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30 dicembre 1973, Lazio vs Milan 1-0




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Il biglietto della partita
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)
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Il biglietto della partita



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Il biglietto della partita



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(by Stefano Ravaglia)



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Il programma ufficiale della partita
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)



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Rivera e Chinaglia prima della partita



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Zignoli, Benetti e Rivera salutano
il pubblico prima del fischio d'inizio
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Re Cecconi respinge un attacco milanista
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)




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Sabadini al cross contrastato da D'Amico
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)





Bigon contrastato da Wilson
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)


Un'occasione di Bigon



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Rivera contrasta Nanni
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Bigon e Sogliano (seminascosto) in area laziale



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Bigon aggangiato in area da Felice Pulici,
l'arbitro non concederà il rigore
(da "La Stampa")
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Renzo Garlaschelli al tiro contrastato da Giulio Zignoli
(per gentile concessione di Fabrizio Munno)




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Chiarugi contrastato da Oddi
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)


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Luciano Re Cecconi inseguito da Rivera.
La didascalia originale sulla foto è sbagliata
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Benetti e Petrelli espulsi, Chinaglia fa da paciere
(da "La Stampa")



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Romeo Benetti e Sergio Petrelli, entrambi espulsi, lasciano il terreno di gioco





Tre immagini della rete di Re Cecconi





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30 dicembre 1973. Si disputa l'undicesima giornata di andata della stagione calcistica 1973-74, l'ultimo atto, a sole 24 ore da cenoni e brindisi, di un 1973 per certi versi memorabile per il calcio azzurro, che ha visto le imprese della nazionale di Valcareggi contro il Brasile campione del mondo, e contro gli inglesi, sconfitti due volte, sia a Torino che, soprattutto, a Wembley, per la prima storica volta, per non parlare del lunghissimo record di imbattibilità di Dino Zoff, che si prende anche la "cover" di un celebre settimanale internazionale. Al contrario, quello che sta per lasciarci, è un anno che potremmo definire tragico (se non si trattasse di football) per il nostro Milan, che ha visto sfumare proprio all'ultima tappa, la conquista della meritatissima Stella, e nelle circostanze drammatiche che tutti sappiamo, in quel di Verona, lo scorso 20 maggio. Per questa ultimissima domenica dell'anno il menù di giornata propone il match clou dell'Olimpico, Lazio-Milan, e il ricordo di tutti i milanisti, dirigenti, tecnici, calciatori e tifosi, non può non andare a sei mesi prima, quando, proprio in occasione di questo match, si posero le basi della futura Waterloo scaligera, e gli amari ricordi materializzano i fantasmi del fischietto siracusano, Concetto Lo Bello, e il famoso goal ingiustamente annullato a Chiarugi, che avrebbe cambiato la storia stessa del Milan, non solo della stagione. Ma rispetto a sei mesi prima, molta acqua è nel frattempo passata sotto i ponti, e il Milan non è più quello ammirato nella prima parte del 1973. Ci sono state le partenze scellerate di Prati e Rosato, per giunta non rimpiazzate, ma è tutta la compagine rossonera che sembra essere vittima di un sortilegio, da quel 20 maggio, per cui le prestazioni, in termini di risultati e di gioco, rendono l'attuale Milan un lontanissimo parente di quello sfavillante di non tanti mesi prima. La Lazio, al contrario, è in forma smagliante, smentendo le Cassandre, che sostenevano che non avrebbe ripetuto l'esaltante stagione precedente, quando da neopromossa aveva clamorosamente sfiorato lo scudetto, la squadra di Maestrelli, trascinata da un irresistibile Chinaglia, è reduce da quattro vittorie consecutive ed è saldamente prima in classifica, con due punti di vantaggio sul terzetto composto da Juve, Napoli e Fiorentina, e tre sulle due milanesi e il sorprendente Foggia. Il Milan, dicevamo, è apparso a dir poco balbettante, finora, bene in Coppa delle Coppe, dove si è guadagnato l'accesso ai quarti superando Dinamo Zagabria e Rapid Vienna, molto meno in campionato, dove ha trovato modo di perdere già all'esordio contro la Sampdoria, e soprattutto nel derby. Ma sono le prestazioni che, nel complesso, lasciano a desiderare, per la mancanza di quel furore agonistico che aveva caratterizzato il Milan della stagione precedente, e la mancanza di Prati si fa notevolmente sentire sotto rete, dove Bigon, sottratto al centrocampo, cerca di arrangiarsi come può, e i cattivi risultati hanno indotto Buticchi a mandare in panchina Cesare Maldini, invitando Rocco, con il quale i rapporti sono da tempo pessimi per gli strascichi della precedente stagione e delle cessioni di mercato, a far da supervisore. A dire il vero, proprio sette giorni prima il Milan ha colto, sempre in trasferta, una clamorosa vittoria contro l'ottimo Napoli di Vinicio, protagonista di un grande avvio di campionato che l'ha visto, per alcune settimane, nel ruolo di solitaria capolista, ma a dire il vero si è trattata di una vittoria fortunosa e a dir poco immeritata, un 2-1 in rimonta dopo che il Napoli aveva lungamente dominato. Tuttavia si spera che il colpaccio del San Paolo, in vista della difficile trasferta romana, restituisca alla squadra rossonera la smarrita fiducia nei propri mezzi e soprattutto una maggior verve. Dinanzi agli 84.000 dell'Olimpico, accorsi nonostante l'austerity petrolifera e una temperatura gelida e la pioggia battente, che accompagnerà l'intero match, il Milan si schiera con Vecchi in porta, Turone libero, Sabadini e Zignoli terzini, Anquilletti stopper, a centrocampo Sogliano, Biasiolo e Benetti, in avanti Rivera a supportare Bigon e Chiarugi. Diciamo subito che il match risulta davvero molto bello, e per merito di entrambe le squadre, almeno per quasi un'ora. Il Milan, in effetti, appare rinfrancato dalla vittoria partenopea, ed almeno nel primo tempo regge sorprendentemente il confronto con la capolista, giocando a viso aperto. La Lazio parte a spron battuto e le maggiori occasioni, nel primo tempo, sono le sue, e William Vecchi, che sarà di gran lunga il migliore dei rossoneri, inizia a mettersi in mostra con tutta una serie di interventi. La Lazio segnerebbe pure, con Garlaschelli, ma l'arbitro Ciacci annulla giustamente per fuorigioco. Il Milan non crea vere occasioni da rete, nel primo tempo, anche per la pessima giornata di Chiarugi, apparso fifone oltre misura, però convince, e dinanzi alla nota carica agonistica dei padroni di casa non si lascia rinchiudere, e cerca di ribattere colpo su colpo, con personalità, e a dire il vero proprio allo scadere del primo tempo va' in rete con Bigon, ma Ciacci sostiene che aveva già fischiato la fine della prima frazione di gara. Alla ripresa c'è grande curiosità, ci si chiede se rivedremo il Milan coraggioso del primo tempo, o quello abbacchiato delle precedenti giornate di campionato. E quasi a smentire tutti i timori, al quinto minuto circa della ripresa, su un contropiede da manuale, Albertino Bigon ha sul piede la palla goal più clamorosa dell'intera gara, ma un po' per suoi demeriti e un po' per la grande bravura di Felice Pulici, la spreca barbinamente. Poco dopo, è poi Biasiolo ad avere una occasionissima, mancando una rete a porta praticamente sguarnita, ma dopo questa seconda clamorosa occasione fallita, il Milan esce letteralmente di scena e la partita, nell'ultima mezzora, cambia completamente, trasformandosi in un vero e proprio assedio a Fort Apache. Inutile enumerare le tantissime azioni create dalla Lazio, con la sua consueta manovra corale e avvolgente che la contraddistingue, diciamo solo che si tratta di un forcing arrembante e senza soluzione di continuità, che trova solo un insuperabile William Vecchi ad impedirne il naturale sbocco verso il goal. Registriamo solo l'ingresso (inutile) di Bergamaschi al posto di un declinante Sogliano, e la doppia espulsione decretata da Ciacci, di Petrelli e Benetti per reciproche scorrettezze (Benetti, incautamente spintonato in occasione di uno dei tanti corner per i romani, sferra un pugno al laziale, rompendogli un labbro), e si arriva al novantesimo con il risultato sempre inchiodato sullo 0-0, e chi vi scrive stava sentendo in diretta la radiocronaca di Tutto il calcio, disteso accanto alla sua gracchiante radiolona, e lo "studio" aveva oramai autorizzato l'Olimpico ad andare avanti fino alla conclusione, ed era evidente che non si vedeva l'ora di arrivare al fischio finale, essendo chiara la netta supremazia romana, quando, nel ricordo del sottoscritto, un enorme boato sovrastò la voce del radiocronista: a soli sette secondi dalla fine, a conclusione di una insistita azione personale, Luciano Re Cecconi aveva realizzato la rete della decisamente meritata vittoria laziale... A seguito di quella sconfitta, il Milan scivola quasi a metà classifica e a meno cinque dalla capolista, ma è del tutto evidente che è inutile farsi illusioni: rispetto alla precedente memorabile annata, trattasi di tutto un altro film (by Francesco Filograsso)




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Il pianto di Re Cecconi dopo il gol
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L'esultanza dei laziali dopo il gol di Re Cecconi






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Luciano Re Cecconi, autore del gol in Lazio vs Milan 1-0 del 30 dicembre 1973,
che venne ucciso nel quartiere Fleming di Roma la sera del 18 gennaio 1977 con un colpo di pistola
sparato dal gioielliere Bruno Tabocchini a seguito di un tragico scherzo, dopo aver simulato una rapina
(dal sito www.laziowiki.it)



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Luciano Re Cecconi con il figlioletto
(dal sito www.laziowiki.it)



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I funerali di Luciano Re Cecconi, con uno striscione a lui dedicato
(dal sito www.laziowiki.it)



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La prima pagina della "Gazzetta dello Sport"
(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)
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(per gentile concessione del sito www.laziowiki.org)

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(da "La Stampa" del 31 dicembre 1973)
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(da "L'Unità" del 31 dicembre 1973)



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(da "La Stampa")
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(da "Momento Sera")
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(da "il Messaggero Sport")



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(da "Forza Milan!")




dal sito www.wikipedia.it

Note: giornata piovosa, terreno in ottime condizioni. Espulsi Petrelli e Benetti per reciproche scorrettezze.
Spettatori: 70.000 circa di cui 18.315 abbonati. Incasso £. 186.815.900
Sono le 16.20, quando un boato scuote il quartiere Monte Mario propagandosi fino a Prati e al Flaminio. E' in questo preciso istante che Re Cecconi insacca a tempo scaduto la rete che permette alla Lazio di battere il Milan, tra il tripudio generale della folla impazzita di gioia per la prodezza del biondo centrocampista biancoceleste. Erano corsi in 84.000 per il big match dell'Olimpico, sfidando la temperatura rigida di fine anno e la pioggia battente che aveva accompagnato la partita. La Lazio vince in virtù di una grande affermazione corale, fatta da uomini determinati a centrare l'obbiettivo tanto ambito: lo scudetto. Di fronte un grande Milan, combattivo e compatto che da filo da torcere ai biancazzurri per tutta la gara.
Partita dal ritmo vertiginoso, squadre che si affrontano a viso aperto. E' Garlaschelli ad impegnare subito Vecchi con un tiro respinto oltre la traversa. Poco dopo Nanni tira da fuori area, ma il portiere rossonero sventa di pugno. Al 28' gol annullato giustamente a Garlaschelli su cross da calcio d'angolo, perché il numero 7 toccava la palla con la mano.
La Lazio continua a macinare gioco ed azioni con veemenza impressionante; al 30' una punizione di Chinaglia rimpallata in area non viene sfruttata da Petrelli, che da un metro liscia la palla a porta vuota. Solo verso la fine del primo tempo il Milan si affacciava in area, e proprio allo scadere andava in gol con Bigon, ma l'arbitro Ciacci annullava perché aveva appena fischiato la fine della gara. La ripresa inizia col Milan in avanti. Pulici sventa in uscita un tiro di Bigon. Capovolgimento di fronte, ed è Chinaglia, su punizione, ad impegnare Vecchi che sventa sopra la traversa.
Al 61' su cross di D'Amico Petrelli tocca la palla, sporcata da Zignoli; questa arriva a Nanni che al volo tira, ma Vecchi si supera alzando sulla traversa un gol fatto. Al 64' punizione per il Milan battuta da Rivera sotto la Tribuna Tevere, sponda di Bigon, ma Biasiolo manca la palla a porta vuota. Subito dopo, su cross da sinistra di Garlaschelli, D'Amico prende la palla ed effettua un paio di finte prima di scoccare il tiro, al quale Vecchi si oppone deviando in angolo sulla sua sinistra. Due minuti dopo l'arbitro Ciacci espelle Benetti e Petrelli per reciproche scorrettezze, e Maestrelli sostituisce D'Amico con Franzoni. Al 75' Bigon, scappato alle maglie della difesa, si presenta davanti a Pulici che gli para un tiro in uscita. Quando la partita sembra avviarsi verso il pareggio, ecco la svolta. E' in tempo di recupero che l'arbitro concede una punizione alla Lazio dalla trequarti: batte Nanni, che passa a Frustalupi; questi aspetta il piazzamento dei compagni ed imbecca Re Cecconi in area, il quale tira al volo ed insacca in rete. Lo stadio esplode, Re Cecconi corre incredulo verso la Monte Mario assieme a tutti i giocatori, raccattapalle e panchinari.
All'arbitro non resta che fischiare la fine della gara. La Lazio ha vinto e si porta a 17 punti, davanti a Juventus e Napoli a 15. Sembra la fuga buona, ma la strada è ancora molto lunga.