< HOME PAGE
   

dal gruppo Facebook
"Dal 1899 orgogliosamente Casciavìt"



"Noi siamo quelli che si ricordano che la storia della nostra squadra non è fatta di sole glorie,
Noi siamo quelli che si ricordano della Serie B, del Totonero, del fallimento sfiorato,
Noi siamo quelli che si ricordano di serate incredibili come La Coruna o Istanbul,
Noi siamo quelli delle luci di Marsiglia,
Siamo quelli che...se ripenso a Verona...
Noi non ci dimentichiamo che per 40 anni non abbiamo vinto nulla,
Siamo però quelli che per il Milan si butterebbero nel fuoco,
Siamo quelli che vivono per il Milan 12 mesi su 12, 365 giorni su 365, per tutta la vita!
Siamo quelli della fiaschetteria toscana di via Berchet,
Siamo quelli dei 40.000 abbonati anche se non si gioca in Champions League,
Siamo quelli dei 45.000 di Milan - Cavese,
Siamo quelli del Gre-No-Li,
Siamo quelli che...Fossa Dei Leoni, Brigate, Panthers, Commandos, Alternativa, Guerrieri, Rams, Torcida...
Siamo quelli dei tre olandesi,
Siamo quelli che...Rocco, Liedholm, Sacchi, Capello, Zaccheroni, Ancelotti, Leonardo...
Siamo quelli che...Londra '63, Madrid '69, Barcellona '89, Vienna '90, Atene '94, Manchester '03, Atene '07...
Siamo quelli che: FORZA LOTTA, VINCERAI! NON TI LASCEREMO MAI!
La nostra fede morirà con noi, mai prima!"








Orgoglio Casciavìt...

mail del 12 ottobre 2010 - ore 19.09

Carissimi, vi scrivo per esprimere il mio parere su una questione che mi pare corretto definire come stucchevole luogo comune.
Mi riferisco all’ormai purtroppo famosa “tiritera” che vuole il milanista “casciavit” di bassa estrazione contrapposto al “bauscia” interista di medio-elevata estrazione genuinamente meneghina. Ritengo sia questa un’autentica fola, per una serie di ragioni, la prima delle quali è la seguente: il Milan è nato ben nove anni prima dell’inter, dunque gli appassionati di calcio milanesi, di tutte le estrazioni sociali, hanno avuto tutto il tempo per affezionarsi alla squadra rossonera, possibile che con la nascita dell’inter di colpo nobili, benestanti e milanesi doc siano diventati di fede nerazzurra? Lo trovo decisamente poco credibile.
Tempo fa, mi è capitato di guardare una video cassetta curata da Mauro Suma, relativa ai derby ed in particolare al famoso 0-6 del 11-5-01, nella quale secondo due illustri personaggi, Angelo Rovelli ex giornalista della Gazzetta ed un ingegnere, del quale non ricordo il nome, esperto di storia e lingua meneghina, il Milan per anni è stata la squadra tifata in buona parte dalla nobiltà milanese e dagli strati popolari meneghini. Secondo Rovelli, addirittura, fino agli anni ’50 del secolo scorso l’inter, per via del più alto numero di vittorie, è stata squadra più “popolaresca” (questo il termine da lui usato) mentre il Milan veniva seguito maggiormente da una minoranza d’èlite. A questo proposito riporto di seguito lo stralcio di un articolo della Cederna, pubblicato sul n° 17 del giornale l’Europeo del 1952: "Il Milan, una delle società calcistiche più anziane d’Europa (è del 1899) ha dalla sua l’alta borghesia della città vecchia e gli operai della periferia industriale. Tutta la rimanente massa, e soprattutto gli immigrati, sono per l’Inter che gode così di un’indiscussa superiorità numerica. Camilla Cederna, l’Europeo n. 17, 1952."
Per quanto mi riguarda, non intendo certo ribaltare quello che ho più sopra definito stucchevole luogo comune, riproponendolo in salsa rossonera: noi nobili loro poveracci. I fatti e la logica dicono chiaramente che entrambe le società sono interclassiste e tifate ovunque. Mi piace, però, l’idea di dare un contributo affinché lo stucchevole luogo comune di cui sopra, venga smentito una volta per tutte. Lo stesso dicasi, infine, per il cosiddetto tifo ultrà. Anche in questo caso, lo stucchevole luogo comune: milanisti di sinistra, interisti di destra. Ho 46 anni, da ragazzo ho frequentato Fossa, Brigate e Commandos. Posso affermare che l’unica cosa che ho appreso con chiarezza è che la curva milanista ha sempre cercato di non connotarsi politicamente. C’erano, e ci sono ancora oggi, persone di destra (militanti di estrema destra ne ho conosciuti e ne conosco) e di sinistra.
Ora basta, però, non vorrei tediarvi troppo. Un cordiale saluto e sempre Forza MILAN!
Marco Sudati



mail del 12 ottobre 2010 - ore 19.28

Carissimo Marco, sono Colombo Labate, e mi pregio di rispondere alla tua bella, molto bella mail, scritta con passione e competenza. E' tutto vero cio' che dici, ma io, almeno personalmente, in contrapposizione con i "bauscia" nerazzurri, rivendico il mio orgoglio Casciavit, questo anche perchè credo che (e lo storico e amico Luigi La Rocca presumo mi possa dare ragione), la squadra che porta il nome di Milano (anche se in inglese, viste le sue origini), la squadra che ha portato il calcio a Milano, quindi raccoglie il maggior numero di consensi, sia da parte del "popolino" (negli anni sessanta-settanta il Milan era la squadra dei "tranvieri") che a livello "aristocratico", demarcando una trasversalità sociale di consensi, è senza dubbio il Milan, tutto il resto è secondario.
Se l'amico Luigi desidera intervenire a tal proposito con la sua proverbiale sapienza, gliene sarei molto grato, in modo che possa nascere una specie di dibattito sull'essere milanisti e casciavit animato dalla passione di chi scrive e che non esiterei un solo istante a pubblicare.
Considera che io abito a Roma (ho 46 anni e sono abbonato a San Siro) ma mi sento rossonero e casciavit fino al midollo.
Un caro saluto, a presto
Colombo Labate - www.magliarossonera.it ... Orgoglio Casciavit Since 1899



mail del 13 ottobre 2010 - ore 10.28

Carissimo Colombo, grazie per avermi risposto.
Anch’io rivendico l’orgoglio di casciavit di fronte alla ridicola spocchia dei bauscia, i quali, secondo il mio modesto parere, ci hanno chiamato così non per le presunte umili origini che ci hanno arbitrariamente attribuito (laddove per umile si intende di bassa condizione sociale), ma perché a Milano casciavit vuol dire cacciavite, ossia strumento da poco cosa che, riferita a chi giochi a calcio o si cimenti in qualunque altra attività, significa “minga bun”, dunque scarso o incapace. Ed è ovvio ritenere che gli interisti chiamassero così gli odiati cugini, in segno di scherno.
Sempre a proposito del casciavit, mi ricordo di aver visto anni fa, a casa di mio suocero, milanese doc e milanista (io, invece, sono solo lombardo doc, nato a Milano da genitori cremonesi), un vecchio cacciavite (strumento probabilmente ereditato dal padre) con il manico a strisce rossonere; particolare, questo, che mi ha indotto a pensare che una delle possibili cause dell’attribuzione del nomignolo casciavit ai milanisti, sia da ricercare anche in questo: facevano i cacciaviti con il manico dei colori (stupendi) del Milan.
Sempre a proposito della spocchia dei bauscia, sono del parere che chi continua a rivendicare una presunta “superiorità” fondata sulla condizione sociale e/o sulla milanesità doc, spesso e volentieri manifesti semplicemente una frustrazione motivata dal desiderio, irrealizzato o irrealizzabile, di essere ciò che non è. A tale riguardo, mi è capitato di conoscere personaggi della curva nerazzurra di chiarissima origine meridionale e bassa condizione sociale.
In conclusione, voglio dirti che sono contento di fare la conoscenza, seppur in via telematica, di un grande milanista romano. Io, pur non essendo di Roma, sono, nei limiti della mia preparazione culturale, un estimatore della immensa storia di Roma e soprattutto della romanitas. Un cordiale saluto e sempre FORZA MILAN!
Marco



mail del 13 ottobre 2010 - ore 15.42

Carissimo Marco, non credo ci sia molto da aggiungere a questa tua forbita ed esaustiva disquisizione sull'essere milanisti e casciavit, credo che una persona senz'altro piu' addentrata rispetto a me nel tessuto sociale meneghino come Luigi La Rocca possa meglio esporre le ragioni che indussero gli interisti ad apostrofare i nostri fratelli predecessori con il nomigliolo casciavit, epiteto che sarà pur nato in segno di scherno ma di cui ne vado orgoglioso, tant'è che il nuovo striscione (dovrebbe debuttare con il Chievo sabato pomeriggio) di Maglia Rossonera che domenicalmente è presente a San Siro nel secondo anello rosso (lato settore verde), ai due estremi reca un pallone d'epoca con il vecchio stemma del Milan 1899 (non AC Milan, perchè nel corso degli anni ci sono stati diversi cambi di nome, anche se io sarei legato al primo, cioè Milan Foot-ball and Cricket Club) con la scritta "Orgoglio Casciavit" ed al centro dello striscione la mitica figura del Nostro Padre Fondatore, Mr. Herbert Kilpin, che non proveniva propriamente dai ceti sociali medio-bassi d'Oltremanica.
Poi vorrei dirti che mi piacerebbe una foto di questo cacciavite con il manico rossonero, sicuramente potrei pensare a come valorizzarne l'immagine. Un caro saluto, a presto
Colombo, Casciavit since 1964



mail del 13 ottobre 2010 - ore 17.14

Carissimo Colombo, cercherò, se possibile, di recuperare il cacciavite col manico recante i nostri colori (spero di trovarlo a casa di mio suocero) e di fotografarlo. Per quanto riguarda S. Siro, ci vado saltuariamente con qualche amico ex ultrà (solitamente in tribuna rossa). Seguo comunque il Milan quotidianamente, attraverso Milan Channel.
Un cordiale e milanistissimo saluto
Marco, Rossonero dal 1964



mail del 14 ottobre 2010 - ore 14.10

Carissimo Marco, altro autorevole nome che puo' disquisire con elevata competenza sull'argomento è quello dell'amico Stefano "Potsy" Pozzoni, membro della "Banda Casciavit - Herbert Kilpin Firm", promotore, unitamente a Luigi La Rocca, dell'iniziativa (appoggiata dal nostro sito) a seguito della quale il 2 novembre verrà iscritto il nome del Nostro Padre Fondatore Herbert Kilpin al Famedio di Milano. Come vedi sto cercando di coinvolgere, nel mio piccolo, appassionati che possono senza dubbio dire la loro in maniera circostanziata, a patto, però, che venga raccolto l'invito.
A presto, caro fratello casciavìt
Colombo