Italo GALBIATI

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Scheda statistiche allenatore
  Italo GALBIATI

Nato l'08.08.1937 a Milano, † l'08.03.2023 a Milano

Allenatore, Allenatore in Seconda e Allenatore Squadra "Primavera", m ....., kg .....

Stagioni al Milan: 14, Allenatore nel 1980-81 (subentrato a Massimo Giacomini a giugno 1981), nel 1981-82 (subentrato a Luigi Radice a gennaio 1982) e nel 1983-84 (subentrato ad Ilario Castagner il 31 marzo 1984) e Allenatore in Seconda dal 1982-83 al 1983-84 (secondo di Ilario Castagner), dal 1987-88 al 1990-91 (secondo di Arrigo Sacchi), dal 1991-92 al 1995-96 (secondo di Fabio Capello) e 1997-98 (secondo di Fabio Capello).
Allenatore Squadra "Primavera" dal 1980-81 al 1981-82 e nel 1986-87.

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Campionato (Serie B) il 21.06
.1981: Pescara vs Milan 1-0

Ultima partita sulla panchina del Milan
il 10.06.1984: Milan vs Roma 1-2 (Coppa Italia)

Totale panchine in gare ufficiali: 26

Palmares rossonero da Allenatore: 1 Promozione in Serie A (1980-81)

Palmares rossonero da Allenatore in Seconda: 1 Mitropa Cup (1981-82), 5 Scudetti (1987-88, 1991-92, 1992-93, 1993-94, 1995-96), 3 Coppe dei Campioni (1989, 1990, 1994), 2 Coppe Intercontinentali (1989, 1990), 3 Supercoppe Europee (1989, 1990, 1994), 4 Supercoppe di Lega (1989, 1992, 1993, 1994)

Palmares personale: 1 Campionato Spagnolo (1996-97, Real Madrid - da Allenatore in Seconda con Fabio Capello), 1 Campionato Italiano (2000-01, Roma - da Allenatore in Seconda con Fabio Capello)




Ha giocato nel ruolo di mediano sinistro con il Lecco (A, B), il Como (C) e l'Inter (A).

Dal 1970, con una breve parentesi di un anno all'Inter (1972-73) entrò a far parte a pieno titolo (anche come Responsabile) del settore giovanile rossonero.

Allenatore in Seconda (sempre con Fabio Capello) anche del Real Madrid, della Roma, della Juventus e della Nazionale Inglese (dal 2008, attualmente in carica).

Nel 2007-08 è stato richiamato dal Milan in qualità di Osservatore.

"C'è solo una cosa che Italo Galbiati ama come il calcio: stare dietro le quinte. Lui che di cose rossonere ne sa come pochi e che potrebbe raccontarle per giorni sulle prime pagine di tutti i giornali, preferisce continuare il suo lavoro. Sul campo, fra i suoi ragazzi, a fianco dell'allenatore. Grande depositario di tutto, esternatore del nulla. Galbiati sa dare valore al silenzio." (Da Figurine "Master Card Edizione 1992-93)

"Realizza poche imprese da calciatore, si riscatta da allenatore. Prima di passare in rossonero (è stato il vice di Fabio Capello alla Juventus, al Real Madrid ed alla Roma, n.d.L.), lavora per il vivaio interista. Fiore all'occhiello: la scoperta di Bergomi." (Dal sito inter.it)



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Una Squadra Giovanile del Milan 1970-71 a Coverciano. Italo Galbiati è il primo in piedi, da sinistra
(per gentile concessione di Rossano Corti)



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La rosa del Milan 1971-72
(da "Forza Milan!", per gentile concessione di Renato Orsingher)


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Ai tempi dell'Internazionale, 1959
(dal sito www.inter.it)
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Italo Galbiati, stagione 1981-82
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San Siro: Italo Galbiati, Maurizio Mosca e Rino Ammendola
(per gentile concessione di Lorenzo Ammendola)



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Collovati, Jordan, Galbiati e Piotti in allenamento, 1981-82



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31 gennaio 1982, Fiorentina vs Milan 1-0,
la panchina rossonera, con il dirigente accompagnatore Franco Ghizzo, il dottor G.B. Monti e Italo Galbiati
(per gentile concessione di Andrea Leva)





Stagione 1989-90


Stagione 1992-93



Dal sito milanblogclub.iobloggo.com
di Sergio Taccone

ITALO IL BUONO, MISTER EMERGENZA
Ha vissuto momenti difficili e altri trionfali. Al termine della stagione 81/82 sfiorò la salvezza dopo aver vinto la Mitropa Cup. Poi, accanto a Sacchi e Capello negli anni trionfali dell'era Berlusconi
Italo Galbiati, scopritore di talenti, allenatore in seconda, uomo che ha sempre prediletto di stare dietro le quinte. Da giocatore fu un mediano, con un passaggio anche all'Inter. E' uno che sa di Milan come pochi, avendo vissuto vari momenti della società rossonera. Nei primi anni 80 fu chiamato spesso a portare a termine alcuni campionati, dopo esoneri e abbandoni improvvisi.
Fu così nel giugno '81: Giacomini, a promozione acquisita, si dimise in aperta polemica con Rivera e Vitali. In panchina, nell'ultima giornata di B, contro il Pescara, andò Galbiati che poi guidò il Milan nella prima edizione del Mundialito Clubs, kermesse che sancì il ritorno rossonero nel calcio che conta. Con Gigi Radice, chiamato a riportare in alto i colori rossoneri, Italo occupò nuovamente il ruolo di secondo, un braccio destro affidabile, competente ed umile.
La squadra rossonera, che sembrava in grado di competere con le grandi della A, finì nelle secche ammorbanti del fondo della classifica, da dove non riuscì a risalire. Esonerato l'ex tecnico del Toro scudettato nel '76, Galbiati fu chiamato ad una vera "missione impossibile", la salvezza, avendo preso il diavolo al penultimo posto, con soli 12 punti dopo sedici giornate, in piena bagarre retrocessione.
Il risveglio dei rossoneri arrivò fuori tempo massimo, vanificando persino un finale di stagione con un andamento da squadra in lotta per il titolo. Da allenatore "titolare" ha conquistato soltanto la Mitropa Cup, quel mercoledì 12 maggio '82 in cui il Milan piegò i cecoslovacchi del Vitkovice con i gol su rigore di Baresi e Jordan e la staffilata da cineteca di Cambiaghi.
A Cesena, nel pomeriggio che condannò il Milan alla seconda retrocessione, rimase la sua espressione delusa dopo aver appreso del pareggio del genoano Faccenda, complice il "pasticciaccio" di Castellini.
Tornò vice-allenatore con Ilario Castagner, con il quale condivise la trionfale cavalcata nella B 82/83. Un anno dopo, Farina affidò a Galbiati la panchina dopo l'esonero dell'ex tecnico del Perugia, accusato dal presidente rossonero di essersi accordato con l'Inter.
Dal "Piccolo diavolo" al "Diavolo dominatore" passarono pochi anni. Nel 1987/88 era il vice di Arrigo Sacchi. Stagioni che hanno permesso a Galbiati, che rimase vice anche con Fabio Capello, di seguire da un osservatorio privilegiato l'epopea del Milan trionfatore in Italia, in Europa e nel Mondo.
Nel febbraio del 1992, il grande "milanogo" del Corriere della Sera, Alberto Costa, lo definì "un'istituzione rossonera". Il supervisore del settore giovanile, l'abile scopritore di talenti, successivamente svezzati con grande competenza, l'osservatore capace di restare ad alti livelli per anni e anni.
"Un bonario carabiniere in rossonero", aggiunse Costa, capace di "dare ripetizioni di tecnica calcistica a chi avverte la necessità di un aggiornamento professionale", per limare i piedi, come amava ripetere Galbiati.
Il migliore ritratto di Italo Galbiati è quello che una marca di figurine pubblicò nei primi anni Novanta. Eccolo: "Lui che di cose rossonere ne sa come pochi e che potrebbe raccontarle per giorni sulle prime pagine di tutti i giornali, preferisce continuare il suo lavoro. Sul campo, fra i suoi ragazzi, a fianco dell'allenatore. Grande depositario di tutto, esternatore del nulla. Galbiati sa dare valore al silenzio".




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16 maggio 1982, Cesena vs Milan 2-3: Farina si dispera dopo aver appreso
del pareggio del Genoa a Napoli. Sulla destra, Italo Galbiati




Immagini varie di Italo Galbiati
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Belgrado, 1988.
Ripetizione di Stella Rossa vs Milan: Virdis, Galbiati, Michele Persichini e Pinato


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(by Paolo Tarozzi)
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Il post di Franco Baresi
dedicato a Italo Galbiati
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"Ciao mio primo grande Mister, RIP."
Il post di Giorgio Tomba
dedicato a Italo Galbiati




Foto by Giuseppe Pellicciari
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La scheda di Italo Galbiati
(a cura di Fabrizio Schmid)



Dal sito www.gazzetta.it
8 marzo 2023

È MORTO ITALO GALBIATI, STORICO VICE DI CAPELLO: AVEVA 85 ANNI
Dopo la carriera da giocatore per 18 anni ha fatto parte dello staff tecnico del Milan dove è iniziato il sodalizio con Don Fabio, che poi ha seguito alla Roma, al Real e alla Juve. È stato anche suo vice nelle due esperienze da c.t. con Inghilterra e Russia
Arrigo Sacchi sostiene sempre: "Di un calciatore ho sempre guardato prima la testa e poi i piedi. Quelli, in un modo o nell'altro, si accomodano, si aggiustano...". Verità assoluta, perché un grande talento con poca intelligenza non andrà molto lontano, mentre un giocatore normale, ma con la testa sulle spalle sicuramente farà un'ottima carriera. Certo, poi ci vuole uno che i piedi poco educati sappia "accomodarli", che dedichi tempo allo sviluppo tecnico di un ragazzo, che lo sottoponga a costanti esercizi. Questo, al Milan, all'epoca di Sacchi e di Capello (ma anche prima), è stato Italo Galbiati.
Non soltanto un vice-allenatore, uno che sapeva dare consigli, ma un uomo che riusciva a ottenere la fiducia dei giovani, li plasmava e li migliorava. Quanti piedi ha accomodato Italo! Quanti giocatori che sono diventati poi campioni senza di lui non avrebbero fatto tanta strada! Galbiati era sempre pronto, in tuta e scarpette, a prendere da parte un ragazzo, o anche un giocatore più navigato, per fargli stoppare il pallone, per farlo colpire di testa, per corregger ela postura del corpo quando calciava in porta.
Lo trovavi sui campi di Milanello dalla mattina alla sera, perché viveva il lavoro come una missione. La sua opera, per fare un paragone, potrebbe essere assimilata a quella di un maestro elementare: deve insegnare ai bambini a contare, a leggere, a tenere in mano la matita. E deve farlo senza far pesare il suo ruolo. Galbiati era davvero straordinario in questa attività: non c'è giocatore che sia passato dal Milan che non gli debba qualcosa. Dai minori ai grandissimi, perché a volte anche Franco Baresi si fermava con Italo a fare esercizi di tecnica individuale, a provare l'anticipo, a colpire di testa.
E poi c'era il momento della partita e Galbiati, fedele al suo ruolo, si metteva a fianco dell'allenatore e parlava soltanto se veniva richiesto di un parere. Mai una volta che abbia derogato da questo metodo. Sapeva stare nell'ombra, ma per Sacchi o per Capello la sua era una presenza fondamentale, una specie di albero al quale aggrapparsi quando c'era bisogno di uin consiglio, di un suggerimento. La fedeltà, per Italo, non era un dovere, ma uno stile. Mai una volta che abbia spifferato ai giornalisti la formazione alla vigilia di una partita, nemmeno a quei cronisti che con lui aveva una familiarità di anni, mai una volta che si sia sognato di svelare uno schema nuovo, un'idea provata in allenamento.
Muto come un pesce, Italo sgusciava prima delle conferenza stampa dell'allenatore e non lasciava trapelare nulla nemmeno con i movimenti del volto o della bocca. Per lui esistevano il Milan, i suoi ragazzi da crescere e il tecnico al quale aveva, con i comportamenti più che con le parole, giurato eterna fedeltà. Averne di maestri così al giorno d'oggi.




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Per coloro che desiderano essere presenti, si comunica che le esequie di Italo Galbiati
avranno luogo sabato 11 p.v. alle ore 11.00 in Milano, presso la parrocchia “San Pio V”, sita in via Lattanzio 60



Sabato 11 marzo 2023, Milano: le esequie di Italo Galbiati (foto di Luigi La Rocca)
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