Ritorno all'indice stagione
   



MONDIALI IN ARGENTINA 1978


"Gauchito", la mascotte di Argentina 1978


La copertina della "Gazzetta dello Sport Illustrata"
con "Gauchito", la mascotte del Mondiale del 1978



Cliccare sull'immagine per ingrandire

La mascotte dei Mondiali 1978 in Argentina
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Mascotte in resina di Argentina '78
(by Jonny Bresso - facebook)





Album della Coppa del Mondo 1978


Cartolina di Argentina '78




Cliccare sull'immagine per ingrandire

La rosa della Nazionale per i Mondiali di Argentina '78

Cliccare sull'immagine per ingrandire




Cliccare sull'immagine per ingrandire

Aldo Maldera in Azzurro, 1977-78
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Mini poster autoadesivo in omaggio con il settimanale "Oggi",
gli Azzurri ai Mondiali d'Argentina nel 1978



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Il tifo argentino ai Mondiali 1978


Una formazione della Nazionale Argentina



Cliccare sull'immagine per ingrandire

L'Italia contro il Brasile per la finale per il 3°-4° posto ai Mondiali '78.
Il Milan è rappresentato da Aldo Maldera (il secondo in piedi da sinistra)





Striscione per Argentina '78: "Calcio sì, torture no"
Cliccare sull'immagine per ingrandire

Una rivista celebra la vittoria della Nazionale Argentina



Cliccare sull'immagine per ingrandire

Manifesto contro i Mondiali in Argentina del 1978
(by Victor Davide Fiore - facebook)



Dal sito www.laziowiki.org

XI COPPA DEL MONDO - ARGENTINA 1978
Storia della Competizione

Tenuta in Argentina tra l'1 e il 25 giugno, l'edizione dei Mondiali 1978 è stata vinta dalla stessa Argentina a danni dell'Olanda, rappresentando il primo titolo mondiale per i sudamericani e il secondo consecutivo sfumato in finale per l'Olanda. Già nel 1966 la FIFA aveva assegnato all'Argentina l'organizzazione del torneo del 1970, ma le fu favorito il Messico che, avendo organizzato le Olimpiadi del 1968, poteva disporre di impianti e logistica già collaudati. L'Argentina dal 1976 era sottomessa ad una dittatura militare, cosa che spinse diverse nazionali a mettere in dubbio la propria partecipazione; ciò non si verificò, ma il campione olandese Johan Cruyff rifiutò di schierarsi con la propria squadra.
Dal punto di vista organizzativo venne mantenuta la formula del Mondiale precedente, con sedici squadre divise in quattro gironi da quattro squadre. I due migliori classificati sarebbero passati alla fase successiva, divisi in due gruppi da quattro. I vincitori avrebbero giocato tra di loro nella finale, e i secondi qualificati avrebbero disputato la finalina per terzo e quarto posto. Nella partita del primo turno Scozia-Olanda, Archie Gemmill segnò un goal rimasto famoso nella storia del calcio scozzese, citato anche nel film Trainspotting. Questo gol tuttavia non bastò a il passaggio al turno successivo.
Capitolo Italia: Enzo Bearzot, CT degli azzurri, presenta a questi mondiali una nazionale giovane e poco esperta, ma fresca e ricca di nuove individualità. L'asse portante è costituita da giocatori che militano nella Juventus: Dino Zoff, Gaetano Scirea, Claudio Gentile, Franco Causio, Marco Tardelli e Roberto Bettega. Non essendo stata testa di serie, la nazionale azzurra viene inserita d'ufficio nel primo girone che comprende anche i padroni di casa e le ostiche Francia della giovane stella Michel Platini, e Ungheria.
L'Italia spiazza tutti e, con un gioco esuberante e divertente, vince il girone a punteggio pieno, costringendo i padroni di casa a lasciare Buenos Aires per proseguire il loro cammino da Rosario. Gli azzurri, che invece restano a giocare nella capitale argentina, proseguono il cammino affrontando un nuovo girone comprendente Germania Ovest, Austria ed Olanda. A questo punto,il bel gioco fin qui espresso, latita. Ciò nonostante gli azzurri meritano di vincere contro una Germania Ovest curiosamente dimessa, cui solo un salvataggio sulla linea del giovane difensore Kaltz su tiro di Paolo Rossi evita la disfatta. Vincono di misura, con un gol di Paolo Rossi, la sfida contro l'Austria, e si giocano l'accesso alla finale con l'Olanda, cui però, per la regola della differenza reti, basta un pareggio. Gli azzurri passano in vantaggio con un'autorete di Ernie Brandts, ma si fanno poi riprendere e sorpassare dagli Oranges, con due gol su due tiri da fuori area, uno dello stesso Brandts, e l'altro di Arie Haan, contro i quali Zoff non risulta impeccabile.
L'ingresso nella finale di consolazione per il terzo e quarto posto viene regalato all'Italia da un'indomita Austria che, benchè già fuori dai giochi e sotto di due gol con i tedeschi, in rimonta finisce per vincere 3-2 grazie anche ai gol del suo centravanti Krankl. Gli azzurri quindi si giocano la finale di consolazione contro il Brasile che risulta esserci agonisticamente, più che tecnicamente, superiore, e si arrendono per 2-1. Anche in quest'occasione, però, le responsabilità di Zoff, anche qui vittima di due tiri dalla distanza di Gil e Dirceu, sono abbastanza pesanti. Ma due anni dopo si rifarà... Si torna a casa con un comunque soddisfacente quarto posto, e la consapevolezza d'aver espresso il miglior gioco del torneo, almeno nella prima fase, e la nota lieta d'aver sconfitto in casa propria, i futuri campioni del Mondo.
Uno dei momenti più controversi del mondiale è stata la partita Perù-Argentina. I biancoazzurri per arrivare in finale avrebbero dovuto vincere con tre gol di scarto e almeno 4 reti segnate, grazie all'ottima differenza reti del Brasile consolidata dal 3-1 contro la Polonia, partita giocata in anticipo proprio per conoscere prima il risultato finale. Il portiere peruviano, l'oriundo di origine argentina Ramón Quiroga, aveva un rispettabile ruolino di sei gol subiti su cinque partite. L'Argentina, da parte sua, aveva sinora segnato solo sei gol. La partita si concluse 6-0 per l'Argentina, anche grazie ad una pessima, quindi sospetta, prestazione di Quiroga. Tuttavia, entrambe le squadre negarono l'esistenza di accordi. Molti anni dopo, intervistato, il portiere ammise che per quella partita vennero presi accordi a favore di una goleada in caso di bisogno. La vicenda è passata alla storia del calcio col divertente nomignolo di "marmelada peruana" (marmellata peruviana). L'Argentina con questo risultato scavalcò il Brasile nel secondo turno, volando in finale, dove avrebbe battuto l'Olanda 3-1 laureandosi per la prima volta Campione del Mondo.




Dal sito www.carlonesti.it
(Pagine70)

2 giugno 1978, Italia vs Francia 2-1

A Mar del Plata, alle ore 13, 45 minuti e 44 secondi del 2 giugno 1978, sembrava già finito tutto: il Mundial argentino, le speranze di riscattare il 1974, l'ansia di rinnovare il nostro calcio. Al pronti-via, con la veemenza di un kappaò alla prima ripresa, l'ala francese Didier Six prese il volo sulla fascia sinistra del campo, superando a freddo Gentile e Scirea. Cross, testa di Lacombe, in anticipo su Bellugi, e gol, con Zoff impotente e impietrito: 0-1 dopo meno di un minuto, il battesimo crudele dell'avventura azzurra nei Mondiali. Qualcuno, in Italia, spense il televisore, perché, dopo aver visto la squadra pareggiare nell'ultima amichevole pre-argentina, 0-0 a Roma contro la Jugoslavia, si delineava la disfatta. Ero un giovane praticante del quotidiano "Tuttosport", ed ero stato incaricato di "scrivere" la partita, davanti al video, nel caso non pervenissero servizi al telefono. I colleghi più anziani, intorno a me, sghignazzavano, elargendo volgarità assortite, ed io, tifosissimo da sempre della Nazionale, non avevo il coraggio di replicare. Eppure, quando il pallone tornò a centrocampo, ebbi la sensazione che il match, quello vero, dovesse ancora disputarsi, perché non ci fu scoramento, ma soltanto orgoglio. I colleghi continuavano a ridere, eppure qualcosa cominciava a muoversi: l'Italia c'era, correva, lottava, l'esatto contrario di quanto era facile prevedere. Passavano i minuti, e mi accorgevo che nella stanza era arrivata più gente, silenziosa, assorta, partecipe, tanto che dopo 20 minuti, mi uscì spontaneo un: "Diavolo, ma come stiamo giocando!". Temetti di essere umiliato dagli sfottò, e invece nessuno disse niente, perché i nostri, i Benetti, i Tardelli e gli Antognoni, stavano mettendo sotto la Francia. Al 29', andò in onda il flipper: cross di Cabrini, deviazione di Bettega, testa di Causio, traversa, tiro di Rossi, respinta involontaria di Causio, tiro ancora di Rossi, gol! 1-1. In quell'istante, a compimento una sequenza interminabile di sponde, nasceva la grande Italia di Bearzot, che in quel Mundial sarebbe giunta quarta, e 4 anni dopo prima. Vincemmo 2-1, con raddoppio di Zaccarelli, e alla fine dell'incontro, non senza stupore, fui chiamato al telefono dal mio "maestro", inviato speciale in Argentina: Pier Cesare Baretti. Vinsi l'emozione del contatto transoceanico, esaltai quell'Italia così spavalda, e dopo decenni di "catenaccio", senza sbagliare, chiusi così: "Pier Cesare, adesso l'Olanda siamo noi!".














Cliccare sull'immagine per ingrandire

Argentina '78, Aldo Maldera in una pausa di allenamento
Clicca per vedere il video!

"Il Mondiale dei Generali - Calcio e politica a Argentina '78"
(dal sito www.storiedicalcio.altervista.org)