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19 aprile 1988 - pagina 55 sezione: SPORT - di Licia Granello
"E PER IL MILAN TRAPPOLA STRESS"
MILANO - Sacchi, il popolo milanista si sente già lo scudetto in tasca. Lei cosa ne pensa? "Penso che per noi non è cambiato quasi niente. Voglio dire che fino a quando il Napoli è davanti, resta il favorito d'obbligo, praticamente è in una botte di ferro". Ma oggi lo scudetto non dipende più "solo" dal Napoli. "Questo è vero, ma noi dobbiamo continuare a comportarci esattamente come prima. Senza paura, con molto entusiasmo e volontà. E'vero che sono al primo anno di A, ma negli ultimi otto campionati ho sempre guidato squadre che lottavano per vincere qualcosa. E le assicuro che non c'è molta differenza di stress da una serie all'altra". Quindi sa come proteggere psicologicamente i suoi giocatori? "Io so che nulla crea stress quanto il pensiero dell'avversario. Per questo voglio che i miei continuino a concentrarsi su se stessi, sul proprio lavoro. Così non hanno tempo, nè per deprimersi, nè per esaltarsi". E lei come sta? Non pensa al derby? "Bene, per me il giorno dopo è uguale al giorno prima. Al derby certo che ci penso. Ma è una cosa che mi succede sempre, indipendentemente dalla squadra da affrontare la domenica successiva: finita una gara, la mia testa è già su quella dopo. Ma vivo anche: mangio, bevo, mi concedo degli svaghi... Partecipo molto al mio lavoro, ma la mia mente resta sempre lucida quanto basta. E in quanto al dormire, dormo sempre abbastanza bene al sabato sera e abbastanza male la domenica. Indipendentemente dagli avversari e dal risultato". E'in forma, il Milan? "Contro la Roma abbiamo giocato una buona partita, con qualche errore di troppo. Abbiamo sofferto abbastanza, anche per merito della Roma. Lo riconosco, ci ha messo in difficoltà, ma se permette, il perchè ce lo spiegheremo nello spogliatoio. Non voglio tirare fuori la mancanza di Ancelotti, anche se tutti sappiamo quanto vuol dire per noi. Ma Bortolazzi è stato molto disciplinato, ha fatto la sua parte, anche se non si può valutare allo stesso modo il contributo fisico. Diciamo che da qualche partita concediamo qualcosa di troppo agli avversari. Vedremo di rimediare in fretta". Siete stati fortunati, insomma. "Sì, ma non vorrei che fosse una spiegazione assoluta. Sabato, dopo l'ultimo allenamento, ho ringraziato i miei per come avevano lavorato in settimana. La concentrazione, l'applicazione, la serietà. Poi uno vede la partita la domenica e dice: che fortuna. Ma anche la fortuna, in buona parte, la si guadagna negli allenamenti, giorno dopo giorno. E non dimentichiamo, a proposito di fortuna, che la Roma non è stata la sola a sbagliare molte palle gol. Noi possiamo mettere in conto la traversa di Virdis, le occasioni di Massaro e quella di Donadoni". Il Milan, oggi, è meglio nei singoli o nel collettivo? "E'il gruppo, oggi, che devo ringraziare. Ho cieca fiducia in loro. Domenica, dopo la partita, chi fosse entrato nel nostro spogliatoio sarebbe rimasto sbalordito. Nessun coro, nessuna confusione. Forse qualcuno ancora non si rendeva conto di quanto era successo... C'è stato anche chi mi ha detto: bene, mister, abbiamo vinto. Ma non dimentichiamoci degli errori fatti oggi. Però vorrei ricordare due giocatori, Giovanni e Filippo Galli. Abbiamo un portiere che non è quasi mai chiamato in causa, ma quando gli succede, è bravissimo. Ha preso nove gol e nessuno su suo errore, cosa abbastanza rara, anche fra portieri di alto livello. Filippo Galli gioca con un piede e un ginocchio acciaccati, soffre molto, sta giocando benissimo". Sacchi, lei pensa che il Napoli sia cotto? "No, non lo credo. Perdere una partia ci sta, nel calcio, può essere semplicemente un episodio negativo e basta. Sicuramente Bianchi ha dei giocatori importanti in condizioni fisiche precarie, questo è un dato che può incidere". E dell'Inter, cosa pensa? "Ci capita la partita più delicata possibile. Per loro può essere la partita della stagione, quella che li riconcilia con il pubblico. Sarà difficile anche da un punto di vista tattico, visto che loro amano molto stare in difesa e aspettare. Ho chiesto che chiudano Milanello, ma non credo che sarà possibile. E poi i miei la tranquillità se la devono cercare addosso, indipendentemente da quello che succede intorno. Stiamo dimostrando di avere gran carattere e un buon equilibrio. E sono certo che fino all'ultimo ci comporteremo allo stesso modo. Come posso non credere in una squadra che non perde dal 20 settembre?". Cosa deciderà il campionato, la testa o le gambe? "La classe. Fisicamente oggi abbiamo qualcosa in meno rispetto a qualche tempo fa. Ma gli ultimi esami fatti dieci giorni fa su tutti i miei sono molto buoni. Quindi non i muscoli, ma il valore tecnico e umano. E per me una soddisfazione in più: questa squadra non ha bisogno di stimoli per dare il meglio, ha imparato a camminare sulle sue gambe".
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