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SEMIFINALE - Ritorno
19 aprile 1989, Milan vs Real Madrid 5-0




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Tifosi rossoneri in coda al Milan Point per il biglietto di Milan vs Real
(da "L'Unità")



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Jimmy Greaves, giunto a Milano per assistere alla partita
(by Luigi La Rocca)



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Il biglietto della partita
(dal Milan Club Angri - SA)
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Il biglietto della partita



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Il biglietto della partita



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Prima della partita
(da "L'Unità" del 19 aprile 1989)



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Il Milan Club "Siamo belli come il Sole"
invita tutti I tifosi rossoneri a...
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(dal Milan Club Angri - SA)



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(Archivio Magliarossonera.it)
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(Archivio Magliarossonera.it)



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(by Gianluca Palmarin, Fossa dei Leoni - facebook)
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Il tifo rossonero a San Siro



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(Archivio Magliarossonera.it)
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Bandierina di plastica distribuita per la coreografia
(by Alex Per - facebook)




Foto by Vincenzo De Santi
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(by Davide Milano - facebook)



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(by Giampietro Zambelli - facebook)



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Altre immagini della Curva Sud per il ritorno della semifinale di Coppa dei Campioni
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La Curva Sud poco prima dell'entrata in campo delle squadre



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L'ingresso delle squadre in campo
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L'ingresso delle squadre in campo



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L'ingresso in campo delle due squadre
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Il Capitano Baresi prima del fischio d'inizio



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Marco Van Basten e Ruud Gullit entrano in campo
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Gallego e Franco Baresi si scambiano i gagliardetti
sotto gli occhi dell’arbitro belga Ponnet



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Ruud Gullit e Carlo Ancelotti



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Il gol di Carlo Ancelotti



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Inizia lo spettacolo, apre Carletto Ancelotti da fuori area: 1-0

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Poi Frankie Rijkaard fa il 2-0 di testa


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L'esultanza di Frankie Rijkaard dopo il suo gol



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Ruud Gullit segna di testa su cross dalla sinistra di Donadoni: il primo tempo si chiude sul 3-0



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Il gol di Gullit
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Marco Van Basten e Ruud Gullit



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Quaterna di Marco Van Basten, con palla che si infila sotto il "sette"



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Carlo Ancelotti sorprende Buyo con un tiro da fuori area e porta a 5 le reti rossonere: il Milan è in finale di Coppa dei Campioni dopo vent'anni... il resto è storia


Carlo Ancelotti mentre scaglia il tiro del 5-1



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Il gol di Ancelotti e la successiva esultanza



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Istantanea della partita: 1-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 2-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



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Istantanea della partita: 2-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)
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Istantanea della partita: 4-0
(per gentile concessione di Ivano Michetti)





Il trio Orange "scortato" da Carlo Ancelotti
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Marco Van Basten in azione



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Virdis sta per entrare in campo per sostituire Ruud Gullit, vittima di un infortunio
(by Roberto Rolfo)



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Siamo in finale, si va a Barcellona !!!



Immagini della partita da www.acmilan.com
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Roberto Donadoni esce dal campo al termine della partita
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Franco Zuccalà e Carlo Ancelotti al termine della partita



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Franco Baresi e Frank Rijkaard al termine della partita



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(da "Forza Milan!" - facebook)
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(da "Amarcord - il calcio di una volta" - facebook)



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(da "Voglia di Calcio" - facebook)
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(da "AC Milan" - facebook)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 20 aprile 1989)



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(dalla "Gazzetta dello Sport" del 20 aprile 1989)



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Le testate di "Tuttosport" e de "La Notte" del 20 aprile 1989



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La copertina dell'Equipe dopo Milan vs Real Madrid del 19 aprile 1989



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La tragedia di Sheffield, accaduta pochi giorni prima
di Milan vs Real Madrid. Prima della partita, durante il
minuto di silenzio in memoria delle vittime, la Curva
Sud intonò "You'll Never Walk Alone"
(dal "Guerin Sportivo" del 19-25 aprile 1989,
per gentile concessione di Emanuele Pellegrini)



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(da "La Stampa" del 20 aprile 1989) (da "L'Unità" del 20 aprile 1989)



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(da "L'Unità" del 21 aprile 1989)



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(dal "Guerin Sportivo", per gentile concessione di Paolo 049)



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(dalla "Gazzetta delo Sport")
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La lettera di ringraziamento dei tifosi del Liverpool al Milan
per il coro "You’ll Never Walk Alone" intonato durante
il minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Sheffield




"Soffrimmo, non fu una partita facile. Sembrava che gli episodi si divertissero a non premiare il nostro gioco. Era la prima volta che una squadra italiana, già nel primo tempo, controllava il gioco sul campo del Real Madrid come se stesse giocando in casa propria, eppure venimmo puniti due volte. Prima il loro gol con Hugo Sanchez sullo sviluppo di un calcio d'angolo, poi la rete regolare annullata a Gullit. Avremmo potuto smarrirci, perdere il filo, eppure riuscimmo sempre a pensare di continuare a fare la nostra partita come sapevamo. Dopo il gol di Van Basten, finì come tutti sappiamo 1-1 ma eravamo molto soddisfatti del nostro gioco, della nostra prestazione. Negli spogliatoi eravamo contenti non tanto per il risultato che non ci premiava del tutto, ma per come ci eravamo espressi. Avevamo capito a Madrid che a San Siro avremmo potuto giocarcela alla pari. Naturalmente Sacchi negli spogliatoi ci disse che non avevamo ancora fatto nulla, che ci aspettava una durissima gara di ritorno, nel post-partita era già sul pezzo come se nulla fosse accaduto. Ma dentro di noi stava succedendo qualcosa. Dopo le due partite con la Stella Rossa e le due con il Werder Brema, ci sembrava di aver perso brillantezza in Europa. Invece al Bernabeu avevamo capito che eravamo davvero sul punto di cambiare la Storia. E tutti i tifosi erano con noi." (Franco Baresi)



dal sito www.repubblica.it
20 aprile 1989 - pagina 33 - Sezione Sport di Licia Granello

'PARTITA INDIMENTICABILE'
MILANO - L'incontro avviene in cima alle scale della tribuna. Berlusconi ha appena finito di dire: Non mi sono mai alzato per i gol dei miei ragazzi. Avevo paura di incontrare gli occhi di Mendoza. E il presidente del Real è già lì, che l'abbraccia. Berlusconi è assolutamente imbarazzato, mormora un "mi dispiace". Il presidente del Milan è raggiante. Avevo chiesto una goleada. E sono stato accontentato da questa squadra meravigliosa. Una notte da ricordare. Il tempo di raggiungere la sala stampa, e Leo Beenhakker è già sul banco degli imputati. Abbiamo giocato per soli venti minuti. E nel momento in cui avevamo in mano la chiave della partita loro hanno segnato. Il Milan ha giocato alla grande, pratica un football eccezionale. Sacchi si fa attendere. Deve smaltire tensione e gioia. Faccio fatica a cacciare via il pensiero. Almeno per le prossime ventiquattr'ore vorrei veramente godermi la vittoria. Ma per me lo Steaua è già lì, dietro l'angolo. E'stata una bella vittoria, ottenuta contro una grandissima squadra. I primi otto- dieci minuti eravamo un attimino lunghi e meno aggressivi di come avremmo dovuto essere. Superato quel momento abbiamo giocato alla grande. E'un vero peccato che di partite così un allenatore ne viva così poche. Siamo in un momento felice, l'unica vera preoccupazione è per questi due giocatori che abbiamo perso negli ultimi due giorni. Gullit era stato protagonista assoluto insieme a Baresi e a Costacurta nel primo tempo. E aveva segnato un bellissimo gol. Non è tanto il menisco che mi preoccupa quanto il recupero: Ancelotti ci ha messo tre mesi per tornare ad essere quello di prima. Comunque abbiamo imparato a reagire e lo faremo ancora una volta. Rijkaard di nuovo al centrocampo, Milan di nuovo grande. Il tecnico del Milan dà una risposta secca: Rijkaard può ricoprire più ruoli, credo che sia pagato anche per questo. Non dobbiamo dimenticarci che a centrocampo abbiamo un altro grande giocatore che si chiama Ancelotti. Ho vissuto un primo tempo di tensione assoluta, ma nel secondo tempo ero veramente rilassato. Stasera la squadra è stata pari al pubblico in quanto a grandezza.
Uno spettacolo che mi ha ricordato quello della festa per lo scudetto. Uno spettacolo che non dimenticherò per un pezzo. L'ultima domanda è sul Real. Sacchi ne dà un quadro misuratamente ammirato: Gli uomini si conoscono nel momento della sconfitta. E quelli del Real sono stati i primi a venirci a fare i complimenti dopo la partita. Dalla loro signorilità si capisce come abbiano fatto a restare per tanti anni a certi livelli. Baresi segue perfettamente la linea Berlusconi sulla chiave della partita: Il gol di Ancelotti è stato importante perché ci ha permesso di entrare in partita, cosa che non c'era successo nei primi minuti. Abbiamo finalmente capitalizzato tutta la mole di gioco che svolgiamo, tant'è che quasi ad ogni azione abbiamo segnato un gol. Il Real ha giocato bene nei primi dieci minuti ma poi non è più riuscito a tornare in partita. Lo Steaua? Sarà difficilissimo. Ma avremo tempo per pensarci. Poi Rijkaard. Non è stato il singolo a vincere questa sera, ma la squadra. Li abbiamo pressati, abbiamo giocato con determinazione, ed abbiamo vinto come volevamo così tanto. Ultimo parere per Marco Van Basten. Il 5-0 non è troppo pesante, se avessimo giocato la ripresa con la stessa determinazione e forza del primo tempo avremmo potuto segnare ancora. La chiave della partita? Certo, il gol di Ancelotti è stato importante, ma il colpo di grazia per il Real è arrivato con la rete di Gullit alla fine del primo tempo. Ultimo a lasciare la sala stampa è Luis Suarez, commissario tecnico della nazionale spagnola. Nell'arco delle due partite è stato troppo grande il divario tecnico. Il Real ha fatto troppo poco ed il Milan ha fatto troppo perché finisse diversamente. Faccio i miei migliori auguri al Milan, ma lo metto in guardia, perché con la Steaua non sarà facile.



dal sito www.milannews.net
20 novembre 2002 - di Davide Bin

LA NOTTE IN CUI IL MILAN DIVENTO' REAL
19 aprile 1989, semifinale di Coppa dei Campioni. Il Milan di Arrigo Sacchi demolisce il mito del Real Madrid con uno stratosferico 5-0, entrato nella storia; riviviamo quella fantastica partita...
Tra pochi giorni il Milan si ritroverà di fronte il Real Madrid, nella partita più affascinante del secondo turno di Champions League e il pensiero non può non andare a quella mitica semifinale di Coppa dei Campioni di oltre tredici anni fa. Per tutti quelli che non c'erano, ma anche per chi, come me, ha vissuto quella serata a San Siro, ecco la cronaca di una partita leggendaria, della notte in cui il Real Madrid conobbe una delle più umilianti sconfitte della sua storia e il Milan di Arrigo Sacchi diventò una delle realtà più belle del calcio europeo.

90 minuti dividono il Milan e i suoi tifosi dal sogno di tornare a disputare la finale di Coppa dei Campioni, 20 anni dopo l'ultima volta, ma l'avversario è di quelli che fanno tremare: Real Madrid, un nome che da solo dice tutto, la squadra più titolata del calcio continentale, un mito che affascina e rende ancor più irrinunciabile un appuntamento già di per sé storico.
La squadra allenata da Arrigo Sacchi ha già incantato il Santiago Bernabeu nella partita di andata, impartendo un'autentica lezione di gioco, tecnica e tattica alle merengues e al loro pubblico e ottenendo solo un bugiardo 1-1 che non rende giustizia all'ottima prestazione dei rossoneri.
A proposito di giustizia, a Madrid il Milan ha subito l'ennesimo torto arbitrale di una serie europea incredibile, fatta di gol non visti (a Belgrado e Brema) o annullati, altrimenti avrebbe raccolto già in Spagna una vittoria storica e la probabilissima qualificazione alla finale, in programma a Barcellona il 24 maggio.
L'1-1 dell'andata è, comunque, un ottimo risultato da gestire a San Siro ma nessuno, anche il più inguaribile degli ottimisti, si sente sicuro e pensa già di aver staccato il biglietto per la finale.
Contro il Real i rossoneri si giocano una stagione, perciò la tensione di tutto l'ambiente è alle stelle e c'è grande attesa per una partita che è un autentico evento, oltre che una sorta di finale anticipata, dal momento che nell'altra semifinale si sfidano Steaua Bucarest e Galatasaray: il Milan è terzo in campionato a 12 punti dalla vetta e punta ormai tutto sulla Coppa dei Campioni, per non rimanere a mani vuote in una stagione iniziata da Campioni d'Italia in carica e con tante speranze.
San Siro è uno stadio cantiere, perché sono in corso i lavori di ristrutturazione in vista dei Mondiali di calcio del 1990: il terzo anello non è ancora stato completato ma il fascino della "Scala del calcio" rimane immutato, soprattutto in serate magiche come questa.
Stadio esaurito da giorni, file ai cancelli molte ore prima della partita, atmosfera "elettrica" per un appuntamento al quale nessuno vuole mancare; a Milano piove a dirotto ma nessuno ci fa caso: è troppa la voglia di vivere sensazioni speciali che per quasi tutti sono novità assolute; per tanti anni abbiamo visto il Real Madrid in televisione nei mercoledì di coppa, molte volte abbiamo ammirato il suo gioco spettacolare, in qualche occasione abbiamo goduto perché la vittima sacrificale delle sue vittorie è stata l'Inter, ma ora ce lo troviamo di fronte e vogliamo fortemente che questa sia una grande notte, una notte da ricordare per sempre come quella del definitivo ritorno del Milan fra le grandi del calcio europeo.
In pochissimo tempo lo stadio si riempie fino a scoppiare; le cifre ufficiali parlano di 73000 spettatori ma in realtà siamo molti di più: la Curva Sud, ma anche tutti gli altri settori, sono talmente pieni che, nonostante il diluvio, l'acqua non riesce a toccar terra e si ferma sulle migliaia di mantelline che indossiamo per proteggerci (lo stadio non ha ancora la copertura come adesso).
L'attesa è lunga e snervante, il cuore batte all'impazzata, il desiderio di successo (o meglio qualificazione, perché potrebbe bastare anche uno 0-0) si alterna alla paura che qualcosa possa andare storto o che il Real torni per una sera uno squadrone imbattibile ed insuperabile.
La Sud ha preparato una coreografia abbastanza semplice (rispetto a quelle alle quali siamo abituati ora): grossi stendardi, ognuno dei quali contiene una lettera e che vanno a formare la scritta SEMPRE CON VOI, contornata dai soliti bandieroni e illuminata, al momento dell'ingresso delle squadre in campo, da torce, fumogeni e fuochi d'artificio; anche il resto dello stadio partecipa alla coreografia, perché all'entrata ogni tifoso ha ricevuto una bandierina di plastica da sventolare all'ingresso delle squadre, per creare un bell'effetto cromatico e far diventare San Siro una vera e propria "bolgia infernale" completamente rossonera.
Il grido MILAN MILAN si alza più forte e possente che mai, il popolo rossonero ruggisce e canta tutto il suo amore verso una squadra che cerca un risultato storico e la qualificazione alla finale della più prestigiosa competizione europea. Per chi ha vissuto i momenti bui della serie B e della crisi societaria che ha rischiato di cancellare il Milan dal panorama calcistico professionistico, una serata come questa era un autentico sogno che ora, come per incanto, è diventato realtà, grazie ad Arrigo Sacchi e ai suoi ragazzi.
E' bello esserci, l'emozione è grande e la pelle d'oca non vuole saperne di andar via e non si tratta certo di brividi provocati dalla pioggia e dall'umidità, che ormai nessuno sente più; ma per poter davvero dire a tutti IO C'ERO manca un solo particolare, non certo insignificante, cioè il risultato positivo di quei novanta minuti di passione per i quali tutti noi ci troviamo a San Siro.
L'arbitro Ponnet fischia l'inizio dell'incontro ma, qualche attimo dopo, si ricorda che c'è da osservare un minuto di silenzio in memoria delle vittime dello stadio di Sheffield, blocca il gioco e, mentre tutto lo stadio applaude, dalla Sud si alza, prima timidamente, poi sempre più possente, l'inno YOU'LL NEVER WALK ALONE; chi frequenta abitualmente la Curva sa che lo cantiamo ad ogni partita, ma in quest'occasione il suo significato è ben più importante, visto che si tratta dell'inno del Liverpool, la squadra delle vittime che si stanno commemorando. Un momento davvero emozionante, che sarà messo in risalto in tutta Europa e che commuoverà l'intera Inghilterra ed in particolare i tifosi dei Reds, che nei giorni successivi ringrazieranno sentitamente per la solidarietà e l'affetto mostrato nei loro confronti.

Arrigo Sacchi ha dovuto cambiare formazione proprio alla vigilia di questo importantissimo appuntamento: Evani si è infortunato nell'ultimo allenamento precedente la partita e così sulla sinistra gioca Ancelotti con un inedito numero 11; Rijkaard torna nella sua posizione di centrale di centrocampo, dopo essere stato impiegato spesso in difesa e lascia il posto al fianco di Baresi al giovane Billy Costacurta.
La formazione è questa: G. Galli, Tassotti, Maldini, Colombo, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Ancelotti.
Nei primi minuti il Milan sembra bloccato dall'emozione e dalla tensione, il Real ne approfitta e prova a mettere in difficoltà la retroguardia rossonera; anche sugli spalti la tensione è incredibile, si segue qualunque azione con il fiato sospeso e si fa quasi fatica a cantare e tifare, perché ti senti il cuore in gola e sei paralizzato con gli occhi fissi su quel rettangolo di gioco su cui si sta giocando una delle partite più importanti della tua "carriera" da tifoso.
Dopo 18 minuti di equilibrio arriva il momento della svolta: Ancelotti riceve palla sulla tre-quarti campo, scarta un paio di avversari con un doppio dribbling, prende la mira e lascia partire un bolide da fuori area che incenerisce Buyo e si insacca inesorabilmente.
Il boato di San Siro è impressionante e ancora oggi, a distanza di tempo, lo ricordo come una delle esultanze più potenti che abbia mai sentito; in Curva Sud è delirio puro, gli abbracci sono soffocanti e infiniti, si rotola a decine di metri di distanza dal proprio posto e la gioia è incontenibile. Anche in campo l'esultanza è particolare: Carletto "Terminator" Ancelotti corre verso la tribuna e poi verso la panchina stringendo i pugni e urlando di rabbia e liberazione e viene travolto dall'abbraccio dei compagni.
Ma siamo solo all'inizio: il Real è scosso e fatica a reagire, il Milan insiste sulle ali dell'entusiasmo e, dopo sette minuti, è Frankie "Uragano" Rijkaard a svettare di testa in area su un cross "al bacio" di Tassotti e a spedire con forza e precisione il pallone alle spalle di Buyo.
L'urlo di San Siro fa tremare il cemento dello stadio, quello vecchio e glorioso sul quale ci troviamo ma anche quello nuovo dei settori ancora in costruzione; si comincia ad intravedere il Nou Camp e la finale, ma siamo solo al 25° e la strada è ancora lunga e difficile.
Non c'è tempo per la sofferenza e per la scaramanzia: il Real Madrid è ferito, stordito, nervoso; il Milan galleggia sull'oceano dell'entusiasmo e prova ad infierire, mentre sugli spalti iniziano già i primi olè irriverenti nei confronti del toro madrileno ormai sconfitto e che sottolineano la trama di passaggi dei giocatori del Milan.
Il doppio vantaggio è già un punteggio di lusso ma, allo scadere del primo tempo, i rossoneri danno la mazzata definitiva al Real e alle sue speranze di rimonta: cross dalla sinistra di Donadoni e preciso colpo di testa di Gullit che va ad infilare la palla all'angolino. La tensione si scioglie, la paura non c'è più, il fischio dell'arbitro Ponnet, che manda le squadre al riposo, potrebbe tranquillamente essere quello finale, perché non c'è più partita, in campo c'è solo una squadra, la sua maglia è rossonera e i suoi tifosi sono ormai impazziti dalla gioia.

Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo: pochi minuti e giunge anche l'ora del gol del "Cigno di Utrecht" Marco Van Basten che, con la sua inconfondibile classe, controlla in area un assist aereo di Gullit, manda in tilt l'avversario con una finta e fulmina Buyo.
Il Milan ha calato un poker da favola, in Curva Sud si canta e si festeggia con la poca voce ormai rimasta, si mandano messaggi d'amore a questa squadra che non finisce di stupirci (OH MAMMA MAMMA MAMMA.SAI PERCHE' MI BATTE IL CORAÇON, HO VISTO IL GRANDE MILAN.E MAMMA' INNAMORATO SON!) e si vorrebbe che questa magica notte fosse infinita. L'unica nota stonata della serata è l'uscita di Gullit al 56°, sostituito da Virdis: il "tulipano nero" si è infortunato al ginocchio e solo l'indomani sapremo che si tratta di problemi al menisco (l'ennesima tegola di una stagione sfortunata che, però, non gli impedirà di giocare la finale di Barcellona e realizzare una fantastica doppietta): lo stadio lo saluta con un autentico ruggito, RUUUUD GULLIT, che squarcia il cielo plumbeo sopra Milano.
La festa riprende subito dopo, perché anche Donadoni ha voglia di gloria e dopo aver servito splendidi assist ai compagni, decide di approfittare del disorientamento della difesa del Real ormai allo sbando e, su azione da calcio d'angolo, lascia partire un preciso rasoterra dal vertice dell'area e incenerisce Buyo, ormai stordito da quell'autentica gragnuola di tiri che gli sono piombati addosso in una serata tutta da dimenticare.
Cinque gol in un'ora, una superiorità schiacciante e inimmaginabile, una prestazione collettiva pressochè perfetta e lo dimostra il fatto che tutta la metà offensiva della squadra (dal n° 7 al n° 11, cioè Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Gullit, Ancelotti) ha messo la firma su uno dei successi più incredibili e spettacolari della storia del Milan.
L'ultima mezz'ora di gioco non ha più alcun senso: il Real è tramortito, boccheggiante, umiliato; il Milan placa la sua furia, mentre sugli spalti si fa festa tra gli olè del pubblico che trasformano San Siro in una gigantesca Plaza de Toros in cui il torero rossonero ha fatto fare una bruttissima fine al toro spagnolo, infilzandolo con cinque velenosissime banderillas che l'hanno fatto stramazzare a terra.
I pizzicotti si sprecano ma sono inutili, perché non si tratta più di un sogno ma di splendida realtà: il Milan ha trionfato sommergendo il Real Madrid e il suo mito sotto un autentico diluvio di reti e la squadra di Arrigo Sacchi ha scritto una pagina storica del glorioso libro delle imprese rossonere.
Scatta inevitabilmente anche la Ola e tutto lo stadio, tribuna compresa, partecipa con entusiasmo; San Siro trema sotto la scossa dell'onda di entusiasmo rossonero, ripetuta innumerevoli volte, le bandiere sventolano, i canti fanno rimbombare lo stadio e dalla curva si alza il coro: A BARCELLONA ANDIAM, A BARCELLONA ANDIAM, PERCHE' E' UN MAGICO MILAN, PERCHE' E' UN MAGICO MILAN.
Sinceramente non so dove la gente trovi ancora la voce per cantare; personalmente ho la gola devastata e incapace di produrre ancora suoni "umani" ma la gioia è troppo grande, non voglio arrendermi e smettere di tifare per questo incredibile Milan.
Ormai non ci sono più dubbi: la finale è conquistata, Barcellona ci attende e, sicuramente, anche nella città catalana si fa festa, perché i tifosi blaugrana non dovranno subire lo smacco di vedere gli odiati avversari del Real giocare la finale di Coppa dei Campioni proprio al Nou Camp.
Dopo vent'anni esatti il Milan torna a disputare la finale del più prestigioso torneo europeo, ma nessuno ha già voglia di pensarci: la festa ora è qui a San Siro e si aspetta il fischio finale per tributare il giusto omaggio ai protagonisti di quest'autentica impresa e festeggiare fino a notte fonda una di quelle vittorie che nessuno mai dimenticherà.
Quando Ponnet dichiara concluso l'incontro, i giocatori vengono sotto la Curva a ringraziare per il tifo e l'incitamento e per ricevere l'applauso di tutti: nei loro volti c'è gioia e soddisfazione per una splendida prestazione, nei nostri cuori la felicità di chi ha vissuto una serata da sogno e quasi si rammarica perché lo spettacolo è finito.

Il Milan è diventato "Real" offrendo uno show spettacolare, giocando in modo divino e abbattendosi sui malcapitati spagnoli come il più potente dei cicloni che spazza via tutto quello che si trova davanti; è stata una serata fantastica, grazie ad una squadra stratosferica che ha realizzato una goleada storica; è stata una notte "da Milan" che non avremmo mai immaginato di poter vivere, un trionfo rossonero che ci ha fatto impazzire di gioia e la Curva Sud ha offerto uno spettacolo nello spettacolo, degno di quello regalatoci dalla squadra.
Una grande Curva per una grande squadra in una notte da sogno, ma nessuno si poteva immaginare che lo spettacolo era solo all'inizio e che a Barcellona il trionfo sarebbe diventato apoteosi.ma questa è un'altra storia!