Ritorno ai tabellini delle partite
< Partita precedente

   


18 febbraio 1973, Milan vs Juventus 2-2







Cliccare sull'immagine per ingrandire e leggere

Prima del match
(da "L'Unità" del 18 febbraio 1973)
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Pullman dei tifosi juventini verso San Siro



Cliccare sull'immagine per ingrandire Cliccare sull'immagine per ingrandire
Tifosi bianconeri all'esterno di San Siro
(by Guido Susini - facebook)





I Commandos Tigre per la superclassica di campionato
(da sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero)
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Fumogenata in Fossa dei Leoni



Cliccare sull'immagine per ingrandire

I tifosi juventini a San Siro. In primo piano si nota un tifoso del Milan che calza un cappellino
in voga in quel periodo con la tesa in plastica, scudetto centrale e scritte laterali Forza Milan



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Il tifo bianconero



Cliccare sull'immagine per ingrandire

The match of the day. È un'Italia strana quella dei primi anni '70. Un'Italia che attraversa un periodo difficile e si prepara a vivere la fase acuta degli anni di piombo. Tensioni sociali, un substrato di violenza allo stato latente, scontri di piazza.
Propugnatori del divorzio come forma di libertà e sostenitori della sacra inviolabilità del matrimonio come vessillo della famiglia.
Mentre in campo musicale a livello mondiale spopolano i gruppi prog-rock di matrice inglese (Pink Floyd, Genesis, E.L.&P.), noi portiamo avanti il solito discorso della canzone italiana melodica, rappresentata dal Festival di Sanremo. Nicola di Bari, Massimo Ranieri, Lucio Dalla, una giovane scoperta come Gilda Giuliani. Poi c'è il gioco del pallone. L'idea geniale che la domenica pomeriggio mette tutti d'accordo: comunisti, fascisti, cattolici, atei, moderati e rivoluzionari. Sono gli anni di Pietro Mennea, di Gustavo Thoeni, di Mark Spitz, di Pelè, di Crujiff, di Beckenbauer, di Gimondi e Merckx.
Sono gli anni delle sanguinose Olimpiadi di Monaco, per la prima volta la morte in diretta Tv.
Ma sono soprattutto gli anni di Mazzola-Rivera, un dualismo che spacca l'Italia, assumendo contorni che vanno al di là del fatto meramente sportivo. Sono gli anni di Milan-Juventus, una sfida che non è "una" partita di calcio. È "la" partita di calcio.
Milioni di cuori che battono attorno ad un pallone e a ventidue omini che lo prendono a calci.
Immagini e sensazioni che rappresentano uno spaccato di sana cultura e tradizione italica. Gesti che entrano a far parte dell'immaginario collettivo e del nostro vissuto quotidiano.
Milan-Juventus è e sarà per sempre "the match of the day". Ora come allora. Ora come il 18 febbraio 1973, quando tutta l'Italia pallonara si fermò per assistere con religioso rispetto allo scontro che decideva il primato del calcio nostrano, la più importante tra le cose meno importanti. Forse. (by Corrado Izzo - facebook)




Cliccare sull'immagine per ingrandire




Cliccare sull'immagine per ingrandire

Chiarugi controllato da Spinosi
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Altafini contrastato da Schnellinger



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Anastasi e Causio in una fase della partita



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Una fase dell'incontro



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Gianni Rivera segna su rigore
(da "La nostra Serie A negli Anni '70")



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Istantanea della partita: 1-1
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Pierangelo Belli é in ginocchio, Altafini esulta dopo il gol di Bruno Marchetti



Cliccare sull'immagine per ingrandire

A conclusione di un ping-pong impazzito in area di rigore,
Biasiolo segna in rovesciata il gol del pareggio
(by Corrado Izzo - facebook)
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Istantanea della partita: 2-2
(per gentile concessione di Ivano Michetti)



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Giorgio Biasiolo sommerso dai compagni dopo il gol del 2-2





Il gol annullato di Bettega
(da "La nostra Serie A negli Anni '70")



Cliccare sull'immagine per ingrandire Cliccare sull'immagine per ingrandire
(da "La Stampa")



Cliccare sull'immagine per ingrandire e leggere Cliccare sull'immagine per ingrandire e leggere
(da "La Stampa" del 19 febbraio 1973)



Cliccare sull'immagine per ingrandire

(da "L'Unità)



Cliccare sull'immagine per ingrandire e leggere Cliccare sull'immagine per ingrandire e leggere
(da "L'Unità" del 19 febbraio 1973)




DAL DIARIO DI UN TIFOSO...IO C'ERO (Corrado Izzo)

18.02.1973 - MILAN vs JUVENTUS 2-2, Serie A (19^ giornata)

Storia di una partitissima e di due figurine.
Voglio raccontarvi quest’episodio successo tanti anni fa, esemplificazione della cabala applicata al calcio, o forse solo di quanto la fantasia di un bambino di dieci anni possa incidere sulla vita reale. Alcuni di voi sorrideranno... Però è capitato per davvero e, tutto sommato, è divertente.
Dunque, come direbbe il grande Toto’ “ o fatto è chisto, stateme a senti’...”
18 febbraio 1973, a San Siro va in scena la partitissima Milan-Juventus con le due compagini appaiate in vetta alla classifica. Un vero e proprio spareggio scudetto. L’attesa è enorme e chi vi scrive ha poco meno di dieci anni.

Dopo il canonico pranzo domenicale, in preda all’ansia, mi siedo accanto alla radio ed attendo impaziente che arrivino le 16, orario in cui Tutto il Calcio Minuto per Minuto dovrebbe collegarsi per i secondi tempi. Sul tavolo, davanti a me, l’immancabile album Panini edizione 1972-73 ed un consistente mazzetto di doppioni, rigorosamente ordinati per numero, il tutto mentre un rassicurante odore di caffè si sparge per la casa. Il caro, vecchio, solito rito di tutte le domeniche. Arriva l’ora fatidica. Non faccio nemmeno a tempo a capire che il risultato è di 1-1 con reti di Bettega e Rivera, che la voce di Ameri interviene stentorea da San Siro per segnalare che ad inizio ripresa la Juve si è portata in vantaggio con Marchetti. Gelo totale, come al Polo Nord. Seguono momenti di speranza mista a preoccupazione. Ameri racconta di un Milan che attacca, ma anche di una Juventus che agisce pericolosa in contropiede. Si va avanti così per circa mezz’ora e, ad un certo punto la speranza comincia ad affievolirsi. Mancano poco meno di dieci minuti e da Milano nessuna buona nuova. Si fa strada in me quasi un senso di angoscia e improvvisamente la parte irrazionale del mio cervello prende il sopravvento. Afferro la mazzettina di figurine davanti a me e mi reco spedito in bagno, avendo cura di chiudere a chiave la porta dietro di me. Segue una serie di gesti del tutto istintiva ed inspiegabile, durante i quali agisco come un automa comandato a distanza da chissà quale entità superiore. Con l’inconfondibile movimento congiunto di pollice ed indice, un movimento che molti di voi ricordano benissimo, scorro le figurine fino ad arrivare alla Juve. La prima che mi capita tra le mani è quella dello scudetto bianconero. Senza indugio l’afferro e, in un impeto di rabbia, la strappo in tanti pezzetti che poi getto via nel wc. L’estemporaneo rito vodoo non finisce qui. Continuo a scorrere il mazzetto e arrivo al Milan. Il primo doppione che si para davanti ai miei occhi è la figurina di Giorgio Biasiolo. La estraggo accuratamente e la stringo forte in mano, quasi a volerle trasmettere forza, o forse sperando sia lei a trasmetterla a me. Quindi, come nulla fosse, quasi come l’assassino che abbandona la scena del delitto, esco e riguadagno la mia postazione accanto alla radio. Bene, voi non ci crederete...il tempo di sedermi ed un boato impressionante mi fa salire il cuore in gola. Frazioni di secondo che durano un’eternità, poi la voce di Enrico Ameri, inconfondibile, che interrompe Bortoluzzi. Il Milan ha pareggiato , siamo 2-2... chi ha segnato? Il racconto del gol per la verità è concitato e frammentario perché l’azione è stata veloce e confusa. Prima sembra abbia segnato Turone, poi addirittura Chiarugi. Comunque, alla fine della ricostruzione viene fuori il nome dell’Eroe Immortale che l’ha messa dentro: Giorgio Biasiolo. Finisce fortunatamente 2-2, anche se per poco Rosato non fa il terzo. L’eroe di giornata è indubbiamente questo bravissimo mediano vicentino, sempre un po’ sottovalutato al Milan, ma uomo di grande tecnica e dinamismo. Avrebbe meritato di vincere qualcosa in più. Sono trascorsi molti anni, quarantotto per l’esattezza, e sono sempre rimasto particolarmente legato a questo calciatore. Innanzitutto perché le sue grandi doti tecniche ed umane hanno fatto si che fosse sempre uno dei miei beniamini. Secondo forse solo a Rivera. Poi perché quel gol in rovesciata alla Juve, lo ha elevato al ruolo di eroe. Per i milanisti, se fai gol ai gobbi sei per sempre uno di noi. In tutti questi anni ho sempre pensato: “ chissà...forse in quel gol c’entro anch’io”.
Naturalmente si scherza, Giorgio era uno che non aveva certo bisogno di riti esoterici per segnare.




DAL DIARIO DI UN TIFOSO...IO C'ERO (Edoardo Bellucci)

18.02.1973 - MILAN vs JUVENTUS 2-2, Serie A (19^ giornata)

“NOI eravamo nella Fossa dei Leoni , quelli originali della RAMPA 18! San Siro era pieno come un uovo, non esistevano i seggiolini, c'erano i gradoni freddi che cercavi di riscaldare con il cuscinetto stadio! Capimmo e sentimmo che la giornata fosse importante e decidemmo di implementare la coreografia con delle bandiere, qualcosa di particolare... Cerchi d'acciaio chiusi con rondelle infilate le quali ruotando cerchio provocano rumore metallico assordante. La prima volta di una scenografia sonora !!!! Dovevamo distribuire questi cerchi... E come si fa, a chi si danno... OK, noi fascette d'ordine della Fossa ci incaricammo di distribuirle. Dato che la mia fascetta era la n. 10, mi si avvicinò una bella biondina e chiese d'averla! Le risposi: “SCUSA, è per noi, non ti conosco, ripassa alla fine, ti accompagno a casa e te la regalo,ok?” “OK OK”... Ci siamo sposati, e quel cerchio del 1973 lo conservo ancora in cantina a Milano!