultima stagione da calciatore. A Verona, con la sua esperienza, si rivela un punto di riferimento per la squadra che finisce il campionato in 7° posizione, sfiorando la qualificazione alla Coppa Uefa (persa all'ultima giornata). A fine stagione, dopo aver segnato 7 gol in 35 presenze (tripletta contro la Juventus), si ritira dal calcio giocato.
Bierhoff è laureato in economia e attualmente ricopre il ruolo di manager della Nazionale tedesca: tiene i rapporti con gli sponsor e con i club, organizza la logistica e cura la comunicazione.
Si è sposato con Klara Szalantzy, precedente compagna di Drazen Petrovic.






Milan Campione d'Italia 1998-99
(dalla "Gazzetta dello Sport", maggio 1999)






28 maggio 1999, amichevole Milan vs Universal Solaro 6-0.
Weah e Bierhoff salutano il pubblico di San Siro






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Cartolina ediz. Nike, 1999-00, con autografo
(per gentile concessione di Riccardo Gaggero)





Cartolina di Oliver Bierhoff, stagione 1999-2000





Il suo autografo


In copertina di "Forza Milan!", stagione 1999-2000





Stagione 2000-01





Con la maglia della Nazionale tedesca


(dal sito www.calciatori.com)




(dal sito www.wikipedia.it)
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(dal "Corriere dello Sport", 25 settembre 2005)



Dal sito www.calciatori.com
28 agosto 2001

BIERHOFF SALUTA IL MILAN. IL TEDESCI FIRMA PER I FRANCESI DEL MONACO
MILANO - Oliver Bierhoff lascia l'Italia per il campionato francese. Il centravanti del Milan ed ex capitano della Germania ha firmato un contratto di un anno con il Monaco. ''Sono contento di questo accordo e della nuova squadra - ha detto il 33/enne giocatore - il fatto che Didier Deschamps (allenatore dei francesi) stimi molto le mie qualita' mi ha reso piu' facile la decisione''. Il giocatore aveva un contratto con la squadra rossonera fino al 2002. (ANSA)




Dal sito www.calciatori.com
21 gennaio 2003

CHIEVO, BIERHOFF CONFERMA IL RITIRO A FINE STAGIONE
Al termine della stagione Oliver Bierhoff si ritirerà dal calcio giocato, a 35 anni. L'attaccante tedesco del Chievo lo ha confermato ieri: "Al 99% questa è la mia ultima stagione. Il futuro? Sono consulente della Coca Cola e collaboro con la Nike. E in vista anche dei Mondiali del 2006 in Germania spero di poter lavorare per il comitato organizzatore. Di certo posso dire che non farò l'allenatore".




Dal sito www.calciatori.com
29 luglio 2004

GERMANIA, IL TEAM MANAGER SARA' BIERHOFF
Oliver Bierhoff e' stato nominato team manager della nazionale tedesca. Lo ha ufficializzato la Federcalcio della Germania. L'ex attaccante di Udinese e Milan affiancherà quindi nelle scelte tecniche il ct della Germania Jurgen Klinsmann per i prossimi due anni. Klinsmann e Bierhoff succedono quindi a Rudi Voeller.




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 5 luglio 2019)
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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 aprile 2020)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 luglio 2020)