< STORIA DEI GRUPPI ULTRAS
   



NOME: Fossa dei Leoni

ANNO DI NASCITA: 1968

DATA DI SCIOGLIMENTO: 17 novembre 2005

INNO
Leoni armati stiam marciando siam la Fossa dei Leon...dei leon..leon..leon...leon...leon...siam la Fossa dei Leon! Sangue! Violenza! Fossa dei Leoni!




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Lo scioglimento della Fossa dei Leoni
(da "Forza Milan!")



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La Fossa dei Leoni in Piazza Oberdan, a Milano, 1972-73
(dal libro "Nella Fossa dei Leoni")



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La Fossa dei Leoni in Piazza Oberdan, a Milano, 1972-73
(da "La Domenica del Corriere" del 3 aprile 1973, immagine ricolorata digitalmente da Lorenzo Mondelli)




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LE SEZIONI DELLA FOSSA DEI LEONI

Decalogo di Gianni Modica, fondatore della Fossa Sez. Bologna
“Avendo avuto sempre contatti con i vari responsabili delle Sezioni, posso garantire che alcune "sezioni" non erano ufficiali o meglio ci sono stati episodi di gruppetti di ragazzi che si facevano in allegria una pezza con scritto “Fossa sez...”, e dopo poi una bella tirata d'orecchie la pezza non veniva più esposta.
Le sezioni FdL, “da regolamento", per essere tali dovevano avere i seguenti requisiti:
1) un minimo di 50 iscritti;
2) lo striscione veniva fatto uguale per tutti (all'inizio, negli anni 80, poi ci furono -nel tempo- varianti sia a livello grafico che "letterale") e veniva pagato metà dalla Sezione e metà dalla Fossa;
3) ogni Sezione aveva un tesseramento proprio con una propria numerazione che però era inserita con quello del gruppo storico, quindi nella tessera vi era un numero progressivo della Fossa e un numero progressivo della Sezione;
4) alle riunioni delle Sezioni, che si tenevano normalmente alla prima partita di campionato in casa del Milan, le Sezioni “STRANE” non sono mai esistite. Il fatto che ci fossero gruppetti in un paesino che poi si facevano lo striscioncino autonomamente, non è mai stato visto bene, PRIMO perchè non autorizzato dal Direttivo, SECONDO perché era sempre una pezza con il nome Fossa e se fosse andata in mani "improprie" , non sarebbe stata una gran figura, TERZO era improponibile che a Milano, essendoci già la Fossa, venissero fatte Sezioni della stessa provincia. S.Angelo Lodigiano fu l'unica eccezione ma venne poi ridimensionata in toto (aveva una pezza lunghissima tutta nera con anche il leone e le lettere rosse) non appena ci fu il boom delle Sezioni (prima metà e inizio seconda metà anni 80).
Non bisogna quindi confondersi con i drappi o stendardi, la sez .Svizzera, per esempio era SOLO quella, poi ci poteva stare che chi veniva da Zurigo o da Ginevra si facesse un stendardino, ma erano tutti riconducibili ad un’ unica Sezione.
Poi vennero fuori le Sezioni regionali, perché il Direttivo di Milano obbligò di raggruppare tutte quelle provinciali della stessa regione, poichè in curva non c'era più posto per esporle, visto l'alto numero di pezze UFFICIALI che nei primi anni andavano a coprire in parte lo striscione FOSSA DEI LEONI.
All'inizio del campionato 1989-90 dovemmo diventare TUTTI con nominazione regionale; se invece in una regione c'era solo quella di una città, poteva rimanere, con la "clausola" che se fosse nata una Sezione di un'altra città ma della stessa regione la pezza "cittadina" non veniva più esposta e si andava avanti con la pezza regionale; mentre, se una regione contava un buon numero di Sezioni, e pian piano queste si fossero sciolte, quella che restava poteva riappropriarsi della sua pezza originale.
Noi per esempio tenevamo la pezza Emilia R. ma le altre sezioni della regione continuavano ad esistere, a patto di non esporre la pezza.
Per curiosità, il direttivo ci chiese di tenere noi di Bologna la pezza regionale perchè eravamo la più vecchia e tra le più grandi, e anche perché nessun'altra Sezione della regione si fece avanti per averla, mentre ci sono Sezioni che fin dalla loro nascita avevano scelto la dicitura regionale (vedi Lazio o Trentino) mentre la Toscana era quella con più sezioni. Le Sezioni di Livorno, Mestre e Genova, nate tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni ottanta, erano le uniche ad avere lo striscione con le lettere gialle anziche´ bianche.” (Gianni Modica)


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