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10 maggio 2009, Milan vs Juventus 1-1




dal sito www.gazzetta.it

MILAN-JUVENTUS: 215 VOLTE COME ERAVAMO
Lapo Elkann lo ha definito il vero derby d'Italia. Una sfida iniziata il 28 aprile 1901. Da un 8-1 per i rossoneri del 1912 a un 8-2 per la Signora del 1927. E poi il gol di tacco di Bettega e la Champions vinta ai rigori dai milanesi
7 maggio 2009 - Si sono già affontate 215 volte: 200 in competizioni ufficiali, 15 al Trofeo Berlusconi. Signori, è Milan-Juve. Ci sono i confronti nei campionati a gironi e a girone unico, c’è una finale di Champions, poi coppa Italia e supercoppa italiana. Una storia che era cominciata il 27 maggio 1900: era una partita valida per il Trofeo Medaglia del Re, partita vinta dal Milan per 2-0 con marcature di Camperio e Allison.
Quanti gol — La prima partita di campionato si gioca poi a Torino, il 28 aprile 1901, semifinale del campionato a gironi: vince il Milan 3-2. I rossoneri si aggiudicheranno poi il primo scudetto della loro storia, battendo il Genoa in finale 3-0. Chi andava a vedere  le partite tra rossoneri e  bianconeri, siamo sempre nel campionato a gironi,   non rimaneva deluso. C’è un 8-1 per il Milan nel 1912, un 8-2 per la Juve nel 1927, un 6-0 per i bianconeri nel 1925.
Valanga rossonera — Il Milan, che aveva subito lo strapotere juventino negli anni 30, si rifà subito e alla grande. Nel 1947 Milano festeggia sant’Ambrogio con un 5-0 alla Juve, quel 7 dicembre del dopoguerra il protagonista è Carapellese che segna gli ultimi due gol. Ma il risultato più clamoroso è il 7-1 del Milan a Torino nel 1950: tre gol di Nordhal, uno di Liedholm e uno di Gren umiliano i bianconeri che erano passati in vantaggio con Hansen. Che festa per i 15 mila tifosi rossoneri che avevano seguito la loro squadra a Torino. Eppure quel campionato (il primo dopo la tragedia di Superga) lo vincerà la Juve con cinque punti di vantaggio sul Milan. Poi due  spettacolari vittorie del Milan a Torino: un 4-3 nel 55 e un 5-4 nel 58.
Vittoria e scudetto — 15 maggio 1960, quartultima di campionato. La Juve è prima, il Milan terzo ormai fuori dai giochi: soltanto la Fiorentina può insidiare lo scudetto ai bianconeri. Invece i viola perdono a Genova con la Samp e la Juventus dà una lezione di calcio al Milan. Due gol di Sivori e uno di Boniperti firmano l’undicesimo scudetto, inutile il momentaneo 1-1 di Altafini. Finisce con Sivori che si mette a dribblare nella tre quarti campo juventina, il cancello dei popolari aperto per consentire al pubblico di portare in trionfo i propri idoli, Sivori e Boniperti su tutti. L’anno dopo ancora scudetto alla Juventus con quattro punti di  vantaggio sul Milan. Ai rossoneri, che quell’anno vinsero i due confronti diretti, brucia di più perché sulla panchina bianconera c’è una vecchia gloria del Milan, Gunnar Gren, quello del Gre-No-Li con Nordhal e Liedholm.
Il tacco di bettega — Roberto Bettega, prelevato dal Varese di Liedholm, non ha ancora 21 anni quando diventa protagonista  nella Juve. 31 ottobre 1971, la Juve travolge il Milan a San Siro 4-1. I primi due gol sono di Bettega, poi Causio e Anastasi completano la festa bianconera. Uno dei gol di Roberto è di tacco in acrobazia, niente da fare per Cudicini. Nereo Rocco sulla panchina del Milan si toglie l’inseparabile cappello. Scudetto alla Juventus con un punto di vantaggio sui rossoneri. Stesso verdetto nella stagione successiva, quando il Milan crollerà a Verona nell’ultima giornata e la Juve vincerà a Roma a tre minuti dalla fine.
Strapotere Milan — 1991-92, dopo i successi internazionali di Sacchi, il Milan vince anche in Italia, affidandosi a Fabio Capello, mentre la Juve aveva richiamato Trapattoni dopo il fallimento di Maifredi. I rossoneri vincono il campionati con otto punti di vantaggio sulla Juve, i due confronti diretti finiscono 1-1, Van Basten è davanti a Baggio nella classifica dei marcatori.  Il Milan vincerà altri  due scudetti consecutivi, quello del 94 con tre punti di vantaggio sulla Juventus, che assieme alla Samp aveva contrastato il dominio rossonero: decisiva la vittoria del Milan a Torino alla nona di ritorno.
Champions ai rigori — 28 maggio 2003: Milan e Juventus sono di fronte nella finale di Champions. Non era mai successo tra due squadre italiane. Nella storia della coppa altre due volte finale con due squadre della stessa nazione: nel 2000 Real Madrid-Valencia 3-0 e lo scorso anno Manchester-Chelsea 6-5 ai rigori. Finisce ai rigori anche fra Milan e Juve: ai bianconeri costano cari gli errori di Trezeguet, Zalayeta e Montero e la coppa va al Milan. Ad agosto sarà la Juve ad aggiudicarsi ai rigori la Supercoppa italiana a New York. Nelle finali di Coppa Italia successi della Juve nel 1942 (1-1 e 4-1), nel 1990 (0-0 e 0-1) e del Milan ( 5-2 ai rigori nella finale unica).
Scudetto revocato — La Juve vince il titolo nel 2005 con sette punti di vantaggio sul Milan . Lo scudetto verrà revocato due anni dopo. Polemiche a non finire per gli arbitraggi che favorirono la Juve a Cagliari, Roma e Verona, quando al Chievo venne annullato un gol regolare. La vittoria dell’8 maggio a San Siro sul Milan, gol di Trezeguet su assist in rovesciata di Del Piero, diede alla Juve uno scudetto che avrebbe perso poi per lo scandalo Moggi.
Mi prendo il Trap — Sono tanti anche gli incroci di mercato fra Milan e Juventus. Dopo una grande carriera di calciatore nel Milan, Trapattoni aveva cominciato quella di tecnico in rossonero: era succeduto a Cesare Maldini nelle ultime sei giornate del campionato 73-74, era stato il secondo di Giagnoni l’anno dopo e nel 1975-76 aveva guidato il Milan al nono posto. Boniperti, che aveva puntato su un grande dell’Inter, Armando Picchi, prematuramente scomparso, sceglie stavolta una bandiera del Milan. Trapattoni ha 37 anni quando incontra Boniperti in un motel a metà strada fra Torino e Milan per accordarsi. Da allenatore della Juventus vince sette scudetti, un coppa campioni, due volte la coppa Uefa, una coppa delle coppe e quella intercontinentale, centrando al primo anno titolo italiano e coppa Uefa.
Mercato rossobianconero — Molti i passaggi di giocatori tra le due squadre. Chi ci ha guadagnato? Giudicate voi. Negli anni Sessanta il Milan dà alla Juve il libero Sandro Salvadore in cambio dell’ala Bruno Mora e andò bene ad entrambe. Nel primo anno del Trap, scambio Benetti-Capello. La Juve aveva deciso di cedere il suo regista  in ogni caso, anche a costo di spostare Scirea a mezzala se non si fosse trovato un sostituto. Che sarà Benetti, che alla Juve era già stato. Nasce una squadra senza regista tradizionale, con Furino e Tardelli a completare il centrocampo. Benetti vincerà in bianconero due scudetti. Il Milan fa un altro favore alla Juve: nel 1997 cede ai bianconeri Edgar Davids, che in rossonero non aveva convinto.
L'olandese fino al 2004 vince tre scudetti e una supercoppa italiana. Era andata meglio al Milan con Virdis quando l’attaccante sardo, per far posto a Paolo Rossi, finì in rossonero dove conquistò scudetto e coppa Campioni Dalla Juve al Milan anche Roberto Baggio e Paolo Rossi, ma non erano più quelli che avevano vinto tanto in bianconero. Ci ha guadagnato il Milan col passaggio di Carlo Ancelotti sulla panchina rossonera dopo due stagioni (dal 99 al 2001 ) su quella della Juve concluse con due secondi posti. Da allenatore del Milan ha conquistato due Champions, un mondiale per club, uno scudetto e due supercoppa uefa. Dopo quattro campionati alla Juve, Pippo Inzaghi continua a segnare nel Milan: è alla sua ottava stagione in rossonero dove si è preso tra le altre grandi soddisfazioni quella di realizzare i due gol del Milan nella  vittoriosa finale di Champions contro il Liverpool nel 2007. Ha segnato 300 gol nella sua carriera, 151 di questi in A. Alla Juve qualche rimpianto lo hanno avuto: quando Inzaghi venne ceduto al Milan aveva 28 anni. Non ha smesso di far gol. E continua, come la storia di Milan-Juve.
Giuseppe Bagnati





La Curva Sud per la partita contro la Juventus
(dal sito www.fototifo.it)
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I tifosi della Juventus in trasferta a San Siro
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(dal sito avanguardia1987.blogspot.com)
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La Curva Sud accoglie i rossoneri
(dal sito www.acmilan.com)


Gennaro Gattuso torna in panchina dopo l'infortunio
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Andrea Pirlo
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David Beckham
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Mister Ancelotti
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Kakà al tiro
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Pato in azione
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L'esultanza di Clarence Seedorf dopo il gol del vantaggio
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Ronaldinho contrastato da Chiellini
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Pirlo in azione
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Iaquinta e Flamini
(Ansa)





Il gol di Seedorf
(Ansa)


Chiellini e Ronaldinho lottano per il controllo della palla
(Ansa)



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(dal sito forum.tifonet.it - Bar Amaro Club 1899)
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"San Siro Calcio" del 10 maggio 2009
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"Il Milanista" del 10 maggio 2009




Maglia Rossonera a San Siro per Milan vs Juventus 1-1
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(per gentile concessione del Milan Club di Seregno)
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La "Gazzetta dello Sport" dell'11 maggio 2009
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(da "Leggo Milano" dell'11 maggio 2009)



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(da "L'Unità" dell'11 maggio 2009) (da "Il Giornale" dell'11 maggio 2009)




dal sito www.gazzetta.it

MILAN-JUVE IN EQUILIBRIO. UN PARI CHE AIUTA L'INTER
Primo tempo tatticissimo, con le squadre che si annullano e poche occasioni. Le emozioni arrivano nella ripresa con i gol di Seedorf e Iaquinta. Espulso Favalli. Nerazzurri a un passo dallo scudetto
MILANO, 10 maggio 2009 - Tutto come prima; distanze invariate, ma con una giornata in meno da giocare. Milan e Juve non vanno oltre l'1-1 e consegnano di fatto mezzo tricolore all'Inter che ora può sorridere del 2-2 ottenuto a Verona. Sorride anche la Fiorentina che, a soli tre punti dal terzo posto, fa sentire il fiato sul collo dei bianconeri.Troppo ragionata e poco istintiva per regalare emozioni, la sfida di San Siro si illumina nella ripresa con i gol di Seedorf e Iaquinta.
RIGORE TATTICO - Gigi Buffon da una parte, Zeljko Kalac dall'altra. Svanisce così il duello tra il portiere della Nazionale e Nelson Dida; complice il solito maledetto mal di schiena che blocca il fragile brasiliano e lo dirotta in panchina. Recuperato Beckham, con l'australiano di nuovo titolare dopo un'eternità, conviene regalare muscoli al reparto. Così è Flamini l'esterno destro della difesa, mentre Zambrotta gioca a sinistra. Tra i bianconeri Claudio Ranieri rinuncia a Del Piero e punta su Iaquinta che affianca Amauri, confermando Camoranesi e Marchionni sulle fasce di centrocampo. Accorgimenti tattici che influenzano inevitabilmente il primo tempo, equilibrato e per nulla spettacolare.
PRESSING - La Juve pressa ferocemente i portatori di palla e il Milan ne risente. In chiave rossonera la tecnica prevale, ma il gioco di interdizione dei bianconeri funziona di più e non è un caso che nelle ripartenze riescano a raccogliere almeno tre occasioni. Abile la Juve a sfruttare corridoi impensabili. Accade al 12', quando Camoranesi dal limite dell'area piccola alza in girata oltre la traversa. La risposta è immediata con il tocco in rea di Kakà per Inzaghi, anticipato da Buffon. Ma disorienta l'atteggiamento della difesa di casa. Prima apre le porte a Marchionni che conclude alto e subito dopo rischia con Iaquinta su cui si immola Maldini.
EQUILIBRIO - Insomma, una Juve che non sa sfruttare il balbettare difensivo del Milan. La replica c'è, anche se i rossoneri si affidano quasi esclusivamente alle invenzioni di Kakà che un paio di volte regala palle invitanti a Inzaghi. C'è poco da divertirsi comunque e fa quasi sorridere al 36' il goffo tentativo di Poulsen dal limite, quasi incredulo nel vedere apparire nel pieno del suo splendore la sagoma di Kalac; così incredulo da scaricare a lato con un tiro da oratorio.
BOTTA E RISPOSTA - I tatticismi servono a poco. Così Milan e Juve decidono nella ripresa di affrontarsi a viso aperto. Squadre lunghe: Inzaghi che sbaglia a tu per tu con Buffon l'impatto con la testa sul cross di Beckham al 2' e la grande occasione capitata a Iaquinta al 5', su cui l'incerto Kalac non trattiene, ma su cui si avventa Flamini che salva su Amauri. Andirivieni. Al 9' tocca a Seedorf svirgolare a lato dal limite. Fischiato dal pubblico, l'olandese ha modo di riscattarsi infilando l'1-0 al termine di un contropiede fulminante: da Pirlo a Inzaghi che tocca in area per Ambrosini; palla ciccata, ma capitalizzata dall'orange. Ma sono solo 180 secondi di felicità. Al 15' Camoranesi scodella in area per Iaquinta che non ci pensa due volte a tuffarsi e infilare alla sinistra di Kalac.
PIPPO NON VA - Il Milan cerca l'affondo decisivo con l'apporto di Pato che rileva Beckham. Proprio il brasiliano al 29' invita Inzaghi alla splendida girata al volo di sinistro che sfiora di un nulla la traversa. Poco prima di lasciare il posto a Ronaldinho, mentre la Juve, che ha sostituito De Ceglie con Zebina, cambia Amauri con Del Piero. Ma la Juve è viva; Chiellini non sfonda alleggerendo di punta su Kalac. La partita si affloscia e dal 40' deve fare a meno di Favalli espulso per doppia ammonizione, questa volta su Del Piero. Inevitabile l'ingresso di Senderos per Seedorf. Ma l'inferiorità numerica non impedisce al Milan di chiudere in attacco, senza però scalfire la difesa juventina ormai votata al pareggio.
Gaetano De Stefano


dal sito www.milannews.it

LE PAGELLE
Kalac 6 - Non sbaglia nulla e non poteva fare di più: uno dei pochi innocenti di questa brutta serata.
Flamini 5 - Va bene essere generosi e correre, ma fare il terzino vuol dire avere senso di posizione: salva due gol su due suoi errori. Il terzo, costa al Milan due punti.
Favalli 5.5 - Espulsione (gratuita) a parte, regge come può nelle retrovie.
Maldini 5.5 - Brutto il gesto su Chiellini per un Campione della sua caratura.
Zambrotta 6 - Il migliore della retroguardia: spinge bene contro Grygera e contiene le offensive.
Beckham 5.5 - Prova intangibile di David, forse intimorito dal giallo rimediato da Orsato.
Ronaldinho sv - Il suo ingresso dà qualcosa in più, ma non sufficiente per dare la svolta: forse avesse giocato dall'inizio...
Pirlo 5 - Invisibile, non inventa nulla nella manovra.
Ambrosini 6 - A metà campo dà quel che può fino all'ultimo prova a mettere palloni in mezzo, ma non è il suo mestiere.
Seedorf 5 - Il gol zittisce le critiche forse, ma non può cambiare un giudizio ovviamente non positivo su una prestazione sottotono.
Senderos sv
Kakà 4.5 - Ricalato nella catalessi che ne ha contraddistinto spesso le prove in questa stagione: cancellati gli ultimi progressi.
Inzaghi 5.5 - Praticamente mai servito: e se fosse entrato quel colpo, pochi secondi prima della sostituzione.
Pato sv - Entra troppo tardi per dare qualcosa: forse un po' con la testa tra le nuvole.