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17 dicembre 1989, Milan vs Atletico Nacional Medellin 1-0 (d.t.s.)




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Il "Corriere dello Sport" prima della gara
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Prima della partita
(da "L'Unità" del 17 dicembre 1989)



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Marco Van Basten all'aeroporto di Tokyo



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Conferenza stampa prepartita



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Angelo Pinasi ("Forza Milan!"), Vincenzo Pincolini, Luca Serafini e Italo Galbiati
allo stadio di Tokyo, poco dopo la fine del primo allenamento
(by Luca Serafini - facebook)



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Luca Serafini con il responsabile della comunicazione Guido Susini
(by Luca Serafini - facebook)



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Il biglietto della partita
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Il biglietto della partita



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(by Domenico Tricarico)



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Il match program dell'incontro
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Il match program dell'incontro



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Una panoramica dello stadio Olimpico di Tokyo
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Il tifo giapponese a Tokyo '89



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(da "Quando al ciel si alzeran le bandiere" - facebook)
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(by Mimmo Gallidabino)



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(da "Quando al ciel si alzeran le bandiere" - facebook)



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I tifosi rossoneri allo Stadio Olimpico di Tokyo per la finale di Coppa Intercontinentale 1989
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(by Vincenzo De Santi)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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La formazione rossonera scesa in campo a Tokyo '89
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Altre immagini della formazione rossonera
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I due capitani scambiano i gagliardetti
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Baresi per lo scambio dei gagliardetti



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(per gentile concessione di Renato Orsingher)
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Poster con la formazione rossonera
(per gentile concessione di Emanuele Pellegrini)



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Gagliardetto di Milan vs Nacional Medellin 1989
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Un altro gagliardetto della finale Intercontinentale



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Higuita dribbla Van Basten



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Frankie Rijkaard, Marco Simone e Franco Baresi in azione

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Immagini della partita
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Da Mariangela Patteri (da Facebook):
#TBT: EVANI E QUEL GOL "MONDIALE". In data odierna 20 dicembre 1989. 29 anni fa, il Milan in vetta al mondo. Riviviamo Milan-Medellin MATURANA E HIGUITA ATTENDONO SACCHI Due guru sulla strada dei rossoneri. Francisco Maturana in panchina e Renè Higuita in porta. Arrigo Sacchi e Carlo Ancelotti ben sapevano che sarebbero stati gli ostacoli principali sulla strada del titolo mondiale. Il Milan sognava il secondo titolo iridato della propria storia, ma nonostante non avesse un grande nome, l'Atletico Nacional di Medellin non era da sottovalutare. Maturana insegnava un calcio innovativo, mediaticamente veniva considerato una sorta di Sacchi del Sudamerica. Higuita era invece un portiere saltimbanco solo in apparenza, in realtà era carismatico e guizzante fra i pali. UNA FINALE INEDITA Il Milan aveva superato la Steaua Bucarest a Barcellona, vent'anni dopo l'ultima Coppa dei Campioni vinta a Madrid. Il Medellin aveva battuto solo ai rigori, sul suo terreno, dopo due gare di andata e ritorno, l'Olimpia di Asuncion in Finale di Libertadores, in un'edizione in cui ne il River Plate e nemmeno il Boca Juniors si erano qualificati per gli Ottavi di finale. I rossoneri avevano disputato Finali mondiali in Brasile e in Argentina, ma mai a Tokyo dove c'era tanto traffico e dove i kimono affascinavano Baresi e Van Basten. Celebre la battuta in milanese sul "ginocc" del Cigno olandese, in quei giorni giapponesi. Milan favorito, ma Milan con tutto da perdere rispetto agli outsider colombiani. IL 17 DICEMBRE 1989 DELLA VERITÀ Con Fuser al posto di Evani in campo dall'inizio per scelta tecnica, sotto il sole dell'Olimpico di Tokyo il Milan inizia a lavorare ai fianchi il Medellin. Ma non si passa. I rumori delle trombette giapponesi accompagnano fino ai rigori la partita più tattica del mondo, nella storia dell'Intercontinentale. Ai rigori? Proprio ai rigori? Quando ai supplementari tutto sembra scritto in quella direzione, il colpo da biliardo proprio di Evani su punizione al 119' porta il Milan in vetta al pianeta. Adriano Galliani esulta entrando in campo e dedicando la Coppa al presidente Berlusconi, Baresi e Tassotti alzano al cielo rispettivamente l'Intercontinentale e la Toyota Cup, lo stesso Silvio Berlusconi dedica la sua lettera notturna a "tutti noi che abbiamo avuto questa avventura di intrecciare la nostra vita a un sogno che si chiama Milan".




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119': Chicco San Evani si appresta a calciare la punizione...
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...che batte il portiere Higuita e regala al Milan la Coppa!

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Il gol su punizione di Chicco Evani
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Il gol su punizione di Chicco Evani



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Il gol di Chicco Evani
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Istantanea della partita: 1-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Il gol su punizione di Chicco Evani visto dalla TV
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Un'altra immagine dello splendido gol-vittoria
di "Chicco San" Evani al 119'



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L'esultanza rossonera dopo il gol-vittoria



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Un'immagine di esultanza dopo il gol su punizione di Chicco Evani
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Una sostituzione durante a gara



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L'esultanza di tutta la squadra a partita vinta
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Marco Van Basten abbracciato da Arrigo Sacchi
al termine della partita



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I festeggiamenti e il sollevamento della Coppa



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Franco Baresi, Carletto Ancelotti e Mauro Tassotti alzano la Coppa Intercontinentale a Tokyo



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Franco Baresi alza la Coppa Intercontinentale



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Franco Baresi alza la Coppa



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Daniele Massaro consegna la Coppa
Intercontinentale ai tifosi rossoneri
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Campioni del Mondo !



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(dal sito www.acmilan.com)



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Rassegna stampa della Coppa Intercontinentale 1989



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(da "Quando al ciel si alzeran le bandiere")



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Arrigo Sacchi con la Coppa Intercontinentale
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Le feste dei giocatori del Milan a Sacchi



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Giovanni Galli con la Coppa Intercontinentale
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Baresi, Ancelotti e Carobbi con la Coppa Intercontinentale



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Arrigo Sacchi e Chicco Evani al termine della gara
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)
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(da "L'Unità")



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A fine partita Chicco Evani viene premiato con la Toyota Cup, dopo il gol decisivo che ha dato la Coppa Intercontinentale al Milan
(by Tradizione Rossonera - facebook)



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(da "Forza Milan!" - facebook)
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VIDEO
(da "Pane, Milan e Fantasia" - facebook)



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La "Gazzetta dello Sport" del 18 dicembre 1989: il Milan è Campione del Mondo



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"Tuttosport" del 18 dicembre 1989
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Il "Corriere della Sera" del 18 dicembre 1989



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I titoli incomprensibili dei giornali giapponesi successivi alla conquista della Coppa Intercontinentale 1989
(da "Quando al ciel si alzeran le bandiere")



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Il "Guerin Sportivo" nr. 51 del 1989 celebra il Milan Mondiale,
un titolo che poi diede il nome ad una celebre videocassetta
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"Intrepido" dedica la copertina
al Milan Campione del Mondo



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Ancelotti e Donadoni sull'aereo di ritorno
con la Coppa Intercontinentale
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(da "Quando al ciel si alzeran le bandiere")



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Arrigo Sacchi e Franco Baresi con la Coppa Intercontinentale
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)
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Chicco Evani e Marco Van Basten con la Coppa Intercontinentale



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Alessandro Costacurta e Paolo Maldini con la Coppa Intercontinentale
(per gentile concessione del M.C. Inossidabili)
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Paolo Maldini in albergo



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Gagliardetto della partita
(by Piero Pibols)
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Busta filatelica celebrativa della Coppa Intercontinentale conquistata dal Milan nel 1989



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(da "La Stampa" del 18 dicembre 1989)



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(da "L'Unità" del 18 dicembre 1989)



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(da "L'Unità" del 19 dicembre 1989)




dal sito www.ilveromilanista.it
di Carmine Longobardi

I ROSSONERI TORNANO SUL TETTO DEL MONDO
Il mese di maggio 1989 mi aveva già regalato la splendida vittoria nella finale di Coppa Campioni a Barcellona ai danni dello Steaua Bucarest. La gioia era continuata con la vittoria della supercoppa europea vinta contro il Barcellona. Cosa mai potevo desiderare ancora? Stavo dimenticando che il mio Milan stava per partire per il Giappone, la terra dei samurai, per disputare la finale intercontinentale a Tokyo contro la squadra vincente della Coppa Libertadores, l'equivalente sudamericana della nostra Coppa dei Campioni. Sarà che ero ancora affezionato al vecchio metodo, cioè quello che prevedeva il doppio confronto di andata e ritorno, ma quella partita giocata in Giappone, in campo neutro con tifosi posticci schierati a comando, mi dava l'idea di una esibizione pubblicitaria più utile agli sponsor che alla platea di milioni di appassionati di calcio disposti a seguire la partita via satellite in orari proibitivi a causa del fuso orario. E' anche vero che il solito nutrito gruppo di ultras era presente alla partita con i loro striscioni e che un altro congruo numero di appassionati milanisti, quest'ultimi con possibilità economiche superiori alla media, si era aggregato per sostenere la compagine milanista. A dir il vero, il loro tentativo di farsi sentire veniva letteralmente annullato dal suono incessante di trombette che ogni giapponese, presente alla partita, portava con sé in dotazione. Era una cornice assordante e continua fino ad essere fastidiosa oltre che inutile. Eravamo comunque riuniti nel nostro Milan Club attendendo l'inizio della partita consumando degli snacks e sorseggiando Coca Cola. Era il 17 dicembre 1989, tutti avevano fatto gli scongiuri, toccato ferro e qualcos'altro. Io non sono mai stato superstizioso e li prendevo in giro mentre la tv mandava in onda le immagini dell'Olimpic Stadium di Tokyo, pieno in ogni ordine di posto. La coppa era inquadrata molto spesso così come lo sponsor della manifestazione (Toyota).
Le squadre scendono in campo tra l'assordante suono delle trombette, il Milan con la divisa rossonera ed il Nacional Medellin con la maglia verde, l'arbitro era Fredrikson. Il Milan schierava: Giovanni Galli, Tassotti, Maldini, Fuser, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Ancelotti e Massaro. Il Nacional Medellin aveva in porta il suo fuoriclasse e capitano Higuita, portiere bravo ed estroso, capace di giocare bene anche in avanti, un vero innovatore del ruolo divenuto e considerato un precursore. Gli altri calciatori del Nacional Medellin erano quasi tutti nazionali della Colombia, come Escobar, Herrera, Gomez, Uzuriaga, Alvarez, Arango, Cassiani e Trellez. L'allenatore Maturana era stimatissimo in Sud America e praticava un calcio molto europeo, ispirandosi proprio a Sacchi che sedeva sull'opposta panchina. I due si salutarono prima dell'incontro molto cordialmente. L'inizio della partita avvenne in modo molto blando, le squadre sembravano volersi studiare senza prendere l'iniziativa in modo diretto. Il Nacional Medellin attendeva più l'errore del Milan che tentare di imporre il proprio gioco. Il Milan si adeguava alla situazione senza scoprirsi più di tanto. La partita non era bella pur rimanendo interessante per la tensione e per l'attenzione che le due squadre continuavano a mantenere. Qualche sussulto riuscimmo ad averlo perchè, comunque, il Milan riusciva, con i suoi fuoriclasse, ad essere più pericoloso, poi si ritornava a giocherellare a centrocampo cercando di tenere il più possibile il pallone. Alla fine del primo tempo finimmo tutte le bevande e cercammo un bar aperto per rifocillarci e per le scorte.
Il secondo tempo non sembrava diverso, il gioco continuava ad avere ritmi lenti con qualche tentativo di verticalizzazione. Per fortuna che c'era Higuita che trasformava ogni suo intervento, anche il più semplice, in un evento con la sua mimica, il suo incedere e l'uso, considerato molto spregiudicato all'epoca, dei piedi. Sacchi si era accorto che bisognava dare una svolta, per lo meno tentare, così fece uscire Massaro e Fuser, sostituiti rispettivamente da Simone ed Evani. Maturana aveva già effettuato due cambi all'inizio del secondo tempo sperando in qualche guizzo di Uzuriaga che era partito dalla panchina. Ma l'unico a movimentare l'incontro continuava ad essere il buon Higuita. La fine della partita arrivò senza sussulti mentre i giocatori si preparavano ai tempi supplementari cercando, negli ultimi minuti, di non disperdere ulteriori energie. Il primo tempo supplementare fu più movimentato perchè saliva la tensione e le squadre tentavano con più convinzione di imbastire azioni d'attacco. Il secondo supplementare tornò ad essere più calmo e più studiato, oramai si incominciava a pensare ai rigori ed anche noi eravamo sicuri di questa evenienza. Era il minuto 117, (alla faccia della superstizione) punizione dal limite per il Milan, la palla viene messa a terra dall'ultimo arrivato, quel l'Evani (detto Chicco) dai piedi superbuoni, certo ci aspettavamo Van Basten, ma quella posizione forse era più adatta al nostro Chicco Evani. Higuita faceva il suo show gridando ai compagni in barriera, ne volle sette affiancati, poi altri due (uno per lato) ai fianchi della barriera scostati di un metro, il decimo suo compagno era in area a marcare Simone. Ci vollero due interminabili minuti prima che Evani calciasse verso il palo sulla destra di Higuita che, a furia di sbraitare, si fece sorprendere proprio nell'angolo che pensava di aver coperto maggiormente. Il pallone entrò in porta senza che Higuita tentasse la parata, tanto fu sorpreso dall'esecuzione e dalla direzione del tiro. Un attimo, un tiro, pochi metri e la storia di una squadra si arricchisce di un altro trofeo mondiale.
Eravamo contenti ma non sorpresi, in fondo eravamo certi che quel Milan di Sacchi non avrebbe potuto fare altro che vincere. Un po' di baldoria tanto per finire tutte le bevande acquistate, gli sguardi attenti alla tv mentre ci veniva consegnata la coppa intercontinentale e veniva premiato Evani come "the man of the match". Fine del collegamento televisivo, abbassavamo la saracinesca e ci recammo alle auto parcheggiate per far ritorno a casa, non disdegnammo una suonatina di clacson passando volontariamente davanti al bar degli interisti ed al club bianconero che avevano assistito alla partita tifando per il Medellin. Erano verdi come le magliette dei colombiani...