Giuseppe Ferruccio VIANI
"Gipo"

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche allenatore
  Giuseppe Ferruccio VIANI

Nato il 13.09.1909 a Treviso, † il 06.01.1969 a Ferrara

Allenatore e Direttore Tecnico, m 1.83, kg 83

DA ALLENATORE:

Stagioni al Milan: 2, dal 1956-57 al 1957-58

Soprannome: “Gipo”, “Sceriffo”

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie A) il 16.09.1956: Milan vs Triestina 2-1

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 28.05.1958: Real Madrid vs Milan 3-2 d.t.s. (Coppa dei Campioni)

Totale panchine in gare ufficiali: 80

Palmares rossonero: 1 Scudetto (1956-57)

DA DIRETTORE TECNICO:

Stagioni al Milan: 7, dal 1958-59 al 1964-65

Esordio sulla panchina del Milan da D.T. l'08.06.1958: Como vs Milan 0-5 (Coppa Italia)

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 06.06.1965: Cagliari vs Milan 2-1 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 296

Palmares rossonero: 2 Scudetti (1958-59, 1961-62), 1 Coppa dei Campioni (1963)




Ha giocato con il Treviso (B), l'Internazionale (A), la Lazio (A), il Livorno (A), la Juventus (A), il Siracusa (C), la Salernitana (C).

Ha allenato anche il Siracura (*), la Salernitana (C, B), il Benevento (*), la Lucchese (A), il Palermo (A), la Roma (B), il Bologna (A); è stato Direttore Tecnico del Genoa (B) e dell'Udinese (C). Nel 1960 ha guidato anche la Nazionale A.

"Arrivato al Milan, dal Bologna, per volere di Andrea Rizzoli, Viani è diventato subito "lo sceriffo". Questo per i modi duri e spicci sui quali basava il suo rapporto con i giocatori. Un esempio, la polemica con Josè Altafini. Viani, per scuoterlo, lo ribattezzò "coniglio" e il fuoriclasse rossonero in tutta risposta tornò in Brasile. Ricco di aneddoti il suo rapporto con un'altra personalità vivace, tale Nereo Rocco." (Da Figurine "Master Card Edizione 1992-93")

"Per cercare di porre rimedio alla fragilità difensiva della Salernitana, Viani diede la maglia numero nove, normalmente destinata al centravanti, ad un marcatore Piccinini. Lui prendeva in custodia l'attaccante avversario e Buzzegoli veniva spostato nella posizione di battitore libero. Priva della punta centrale la Salernitana attaccava soprattutto sulle fasce mettendo in crisi le difese avversarie disposte nel rigido sistema tradizionale. Questo nuovo modulo, inventato da Gipo Viani, prende il nome di "Vianema". Se Buzzegoli sia stato il primo libero del calcio italiano e non invece Blason (che Nereo Rocco impiega nello stesso modo nello stesso anno) è un mistero tuttora irrisolto. Grazie a questo sistema la Salernitana conquistò la serie A e Viani il Milan dove, però, cominciò a predicare il calcio totale ancor prima degli olandesi. La sua nazionale olimpica impose all'attenzione internazionale giocatori come Rivera, Bulgarelli, Trapattoni e Burnich. Trasformatosi in Direttore Sportivo Viani divenne il primo vero re del mercato. Benitez alla Roma in cambio di Sormani e Schnellinger è solo uno dei suoi colpi." (Dal sito ufficiale AC Milan.com)

"Direttore tecnico con delega per il mercato, funge da filtro e collegamento tra i giocatori e la presidenza, in aggiunta al ruolo di supervisore tecnico che provocherà qualche attrito con Rocco, con il quale il rapporto si era deteriorato. Scomparso il 6 gennaio 1969." (Da "Forza Milan!" di maggio 2003, di Luigi La Rocca, Milano)



Dal sito www.wikipedia.org

GIOCATORE
Cresce calcisticamente nelle file dell'Olimpia di Treviso in Terza Divisione e del Treviso in Prima Divisione.
Nel 1929 viene ceduto, assieme a Umberto Visentin, all'Ambrosiana. Esordisce in Serie A il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno (2-1). Nella stagione 1929-30 vince lo scudetto con la squadra milanese. Dopo sette stagioni in maglia nerazzurra, gioca con Lazio, Livorno e Juventus. Termina la carriera calcistica nel Siracusa.

ALLENATORE
Dopo le esperienze alla guida del Siracusa e del Benevento (con cui vinse il campionato di C, anche se il club per motivi economici non formalizzerà l'iscrizione alla B) passò alla Salernitana, in Serie B. Con i campani conquistò la promozione in massima serie adottando un modulo tattico originale. Il sistema, detto Vianema in onore dell'allenatore, prevedeva l'assenza dell'attaccante centrale, impiegato come un libero, e una manovra offensiva molto efficace avviata sulle fasce laterali. Dopo aver allenato Lucchese, Palermo, Roma e Bologna, nel 1956 fu ingaggiato dal Milan, che condusse alla vittoria di 2 scudetti (1956-57 e 1958-59) e ad una finale di Coppa Campioni persa 3-2 ai Supplementari con il Real Madrid nel 1958.
In seguito fu commissario tecnico della Nazionale italiana e diresse il Genoa, ancora il Bologna e infine l'Udinese. Per tutta la sua carriera fu accompagnato dal soprannome "Lo Sceriffo", tanto per i suoi metodi risoluti quanto per una notevole somiglianza con John Wayne star indiscussa dei film western.

DIRETTORE TECNICO
Terminata la carriera di allenatore, ricoprì l'incarico di direttore tecnico del Milan, confermando anche in questa veste le sue notevoli capacità. Concluse un affare assai vantaggioso con la Roma: Benitez passò in giallorosso in cambio del trasferimento al Milan di Sormani e Schnellinger.





Giuseppe Viani ai tempi dell'Ambrosiana-Inter


(dal sito www.wikipedia.it)



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(by Giorgio Verzini)



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(da "Il Calcio Illustrato", 1936-37)



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Nils Liedholm e Gipo Viani, stagione 1956-57
(dal "Corriere della Sera" del 14 dicembre 1956)
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1961, Gipo Viani con Giovanni Trapattoni
(per gentile concessione di Gianni Righetto)



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Permesso di soggiorno in Brasile, anno 1961
(per gentile concessione di Ivano Piermarini)



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(Archivio Magliarossonera.it)


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(dal sito www.wikipedia.it)




Quando dava del "coniglio" a Josè Altafini...


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(dal "Corriere dello Sport", estate 1957)
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(Archivio "Gazzetta dello Sport")



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Carletto Galli e Gipo Viani al Campo Pavesi di Milano, 1958-59
(Archivio Magliarossonera.it)
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(dal libro "Giallo, rosso e nero" di Mario Bardi (1964),
per gentile concessione di Riccardo Gaggero)



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Gipo Viani, uno "Sceriffo" a Milanello, primi anni '60
(by Lucia Ravenda)
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Viani e Altafini
(dal "Corriere della Sera" del 31 gennaio 1963)



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(dal libro "Giallo, rosso e nero" di Mario Bardi, 1964, per gentile concessione di Riccardo Gaggero)
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Gipo Viani in un disegno di Achille Superbi
(dal "dal Guerin Sportivo", grazie ad Andrea Leva)



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Scienziato e ideologo di calcio e al tempo stesso gestore pratico di giocatori e mercato nella società calcistica più moderna
e spettacolare degli anni del Boom: il Milan di Andrea Rizzoli che domina tra '50 e '60 in Italia e in Europa con scudetti,
Coppa Latina, sfiorando la Coppa Campioni e poi vincendola nel 1963, prima squadra italiana della storia a riuscirci.
Gipo Viani personaggio epocale dell'AC Milan e del calcio italiano. Foto meravigliosa da cui emerge la sua presenza scenica assoluta
(by Nino Cartosio)



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(da "MilanInter" del 10 febbraio 1964)
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(da "MilanInter" del 9 marzo 1964)



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(by Giorgio Viani)
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Gipo Viani ai tempi del Bologna, 1967-68



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(Archivio "Gazzetta dello Sport")
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(da "Il Calcio Illustrato")





I funerali di Gipo Viani, gennaio 1969
(da "L'Unità")
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La morte di Viani
(da "La Stampa" del 7 gennaio 1969)



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(Archivio "Gazzetta dello Sport")



Dal sito www.glieroidelcalcio.com

6 GENNAIO 1969 - MUORE GIPO VIANI
GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) -"Giuseppe Viani, uno dei più noti tecnici del calcio italiano, è morto questa notte in un albergo di Ferrara, stroncato da infarto. Aveva 59 anni. Viani si era recato a Ferrara ieri sera, in auto, proveniente da Udine dove aveva seguito l'incontro di serie C fra l'Udinese (la squadra affidata alla sua guida tecnica) ed il Piacenza. Nella giornata di ieri Viani aveva accusato un attacco febbrile, con pressione bassa e pulsazione elevata: il medico sociale dell'Udinese lo aveva infatti sconsigliato dall'assistere alla partita. Ma il tecnico aveva voluto seguire la gara, conclusasi con la vittoria del Piacenza per 2 a 0. Subito dopo era salito in auto per raggiungere Bologna, dove oggi avrebbe dovuto incontrarsi con alcuni dirigenti della società rossoblù: giunto a Ferrara verso le 23,30, dopo una sosta a Padova, Viani si fermava per trascorrere la notte.
In albergo, Viani si è ritirato in camera verso la mezzanotte chiedendo di essere svegliato stamane alle nove: questa mattina è stato trovato cadavere, a letto, dall'inserviente che aveva bussato alla porta per svegliarlo. La morte, secondo il dottor Alberto Mascellani, accorso per primo al capezzale di Viani, è stata causata da infarto: il decesso dovrebbe essere avvenuto verso le sette." (Cit. La Stampa, 7 gennaio 1969).
Così il quotidiano "la Stampa", cinquant'anni fa, iniziava l'articolo dedicato alla notizia della scomparsa di Gipo Viani avvenuta il 6 gennaio 1969.
Giuseppe Ferruccio Viani, detto Gipo, nasce a Treviso, il 13 settembre 1909. Il padre era direttore di banca e la mamma faceva parte di una nobile famiglia veneziana. I genitori volevano che diventasse un veterinario, ma lui desiderava diventare avvocato. Nessuno, lui per primo, aveva fatto i conti con la sua grande passione: il calcio. Lasciati i libri cresce calcisticamente nelle file dell'Olimpia di Treviso e poi nel Treviso. Ceduto all'Ambrosiana esordisce in Serie A il 6 ottobre 1929 in Ambrosiana-Livorno (2-1) e nella stessa stagione si laurea Campione d'Italia. Cambia ruolo e da attaccante si trasforma in centromediano, iniziando così una splendida carriera. Dopo sei stagioni in maglia nerazzurra, approda alla Lazio, poi al Livorno e alla Juventus. Chiude con il calcio giocato nel Siracusa e nella Salernitana.
Come è spesso capitato, è nelle vesti di allenatore che ebbe i maggiori successi, contribuendo a scrivere pagine importanti nel calcio italiano anche sotto il profilo tattico, inventando, si dice, la tattica che da lui prende il nome, il "vianema", un arretramento di un attaccante a centrocampo per consentire ad un mediano di aiutare la difesa.
Contribuisce, insieme a Rocco, a far vincere tre scudetti e una Coppa dei Campioni al Milan, quella del 1963. Un uomo descritto come duro, impetuoso che arriva a "governare" anche il calcio mercato: nulla si muove se non passa da lui.Incappa in un paio di incidenti automobilistici molto gravi che ne segnano il fisico e la carriera, in una vita avventurosa e a "cavallo" del calcio italiano per quarant'anni. Un calcio che ancora oggi non lo ha dimenticato.



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(dal sito www.glieroidelcalcio.com)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 3 gennaio 2022)
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(dal "Corriere dello Sport" del 14 luglio 2022)