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GIRONE SEMIFINALE - 3^ GIORNATA
17 giugno 1973, Napoli vs Milan 0-2






Il biglietto della partita



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Il gol del vantaggio rossonero di Luciano Chiarugi
(by Mauro Busnati - facebook)



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Il tiro di Chiarugi si infila in rete
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(da "La Stampa" del 18 giugno 1973)



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(by Mauro Busnati - facebook)




dal sito www.storiedicalcio.altervista.org
di Corrado Izzo

Il 17 giugno del 1973 e' una data che probabilmente non dice molto agli storici appassionati di Milan.
I rossoneri scendono a Napoli, per disputare una gara di Coppa Italia. E' trascorso meno di un mese dall'atroce beffa di Verona, il ricordo di uno scudetto incredibilmente sfumato e' ancora ben vivo in tutti.
La Coppa Nazionale a quei tempi e' certamente trofeo piu' ambito e prestigioso di quanto non sia oggi, dunque il Milan ha l'occasione di un’immediata rivincita sulla Juventus pigliatutto di quegli anni, anche se l'amarezza per lo scippo subito e' ancora troppo forte, ed invocherebbe ben altra vendetta di una platonica Coppa Italia.
Quel Napoli-Milan, giocato in una afosa serata di metà giugno, non fa di certo parte delle partite memorabili dei rossoneri, di quelle che scandiscono la storia di una squadra di calcio e vengono tramandate ai posteri. Pur essendo una gara ufficiale, quindi presente negli almanacchi, non lascerà grandi tracce.
Magari, se andassimo a chiedere direttamente ai protagonisti, a quelli che l'hanno giocata, forse non se ne ricorderebbero neppure. Per me invece e' e resterà indimenticabile. Come premio per la promozione appena conseguita, infatti mi fu regalato il biglietto di Tribuna Laterale, pagato la bellezza di 2.500 lire, così, per la prima volta in vita mia, avrei visto giocare dal vivo la mia squadra del cuore, quegli eroi immortali per i quali avevo gioito, sofferto, e addirittura pianto qualche settimana prima.
Nulla dunque potrà mai cancellare le sensazioni che provai in quella calda serata di giugno, quando fiero ed impettito feci il mio ingresso sugli spalti dell'impianto di Fuorigrotta.
Ricordo innanzitutto il colpo d'occhio dello stadio San Paolo. Quanto strano e meraviglioso può essere, per un ragazzino dell'epoca, abituato a vedere il calcio in bianco e nero, scoprire la realtà di uno stadio. Non un luogo asettico come appariva in tv, ma un posto bellissimo, pieno di vita. Una moltitudine di suoni, di colori, di personaggi e di stati d'animo, il campo verde che mi apparve enorme e sconfinato, i tifosi che intonavano i cori, il suono dei tamburi, gli striscioni variopinti, il venditore del mitico Caffè Borghetti, e poi ancora le divise da gioco degli anni '70, le più belle mai esistite. Tutte emozioni che nemmeno la più ispirata delle riprese televisive potrà mai trasmettere appieno.
All'ingresso in campo dei giocatori il cuore mi si fermo' per un attimo. La sagoma inconfondibile di Rivera con la fascia di capitano, subito dietro il suo fedele scudiero Romeo Benetti, la chioma bionda di Schnellinger, e poi ancora Chiarugi, più basso rispetto agli altri, il portiere Vecchi tutto vestito di nero..... i miei eroi erano li', a meno di cento metri da me, e questo era obiettivamente tutto quanto io potessi desiderare dalla vita. Nemmeno l'estemporaneo attacco di uno sciame di calabroni inferociti, abbattutisi d'improvviso sul settore dove mi trovavo, riuscì a scuotermi da quello stato di ipnosi, gli occhi fissi sulla squadra schierata a centrocampo, la mente rapita da quei colori meravigliosi.
In quel momento neanche lo scoppio della folgore divina avrebbe potuto risvegliarmi dal sogno ad occhi aperti che stavo vivendo. Pronti via, e dopo pochi minuti il mitico Luciano Chiarugi da Ponsacco, al termine di una caratteristica serpentina, portò avanti il Milan con una stangata dal limite. Il mio primo istinto fu quello di alzarmi ed urlare in faccia al mondo la mia gioia, ma un occhiata decisa di mio padre mi fece desistere, meglio non stuzzicare l'orgoglio ferito dei tifosi partenopei.
La chioma fosforescente di Carletto Schnellinger faceva quasi più luce del raffazzonato impianto di illuminazione del San Paolo. Rammento la mia fiera indignazione quando, a seguito di un suo deciso intervento in tackle su Improta, un oscuro tifoso seduto accanto a me, si alzò di scatto e cominciò ad urlare selvaggiamente contro di lui: " Tien e'corna Scellingeee'......" (traduzione letterale: " Signor Schnellinger, La informo che la Sua Signora non Le e' fedele...").
Come osava costui inveire in quel modo così inurbano contro il grande Volkswagen, uno dei miei eroi preferiti? Se penso a ciò che avviene oggi negli stadi, ove spesso regna la paura, ed invece delle parole volano i coltelli, mi viene da sorridere, ricordando il colorito ma innocente sfogo di quell’anonimo signore contro il leggendario Karl Heinz. Altri tempi.
Troppo distanti da quelli odierni, per non rimpiangerli. Ad un certo punto il mitico Totonno Juliano fece partire una staffilata da una ventina di metri. La vidi dentro, ma il grande William Vecchi, l'eroe di Salonicco, fece il miracolo e deviò oltre il fondo.
Altre urla di rabbia e delusione, altre invettive, stavolta contro Vecchi. Il secondo tempo fece registrare un controllo abbastanza disinvolto della gara da parte del Milan, io pero' trepidavo, ogni volta che il Napoli passava la metà campo temevo potesse succedere qualcosa di spiacevole, che un evento casuale e imponderabile mi privasse della legittima gioia di veder vincere la mia squadra. L'apoteosi si realizzò a una decina di minuti dalla fine, l'azione prese corpo proprio sotto la tribuna dove mi trovavo, ancora Chiarugi entrò in area dalla destra, Carmignani abbozzo' un'uscita, Cavallo Pazzo fece partire un diagonale potente e preciso, ricordo distintamente il rumore sordo del pallone calciato con forza, vidi prima la rete scuotersi, e poi la gioia di Luciano mio, la sua tipica e sfrenata esultanza ammirata tante volte in tv stavolta stava avvenendo li', a pochi metri da me.
Fini' 2-0, fu una delle serate più belle della mia vita, grazie ad un'oscura ed anonima partita di Coppa Italia, ma questo a me non importava. Al ritorno, mentre percorrevo le poche centinaia di metri che separano lo stadio da casa mia, avevo voglia di correre e di urlare a tutti che il Milan era la squadra più forte e più bella del mondo, e che quella sera aveva vinto per me e basta. Ripensandoci bene, questo e' un istinto che talvolta provo ancora oggi, nonostante siano passati 40 anni.
Di li' a qualche settimana i rossoneri avrebbero conquistato quella Coppa Italia, battendo ai rigori proprio l'odiata Juventus, in una rocambolesca notte romana. Io però la mia Coppa l'avevo già conquistata qualche settimana prima. Vedendo giocare e vincere i miei eroi a Napoli avevo coronato il mio sogno,come dire … il sogno di una notte di mezza estate.