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27 ottobre 2012, Milan vs Genoa 1-0




dal sito www.milanday.it

PREPARTITA - di Marco Rizzo
POTREBBE ANDARE PEGGIO, POTREBBE PIOVERE
E allora prepariamoci a spalancare ombrelli su ombrelli. Perché la crisi di questo Milan sembra non volersi arrestare più. Crisi in ogni ambito, in ogni settore. Dovuta a tutti i fattori principali: società, allenatore, tifosi . Ma in campo ci vanno i giocatori. E allora è arrivato il momento che questi giocatori, si mettano davvero in gioco.
Se fin qui hanno pensato che rischiasse solo l'allenatore o che semmai rischiasse l'amministratore delegato per il mercato fatto, si sono sbagliati di grosso.
Bhe è ora di rendersi conto che in molti di loro rischiano il loro posto al Milan. Molti sono in prestito, molti in scadenza di contratto, molti in posizione precaria. Per ognuno di loro, il Milan rappresenta un sogno, un punto di arrivo, ma con un colpo di spugna si fa presto a togliere chi si è impegnato meno, chi non da tutto, chi è timido o impaurito. La tribuna di Boateng, ad esempio, è un chiarissimo segnale ai naviganti. Lui è potenzialmente la stella della squadra, ma con queste prestazioni, questo è il corrispettivo.
Il ritiro ha aiutato a pensare, riflettere. E a Malaga una maggiore coesione, complice anche il modulo più compatto, si è vista.
Ma non è, chiaramente, sufficiente. Serve serenità interiore per trovare le prestazioni che fin qui sono clamorosamente mancate. Perché la rosa è quel che è, lo andiamo ripetendo, ma non è certo da posizioni da retrocessione o da 3 sole vittorie in 11 gare. Serve voglia di vincere, attenzione, concentrazione. Tutte cose che sono fin qui mancate all'appello in maniera evidente. E da domani, col Genoa, questo va dimostrato. Ad ogni costo e con ogni mezzo. Vincere è obbligatorio.
Ed è un Genoa, quello che arriva a San Siro, in condizione altrettanto non buone. In settimana, dopo la sconfitta casalinga con rimonta da 2-0 a 2-4 ad opera della Roma di Zeman, Preziosi ha deciso di sollevare dall'incarico di allenatore quel Luigi De Canio che appariva precario già dal pre campionato. Al suo posto un altro Luigi, Delneri. Ex Juve, Roma e Porto, con possibilità clamorose anche di allenare il Milan in passato, Delneri torna a Genova dopo aver fatto ottime cose con la Sampdoria targata Cassano e Pazzini. Proprio loro. Il professore del 4-4-2, autore del miracolo Chievo, riparte da un avventura difficile. Questo Genoa è una squadra che va registrata in ogni reparto. Ha potenzialità, ma va ben guidato.
A livello difensivo, i rossoblu, subiscono troppi gol. Con 12 reti subite, infatti, sono la terz'ultima difesa del Campionato. Servirà l'attenzione che da sempre Delneri da alla fase difensiva. Ma per la partita di San Siro il neo tecnico può essere in parte rincuorate. Perché se è vero, come è vero, che il Grifone subisce gol con facilità, è altrettanto vero che il trasferta il ruolino di marcia è positivo. Sono infatti solo 3 le reti subite, per giunta tutte nella sola trasferta al Massimino con il Catania, lontani da Marassi.
La squadra si basa principalmente sulla forza della fase offensiva, che con la qualità di Jankovic e Jorquera e l'incisività della coppia Borriello-Immobile riesce sempre a creare problemi all'avversario. I problemi stanno altrove. In una difesa, come detto, spesso troppo fragile. In un centrocampo che ha poca qualità e pochi ricambi. In giocatori ancora purtroppo per loro inespressi o che poco si sono ambientati nel calcio italiano.
Migliorare in ognuna di queste carenze, senza vanificare le potenzialità già espresse, è la missione di Delneri. Dall'ambiente Milan, data la vicinanza tra le due società, non ci si può che augurare che questo accada. Naturalmente da dopo Milan-Genoa in poi. Ça va sans dire.
Vediamo ora qualche precedente a San Siro tra le due formazioni. Il Genoa arriva a San Siro per la 46.a volta nella storia. Le precedenti 45 sfide (44 disputate in Serie A, 1 in Serie B) vedono 29 successi dei rossoneri a fronte di 4 sconfitte (tutte in A) e 12 i pareggi
L'ultimo pareggio risale al 28 gennaio 2009: Milan e Genoa chiusero sull'1-1 un incontro valido per la 21.a giornata del campionato di Serie A 2008/09 andando rispettivamente a segno con Beckham al 33' e con Milito a due minuti dal termine.
Per ritrovare un successo esterno del Genoa bisogna risalire al 25 maggio 1958: i rossoblu s'imposero con un perentorio 5-1 in una sfida valevole per il 34° turno del campionato di Serie A 1957/58. Alle reti di Abbadie (17' e 22') e Barison (36', 78' e 81') i padroni di casa contrapposero la rete dal dischetto di Fontana (51') per il provvisorio 1-3. Il successo interno più vicino nel tempo ottenuto dal Milan è dello scorso anno con il risultato di 1-0 imposto grazie alla rete nel finale di Boateng. La gara era stata purtroppo rinviata a seguito della tragica morte di Pier Mario Morosini. Era un Milan che cercava disperatamente di riprendere una Juventus ormai lanciata verso il titolo.
L'anno precedente, fu ancora 1-0. Il gol fu di Zlatan Ibrahimovic, con un lancio super di Pirlo. Altri tempi. Ancora vittoria nella stagione 2009-2010, con un netto risultato di 5-2, con gol di Sculli(in apertura) e Suazo (in chiusura) per il Genoa, mentre per il Milan, allenato allora da Leonardo, a segno Ronaldinho, Thiago Silva, Borriello (doppietta) e Huntelaar(su rigore, il terzo della gara).
Proviamo ad abbozzare le due probabili formazioni in vista della gara di domani.
Delneri si è ritrovato con una situazione assenze da emergenza. Saranno infatti 6 le defezioni importanti per la gara di domani. Agli infortuni di Rossi, Anselmo, Ferronetti e Vargas si sono aggiunti , dopo la gara con la Roma, anche i problemi fisici di Jorquera e Borriello e la squalifica di Canini.
Il tecnico rossoblu dovrebbe variare di poco quello che è da sempre il suo credo tattico: il 4-4-2. Infatti dovrebbe partire con un 4-4-1-1, trasformabile facilmente in 4-5-1 o 4-4-2 vero e proprio a seconda di come la gara andrà. In porta ci sarà Sebastian Frey. Davanti a lui, linea a 4 probabilmente formata dal giovane rossonero Sampirisi a destra, dalla coppia centrale Bovo-Granqvist e da Moretti ad agire sulla corsia di sinistra.
I dubbi sorgono a centrocampo. Delneri in settimana ha provato diverse soluzioni. La più gettonata per la gara di domani sembra essere quella con Jankovic a destra, Kucka e Seymour in mezzo e con Antonelli a sinistra. Tuttavia i dubbi sono parecchi : Merkel e Toszer sono infatti in ballo per una maglia, cosi' come il serbo Jankovic potrebbe essere spostato in una posizione più avanzata. Infatti i dubbi sorgono anche in quella posizione. Melazzi sembra essere il favorito per affiancare e supportare il giovane Immobile, ma le opzioni in tal senso sono parecchie. Bertolacci, lo stesso Jankovic, come dicevamo, e , perché no, Merkel potrebbero agire sulla trequarti per fare da raccordo tra i reparti e supportare il solo Immobile.
Allegri ha invece deciso di insistere sul 3-4-3 di Malaga. O almeno cosi' sostiene. In porta ballottaggio Amelia-Abbiati, il cui esito molto dipenderà dalle condizioni del secondo. In difesa sono in 4 per due maglie, per affiancare Daniele Bonera. Tutti e quattro, per motivi diversi, hanno le loro chances. Ad oggi direi che potrebbero giocare Yepes e Acerbi. Ma tutto è in divenire.
Cosi' come è in divenire la situazione in mezzo al campo. Sugli esterni il dubbio dovrebbe essere tra Abate, Antonini e De Sciglio, data la non brillante prestazione di Constant mercoledi' sera. In mezzo, Montolivo è imprescindibile, ed affianco a lui se la giocano Ambrosini e De Jong, qualora recuperi dal problema fisico che lo ha costretto a saltare la gara di Champions League. Davanti a loro, linea a 3 con la probabile conferma di El Shaarawy, Pazzini ed Emanuelson. Ancora panchina, pare, per Boateng, Nocerino e Pato. Ma si naviga a vista. Queste indiscrezioni potrebbero essere spazzate via con un improvviso cambio di modulo (si parla anche di un 3-4-1-2 o del ritorno al 4-2-3-1) o a qualche defezione dell'ultimo minuto.
Ad arbitrare la sfida, dopo essere stato l'arbitro di porta in Lazio-Milan, ci sarà Mazzoleni, alla sua 88esima gara in Serie A. Colui che, è sempre bene ricordarlo, ha arbitrato Napoli-Juventus di SuperCoppa Italiana. Per assistere Mazzoleni sono stati designati i guardalinee Passeri e Nicoletti. Assistenti aggiunti Orsato e Tommasi. Quarto uomo Marzaloni.
Lo stadio, ahinoi, sarà freddo e desolato. Tutt'altra cosa rispetto alla splendida tifoseria della Rosaleda di Malaga. Proprio quando servirebbe che i tifosi provassero a sostenere questa squadra per portarla fuori da questa crisi, la tendenza (tutta italiana, non solo rossonera) è quella di voltare le spalle. Il pensiero comune è " se allo stadio non ci va nemmeno il presidente della squadra, perché dovremmo andarci noi..". Un pensiero che deve far riflettere nella sala dei bottoni. Bisogna, comunque, giocare anche contro questo. Senza alibi e senza scappatoie. Stavolta bisogna vincere, anche senza convincere. Muovere questa dannata classifica e allontanarci di dosso una brutta lettera dell'alfabeto.
Forza Ragazzi!





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Prepartita - Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 27 ottobre 2012




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(Foto Avanguardia Rossonera)
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Il bandierone in ricordo di Aldo Maldera sventola nel settore 215
(grazie ad Emiliano Beretta)



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(Foto Curva Sud Milano)




Maglia Rossonera a San Siro per Milan vs Genoa 1-0
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Stephan El Sharaawy, ancora una volta decisivo
(dal sito www.gazzetta.it)



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Lo storico rossonero Luigi La Rocca
con Kevin Prince Boateng




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VIDEO
(da "Forza Milan" - facebook)






La "Gazzetta dello Sport" del 28 ottobre 2012


Il "Corriere dello Sport" del 28 ottobre 2012



Alcune pagine della "Gazzetta dello Sport" del 28 ottobre 2012
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dal sito www.gazzetta.it

IL MILAN È SOLO EL SHAARAWY. 1-0 AL GENOA: ALLEGRI RESPIRA
I rossoneri tornano al successo dopo 3 k.o. di fila grazie a una grande prova del Faraone che segna il gol-vittoria al 77'. Pato tornato titolare dopo 8 mesi non incide e lascia il campo a Pazzini a 18' dalla fine. Allontanate per ora le voci su un possibile esonero del tecnico
MILANO, 27 ottobre 2012 - Stephan El Shaarawy, oggi 20 anni, al sesto gol in questo campionato. LaPresse Stephan El Shaarawy riporta a galla il Milan. Dopo tre sconfitte consecutive i rossoneri battono 1-0 il Genoa grazie al Faraone con un gol a un quarto d'ora dalla fine. Partita in apnea dominata dalla paura, in cui i liguri badano di più a difendersi, concedendosi rari contropiede. Il Milan gioca a sprazzi, malaticcio e scombinato. Sufficiente però per risalire la china e consolidare il futuro di Allegri.
VUOTO ASSOLUTO - Luigi Delneri è tipo accorto. Contro il Milan schiera un 4-5-1, talvolta un 6-3-1 perché è quello che capita di vedere in molti frangenti della partita: tutti dietro la linea della palla a erigere muraglie. I rossoneri sfoderano il 3-4-3 offensivo di Malaga con defezioni dell'ultima ora: Antonini a centrocampo per permettere a Emanuelson di avanzare al posto di Boateng e Zapata preferito a Mexes. Dopo otto mesi si rivede dal 1' Pato; lui con El Shaarawy, ventenne con la voglia di conquistare il mondo. Il Milan si adegua subito al passo del puledro di razza. Grande pressing sulla palla e sull'uomo, furore e pathos. E tanta confusione. Quando al 16' Pato si invola verso la porta come tanto tempo fa, ma rovina al limite su Moretti che fa buona guardia. Ma è il Genoa che potrebbe passare un minuto dopo. Antonelli sfrutta uno svarione di Zapata e mette in mezzo; Amelia rimpalla su Immobile che vede la palla uscire di un niente. Al 27' il timido segnale del Milan lo lancia l'impeccabile Yepes: elevazione e colpo di testa con palla a lato. Molta più impressione desta invece il Faraone. Lui ha il dono dell'ubiquità. E' dappertutto: in attacco dove dispensa palle al bacio, in difesa, autore di portentosi recuperi, a centrocampo dove raramente perde palla e duelli. Fossero tutti come lui il Milan sarebbe imbattibile. Indispettito dalla pochezza, al 29' prende palla, si accentra e tira, guadagnandosi almeno un angolo e la stima incondizionata dei tifosi. Al 38' mette un pallone da spingere dentro dalla linea di fondo; ci fosse uno ad assestare la zampata. Al 40' Antonini esce di scena per infortunio; Allegri lo rimpiazza con Constant che alla prima sgroppata osserva sconsolato che nessuno gli dà retta. Questo è il Milan signori. Niente di più.
VUOTO DI MEMORIA - La volontà non manca. Al 2' della ripresa Pato scalda la platea con numeri antichi. Che palla mette davanti a Frey, ma ancora una volta manca lo scassinatore. Il francese è però decisivo al 10' quando spazza con i piedi in angolo un rasoterra maligno di Abate. Il primo cambio di Delneri è Merkel per Bertolacci, un tocco di stile al centrocampo con applausi al seguito. Il Genoa intanto resiste alle folate del Milan. Molto timide in realtà. I rossoneri sono ombre impaurite, vittime di errori imbarazzanti, del tipo "quella l'avrei presa anche io". E il tempo scorre scandendo i secondi come colpi di mannaia, mentre Moretti lascia a Krajnc. Imbarazzante, al 27', l'ennesimo vuoto davanti a Frey, quando Emanuelson confeziona un buon cross. Sono addirittura in tre a non arrivarci. Proviamo con Pazzini, pensa Allegri al 27'. Ciao Pato.
SEGNA SEMPRE E SOLO LUI - Al 32' proprio il Pazzo arriva in ritardo sull'assist di Abate. Non El Shaarawy, che con il più classico dei tap-in porta in vantaggio il Milan. Il gol numero 6 del gioiellino rossonero fa bene alla salute. Un po' debilitati i rossoneri spingono con più ardore. Emanuelson ci prova un paio di volte, ma non va. Con i tempi che corrono, però, il sigillo del Faraone basta e avanza. Gol che tradotto in cifre significa tre punti i più. Che, a conti fatti, permette al Milan di conquistare in classifica la doppia cifra dopo nove giornate. Fine di un incubo? La strada è lunga e martedì a Palermo ne sapremo di più.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

MARIO È IL MURO, MONTO LA MENTE, STEPHAN TUTTO IL RESTO: IL MILAN TORNA IN PIEDI
LE PAGELLE di Francesco Somma
Amelia 6:  Gli  unici squilli gli arrivano da Jankovic nel primo tempo e nel secondo tempo (2), si fa trovare pronto in quella circostanza come nell’espletamento dell’ordinaria amministrazione
Zapata 6:  Nel primo tempo rischia grosso con Antonelli e colleziona una manciata di appoggi falliti; nella ripresa si scrolla di dosso un po’ di insicurezza, adagiandosi su un’onesta sufficienza
Bonera 6:   Riesce a tenere a bada Immobile non senza concedergli qualche fallo di troppo, ma nel complesso regge la difesa senza patemi d’animo. E di questi tempo non è poco
Yepes  7:  Ad andargli via ci provano tutti, ma nessuno ci riesce. Di piede, di testa, di genio: non ce n’è. Perfetto nell’uno contro uno, pulito in impostazione
Abate 5,5:    Incoraggiante per impegno e chilometri percorsi, efficace in appoggio alla manovra d’attacco, con l’assist da tre punti che serve al Faraone al minuto 77
De Jong 5,5:   Si presta ai compiti di regia come a quelli di rottura. Fa discretamente ciò che gli tocca, ma non riesce mai ad alzare il ritmo$
Montolivo 6: Ha i piedi, l’esperienza e il carisma per provare a prendere per mano una squadra che mostra impegno e voglia, ma fatica tremendamente a palesare idee e lucidità. Da applausi almeno due cambi di gioco a lunga gittata: tutto, purtroppo, fine a se stesso
Antonini 5:   Si piazza larghissimo a sinistra e cerca a più riprese l’inserimento, ma alla fine i fuorigioco che colleziona superano gli spunti positivi che riesce a collezionare. Dopo quaranta minuti lascia il campo a Constant per infortunio (Constant 6:    Ai numeri il suo ingresso non cambia granché, nei fatti riesce a dare ordine ed equilibrio ad una zona del campo contrassegnata da una perdurante indolenza)
Emanuelson 6:   Si adatta a inventare da mattonelle che non predilige. Rientra sistematicamente sul suo piede naturale, e quasi sempre i difensori genoani ne carpiscono il tempo e le intenzioni. Si sblocca a 13’ dalla fine, dando il la all’azione del gol di El Shaarawy (Nocerino sv)
Pato 5:  Qualche spunto interessante nel primo tempo, quando la forza di saltare l’uomo e puntare la porta non gli mancano. Con il passare del tempo, la forza e la lucidità lo abbandonano, costringendo Allegri alla staffetta con Pazzini  (Pazzini sv)
El Shaarawy 7,5:  Una serata da leader, un gol da rapace d’area di rigore. Gioca in attacco solamente sulla carta, perché dal primo all’ultimo minuto fa di tutto per rubare palloni fin sulla mediana. Dribbla, tira, corre e segna: niente male nell’era dei “choosy”