Ilario CASTAGNER

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(Archivio Magliarossonera.it)


Scheda statistiche allenatore
  Ilario CASTAGNER

Nato il 18.12.1940 a Vittorio Veneto (TV), † il 18.02.2023 a Perugia

Allenatore, m ....., kg .....

Stagioni al Milan: 2, dal 1982-83 al 1983-84 (esonerato il 30 marzo 1984)

Esordio sulla panchina del Milan in gare ufficiali e in Coppa Italia il 18.08.1982: Pescara vs Milan 1-1

Ultima partita sulla panchina del Milan il 25.03.1984: Fiorentina vs Milan 2-2 (Campionato)

Totale panchine in gare ufficiali: 78

Palmares rossonero: 1 Promozione in Serie A (1982-83)

Palmares personale: 1 Promozione in Serie A (1997-98, Perugia)




Ha giocato nel ruolo di centravanti con il Perugia (A).

Ha allenato anche il Perugia (A) (con cui nella Stagione 1978-79 si classificò secondo, ed imbattuto, alle spalle del Milan Campione d'Italia), la Lazio (B), il Pisa (*), l'Internazionale (A), l'Ascoli (*), il Pescara (*).

"Giussy Farina lo volle al Milan nell'estate del 1982 per riportare immediatamente il Milan in Serie A dopo la sfortunata annata precedente e lui non tradì le attese, conducendo la cavalcata trionfale (sia pur nella serie cadetta) con la bellezza di 54 punti e 77 reti all'attivo, unendola inoltre ad un gioco piacevole e lanciando gente come Evani, Icardi, Battistini, incocciati. Nella stagione successiva, al ritorno nella massima serie, la squadra si comporta discretamente, tra alti (pochi) e bassi (tanti). Alla vigilia della 24^ giornata, con il Milan impegnato a Firenze, salta fuori che il tecnico veneto si sarebbe accordato con l'Inter per la stagione successiva, cosicchè, dopo qualche giorno, Farina decide di esonerarlo. Fatto sta che all'inizio della stagione 1984-85, Ilario Castagner era l'allenatore dei nerazzurri..." (Nota di Colombo Labate)




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Ilario Castagner con Silvano Ramaccioni ai tempi del Perugia





L'arrivo al Milan di Ilario Castagner, 1981-82



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Estate 1982, agli albori dell'annata della seconda risalita dal purgatorio. Con il bravo Castagner in panchina



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Ilario Castagner, stagione 1982-83
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Ilario Castagner e Silvano Ramaccioni, stagione 1982-83
(per gentile concessione di Renato Orsingher)





(da "Forza Milan!", dicembre 1983)


(da "Forza Milan!", maggio 1983)



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Claudio Icardi intervista Ilario Castagner, stagione 1983-84
(by Roberto Rolfo - facebook)
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Ilario Castagner gioca a subbuteo



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L'esonero di Castagner
(da "L'Unità" del 31 marzo 1984)



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(dal libro "Milan-Inter, storia delle squadre milanesi", Biblioteca Trivulziana, Milano, 1990)


(da "Intrepido")





(Archivio Magliarossonera.it)



dal sito www.gazzetta.it
18 febbraio 2023

MORTO ILARIO CASTAGNER, L'ALLENATORE DEL PERUGIA DEI MIRACOLI: AVEVA 82 ANNI
Aveva guidato anche Inter, Milan e Lazio. È stato il primo tecnico a terminare un campionato di Serie A da imbattuto nel 1978-79

Lutto nel mondo del calcio. Se n'è andato Ilario Castagner, 82 anni, ex allenatore di Inter, Milan, Lazio e soprattutto del "Perugia dei miracoli", guidato dal 1974 al 1980 e poi in altre due fasi (1993-1995 e 1998-1999). Nella stagione 1978-79 è stato il primo allenatore della Serie A a terminare un'annata da imbattuto, ma senza vincere il campionato. Il Perugia arrivò secondo dietro al Milan. Castagner concluse il torneo con 19 vittorie e 11 pareggi. Dal 1980 al 1982 ha guidato la Lazio in Serie B, salvo poi vincere il campionato dei cadetti con il Milan, allenato anche in Serie A.
CHI ERA — Castagner è stato anche il tecnico di Inter, Pescara e Pisa, per poi chiudere la carriera con il Perugia nel 1999. Da allenatore ha vinto due campionati di Serie B, un campionato di Serie C, la vecchia Coppa Piano Karl Rappan con il Perugia e la Mitropa Cup con l'Ascoli (stagione 1986/87). Prima di diventare tecnico è stato anche calciatore, attaccante di Perugia, Rimini, Prato, Legnano e Reggiana.




dal sito www.ansa.it
18 febbraio 2023

MORTO ILARIO CASTAGNER, STORICO ALLENATORE DEL PERUGIA
Aveva 82 anni. L'annuncio del figlio Federico su Facebook

Ilario Castagner se ne è andato in punta di piedi.
Senza clamori, come era nel suo stile, sul campo di calcio e fuori.
Anche se il caso ha voluto che la notizia della sua morte, all'età di 82 anni, arrivasse proprio mentre il Perugia, che con lui in panchina divenne "dei miracoli", la prima squadra imbattuta in A, superava al Curi la Ternana nel derby umbro. "Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano. Ciao papá..." ha scritto su Facebook il figlio Federico.
Ilario Castagner è stato simbolo del calcio e figura chiave della storia sportiva del Perugia. Originario di Vittorio Veneto (Treviso), da giovanissimo calciatore ebbe la prima esperienza in biancorosso all'inizio degli anni Sessanta. Furono solo le prime pagine di un legame che diventò ancora più forte nella sua ricca carriera da allenatore. Atalanta, Lazio, Milan e Inter fra le altre squadre da lui guidate. Ma per Castagner c'è stato soprattutto tanto Perugia, a partire dal periodo d'oro fra il 1974 e il 1980. Proprio alla fine del campionato 1974-1975 la prima grande gioia, con una storica promozione in serie A. In occasione di un'intervista per i suoi 80 anni, all'ANSA raccontò di avere ancora impresse nella mente le immagini della città "che si tinse di biancorosso".
Castagner di lì a poco avrebbe scritto un'altra pagina gloriosa del Perugia e del calcio. Nella stagione 1978-1979 infatti il suo "Perugia dei miracoli", chiuse imbattuto il campionato di serie A. Fu la prima squadra a riuscirci e lui il primo allenatore. Ricordando quell'impresa, con orgoglio disse che "Milan e Juventus arrivarono dopo". I biancorossi in quella stagione, rimasta comunque storica, chiusero al secondo posto, con 41 punti dietro al Milan che ne fece 44. "Se non si fosse fatto male Franco Vannini - disse Castagner - saremmo finiti primi, con lui avremmo conquistato quei cinque punti in più per lo scudetto". Con Castagner, poi tornato alla guida del Perugia nelle stagioni 1993-1995 e 1998-1999, se ne va un altro simbolo della storia calcistica del Perugia, che da un anno ha pianto la scomparsa di un altro nome importante, Pierluigi Frosio, libero e capitano di quella squadra. "Il mio cuore piange per il dolore della tua scomparsa e con me piangono tutti coloro che ti hanno conosciuto e voluto bene" scrisse il suo allenatore. "Castagner ha scritto una pagina storica del calcio italiano con il suo Perugia, un record di imbattibilità scolpito tra le imprese della Serie A", lo ricorda Lorenzo Casini, il presidente della Lega Serie A, esprimendo il cordoglio per la scomparsa di "un personaggio simbolo del nostro sport, un uomo mai sopra le righe, esempio e maestro per molti calciatori e allenatori". Il sindaco di Perugial Andrea Romizil lo ha ricordato come "leggenda del calcio italiano. Un allenatore che ha scritto la storia di questo sport, ma anche la figura di riferimento, paterna e carismatica, sempre pronto a correre in aiuto del 'suo' Perugia". "Il vuoto umano è ancora più grande. Ilario Castagner era una persona rara, un gentiluomo d'altri tempi, un uomo dal cuore d'oro, amato da tifosi e calciatori. Un professionista che incarnava valori che nel calcio di oggi sono sempre più rari e il cui nome resterà per sempre indissolubilmente legato a Perugia e al Perugia" ha sottolineato il sindaco.




dal sito www.ilgazzettino.it
18 febbraio 2023

ILARIO CASTAGNER MORTO. ALLENÒ IL PERUGIA DEI MIRACOLI. IL FIGLIO FEDERICO: «CIAO PAPÀ, IL SORRISO PIÙ BELLO DEL CALCIO ITALIANO»
PERUGIA - Nella giornata di sabato 18 febbraio è morto Ilario Castagner, 82 anni, originario di Vittorio Veneto. L'annuncio dal figlio Federico sui social network: «Oggi se ne è andato il sorriso più bello del Calcio italiano. Grazie a tutti i medici e al personale sanitario dell'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia che in queste ultime settimane si sono presi cura di lui. Ciao papá...». Castagner è stato calciatore, dirigente, ma soprattutto allenatore: è ricordato soprattutto come l'allenatore del "Perugia dei miracoli" (secondo posto alle spalle del Milan nella stagione 1978-79).
La carriera di Ilario Castagner
La sua morte è avvenuta oggi, 18 febbraio, giorno in cui allo stadio dedicato a Renato Curi, che lui allenò, si gioca il derby Perugia-Ternana e che un anno fa aveva perso il suo capitano, Pierluigi Frosio. Castagner in carriera ha inoltre guidato club blasonati come Inter, Lazio e Milan, riportando quest'ultimo in massima serie nella stagione 1982-1983. Mentre da giocatore era un centravanti, ed ha debuttato da professionista con la maglia della Reggiana nella stagione 1959-1960, in Serie B, la massima categoria raggiunta da calciatore. Scende quindi in Serie C, livello dove prosegue tutto il resto della sua carriera, vestendo per un anno la maglia del Legnano prima di essere notato da Guido Mazzetti, allora allenatore del Parma, che decide di portarlo con sé nella nuova avventura al Perugia, dove Castagner milita per il successivo triennio; nell'ultima stagione in Umbria, 1963-1964, l'attaccante coglie il suo miglior risultato personale vincendo con 17 reti la classifica marcatori del girone B di terza serie. Segue poi un altro triennio al Prato, prima di chiudere precocemente la carriera sportiva nel 1969, all'età di ventotto anni, nelle file del Rimini. Dall'agosto 2005 all'ottobre 2006 ricopre la carica di direttore tecnico e presidente onorario del Perugia, club in fase di ricostruzione dopo il fallimento della gestione Gaucci, sotto la presidenza di Vincenzo Silvestrini. Dopo il ritiro intraprende l'attività di commentatore televisivo collaborando dapprima con Telemontecarlo e, in seguito, con Mediaset Premium e Rai Italia.




dal sito www.solocalciomercato.it
18 febbraio 2023

E' SCOMPARSO OGGI ILARIO CASTAGNER
Ha costruito il Perugia dei miracoli. Un tecnico innovativo. Il 18 dicembre aveva compiuto 82 anni
Ilario Castagner era un centravanti dalla “castagna” vincente. Esordì con la Reggiana nel 1959 in B, prima di scendere definitivamente in C, con Legnano, Perugia, dove centra diciassette reti, Prato e Rimini.
A ventotto anni è il vice di Corrado Viciani, nel settore giovanile dell’Atalanta, che lo aveva allenato al Prato.
Nel vivaio orobico svezza Scirea, facendolo arretrare da ala destra a libero. Nel 1974 torna a Perugia come tecnico e vince subito la serie B, con sconosciuti come Curi e Sollier. Nasce il “Perugia dei miracoli”, capace di terminare secondo ed imbattuto nel 1979. «Malizia, Nappi, Ceccarini; Frosio, Della Martira, Dal Fiume; Bagni, Butti, Casarsa, Vannini, Speggiorin. E, nella Nazionale del cielo, Renato Curi. La nostra è stata un’impresa incredibile, il risultato del lavoro di un gruppo di uomini veri». Allenò poi anche Paolo Rossi. “Pensavo fosse uno scherzo. Allenarlo è stato un piacere e un onore: un uomo giusto, sempre sorridente e mai polemico ed un giocatore ideale, umile e disponibile”.
Nel 1980, dopo il Totonero, va alla Lazio e, due anni, dopo al Milan, per un altro biennio. Riporta i rossoneri in A con un torneo trionfale, subendo solo tre sconfitte (tra cui la storica partita Milan-Cavese 1-2), e portando alla ribalta giovani futuri campioni quali Alberigo Evani e Mauro Tassotti.
Siede poi sulla panchina di Inter, primo tecnico dell’era Pellegrini, un solo anno intero chiuso al terzo posto. Seguono le esperienze con Ascoli, Pescara e Pisa. Con i marchigiani allenava Hugo Maradona, ma lo sostituiva sempre e così dovette spiegare i motivi al fratello Diego.
Nel 1993 Gaucci lo richiama a Perugia, dove centrerà due promozioni allo spareggio, contro Acireale in C1 e Torino in B nel 1998. Chiude la stagione seguente, rassegnando le dimissioni dopo venti gare, non prima di aver svezzato Hide Nakata, per le tensioni con il presidente. Elegante, misurato, professionista esemplare, è stato un perugino di adozione, destinato ad essere ricordato per sempre, non solo per le sue vittorie.





(dal sito www.solocalciomercato.it)



dal sito www.umbria24.it
20 febbraio 2023

DA COSMI A RAVANELLI, A SAN SISTO IN TANTI RENDONO OMAGGIO A CASTAGNER: «IL PIÙ GRANDE DI TUTTI»
Anche lunedì molte persone hanno voluto salutare il mister più amato dai tifosi. Per molti «Ilario», come uno di famiglia

«Da sempre e per sempre orgoglio di ogni perugino. Ciao Ilario». Lo striscione appeso dagli ultras del Perugia a pochi metri dalla casa funeraria di San Sisto nella quale, da domenica, è in corso l’omaggio a Ilario Castagner, sintetizza bene alcuni dei sentimenti che attraversano in queste ore il mondo biancorosso. Se la Fontana maggiore è il simbolo della città, Castagner per decenni è stato il “monumento” più importante della Perugia sportiva insieme a Renato Curi.

ADDIO A CASTAGNER, L’ALLENATORE PIÙ AMATO
Uno di famiglia Da domenica fuori dalla Ifa Passeri sono state tantissime le persone che hanno voluto salutare Castagner, «Ilario» lo chiamano molti come fosse uno di famiglia, un amico. Tutti torneranno martedì, quando da qui partirà il corteo verso la chiesa di San Giovanni Battista, a Ferro di Cavallo, dove alle 15.30 si terranno i funerali del mister più amato.

CASTAGNER È STATO IL “MESSAGGERO” DI UNA PERUGIA VINCENTE
Cosmi Con la voce rotta dall’emozione a San Sisto lunedì pomeriggio è arrivato anche Serse Cosmi: «Se ne va una parte della mia vita, quella giovane in cui andavo allo stadio – racconta a Umbria24 – a tifare quel Perugia con quel giovane “monumento” in panchina. Sportivamente è stato il più importante allenatore della storia del Perugia, il più bravo di tutti, il più iconico, quello che ha portato a far conoscere calcisticamente la città. Ma ciò è riduttivo: nel corso del tempo ho conosciuto una persona straordinaria, un signore, un uomo che mi voleva bene. Tutti i perugini dovranno fare qualcosa di importante per lui». Quanto al rettangolo verde, «ora si usa il termine visionario per allenatori come Ilario – continua – ma lui lo era per davvero. Era un Perugia che giocava all’olandese, come si diceva all’epoca, e poteva contare su un gruppo di grandi uomini che lui ha saputo plasmare e mettere in condizione di far grande il Perugia e Perugia».
Ravanelli e gli altri Nel corso del pomeriggio anche Fabrizio Ravanelli ha voluto salutare Castagner: «Per me – dice – è stato un’istituzione, il simbolo di Perugia e di quel Perugia dei record che non verrà mai dimenticato. E poi è stato un allenatore e un uomo di cultura, valori, eleganza e educazione incredibili. Personalmente, un amico di tante serate». A San Sisto c’è anche Sabrina Curi e volti meno noti come quello di Marcello Farinelli, che nella stagione ’63-’64 era nella seconda squadra del Perugia: «Lo conobbi in quegli anni. Ho persone un grande amico – racconta – e una persona che ha fatto la storia a livello calcistico. Al liceo “Alessi” poi ho avuto la possibilità di insegnare a uno dei suoi figli; ma anche lui ha insegnato tanto a tante generazioni. È una grande perdita».



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(dal sito www.umbria24.it)