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20 dicembre 2014, Roma vs Milan 0-0




dal sito www.attualita.it

PREPARTITA - di Franco Bovaio
ROMA-MILAN, LA PARTITA DEL “BARONE
Domani, all’Olimpico, si affrontano le due passioni calcistiche italiane del grande Nils Liedholm
Roma, 19 dicembre – Roma-Milan è stata, è e sarà per sempre la “partita del Barone”, al secolo Nils Liedholm. Il più celebre, rispettato, amato e indimenticabile dei tanti allenatori e calciatori che nel corso della loro carriera hanno guidato o giocato nelle due squadre. Rispetto a tutti loro, però, Liedholm ha avuto qualcosa di più per rimanere attaccato ad entrambe, visto che sono state quelle alle quali ha legato la quasi totalità delle sue avventure calcistiche italiane a partire dal 1949, l’anno in cui venne acquistato dal Milan. “Tranquillo papà, vado in Italia per restarci un anno, massimo due, poi torno” narra la leggenda che disse al padre lasciando la natia Svezia. In Italia, invece, rimase per sempre, giocando fino al 1961 solo con il Milan per un totale di 359 partite in A e 81 gol, più un’altra miriade di gare nelle varie coppe e tanti trofei in bacheca, con quel trio svedese, il Gre-No-Li (composto da lui, Green e Nordahl) che faceva impazzire la Milano rossonera.
Sempre nel Milan iniziò ad allenare (fino al 1966), ma la consacrazione in panchina la ebbe proprio nella Roma, alla quale arrivò per la prima volta nel 1973 per poi portarla all’inatteso e meraviglioso terzo posto del campionato 1974-75. “P.Conti, Peccenini, Rocca, Cordova, Santarini, Batistoni, Negrisolo, Morini, Prati, De Sisti, Penzo” recitava lo speaker dell’Olimpico mentre dagli altoparlanti andavano in onda le note di “Roma, Roma, Roma” appena composta da Venditti e Gepi&Gepi. Una formazione indimenticabile, un inno stupendo che c’è ancora oggi e il “Barone” in panchina, soprannominato così per il suo aplomb britannico e la voglia di sdrammatizzare sempre tutto, con la battuta giusta detta al momento giusto. Un mito, che lasciò Roma nel ’77 per rispondere al richiamo del “suo” Milan, che portò allo scudetto della stella nel 1979 con un’altra formazione ormai negli annali del nostro calcio: Albertosi, Collovati, Maldera, De Vecchi, Bet, Baresi, Novellino, Buriani, Bigon, Rivera, Chiodi. Ma poi lo lasciò subito dopo per far ritorno nella Capitale, dove ad attenderlo c’era il nuovo presidente giallorosso Dino Viola.
Uno decisissimo in tutto quello che faceva e che condizionò l’acquisto della Roma alla risposta positiva di Liedholm alla sua proposta di allenarla. Viola voleva “il Barone”, questo accettò e nacque la grande Roma degli anni ’80, con Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo e B.Conti. Lo scudetto dell’82-83, la finale persa con il Liverpool il 30 maggio dell’84 e il nuovo ritorno di Liedholm a Milano per far da balia al neo-presidente Berlusconi. Quindi, dall’87 all’89, la nuova parentesi in giallorosso, che ebbe una piccola aggiunta sul finire della stagione 1996-97, in cui da Direttore Tecnico affiancò Ezio Sella in panchina dopo l’esonero dell’argentino Carlos Bianchi. Con 324 panchine Nils Liedholm, il mito di due squadre, è ancora oggi l’allenatore con più presenze della storia della Roma, che al Milan è legata anche dal compianto Aldo Maldera, dall’altro tecnico che è riuscito a farle vincere uno dei suoi due scudetti del dopoguerra, Fabio Capello, e da uno che ha giocato, vinto e allenato il Milan e che vorrebbe tanto, un giorno, sedersi sulla sua panchina, visto che proprio dalla Roma fu lanciato nel grande calcio: Carlo Ancelotti. Ma, con tutto il rispetto per loro, Liedholm è Liedholm e il Roma-Milan di domani, importantissimo per i giallorossi in corsa per lo scudetto con la solita Juventus (l’avversaria per eccellenza del Barone) e per i rossoneri a caccia del terzo posto, non può altro che essere la sua partita. Il “giallorossonero” per eccellenza del calcio italiano.





Maglia Rossonera presente all'Olimpico per Roma vs Milan 0-0
- foto dal sito www.acmilan.com -
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(foto Curva Sud Milano)
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(foto Curva Sud Milano)


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(by Rampa 18 - facebook)
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(by Fabrizio Tomasello)
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(by Peppe Resca)



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(by Stefano Perego)
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(dal web)


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Un'azione d'attacco di Gervinho
(dal sito www.gazzetta.it)
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Mister Inzaghi
(dal sito www.gazzetta.it)


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Il momento dell'espulsione di Armero
(dal sito www.gazzetta.it)
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Menez in azione
(dal sito www.gazzetta.it)



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Diego Lopez salva su Gervinho
(dal sito www.acmilan.com)




Foto da bordocampo
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(VIDEO 1/2)


(VIDEO 2/2)




Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 21 dicembre 2014
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dal sito www.gazzetta.it

ROMA-MILAN 0-0: I ROSSONERI RESISTONO IN DIECI
Seconda gara casalinga senza vittorie per i giallorossi, la squadra di Inzaghi in 10 dal 70' per l'espulsione di Armero fa una bella figura e porta via un punto
ROMA, 20 dicembre 2014 - Ennesima occasione persa per la Roma, a conti fatti un buon punto per il Milan. E' un po' il succo di una partita bruttina, che per decollare davvero deve aspettare il 47' della ripresa, con Diego Lopez che salva il risultato su Gervinho. Prima tanta lotta, ma poca qualità. Anche perché la Roma non ha fonti di gioco (Pjanic è fuori per squalifica, Totti non entra mai in partita e Maicon ne esce dopo mezzora, zoppicando per tutto il resto della gara) e il Milan pensa più compattarsi che a far male. Ne esce così uno 0-0 scialbo, lontano dall'immaginario di una partita spumeggiante come Roma e Milan promettevano alla vigilia.
PARTITA A SCACCHI - Garcia alla fine opta per un tridente più equilibrato, con Florenzi al posto di Ljajic. Inzaghi, invece, opta per un 4-3-3 che in fase difensiva diventa 4-5-1, con De Jong a guidare la linea più basso degli altri e Bonaventura ed Honda con il compito di fare l'elastico tra la fase di possesso e non. Ne viene fuori una partita a scacchi, in cui ci si prova a punzecchiare, mossa dopo mossa, ma senza mai riuscire a trovare la mossa decisiva. Menez soffre il ritorno all'Olimpico, Totti gioca spesso largo per uscire dalla morsa dell'amico Mexes, Honda non incide e Maicon va a corrente alterna, per spegnersi dopo mezz'ora, causa il solito ginocchio destro che lo porta a zoppicare vistosamente. Così i brividi per la Roma arrivano soprattutto dalle giocate incerte di De Sanctis (parata lenta al 1' su Honda, poi un senso generale di insicurezza) e da una staffilata di Mexes da 40 metri su cui il portiere giallorosso invece si esalta. Dall'altra parte, invece, quasi tutti i pericoli nascondo da Gervinho, che prima dilapida il vantaggio dopo aver fatto tutto bene, poi liscia di testa il pallone buono per il vantaggio giallorosso, con De Jong che tocca il pallone nettamente con la mano sinistra. E' rigore, ma Rizzoli lascia correre e anche dei giocatori della Roma l'unico che si accorge della dinamica è De Rossi. Poi, per il resto, un paio di buoni spunti in velocità di Florenzi ed una punizione di Totti su cui Diego Lopez è bravo in angolo. Insomma, a conti fatti una partita non bella, che sembra sempre di stare per accendersi senza mai trovare l'innesco giusto.
EMOZIONI CON IL CONTAGOCCE - Con Totti fuori dalla partita e Maicon zoppicante, la Roma non ha altre fonti di gioco (Pjanic è squalificato) e allora il tema è sempre lo stesso, palla a Gervinho e via. Ma alla lunga è dura, così è il Milan a farsi pericoloso due volte in avvio di ripresa con Poli e poi con Bonaventura. Menez allora prova a scuotersi, ma al 25' il Milan resta in dieci (mani di Armero su Keita, per il colombiano è il secondo giallo). Inzaghi corre ai ripari prima con Alex (al rientro) e poi con Muntari, Garcia si gioca la quarta punta (Destro) e passa al 4-2-3-1 (con Totti tra i trequartisti). Ma in campo alla fine le emozioni restano poche e quelle poche le accende ancora Gervinho: prima con uno slalom in area tra tre sul cui assist Destro non arriva, poi con un uno-due in velocità con Yanga-Mbiwa su cui Diego Lopez salva il risultato in extremis. Finisce così, tra qualche fischio e Gervinho che lascia il campo zoppicante.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

MENEZ DELIZIOSO MA ISOLATO. ARMERO INGENUO, DE JONG GRAZIATO. LOPEZ SALVA TUTTO
LE PAGELLE di Antonio Vitiello
Diego Lopez 7 - Alla mezz’ora il primo vero salvataggio decisivo su un tiro ravvicinato di Gervinho. Nel finale compie un miracolo ancora sull’attaccante giallorosso salvando con i piedi.   
Bonera 6 - Soffre le discese di Gervinho e Manolas ma tutto sommato riesce a cavarsela contro due avversari molto più veloci.
Zapata 6,5 - Partita di grande autorità, torna dal primo minuto dopo tanto tempo e non fa rimpiangere Rami. Davvero tosto da superare.
Mexes 6 - Ruvido e qualche volta troppo nervoso. Mexes strige i denti nel finale e insieme ai compagni alza il muro per difendere un punto prezioso.
Armero 4,5 - Quando si tratta di spingere non rinuncia alle sgroppate, in fase di copertura non dà la giusta sicurezza. Nella ripresa colpisce ingenuamente il pallone con le mani e si becca il cartellino rosso per somma di ammonizioni.
Montolivo 6 - Migliora la condizione fisica e proporzionalmente anche i contrasti vinti. Nella ripresa anche lui cala ma si dedica soprattutto ad aiutare la difesa dopo l’espulsione di Armero.
De Jong 5,5 - Il tocco di mano in area di rigore poteva compromettere subito la gara, se la cava senza provvedimenti disciplinari. Perde troppi palloni in mezzo al campo, alcuni davvero pericolosi. Si becca un giallo che gli farà saltare la gara col Sassuolo.
Poli 6 - Anche questa sera ha una palla importante per lasciare il segno, dopo un rinvio corto di De Sanctis, ma è impreciso come contro il Napoli. Dal 36’ st Muntari S.V. -
Hoda 5,5 - Parte in modo lento e impacciato, nella ripresa cresce leggermente ma deve abbandonare il campo dopo l’espulsione di Armero. Dal 27’ Alex 6 - Ci mette del suo per reggere la pressione finale della Roma, ritorno prezioso.
Bonaventura 6 - Poco servito dai compagni, è abbastanza in ombra nella prima frazione di gioco. Nella ripresa cresce e va anche al tiro pericolosamente.  
Menez 6,5 - Primo tempo quasi nullo, troppo isolato. Nella ripresa sfodera grandi numeri dal cilindro, fa ammonire diversi avversari e prova a dare creatività al gioco milanista. Dal 43’ st El Shaarawy S.V.