< LA MAGLIA RACCONTA...
   

Dal sito forum.tifonet.it - Amarcord Rossonero

Come sono diventato Milanista?
Osmosi familiare, direi. Oggi che sono padre so anche dell'influenza positiva che la musica classica ha sui bimbi durante la gestazione.
Allora la mia musica classica sono stati l'urlo di mio padre per un gol (annullato oltretutto) in cui saltando ruppe il lampadario di casa nei quarti di finale Manchester-Milan, poi la sua gioia per la vittoria della coppa campioni a Madrid con l'Ajax. Mio padre....abbonato ininterrottamente dal 1962 al 1994, presente a sansiro dal '51 (forse c'era ancora solo un anello)....sono sempre stato milanista anche prima di nascere.
La mia prima volta. Avevo meno di 4 anni, era un Milan-Bologna siamo venuti su con la 500; i miei, mio cugino, e io con il mio magliettino del Gianni. Verificato a posteriori, era la partita prima della fatal Verona. Io che per tutto il viaggio continuo a canticchiare Rivera Rivera, anzi Ivea Ivea, poi dentro allo stadio ricordo come in un flash lontano il campo verde e mio cugino con il cappellino del Milan che mi piaceva un sacco.
Tanta gente e io che anche dentro lo stadio continuo con il mio Ivea Ivea. Poi dei giocatori ricordo la testa bionda di Schellinger e poco altro; Poi il Milan dopo circa un quarto d'ora fa gol, boato, e io che mi spavento e scoppio in un pianto dirotto.
Poi è stato tutto un crescendo, le figurine panini del 75/76, il primo ricordo di un Milan-Cesena 2-1 con gol di De Nadai (mai più visto), la discesa dai popolari ai distinti per l'ultimo quarto d'ora, un pò per i giocatori, un pò per scaramanzia se il risultato non si sbloccava, le code infinite in via Novara, i parcheggi sotto lo stadio, io che mi facevo piccolo per entrare a ufo, la ricerca di un posto in mezzo alla calca delle gradinate, un Milan-Bologna saltato nel '78 perchè mi rovesciai una caffettiera bollente addosso e la mia disperazione non per la scottatura, ma per aver dovuto rinunciare, il tutto il calcio minuto per minuto del derby della stella, la disperazione del 2-0 per loro, la speranziella del rigore parato da Albertosi, il gol di De Vecchi e il crescendo di speranza, il pareggio e l'urlo, ricordo che non mi bastò urlare dentro casa, uscii fuori e corsi come un pazzo in tondo nel cortile, poi la disperazione per la seconda B, il cuore che mi scoppiava, la rabbia per quella truffa di Castellini (forse sono diventato ultras in quel momento) e poi io coricato sul divano che piango a dirotto e mia madre che prova inutilmente a consolarmi. Poi la sofferenza: dura essere ragazzini del Milan nei primi anni '80, eh?! Poi la rinascita, Attila e il Franz, il senso di appartenenza, la curva. Ricordo prima ancora del più volte citato derby, un Milan-Cremonese. Una bella giornata di sole; poi noi sotto 1-0 per un gol assurdo di Nicoletti, io a guardare interrogativo mio padre; poi arriva lui il gigante inglese, salta in cielo che mi sembrava, volendo, poter arrivare al secondo anello e pareggia, e poi l'apoteosi del suo secondo gol, e io che mi dicevo "questo qua è un supereroe". E mi ricordo anche lo sconcerto per la morte assurda di Fonghessi, la felicità ingenua di quel giorno rovinata in un attimo.
E oggi mi chiedo, chi più di noi può dire di aver vissuto? Nella nostra maglietta c'è scritto stadio esaurito con la Cavese stadio esaurito con il Real, ma potremmo pure dire a Campobasso e a Manchester sempre con lo stesso orgoglio.



La Curva Sud dei Rossoneri
Radiografia dei tanti gruppi ultras milanisti che si ritrovano nella curva sud dello stadio Meazza. Una zona di San Siro apertamente antirazzista, caratterizzata da un forte impegno sociale, dove le sigle più famose sono Fossa dei Leoni, Brigate Rossonere, Commandos Tigre. Gullit e Weah i giocatori più amati dalla gradinata dove convivono pacificamente le varie anime della tifoseria del Diavolo.

Curva Sud. Zona ad alto contenuto rossonero! Un luogo, allo stadio Giuseppe Meazza di Milano, che è climaticamente fra i più freddi del capoluogo lombardo, lì il sole, in inverno, difficilmente batte, ma che grazie alle coreografie e ai cori degli ultras riesce a scaldare anche i più tiepidi tifosi delle tribune. Molte volte la curva sud riesce a dare il meglio di se non solo nel catino meneghino, a Manchester, durante la finale di Champions League con la Juventus, ha meravigliato tutti con quella scritta gigante in campo rossonero: «Riconquistiamola», la Coppa Campioni ovviamente. Considerata da sempre una fra le curve più animate e calde d'Italia, la curva sud comprende molti gruppi ultras che assiepano le gradinate della zona sud di San Siro, i principali fra di loro sono: la Fossa dei Leoni, i Commandos Tigre e le Brigate Rossonere. Ma la vera caratteristica di tutta la curva, che così unita nella sud nasce attorno al 1985, prima i Commandos Tigre si posizionavano nella nord, è la sua invidiabile caratteristica anti razzista. Mai un ululato nei confronti di un giocatore di colore, mai uno striscione razzista e neanche bandiere che ricordino o rappresentino un passato e un ideologia razzista, come le svastiche e le croci celtiche laziali tanto per intenderci. Anzi! La curva sud ha sempre ringraziato giocatori del calibro di Gullit e Weah. Di king George non si può dimenticare il gol realizzato al Verona (ottanta metri di dribbling), una squadra, quella veneta, che viene rappresentata da una curva fra le più razziste d'Italia. Ci si ricorda ancora del fantoccio nero appeso dagli spalti del Bentegodi? Eppure questa pace anti razzista all'interno della Curva Sud non è cosa facile anche se Fossa e Commandos sono fra i primi a volerla mantenere. Per Walter del centro sociale Conchetta e tifoso rossonero «il percorso non è facile e mantenere questa situazione di tolleranza è sicuramente impegnativo. Io personalmente, come molti sanno a Milano, ho un preciso percorso politico che mi ha portato a vivere l'occupazione di uno spazio sociale come Conchetta e allo stesso tempo di dedicare tempo per organizzare il torneo di calcio dei centri sociali e delle associazioni straniere. In un certo periodo della mia vita, la politica, andava di pari passo con la passione per il Milan e per la curva. Ora è già più difficile ma riesco a mantenere l'equilibrio all'interno della curva perchè sia Richy (dei Commandos) che Roberto (della Fossa) sono innanzitutto degli amici. E questo è un punto importante. L'amicizia nasce dalla passione per i colori rossoneri e dalle esperienze che insieme si sono vissute. Comunque devo riconoscere sia alla Fossa che ai Commandos di non aver mai venduto i ragazzi che assiepano le gradinate a nessun partito e di non aver mai strumentalizzato la curva ne politicamente ne con simboli razzisti».

Per Roberto Bertoglio, anima storica della Fossa dei Leoni, la fede anti razzista della curva rossonera deve rimanere aspetto immutato nel tempo, una specie di «dna» che contraddistingue l'intera curva sud. Ma l'impegno sociale della Fossa è andato al di là di ogni più rosea aspettativa partecipando addirittura al torneo di calcio dei centri sociali e delle comunità straniere.

«Accettammo subito di buon grado. All'iniziativa aderirono, nella quasi totalità, ragazzi della Fossa dei leoni e di Vecchia Guardia e per evitare coinvolgimenti politici nell'ambito dello stadio non prendemmo il nome del club bensì quello di RossoneriRossi che in due parole sintetizzava le nostre appartenenze.
Ci sembrò importante accettare, non solo per le finalità del Torneo (quell'anno dedicato a Mumia) ma anche per uscire un po' dal ghetto dove i tifosi di curva (o ultras che dir si voglia) sono spesso stati relegati e questo non solo dai cosiddetti benpensanti ma anche da coloro che si presupponeva avessero una mentalità più aperta e liberale.
Ripeto, lo ritenemmo importante, perché se è vero che noi non siamo attivisti politici o del volontariato a tutto tondo è altresì vero che la nostra vita non si riduce semplicemente al fatto di essere ultras ma anche noi abbiamo un cervello, ideali e vita sociale al di fuori dello stadio.
Se poi la sqaudra per cui facciamo il tifo è di proprietà di tale berluskoni, beh! Questa è una delle tante piccole/grandi contraddizioni con cui più o meno tutti siamo costretti a convivere (cinema, tv, libri, giornali, beni di consumo) e poi possiamo sempre dire che noi c'eravamo ben prima che ... lui arrivasse!!
Comunque sta di fatto che ultimamente sempre più spesso nei vari cortei e manifestazioni si vedono ragazzi che provengono dalle varie curve calcistiche quasi ci fosse stato uno sdoganamento in tal senso.
Tra l'altro per molti anni, volenti o nolenti, quando la politica era scomparsa dalle piazze i gruppi ultras sono stati fra le poche entità antagonistiche esistenti (nel bene e nel male) sperimentando per primi, sulla nostra pelle, tutte quelle leggi liberticide che oggi tutti scoprono».


Fossa dei Leoni
Indicare la data precisa della fondazione del club è impresa impossibile, in quanto si è trattato di una aggregazione spontanea di persone, allargatasi nel tempo. L'anno è certo e si parla del 1968. Con l'andare del tempo uno sparuto gruppo di ragazzini (amici di scuola, compagnie di quartiere, amici degli amici) comincia ad occupare e a ritrovarsi presso la rampa 18 nei famosi popolari. Molti di loro indossano la maglietta del Milan, portano bandiere e sacchetti di plastica pieni di ritagli di carta da lanciare come coriandoli.
Nel 1972 dalla rampa la Fossa dei Leoni si sposta sul rettilineo e tratto dal film L'armata Brancaleone nasce il primo inno della Fossa.



Commandos Tigre
I Commandos Clan nascono nel 1967. Prima erano i Fedelissimi ma durante una trasferta a Madrid contro l'Aiax venne strappato lo striscione dagli spagnoli e tornando a Milano decisero di togliere il termine clan e chiamarsi Commandos Tigre. Il nome, secondo Richy, dava l'idea di un gruppo più forte. Si posizionano da subito nei distinti copiando così i tifosi inglesi che si posizionano vicini ai giocatori. Fino al 1985 sono in curva nord, poi si spostano in curva sud per formare con il folklore e non solo una curva forte. Ci tengono a sottolineare che l'aspetto aggregativo è l'unico punto di riferimento per tutti, insieme alla fede per i colori rossoneri. Non hanno mai accettato che questo universo giovanile venisse sovrapposto da altri aspetti e affermano che i Commandos riescono ad unire con entusiasmo giovani di tutti i colori e tutte le razze.


Brigate Rossonere
Le Brigate Rossonere nascono nel 1975 dalla fusione di Cava del Demonio e Ultras, due piccoli gruppi ultras della curva sud. La prima uscita dello striscione avviene il 19 ottobre 1975 in occasione della trasferta con il Bologna. Anche le brigate Rossonere ci tengono a sottolineare l'assoluta indipendenza dalla società dell'AC Milan. Si definiscono un gruppo che non ama volentieri far uso della violenza e della forza ma se messi alle strette hanno la capacità di difendersi e rispondere.


In ricordo della Vecchia Fossa
15 novembre 2005 - 15 novembre 2006. Oggi è un anno. Un anno senza te. Un anno senza il tuo ruggito, senza le tue bandiere, senza la tua coerenza, la tua trasparenza, il tuo attaccamento viscerale a degli ideali onesti, concreti, sinceri. Come mi manchi, come ci manchi. Non ho mai smesso di pensarti un giorno di questi 365. Non c'era almeno un minuto in cui pensassi a te, e ancora quasi sorrido all'idea che non ci sei più, perchè non mi sembra ancora reale. Sembro uno di quei figli ansiosi, seduti sugli scogli, che aspettano il ritorno del padre partito in mare, pur sapendo che non farà mai più ritorno. Sai, da quando sei uscita di scena, ho addobbato la mia camera dei tuoi colori, delle tue immagini, del tuo leone ruggente che portavi fiera in ogni stadio del mondo. Ho fatto tempo solo a sfiorarti, solo a condividere qualche emozione con te. Poi tutto è stato spezzato. Sei stata il dolore più grande della mia vita. Più di Istanbul, più di La Coruna, dove tu ovviamente eri presente, come sempre. Me lo immagino in questi giorni il tuo striscione steso fiero ed orgoglioso con sopra un lenzuolo bianco di contestazione contro questi bastardi mercenari che stanno infangando i nostri colori. Perchè se ci fossi stata tu, altro che "SIAMO SEMPRE CON VOI", altro che "BISOGNA SOSTENERE, NON CONTESTARE". Ti saresti fatta sentire. Già da qualche settimana. Perchè come tutti noi amavi troppo questi colori, perchè 7 punti in classifica e un quint'ultimo posto con tre sconfitte consecutive, è inaccettabile, così come inaccettabile è questa dirigenza di INFAMI che dopo 20 anni è arrivata ormai alla frutta, e si fa bella credendo di volere bene ai tifosi, quando invece sa solo prendere per il culo e non ammettere mai una sconfitta o un momento delicato, nemmeno uno, mancando a sua volta di onestà e di buon senso verso chi tiene in vita questi colori da più di 100 anni, ossia noi tifosi. Ah, quanto mi sei mancata. Quanto mi sei mancata ogni volta che dalla curva è partito il coro "NO AL CALCIO MODERNO" cantato da chi fa del calcio moderno ragione di introito, mancando clamorosamente di coerenza e dignità. Quanto mi sei mancata quel giorno in cui il più infame mercenario della nostra storia venne a farci visita in curva prima di partire in Inghilterra per "imparare l'inglese". Che spettacolo sarebbe stato vederti urlare di rabbia contro di lui, non omologandoti ad altri personaggi ben noti che hanno preferito idolatrarlo come se lui di noi avesse qualche vago interesse. Questo sarebbe successo, ne sono sicuro. Perchè conosco la tua storia, perchè so che in 37 anni mai sei scesa a compromessi, rimanendo coerente con le tue scelte, anche nelle situazioni più estreme. Anche in quella sera di un anno fa. Quando decidesti di morire, piuttosto che di continuare a vivere (anzi, a sopravvivere) in un mare di affarismo e ipocrisia, in mezzo a un salotto che a te certo non corrispondeva. Oppure potrei per lo stesso motivo essere contento di non vederti più: perchè di certo non ti saresti meritata una squadra così, una situazione di così grande sofferenza. Perchè per quanto hai dato in più di 7 lustri, avresti meritato solo gioie e soddisfazioni. Quelle che non abbiamo più avuto da quando non ci sei più tu. Guarda che coincidenza. A distanza di un anno, leggo e rileggo spesso il tuo libro, che fortunatamente feci in tempo ad acquistare. Perchè non c'è affarismo, meschinità, o compromesso che possa cancellare una storia così. . MI MANCHI DA MORIRE.


Pensieri e parole di Potsy, Banda Casciavit
Senza voler innescare polemiche o discussioni, per altro già fin troppo abusate...vorrei fare un chiarimento riguardo la Banda Casciavìt Herbert Kilpin Firm...di cui "faccio parte" e per la quale spendo tempo ed energie....Chiariamo subito che B*C NON E' UN GRUPPO ULTRAS! Siamo un gruppo di amici, gente con un passato e anche un presente di Curva, molto trasversali (..qualcuno ex FdL, io, per esempio, da sempre e PER SEMPRE delle Brigate, qualcuno ex Armata o Squadraccia....politicamente di tutto e di più...per quanto mi riguarda è ben nota la mia storia politica....ma anche la mia estrema tolleranza e larghezza di vedute nei confronti di CASCIAViT che la pensano diversamente, cosa che fa storcere il naso a molto miei Compagni...). Milan, memoria, goliardia e cialtroneria da bar sport sono le nostre caratteristiche. Certo non siamo con le fette di salame sugli occhi, nè dei cerebrolesi...per cui è inutile ammettere che i tristi fatti accaduti alla ns. curva hanno toccato anche noi, almeno nell'anima...Proprio per questo siamo, tra di noi, ancora più trasversali e diversi...Qualcuno di noi va al 2° verde, qualcuno sta a casa...io e molti altri andiamo al 1° blu (...guarda un po' che storia!!!!...)...di tutto quello che è successo ognuno di noi ha la propria idea, il proprio spirito critico....la sola cosa che ci unisce, ci lega, ci fa sentire parte dello stesso "progetto" è la conservazione della memoria storica del MILAN. Mi rendo conto che per molti, forse quasi la maggioranza, il gruppo, i gruppi, anche quelli scomparsi si sono rivelati più importanti rispetto al Milan stesso.....Per noi , o almeno per me...(..meglio parlare a nome mio, solo a nome mio...) non è così...il Milan è sempre stato e sarà sempre prima di tutto...anche della Curva...potrei e potrò andarmelo a vedere anche da solo, in qualsiasi angolo dello stadio, allenato da chiunque, presieduto da chiunque (.....peggio di così!...per quanto mi riguarda...), con qualsiasi giocatore.....il Milan per me è la maglia rossonera, è il suo simbolo, la sua città (che è la mia), la sua storia, i suoi luoghi, i suoi nomi.....certo che soffro con questo calcio moderno, certo che sto male con una curva così frammentata e incarognita...però ho scelto di seguire il Milan, sempre e comunque, nel limite delle mie possibilità....Perciò, detto questo...non ci fa particolarmente piacere che qualcuno prenda il nostro nome o le immagini di quello che abbiamo fatto(..la targa a Kilpin) e posti tutto questo all'interno di polemiche Fossa/Curva Sud....non prendiamo le distanze da nessuno, ma, per cortesia, NESSUNO strumentalizzi il nostro amore e la nostra passione per il Milan per enfatizzare, o ribadire le solite tristi polemiche. Ci può anche far piacere il fatto che si apprezzi il nostro impegno per mantenere viva la tradizione e la memoria...però, ribadisco, teneteci fuori da situazioni in cui si insultano le persone rimanendo nell'anonimato (...gli insulti al Barone li trovo una roba un parecchio infame, soprattutto perchè anonimi!), così come odio le scritte minacciose sui muri nei confronti di gente con cui hai vissuto al fianco per vent'anni...Non voglio certo fare la parte del "buonista" o illudermi che "volendoci tutti più bene" la Curva possa tornare agli antichi splendori...però, non ci interessa nè tolleriamo di essere inseriti in questa diatriba...come Banda Casciavìt (...ribadisco...NON SIAMO UN GRUPPO ULTRAS!!!), desideriamo solo e sempre sostenere la maglia...con spirito critico, mantenendo viva la memoria, parlando, scrivendo, ricercando, raccontando, imparando SEMPRE E SOLO DI MILAN! Per noi essere Casciavìt è questo: Milanismo totale 7 giorni su sette...Milanismo dal 1899.. però!!! POTSY

...niente da eccepire! Donato era grandioso e il film un capolavoro di Milanismo, anche se il "Casciavìt" milanese è tutta un'altra cosa...Vi inviterei a rivedere un passaggio di "ROMANZO POPOLARE", di Monicelli, con il grandissimo Ugo Tognazzi...quando vanno in macchina a vedere il Milan e si fermano al bar a riempire il thermos di caffè.....MILAN anni '70, quando non vincevamo un cazzo ma eravamo innamorati comunque di quelle maglie meravigliose!...Vi cito una battuta...il cognato teròne di Tognazzi, vedendolo di cattivo umore, un po' giù di corda, gli chiede: " Giulio, che è quella faccia? Che ttieni??" e Tognazzi...."Come che ttengo!!?? Al MILAN!!!!".........Spettacolo!! POTSY

Essere considerata la squadra dei 'casciavit' è stato per anni il vanto della tifoseria rossonera. Oggi invece...comunque un voto ai vocalist lo merita anche Jo Squillo, nei suoi anni ribelli trascorsi tra il Virus e la Sud.

Ah, ma allora vuoi far danni al mio cuore..."Romanzo popolare" oltre che sfoggiare la più bella Ornella Muti di sempre, rotonda (era incinta) giovanissima e femmina come non mai, è uno dei film definitivi sulla Milano che solo i milanesi over-30 conoscono (e amano). Oltre ad essere un manifesto di attitudine casciavit, ovvio. E allora rispondo con quest'altra perla: cos'è essere casciavit? Ascoltare "Vincenzina e la fabbrica" di Jannacci: "Zero a zero anche ieri 'sto Milan qui, sto Rivera che ormai non mi segna più, che tristezza, il padrone non c'ha neanche 'sti problemi qua". Nebbia, periferie urbane, ticinese, barona, martesana. Gli interisti stavano in S.Babila. I gobbi a mirafiori.
In una parola: "Quelli che tengono al Milan, oh yes!"


Indimenticabile la scena in cui il poliziotto terun interpretato da Michele Placido si presenta per arrestare l'amico di Tognazzi per la sassata ricevuta in una manifestazione (se ricordo bene), la risposta di Tognazzi all'arroganza dello sbirro e da proporre nelle scuole di ogni ordine e grado. Per non parlare dell'alba vista dal tetto dell'abitazione di Greco con il sottofondo delle sirene delle fabbriche con il dialogo Muti&Tognazzi. Sembra che si stia parlando di un`altra città!

Visto che siamo in pieno periodo amarcord mi accodo anch'io . Milan-Lokomotiv Lipsia, Coppa Uefa 1985-86; gol del 2-0 di Attila che sullo slancio si appende alla traversa sotto la curva. Tutta la Sud plana sulla transenna ; e' il delirio totale. Juventus -Milan 1-1 al Comunale, gol di Pietro Paolo a due dalla fine; corsa sotto la Maratona completamente in rossonero in completa deflagrazione. Da brividi a pensarci ancora adesso spareggio a Torino con la Doria, mancano una manciata di minuti alla fine della partita quando Daniele Massaro insacca (se non sbaglio Bistazzoni o forse Pagliuca?) e fa esplodere la Maratona, volano megafoni, sciarpe e la Jo si toglie il reggiseno..quanto avrei voluto esserci anch'io...

...insomma...tutti noi, avremmo potuto...potremmo scrivere il secondo volume di "ROSSONERI COMUNQUE".....ma il mio anti-berlusconismo non è tanto politico (.....lo sono, lo sono, non preoccupatevi), quanto, in questo caso, per il fatto che il cavaliere e tutti i suoi scagnozzi e sgherri hanno deciso che il MILAN A.C. è nato nel 1986!!! Ma avete notato quanto hanno enfatizzato il ventennale della sua presidenza, soprattutto sulla Rosea!!?? Hanno dato più risalto a questi vent'anni che non ai 100 compiuti nel 1999!!!! Tutto quello vissuto prima, vinto prima (...ed è tantissimo!!!!!!!!!!), sofferto prima...VIA! con un bel colpo di spugna! Ma lo sa, il coglione, che il MILAN F.C. vincente lo è sempre stato!!?? Appena nato vinse tre scudetti e un mare di medaglie, coppe, trofei...oggi dimenticati, ma allora importantissimi, (palla Dapples, Medaglia del Re, Coppa Federale).......negli anni di mestizia totale, decenni '20, '30 e '40, in cui non si vinceva un cazzo, bastava vincere un derby con l'ambrosiana (Dio la stramaledica), vincere con il Grande Torino, tenere testa al Bologna e alla Juve, per solidificare la passione dei Casciavìt di allora...ed è lì che si sviluppò l'anima popolare del Diavolo, che (non dimentichiamolo), nacque per merito di classi sociali tutt'altro che proletarie...benestanti anglo/milanesi...Ma lo sa, il coglione che nel dopoguerra, l'AC MILAN 1899 (..se lo ricordi, l'anno di fondazione, pirla!!!), sbancava il Comunale gobbo con un 7-1, aveva un pluricapocannoniere di nome Nordhal, record di gol segnati in totale, vinceva 4 (QUATTRO!!!) scudetti in un decennio e due Coppe Latina, la champions di allora!!! In un amichevole batteva la mitica Honved di Puskas, sostenuta a S.Siro da tutto il P.C.I. milanese e di Sesto San Giovanni.. perchè squadra simbolo del Comunismo Magiaro.....NESSUNO ci era riuscito, in quel periodo! Prima squadra Europea a giocare un amichevole oltre la Cortina di Ferro, contro la Dynamo Mosca, prima Italiana a vincere una Coppa dei Campioni....ma il coglione lo sa che il Milan c'è da MOOOLTO PRIMA di lui, e che il Milanismo è radicato nei Milanesi e in una buona parte di Italiani da MOOOLTO prima che arrivasse lui!!!??? CASCIAVìT al di là di tutto, anche di 'sto personaggio inguardabile, di cui, comunque, ringrazio le spese infinite...non certo lo stile, nè la mentalità...
POTSY


Como Maggio 1988. L' A.C Milan vince il suo 11° scudetto; dopo anni duri in giro per gli stadi di tutta Italia (campo neutro nell' 82 a Verona, a vedere perdere i ragazzi con la Roma).
La squadra fa il giro d'onore, non con il tricolore, ma con il bandierone con la Rosa dei venti; quella che con la Union Jack rossonera era sempre in curva in quegli anni. Era la Curva Sud......


Filippo Galli che sventolava quella bandiera. un gesto che dimostrava un reale e sentito ringraziamento alla tifoseria. un altro capitolo indimenticabile. Era proprio la Curva Sud.... Con il materiale che è stato scritto in questo topic possiamo quasi quasi editare un libro. chiedo a tutti i freschi di memoria di continuare a postare. certo non si vive di ricordi, ci mancherebbe, sarebbe solo deleterio e si scadrebbe in una patetica auto commiserazione, ma rievocare i fatti aiuta a capire e a tenere alto l'orgoglio milanista.

Io mi ricordo un Milan-Juve mi pare del 1985 o 86. Si parlava di rinascita, di un Milan che poteva contrastare il dominio juve di quegli anni. Bene, arriva la juve a san siro, spalti stracolmi , aspettative ed entusiasmo a mille e dopo 3 minuti fallo di Cabrini su Damiani (!!!), lui si alza a BAM! un destro secco in faccia al bell'Antonio nazionale di quegli anni...... Milan in dieci per 87 minuti e sconfitta secca (non scrivo il risultato). Alla fine Platini disse, il Milan non meritava un passivo cosi pesante.....

E il gol di Vinicio Verza in un derby sempre di quegli anni finito 2-2? Bergomi palleggia per i cazzi suoi dentro l'area di rigore, arriva Vinicio gli sottrae il pallone e lo scaraventa sotto la traversa proprio sotto la sud che impazzisce per un pareggio ormai insperato. Se Vinicio se ne và bruceremo la città......saracinesca del buon vecchio Jano's in Lotto

mi state facendo commuovere, io a quei tempi ero proprio piccino piccino e mi sembravate tutti goldrake in curva...molti sono diventati fratelli, ma alla fine ho capito che molti altri erano solo dei pirla....che curva paura pero'......

Salve a tutti, sono nuovo... Vorrei partecipare anche io al bellissimo, e per certi versi anche un po' doloroso (sono un vecchietto e, ahimé, ricordare ti fa capire che il tempo passa ) "amarcord" rossonero, riportando alla ribalta due nomi da tregenda che hanno agitato per anni i miei sonni di adolescente: - il sempreodiato Minaudo; - il semisconosciuto, ma quella sera ci ha fatto vedere i sorci verdi, Mutombo... e vai di contestazione.
Alla prossima.


Più che Mutombo ricordo la terna arbitrale di quella sera....fallo fuori area e arbitro che concede il rigore....dalle poltroncine rosse piovono oggetti sul guardalinee,testa fasciata e san siro squalificato per la successiva Coppa Uefa.

Minaudo......ha giocato 10 minuti in serie A e ha segnato nel derby......

E vi ricordate questa?
Una delle ultime partita in casa della stagione 86-87, si sapeva di già che avevamo preso Gullit (sempre con la maiuscola per me) e il Cigno di Utrecht. Mark e Ray prima della partita entrano in campo, vengono sotto la curva -la gente si chiede, ma che stanno facendo- si fermano e aprono uno striscione in cui ci ringraziano la curva-attenzione, non tutto il pubblico, ma la curva-e dicono che non ci scorderanno mai. Applausi da spellarsi le mani. Ditemi chi ha fatto altrettanto (ve lo dico, io, Albertini, un altro grande, con uno striscione in Torcida a Milan-Lazio).


E dire che io la stessa stagione a Milan-Como ho fatto lo scambio con un comasco rifilandogli la sciarpa bianca con le righine rossonere (molto anni '80) con la scritta Hateley. A pensarci oggi che cimelio ho perso mi mangio le mani. Però ci ho guadagnato una sciarpa in panno della Fossa Lariana, notoriamente un gruppo che faceva del materiale spettacolare.

Disse il caro Tognazzi dopo aver assistito a una partita del suo Milan che, ai tempi, militava nella serie cadetta (se non vado errato) Venire a S.Siro è tutta salute, si mangia sano: un'insalata con la Verza, i Carotti e Icardi.

Spero che qualcuno degli Amari abbia ascoltato la Radio1 stasera nell' intervallo di Piacenza-Modena hanno ritrasmesso alcuni estratti di "Tutto il calcio minuto per minuto" del 20 Maggio 1973 C'era Ameri sul campo principale, cioe' Verona-Milan, Ciotti dall' Olimpico per Roma-Juventus. Giacoja da Napoli per Napoli-Lazio e Beppe Viola (sì Groover proprio lui) da Bergamo per lo spareggio salvezza Atalanta-LR Vicenza.
E' stata una sensazione amarissima ma anche piena di nostalgia ascoltare, perchè ti fa quasi riassaporare il gusto di un calcio che non c'e più con il Milan con le maglia con le righine, il portiere in nero ed i numeri bianchi dall' 1 all'11. Ti riporta a certe domeniche pomeriggio passate ad ascoltare la radiolina, con mio padre che faceva sempre 8 al Totocalcio. La cronaca inizia con l'annuncio delle formazioni ("il Milan rinuncia al libero Schnellinger.) ed mi emoziona in sottofondo l'urlo dei nostri calati in massa su Verona per la festa. Ascolto ed ancora un po' soffro quando Ameri sempre piu' sbigottito annuncia la sequenza dei gol veronesi 0-3, poi ad un certo punto la radio ha una specie di ruggito, Rosato ha segnato l'1-3 allora in quel mondo a parte che è la mia macchina sulla tangenziale al lunedì sera mi viene quasi da urlare "dai ragazzi forza vecchio cuore rossonero !!! in panchina c'è il Paron ve la da lui la sveglia negli spogliatoi !! " la cronaca continua, la Juve che inizialmente stava perdendo a Roma ha pareggiato con Altafini
, mentre la Lazio è bloccata a Napoli. La diretta salta subito al 70' quando Luppi fa 1-4 , e la mia illusione che sulla mia radio il Milan sia invincibile dura lo spazio di due uscite di tangenziale. Ameri intervista Cudicini con lui in cabina, e si sente che il ragno nero e' spaesato ma dalle sue parole cogli ancora quel lume di speranza che in quel momento ci vedeva allo spareggio. Intanto Ciotti racconta che la Juve attacca e schiaccia la Roma che secondo lui concede troppi calci piazzati. Angolo. Batte Causio, la difesa della Roma respinge centrale, tiro di Cuccureddu. Gol. Roma 1-Juventus 2. Adesso e' finita, intanto la Lazio perde a Napoli e Beppe Viola chissà con quale stato d'animo annuncia che il Lanerossi ha battuto l'Atalanta condannandola alla B.
Ho spento, ma poi ho riacceso subito per sentire un giocatore del Verona (forse Zigoni ?) che parlava di come loro avessero fatto la loro partita ed Ameri chiosava dicendo che il Verona aveva onorato lo sport..
Mi sono ricordato di quanto ho amato quel Milan, bello e coraggioso che aveva vinto tre giorni prima la Coppa delle Coppe, il Milan di Ramon, Tato, Cavallo Pazzo oltre che del Golden Boy. Di Peppino e Luciano del Bar Latteria sotto casa, milanisti da sempre, che erano tornati con gli occhi gonfi dai pugni presi, perche' la gente a Verona era impazzita di rabbia e qualcuno la doveva pagare..
E se hai vissuto giornate come queste, come Cesena o Istambul, non puoi non amare il Milan, perché e'a giornate così che ripensi quando vinci lo scudetto o la Champions, batti la Juve in casa dopo 17 anni o il tuo centravanti inglese incorna al sette ai cugini . Prima di Van Basten, Gullit o Weah, ci sono stati Chiarugi; Bigon, Prati e io gli ho voluto bene ...


Oggi ho l'onore di dare il buongiorno a tutti. A voi che mi fate sognare e mi fate compagnia. A voi che mi state facendo tornare la voglia di stadio. A voi che mi state facendo tornare la passione per il Milan (quello di adesso), mentre la passione per i colori non è mai scemata! A voi, che siete rossoneri come me (e forse piu di me) vi bastano (ci bastano) quei due colore per farci diventare matti e per farci dimenticare di tutto il resto che ci circonda. Perchè quei colori e quelle 5 lettere son molto di piu di 11 uomini in mutande che corrono dietro un pallone. Noi che....stadio pieno a Milan-Cavese e stadio pieno a Milan-Real.....ho detto tutto.....

Chi ha visto sfide ieri sera? Sono impazzito quando Maldera, sogghignando e con grandissima soddisfazione, raccontava il suo goal nel derby della Stella..... Confesso che mi è venuta la pelle d'oca...
Buona giornata e .....FORZA MILAN!




Dal sito www.ilveromilanista.it
di Saverio Fiore

Figurine e panini
Ne è passato di tempo da quando un inglese signore baffuto diede il via alle ostilità pedatorie, da quando, era la fine dell'ottocento, in una Milano in preda alla nebbia cominciò l'avventura di un club che nella sua vita ne ha viste di tutti i colori, dai trionfi intercontinentali alla serie cadetta, dalle sei coppa dei campioni ai 44 anni senza vittorie tricolori, dallo sciovinismo fascista che impose la "o" finale per una squadra che si trasformerà in "Milano" per scacciare le origini britanniche al Milan Lab con allenamenti personalizzati. Il Milan sarà la squadra di Schiaffino e Van Basten ma anche di Boffi e di Puricelli. Il Milan mi si presentò davanti all'incirca quando avevo sette anni, avevo avuto in dono l'album delle figurine Panini da mio padre (ci vollero molti mesi per completarlo non riuscivo a trovare mai Roberto Pruzzo), all'improvviso una folgorazione, una squadra con la maglia a strisce verticali rosse e nere, una squadra dal presente incerto ma dal passato inequivocabilmente lucente, una nobiltà decaduta che presto, pensai convinto, tornerà grande. Ma la scelta definitiva fu fatta qualche mese dopo, quando era estate ed ero libero dagli studi, mio padre, orologiaio, mi portava con lui al lavoro, perché diceva che mi dovevo guadagnare le paghette. Avevo preso dimestichezza con l'orologeria ed avevo il compito di andare a comprare le varie forniture, dapprima con foglietti volanti come necessari suggeritori, e successivamente con una certa disinvoltura riuscivo a districarmi con richieste di corone e bilancieri di vari tipi, dai Rolex ai Vacheron Costantin dai Panerai ai Boume & Mercier. Avevo preso una sana abitudine, con la promessa "Poi passa papà", spesso mi recavo dal giornalaio per prendere il Guerin Sportivo o l'Intrepido Sport, talvolta accompagnato dai fumetti dei Fantastici 4, subito dopo entravo nella salumeria affianco, il pizzicagnolo si chiamava Antonio Spano ed era un simpatico ed arzillo vecchietto sempre pronto alla battuta che ormai aveva lasciato le redini dell'esercizio al figlio, ma in quanto agli arredi da esporre non sentiva ragioni, ogni volta che entravo gustavo gli odori di prosciutti e mortadelle varie che poi avrei assaporato col palato dentro una ricca pagnotta, ma gli occhi erano rapiti dai colori, appesi tra i salami mi apparivano una miriade di bandiere e gagliardetti rossoneri, di fotografie ingiallite di vecchi campioni, su una delle quali si intravedeva una magra ed esile figura di un tale calciatore in pantaloncini bianchi e sopra una dedica "ad Antonio con affetto firmato Gianni Rivera", era il pezzo più pregiato di questa santa santorum milanista. Il signor Antonio si difendeva dai continui fuochi incrociati di avventori di ogni fede calcistica che lo attaccavano con il pretesto della serie b e a tutti ripeteva "presto torneremo grandi". Fui colpito dall'energia di questo splendido tifoso, che ribatteva a tutti colpo su colpo manco fosse un Prisco rossonero, e fu così che scoppiò l'amore per il diavolo che dura ancora oggi, più che dalle giocate di un fuoriclasse fui tramortito dalla passione di un suo acceso sostenitore, e mi piaceva immaginare che tutti i milanisti fossero come lui, il tifo fu così forte che coinvolsi perfino mio padre nel seguire la squadra milanista (caso raro spesso capita il contrario) e più tardi mio fratello più piccolo, oggi a casa abbiamo tutti la stessa fede calcistica e guai a chi tocca il Milan. Un solo dispiacere mi colse qualche anno dopo, quando don Antonio passò a miglior vita senza che riuscisse a vedere il suo Milan di nuovo vincente, ma mi piace pensare che l'abbia seguito lo stesso dall'aldilà e che da lì abbia tifato ancora ed ancora abbia gioito. Gli amici del blog, bontà loro, mi perdoneranno questa digressione, questa variazione sul tema che mi sono concesso rituffandomi nei ricordi dell'infanzia milanista ma mi andava di dirla e così è stato. Un saluto a tutti e sempre forza vecchio cuore rossonero.




di Sergio Taccone

QUALCUNO ERA (ED E') MILANISTA...
Parafrasando una canzone del grande Giorgio Gaber. Frammenti di fede rossonera

Qualcuno era milanista perché attratto dai colori voluti da Kilpin, il padre fondatore: rosso come i diavoli e nero come la paura da incutere agli avversari.
Qualcuno era milanista perché non sopportava gli sbruffoni.
Qualcuno era milanista perché amava Stendhal.
Qualcuno era milanista perché gli piaceva la fiaschetteria di via Berchet e il suo profumo di vino.
Qualcuno era milanista perché mal tollerava i voltagabbana.
Qualcuno era milanista perché sul Monte Piana conobbe il tenente Erminio Brevedan e in un lager nazista Ferdinando Valletti, piedi da mediano e cuore da fuoriclasse.
Qualcuno era milanista nonostante quasi mezzo secolo senza titoli.
Qualcuno era milanista perché il Paron era inimitabile.
Qualcuno era milanista perché folgorato dalla classe di Schiaffino e Rivera.
Qualcuno era milanista perché alzare per primi, in Italia, una Coppa dei Campioni è da milanisti.
Qualcuno era milanista perché anche in B non rinnegò i colori rossoneri.
Qualcuno era milanista perché il padre lo era ed anche il fratello maggiore.
Qualcuno era milanista malgrado un padre bauscia e un fratello gobbo.
Qualcuno era milanista perché il Gre-No-Li era la sintesi della completezza trinitaria trasferita nel piccolo mondo calcistico.
Qualcuno era milanista perché solo i casciavit potevano uscire indenni dall’inferno argentino.
Qualcuno era milanista perché prediligeva la classe giornalistica e letteraria di Beppe Viola … quello che “la difesa oggi è sistemata a presepe”.
Qualcuno era milanista perché Van Basten era una delle meraviglie del calcio.
Qualcuno era milanista perché la rovesciata del Cigno di Utrecht agli svedesi, “il coast to coast” di George e il “pallonetto ateniese” di Dejan non erano gol ma “opere d’arte”.
Qualcuno era milanista perché quando Hateley prese l’ascensore, il bauscia fu annichilito.
Qualcuno era milanista perché aveva vinto la Mitropa contro il Vitkovice.
Qualcuno era milanista perché c’era Franco Baresi: due retrocessioni, nessun lamento, linea di condotta combattimento.
Qualcuno era milanista perché attratto dalla maglia nera di Cudicini, da quella gialla di Albertosi e da quella verde di Piotti.
Qualcuno era milanista per il sorriso sdentato di “Squalo” Jordan.
Qualcuno era milanista dopo aver ammirato il creolo con le treccine rasta, maramaldo davanti al “pibe de oro”.
Qualcuno era milanista perché con Sacchi, Capello e Ancelotti era facile inebriarsi di rossonero.
Qualcuno era milanista malgrado Blissett, Moreno e il buio di Marsiglia.
Qualcuno era milanista anche quando si giocava a Campobasso, Rimini e a Cava dei Tirreni.
Qualcuno era milanista perché non bastava aver buttato una Champions League per perdere la fede in questi colori.
Qualcuno è milanista a prescindere da presidenti, allenatori e giocatori.
Qualcuno è Milanista perché, parafrasando Camus, gran parte di quello che ha appreso dalla vita lo ritrova nella storia del club rossonero.
Qualcuno è Milanista perché è uomo semplice e la complicazione è la forma moderna di stupidità ed è anche malafede.




dal sito www.leonardosasso.it
di Leonardo Sasso, Presidente del Milan Club di Ischia (NA)

Il Milan. Se ci sono cose nella vita che appartengono all’irrazionale queste sono certamente i sentimenti. E tra questi quello probabilmente più irrazionale, quello che ci riporta ad essere bambini tra gli adulti e che annienta, in un attimo, tutte le differenze tra le classi sociali cui si appartiene, è il tifo per la propria squadra di calcio. Credo che ognuno di noi possa aver abbia cambiato idea politica, moglie, fede religiosa, ma squadra di calcio no. A parte Emilio Fede, ma lì è un’altra storia.
Io sono milanista. La mia generazione di milanisti lo è fondamentalmente perchè il Milan è la squadra dove ha giocato Rivera.
Rivera è stato il più grande calciatore italiano di sempre. E Rivera era il Milan, era Jannacci che lo cantò in Vincenzina e la fabbrica, "sto Rivera che ormai non mi segna più", ed invece Rivera dipingeva sempre e mai smetterà di farlo.
Ed io grazie a lui non potevo che essere milanista.
Malgrado mio papà, tifoso folle del Napoli, andato via troppo presto per poter godere anche di una minima gioia sportiva dalla sua squadra, ma non per questo meno fiero dei suoi colori.
Malgrado quasi mi implorasse di condividere la sua passione, non potevo che essere milanista. Implorazioni intervallate, in particolari occasioni, da minacce di tipo fisico.
Tipo quando al termine di un “Tutto il Calcio minuto per minuto” che sanciva una vittoria per uno a zero del Milan a Napoli, di fronte alle mie manifestazioni di giubilo, quantunque necessariamente contenute, dovetti riparare a casa di mia sorella, inseguito dal furore paterno e restare fuori casa mentre il “vecchio” reclamava il mio scalpo. Una passione tanto forte che lo portò a vivere gli ultimi anni della sua breve vita con una copia dello Sport Sud sul comodino nella quale si denunciava il furto che il Napoli subì a San Siro, contro l’Inter per mia fortuna, ad opera dell’arbitro Gonella.
Ma io niente. Non potevo che essere del Milan. Una squadra che muore e risorge incessantemente da 113 gloriosissimi anni.
Non potevo che essere milanista per il Gianni nazionale. Rivera era il Milan ed io dietro di lui sono milanista fin nel midollo perchè il Milan è la squadra che più mi rappresenta. Non potevo che essere rossonero. Sono troppo cane sciolto per riconoscermi nel sinistrismo di maniera, tanto caro all’intellighentia interista. Sono troppo d’accordo con una minoranza di persone per sopportare i plebisciti da Piazza Venezia, che sono le esultanze bianconere. Piango troppo poco per essere nerazzurro. Non capitolino per essere romanista o laziale, non così coraggioso per essere viola o granata. Ed in quanto amante dei perdenti, non amo l’abitudine alla sconfitta essendo questa l’abitudine migliore per offuscare il Mito.
Dovevo tifare per una grandissima squadra, ma non una normale. Una che vince, ma non sempre. Una che perde, ma non sempre. Il Milan!!!
E poi l’inclinazione al bello, tipica rossonera, quella che sceglie il trio olandese e non quello tedesco.
Sono milanista perchè non rido con le battute di Bertolino, non mi pettino come Severgnini, non sostituirei mai Roberto Carlos con Gresko, non darei Seedorf in cambio di Coco. Perchè Berti e Materazzi non potevano che essere interisti. Sono milanista perchè Gullit, che dedicò il pallone d’oro a Mandela, lo era. Perchè Weah, che porta in giro alla conoscenza del mondo la tragedia della sua Liberia, lo era.
Lo sono perchè l’eroe bello, tragico e irripetibile dei nostri giorni calcistici lo era. Lo era quando segnò uno dei gol più straordinari della storia a Dasaev nella finale dell’Europeo a Monaco, lo era quando ne fece quattro in tutti i modi al Goteborg, lo era quando ci fece piangere di rabbia e di tristezza la sera del 26 maggio 1993 quando lasciò il campo per l’ultima volta all’85° martoriato nella caviglia da un brutto ceffo di nome Sauzée (cit. A. Scanzi), ancora una volta a Monaco, e lo era indissolubilmente quando comunicò il suo ritiro in una triste, come non mai, serata di agosto del 1995 con un semplice giro di campo, con una lacrima che solcava il suo come il nostro volto, coperto da un anonimo giubbotto di renna.
In tanti hanno provato a disinnescare la mia, la nostra, passione per il Milan con l’avvento di Berlusconi. Una figura certamente ingombrante per l’uso che si pensava, con qualche ragione, potesse fare strumentalmente del Milan. Ma il Milan, per tutto quello che ho detto, è qualcosa che non attiene alla razionalità ma alla sfera più innocente e vera dei sentimenti.
Il Milan c’era prima di Berlusconi e ci sarà dopo.
Io sarò sempre rossonero!




Da Giovanni Labate
11 settembre 2016

Ciao a tutti amici di Maglia Rossonera.
Questa per me non è una giornata qualsiasi, ma assume invece un sapore speciale. Esattamente 30 anni fa, domenica 28 settembre 1986, quando, ragazzino appena adolescente, mentre mi avvicinavo, salendo gradino dopo gradino, alle grigie gradinate del 2° anello, calpestavo per la prima volta il cemento di San Siro, e mentre camminavo coronavo sempre più il mio sogno di una vita; era infatti l'investitura e la consacrazione a tifoso rossonero, consapevole che, da quel momento, la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Non mi importava nulla dell'avversario che avevamo di fronte o del risultato che avremmo maturato quel giorno; il mio sogno di sempre si era materializzato in realtà tangibile. Oggi, dopo trent'anni, mentre il pullman ci conduce verso lo stadio, rivivo le stesse emozioni di allora assieme a mio figlio, che indossa fiero la maglia rossonera,e che vive gli stessi sentimenti che provo' suo padre alla sua età tanto tempo fa, tramandando allo stesso tempo quei sani valori di sport e divertimento che solo il nostro vecchio Diavolo sa trasmettere, e facendoti innamorare di lui proprio come per una fidanzata e, mentre sorrido, penso a tutte quelle volte che, da ragazzino, rinunciavo ad uscire con le mie amiche coetanee la domenica pomeriggio per seguire il Milan in casa e fuori...avrei tradito l'amore per i colori rossoneri. Volevo condividere questa favola con tutti voi, cari amici : per chi volesse rivivere gli highlights di quella gara vi rimando a https://m.youtube.com/watch?v=I8Up5X3Ffkw
Buona partita a tutti e... sempre Forza Milan !!!
Giovanni Labate




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