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30 novembre 1975, Napoli vs Milan 1-0




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Carmignani para un tiro di Calloni



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Il rigore di Savoldi
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(by Mauro Busnati - facebook)



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L'esultanza di Beppe Savoldi dopo il suo gol su rigore
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Gianni Rivera contrastato da Giorgio Braglia
(by Corrado Izzo - facebook)



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Spartaco Landini e Gianni Rivera si avviano verso gli spogliatoi



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I calciatori delle due squadre salutano il pubblico a fine partita



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(da "La Stampa" del 1° dicembre 1975)
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(da "L'Unità" del 1° dicembre 1975)



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(dal "Guerin Sportivo")




DAL DIARIO DI UN TIFOSO (Corrado Izzo)                                                                                 

30.11.1975 - NAPOLI vs MILAN 1-0, Campionato di Serie A (7^ giornata)

Il boato premonitore. Da ragazzo abitavo nelle adiacenze dello stadio San Paolo. Inutile dirvi che quando il Napoli segnava era come la partita si giocasse in casa mia, tanto chiari ed immediati erano gli "effetti sonori" del gol che scuotevano i quartieri fuorigrottesi. Accadde che, verso la metà del girone d'andata del campionato 1975-76, il Milan scendesse a Napoli per disputare la gara di campionato. I partenopei erano una delle squadre più in forma del momento, forti dell'apporto offensivo di Beppe Savoldi, al secolo Mister Due Miliardi, in lotta con la solita Juventus per il primato in classifica e obiettivamente temibili. I rossoneri, al contrario, non vivevano un momento felicissimo. Ancora non si erano spenti i riverberi della clamorosa vicenda Rivera-Buticchi e il capitano era appena rientrato in squadra da meno di un mese. Sotto la guida tecnica di un giovane Trap la squadra aveva iniziato bene il campionato, poi però, proprio in coincidenza con il rientro del Gianni, aveva accusato un rallentamento. Capitò che quella domenica mio papà non ebbe la possibilità di portarmi allo stadio, come di solito faceva quando il Milan arrivava a Fuorigrotta. Per colmo di sfortuna anche la celeberrima trasmissione radiofonica Tutto il Calcio Minuto per Minuto non andò in onda a causa di un'agitazione del personale Rai. Era un bel problema. La mia squadra del cuore giocava a cento metri da me ed io mi trovavo nella terribile situazione di non poter conoscere l'andamento della partita. Come avrei potuto uscire da questo vicolo cieco? Improvvisamente, mosso dalla disperazione, la soluzione del rebus mi apparve, così come la folgorazione artistica colpisce il pittore e nasce il capolavoro. Il balcone. Avete capito bene, il balcone di casa mia. Da lì avrei potuto percepire il sonoro dello stadio ed immaginare cosa stesse succedendo sul green di Fuorigrotta. Che genio, eh? Alle 14:30 mi misi così "all'ascolto" ed in verità capii quasi subito che non doveva essere una gran partita. Non si udivano grandi boati o urla di entusiasmo del pubblico, e la cosa in un certo senso mi rincuorò perché voleva dire che non ci stavano mettendo sotto. Ogni tanto partiva qualche bordata di fischi e pure questo era buon segno perché indicava che il pallone ce l'avevamo noi. Intorno alle 15:10 avvertii però un boato sommesso. Non era l'esplosione tipica di un gol, sembrava più un urlo di protesta. Passò più o meno un minuto e ne arrivò un altro, stavolta inequivocabile: il Napoli aveva sicuramente segnato. Questo stillicidio durò per tutto il secondo tempo, fino alle 16:20 circa. Non udii altri boati, dunque ero abbastanza sicuro che il Napoli avesse realizzato un solo gol. Per ovvii motivi non potevo però giurare sul fatto che il Milan avesse segnato o meno. Fu il Giornale Radio delle 17, andato in onda in forma ridotta, a dissipare tutti i miei dubbi. Con voce asettica e professionale lo speaker cominciò a dare i risultati delle partite ed i marcatori: " . a Napoli, Napoli batte Milan 1-0. La rete è stata segnata da Savoldi su calcio di rigore al 40' del primo tempo. A Roma, Roma e Torino 1-1." Avevo visto giusto. Anzi, avevo sentito giusto. Quel doppio boato, il primo più sommesso, il secondo più esplosivo, erano dovuti alla concessione e poi alla realizzazione del penalty decisivo. Che sfiga però perdere su rigore. Nella mia lunga carriera tifoso, mi è capitato anche questo. Dover immaginare il risultato di una partita dalle urla del pubblico. Cosa non si farebbe per la squadra del cuore? È la cronaca di un pomeriggio di tanti anni fa, trascorso trepidante fuori ad un balcone. E dire che faceva pure freddo.

Corrado Izzo