Massimo AMBROSINI

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche giocatore
  Massimo AMBROSINI

Nato il 29.05.1977 a Pesaro

Centrocampista (C), m 1.82, kg 72

Stagioni al Milan: 17, dal 1995-96 al 1996-97 e dal 1998-99 al 2012-13

Proveniente dal Cesena

Esordio nel Milan in gare ufficiali e in Coppa Italia il 30.08.1995: Pescara vs Milan 1-4

Esordio nel Milan in Serie A il 05.11.1995: Milan va Cagliari 3-2

Ultima partita giocata con il Milan il 19.05.2013: Siena vs Milan 1-2 (Campionato)

Totale presenze in gare ufficiali: 489

Reti segnate: 36

Palmares rossonero: 4 Scudetti (1995-96, 1998-99, 2003-04, 2010-11), 2 Champions League (2003, 2007), 1 Coppa Italia (2003), 2 Supercoppe Europee (2003, 2007), 2 Supercoppe Italiane (2004, 2011), 1 Mondiale per Club (2007)

Esordio in Nazionale Italiana il 28.04.1999: Croazia vs Italia

Ultima partita giocata in Nazionale Italiana nel 2008: .....

Totale presenze in Nazionale Italiana: 35

Reti segnate in Nazionale Italiana: 0




Ha giocato anche con il Cesena (B), il Vicenza (A), la Fiorentina (A).



Dal sito www.wikipedia.it

GLI INIZI IN ROMAGNA
Ambrosini ha iniziato la sua carriera nel Cesena, giocando nel settore giovanile dal 1992 al 1994.
Nella stagione 1994-1995, a 17 anni, è stato inserito in prima squadra dall'allenatore Bruno Bolchi. Ha esordito nella partita di Coppa Italia Cesena-Genoa (0-1). Si è messo quindi in evidenza nel campionato di Serie B, giocato da protagonista totalizzando 25 presenze e 1 gol contro il Lecce.

I PRIMI ANNI AL MILAN
Nell'estate del 1995, a 18 anni, Ambrosini è stato ingaggiato dal Milan allenato da Fabio Capello per 3,7 miliardi di lire, e ha iniziato così la sua lunga avventura con la maglia rossonera. Nelle prime due stagioni il giovane centrocampista pesarese è stato chiuso da giocatori quali Demetrio Albertini e Marcel Desailly, ma è riuscito comunque a trovare spazio giocando in tutte le competizioni.
Dopo aver esordito in maglia rossonera nella gara di Coppa Italia Pescara-Milan (1-4), Ambrosini ha fatto il suo esordio in Serie A il 5 novembre 1995, in Milan-Cagliari (3-2). Ha esordito anche nelle coppe europee il 12 settembre dello stesso anno in Milan-Zaglebie Lubin (4-0), partita valida per i trentaduesimi di Coppa UEFA 1995-1996. La stagione 1995-1996 si è chiusa con la vittoria del suo primo scudetto, al quale Ambrosini ha contribuito con 7 presenze.
Nella stagione seguente il 25 settembre 1996 ha debuttato in Champions League nella partita Rosenborg-Milan (1-4) giocata a Trondheim. È entrato anche maggiormente nelle rotazioni della squadra, totalizzando 18 presenze complessive.

IL PRESTITO AL VICENZA
Nell'estate del 1997 il Milan ha ceduto Ambrosini in prestito al Vicenza, squadra detentrice della Coppa Italia, per permettergli di giocare con continuità e fare esperienza.
Ambrosini ha disputato un buon campionato, condito da 27 presenze e 1 gol. Anche in Coppa delle Coppe, dove il Vicenza è stato eliminato in semifinale dal Chelsea, si è reso protagonista con 6 presenze.

IL RITORNO IN ROSSONERO
Dalla stagione 1998-1999 Massimo Ambrosini torna a essere definitivamente rossonero. Con la maglia numero 23 sulle spalle e con Zaccheroni in panchina, ha vinto il suo secondo scudetto. L'allenatore Zaccheroni ha creduto in lui e ne ha fatto ben presto uno dei punti fermi del centrocampo rossonero in coppia col veterano Albertini. Il 2 maggio 1999 ha realizzato il suo primo gol con il Milan, un tiro di sinistro da fuori area nella partita Milan-Sampdoria (3-2), che si è rivelata decisiva per la conquista dello scudetto.
La stagione 1999-2000 si è rivelata importante per la definitiva consacrazione di Ambrosini, che ha collezionato 29 presenze in campionato, 4 in Coppa Italia e 2 in Champions League.
La stagione successiva si è aperta nel migliore dei modi per poi diventare negativa. Il centrocampista ha realizzato 3 gol in campionato tutti decisivi alla Juventus nella terza giornata, al Napoli nell'ottava e al Verona nell'undicesima, oltre a un altro in rovesciata contro la Fiorentina in Coppa Italia. Ma nel febbraio 2001, nelle battute finali della partita casalinga contro la Reggina, ha subito un grave infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.
È tornato in campo 10 mesi più tardi, andando anche in gol contro il Verona a San Siro. Nonostante gli infortuni Ambrosini è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante. Nella stagione 2001-2002 ha segnato contro il Torino il gol-vittoria, che ha smorzato la contestazione dei tifosi per i risultati negativi della squadra e ha dato inizio alla rincorsa al 4º posto, conclusasi poi positivamente.
Anche sotto la guida di Carlo Ancelotti, Ambrosini si è rivelato un tassello importante della squadra che ha conquistato la Champions League 2002-2003, la Coppa Italia (con Ambrosini tra i marcatori nella finale di andata contro la Roma) e lo scudetto 2003-2004, quest'ultimo ottenuto anche grazie ad un suo gol di testa realizzato allo Stadio Olimpico contro la Lazio. Importantissimo è un altro suo gol realizzato contro il PSV Eindhoven nelle semifinali di Champions League 2004-2005 che ha consentito al Milan di accedere alla finale di Istanbul persa contro il Liverpool.
Nella stagione 2006-2007, dopo un infortunio iniziale, Ambrosini ha riconquistato il suo posto nel Milan, formando con Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo un centrocampo molto forte. La squadra si è schierata infatti con due incontristi e con Kaká più avanzato e vicino all'unica punta, soluzione che ha permesso ai rossoneri di vincere la Champions League 2006-2007 contro il Liverpool nella finale giocata ad Atene. Ambrosini ha realizzato anche due gol in campionato, entrambi decisivi per il risultato finale di 1-0: contro la Sampdoria e contro l'Atalanta, in entrambi i casi a San Siro. Durante la festa milanista per la vittoria della Champions League, Ambrosini si è reso protagonista di un gesto irriverente, di cui il giorno seguente si è poi scusato: ha esposto, dal bus scoperto sopra cui i giocatori del Milan festeggiavano tra la folla, uno striscione passatogli da un tifoso milanista con scritto "Lo scudetto mettilo nel culo" rivolto ai giocatori e ai tifosi dell'Inter, vincitori dello scudetto 2006-2007. Nella stagione 2008-2009 Marco Materazzi e alcuni compagni dell'Inter hanno poi risposto a tale striscione con un altro dalla dicitura "Nel mio c... c'è ancora posto", che ha provocato ulteriori polemiche.
Il 31 agosto 2007, vista l'assenza di Paolo Maldini, a Monte Carlo è stato Ambrosini, con la fascia di capitano, a ricevere ed alzare al cielo la Supercoppa UEFA vinta contro il Siviglia.
Nel campionato 2008-2009, ha realizzato contro il Bologna la prima rete stagionale del Milan, come era già accaduto nella stagione precedente contro il Genoa. Questa stagione si è rivelata la migliore dal punto di vista realizzativo con 8 reti (in precedenza non ne aveva mai segnate più di 4 in una singola stagione), di cui ben 7 in campionato. È inoltre risultato il quinto marcatore rossonero della stagione, il migliore tra i centrocampisti.
Nella stagione 2009-2010, dopo il ritiro di Maldini, Ambrosini è diventato il capitano del Milan e il 7 febbraio 2010 contro il Bologna ha disputato la 300ª partita in Serie A. Nella stagione seguente il 1º maggio 2011, sempre contro la squadra emiliana, ha giocato la sua 300ª partita con la maglia del Milan in campionato e una settimama più tardi, il 7 maggio 2011, ha vinto il 4º scudetto con la maglia rossonera, primo da capitano, a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma. Il 19 maggio 2011 ha rinnovato il contratto con il Milan, in scadenza a fine stagione, fino al 30 giugno 2012.
Il 6 agosto 2011 ha vinto la Supercoppa italiana con il Milan battendo l'Inter a Pechino per 2-1 e alla fine della stagione 2011-2012, nel corso della quale ha disputato 31 partite segnando un gol, il 16 maggio 2012 ha prolungato di un anno il contratto con il Milan, fino al 30 giugno 2013.

NAZIONALE
Nel 1995 Ambrosini ha fatto il suo esordio nella Nazionale Under-21, di cui è stato un punto fermo per molti anni. Con l'Under-21, sotto la guida del commissario tecnico Marco Tardelli, ha partecipato ai Giochi Olimpici di Sydney nel 2000.
Ambrosini ha esordito in Nazionale maggiore il 28 aprile 1999 a Zagabria contro la Croazia, sotto la direzione di Dino Zoff. Ambrosini è stato convocato per gli Europei 2000, in cui il giocatore ha collezionato 3 presenze tra cui quella nella finale persa contro la Francia. La sua carriera con gli azzurri però è proseguita a fasi alterne, complice i tanti infortuni che lo hanno limitato negli anni.
Dopo 2 anni di assenza, Ambrosini è tornato nel giro della Nazionale nel 2006, nella gestione di Roberto Donadoni. All'inizio della stagione 2007-2008, inoltre, l'assenza di infortuni e le ottime prestazioni in campionato hanno permesso al centrocampista del Milan di diventare una pedina fondamentale della selezione azzurra. Dopo il suo positivo rientro nel gruppo, è stato inserito nella lista dei 23 convocati per gli Europei 2008 in Austria e Svizzera.
All'inizio del biennio successivo non viene più convocato dal CT Marcello Lippi.
Ha collezionato 35 presenze in Nazionale di cui una da capitano il 16 agosto 2006 in Italia-Croazia (0-2), la prima partita del CT Donadoni.




Dal libro "Seconda Pelle"

"Sono arrivato al Milan quando avevo appena compiuto diciotto anni e da allora conservo la prima, la seconda e la terza maglia di ogni stagione; Le tengo tutte insieme, in una valigia, e sono il mio personale e indelebile ricordo della mia carriera, della mia storia in rossonero e pertanto, in gran parte, della mia vita. Ne ho indossate di ogni tipo, di ogni colore (ricordo quella oro ai tempi della Opel), con e senza colletto, con ogni tipo di cucitura, di materiale, di stile. Me le ricordo tutte, perché ogni maglia è associata a persone, a momenti con i miei compagni sul campo, a episodi particolari. Ricordo che all'inizio della mia carriera regalavo la maglia solo alle persone più care perché pensavo fossero le sole a comprendere cosa significasse per me. Oggi invece sono felice quando la vedo indossata dai miei figli Federico ed Angelica. Poi ci sono le maglie dei trofei, con le quali ho vissuto momenti indimenticabili. Quelle meritano un posto speciale, nella mia casa, ognuna nella propria cornice e con le firme dei compagni con i quali ho condiviso la gioia di quei momenti. E' l'orgoglio di chi, come me, ha avuto il privilegio di indossare la maglia di un solo Club nella vita: E' il senso assoluto di appartenenza a questa società, a questi colori, è una seconda pelle, perché quando la indossi senti che questa maglia è tua, lei ti appartiene tanto quanto tu appartieni a lei." (Massimo Ambrosini)




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Preparazione ai Mondiali 2010 in Sudafrica: Massimo Ambrosini e Gennaro Gattuso
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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Massimo Ambrosini, stagione 2010-11



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 12 giugno 2013)
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30 giugno 2013, Grazie Capitano!
Il Milan saluta Massimo Ambrosini



"Da piccolo giocavo nell'Adriatico, una squadra della città. Ma la maggior parte del tempo la passavo al campetto del Cristo Re. Si tratta di una parrocchia del centro di Pesaro, quartiere mare. Era a 200 metri da casa mia. In città è un posto sacro per il calcio di strada. Ci giocavano personaggi che poi diventavano leggende. Andavi lì a guardare i più grandi giocare e imparavi le prime regole di sopravvivenza.
È proprio in quel campetto durante un torneo post-campionato, che vengo visionato da osservatori del Cesena.
Il regionale per Cesena partiva alle 13.24, me lo ricordo come fosse ieri. Il primo anno ero in terza media. Uscivo dieci minuti prima della campanella e fuori c'era mio padre. Io gli davo lo zaino, lui mi dava il borsone e il contenitore con la pasta. Mi incamminavo verso la stazione mangiando. L'essere timido rappresentava una mia debolezza e il primo anno ho avuto molte difficoltà, perché era tutto nuovo. Nonostante il nonnismo del Cristo Re ero più bambino di molti miei coetanei.
Arrivai in Romagna come attaccante, era il ruolo che avevo nell'Adriatico. Il primo anno non ho praticamente mai giocato. Le altre punte erano più brave di me. A fine stagione ho detto ai miei che volevo tornare nell'Adriatico e loro mi hanno detto: 'Massimo fai come vuoi ma secondo noi non si molla alla prima difficoltà. Prova anche l'anno prossimo. Se poi continui a non essere felice, allora lasci'. Dall'anno dopo è cambiato tutto, grazie a mister Davide Ballardini che ha avuto l'intuizione di farmi giocare a centrocampo.
Infatti un lunedì ero seduto sul divano con mio padre, trasmettevano un programma sportivo che parlava solo del Cesena, a un certo punto chiedono ad un dirigente un nome da tenere d'occhio per il futuro e lui fa il mio. Era la prima volta che sentivo dire Ambrosini in tv. Mi si è gelato il sangue.
Da lì è partita la mia carriera, dopo un anno da titolare nel Cesena, la scena chiave è ancora attorno al divano del salotto di casa mia. Lo ricordo come se fosse ieri, la tv questa volta era spenta e i miei genitori stavano ascoltando il mio procuratore mentre sorseggiava il caffè fatto da mia madre. Era venuto a dirci che mi volevano Lazio e Fiorentina, ma che il Milan poteva chiudere tutto in poco tempo. Io non ho esitato un istante, volevo il Milan.
A quel punto il mio procuratore guardò i miei e disse: 'iniziate ad abituarvi all'idea che l'anno prossimo non lo avrete più in casa con voi, non disperate però, quando vi manca accendete la tv, lo troverete lì a giocare nei più grandi stadi d'Europa'. Il giorno dopo mi ritrovai a Milanello accanto a Franco Baresi". (Massimo Ambrosini)




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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 20 settembre 2019)



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