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da "Almanacco Illustrato del Milan" - Ed. Panini Modena, 2005
La bella tradizione degli anni 50 con le stagioni dispari scudettate non vale per gli anni 60. La squadra cambia allenatore, da Bonizzoni passa a Todeschini, già rossonero negli anni di guerra. Viani resta DT. Partono molti giocatori, arrivano l'argentino Vernazza, David, Ronzon, Maraschi e Barison. Dalla nazionale olimpica di Roma 60 arrivano alla prima squadra Salvadore, Trapattoni, Trebbi, Alfieri e Noletti. Alle Olimpiadi romane aveva partecipato anche un ragazzino di Alessandria che già al Milan si era accaparrato sul finire della precedente stagione. Il suo nome è Gianni Rivera. A diciassette anni appena compiuti esordisce nel Milan in una partita ufficiale (di Coppa Italia), proprio ad Alessandria contro la sua ex squadra; è il 18 settembre 1960, il Milan vince 5-3.
In campionato i rossoneri sembrano in grado di lottare per lo scudetto con Juventus (alla fine ancora vincente nonostante le 2 sconfitte negli scontri diretti) e Inter, ma due sconfitte con Bari e Fiorentina sul finire del torneo li costringono ad accontentarsi della piazza d'onore. La Coppa Italia va alla Fiorentina. La Coppa dell'Amicizia, come al solito, conclude la stagione (vittoria del Nimes). Nils Liedholm appende le scarpe al chiodo.


da E. Tosi – Forza Milan! – La storia del Milan ("Il Milan di Rizzoli incontra l’Europa"), aprile 2005
Nel 1960-61 è Todeschini, ex giocatore del tempo di guerra, ad allenare la squadra, con Viani sempre direttore tecnico. Nonostante il buon secondo posto dietro alla Juve, è una stagione di transizione, da ricordare però per l'esordio di un ragazzino di 17 anni: segnalato da Franco Pedroni, ex giocatore del Milan, e fortemente voluto da Viani, arriva a Milano, proveniente dall'Alessandria, Gianni Rivera: per un ventennio protagonista assoluto del calcio mondiale, è stato forse il più grande giocatore italiano di tutti i tempi. Per un campione che sboccia, ce n'è un altro che appassisce: dopo 12 anni il capitano Nils Liedholm lascia il calcio giocato.




Una formazione rossonera per la stagione 1960-61
(da "Lo Sport Illustrato")



dal sito www.wikipedia.org
AVVENIMENTI
La Juventus del neo-allenatore Gunnar Gren mantenne sulla maglia lo scudetto, ma la corsa per riuscirci si rivelò durissima; solo un girone di ritorno eccezionale permise alla Vecchia Signora di arrivare prima. La grande delusa della stagione fu l'Inter, guidata dall'ex-allenatore del Barcellona Helenio Herrera, alla sua prima stagione a Milano.
Il campionato iniziò il 25 settembre 1960. I nerazzurri partirono fortissimo, segnando nelle prime quattro giornate ben 18 gol. Il 23 ottobre si ritrovarono soli in testa, inseguiti da Juve e Roma. Quando la corazzata nerazzurra cadde a Padova, però, furono i capitolini a tentare la prima fuga: l'Inter li riacciuffò in vetta a Natale. Intanto la Juventus stava accusando una flessione; il 1º gennaio 1960 precipitò al sesto posto, superata anche dal Milan, dal Bologna e dalla cenerentola Catania, grande rivelazione che alla prima giornata di ritorno ,dopo il girone di andata, era addirittura seconda in classifica tra lo stupore generale delle grandi società. La Roma calò il ritmo e l'Inter scappò: il 29 gennaio si laureò Campione d'inverno con 26 punti un vantaggio di tre punti sul Milan 23punti.
I bianconeri iniziarono alla grande il girone di ritorno, vincendo 5 partite di fila e avvicinando l'Inter. Il 12 marzo la Juventus perse contro il Milan, ma l'Inter non seppe approfittarne e crollò clamorosamente contro la matricola Lecco. Fu la prima di quattro sconfitte consecutive: i nerazzurri vennero battuti anche a domicilio dal Padova, per poi cadere nel derby e infine impattare contro la vivace Sampdoria del capocannoniere Brighenti (27 gol). La Juve balzò in testa e il Milan occupò il secondo posto. Il 16 aprile si giocò Juventus-Inter: a Torino, la partita venne sospesa per un'invasione di campo da parte di tifosi entrati all'interno dello stadio senza biglietto e i nerazzurri chiesero lo 0-2 a tavolino: inizialmente la CAF assegnò la vittoria ai nerazzurri, poi, la notte precedente l'ultima giornata di campionato con l'Inter a pari punti con la Juve, ritrattò e ordinò di ridisputare la gara. A quel punto tra le due squadre si creò una distanza di due punti, e con il pareggio della Juve e la sconfitta dell'Inter nell'ultima giornata (2-0, clamoroso al Cibali), la Juve divenne campione. Il 10 giugno, in occasione del recupero di Juventus-Inter dopo la conclusione del campionato, per protesta, il presidente nerazzurro Angelo Moratti ordinò ad Herrera di schierare la squadra primavera, accusando la CAF di aver subito l'ingerenza del presidente federale (allora il venticinquenne Umberto Agnelli era presidente sia della Juventus sia della FIGC). La partita finì 9-1 per la Juve, con un Omar Sivori lanciato verso il Pallone d'Oro che insaccò 6 gol; per i milanesi segnò su rigore il diciottenne Sandro Mazzola, figlio dell'indimenticato Valentino e futura bandiera nerazzurra.
Ci fu bagarre anche sul fondo. La Lazio precipitò in Serie B per la prima volta dall'introduzione del Girone unico; con i capitolini, il Napoli, che perse le ultime quattro partite e si lasciò così sfuggire Udinese, Lecco e Bari. Proprio queste tre squadre furono costrette a lottare per evitare l'ultima retrocessione. Alla fine scesero in B i pugliesi, sconfitti negli spareggi e già penalizzati per il campionato successivo di 6 punti a causa di un tentativo d'illecito nella gara contro la Lazio.




dal sito clarence/forum.com
STILE JUVENTUS...
JUVENTUS - INTERNAZIONALE 0-2 d'ufficio (per invasione di campo) No! Tutto da rifare!
JUVENTUS - INTERNAZIONALE 9-1
19 Aprile 1961, a Torino, contro la Juve nella 28^ giornata (11^ di ritorno) è di scena l'Inter.
Le recinzioni a bordo campo cedono e la folla straboccante si riversa ai bordi del rettangolo di gioco durante lo svolgimento della partita. I nerazzurri richiamano l'arbitro sulla non regolarità della situazione e ci scappa il 2-0 a tavolino a favore dell'Inter, per responsabilità della squadra ospitante (venduti biglietti oltre la capacità dello stadio). La Juve perde dalla Sampdoria la settimana successiva e prende corpo l'ipotesi di aggancio. Il Milan soccombendo con Bari e Fiorentina si preclude la possibilità di rientrare in gioco. Alla penultima di campionato altro passo falso dell Juve a Padova e l'Inter appaia i bianconeri alla vigilia dell'ultimo match. Ma qui arriva la clamorosa notizia della Federazione di far ripetere l'incontro fra Juve ed Inter. Reggente della Federazione è UMBERTO AGNELLI (Juve)!!! (Ve la immaginate una cosa simile...oggi???? )
L'Inter deconcentrata (!!!) da questa decisione perde l'ultimo impegno a Catania e "porge" lo scudetto alla Juve!
Nella ripetizione della partita contestata, l'Inter schiera la formazione dei ragazzi per protesta, la quale viene sommersa per 9-1; ma il punto della bandiera è messo a segno da un giovane che si farà largo: Sandro Mazzola!




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Ragione sociale Associazione Calcio Milan (A.C.M.)
Paolo Todeschini,
allenatore del Milan 1960-61
Colori sociali Rosso e nero a strisce verticali
Data di fondazione 13 dicembre 1899
Sede Via Andegari, 4 - MILANO
AREA DIRETTIVA
Presidente Andrea Rizzoli
Vice-presidenti Giangerolamo Carraro (detto Mimmo), Renzo Polverini, Giacomo Spadacini
Segretario Carlo Montanari
AREA TECNICA
Allenatore Paolo Todeschini, e solo per la Coppa dell'Amicizia Nereo Rocco
Direttore Tecnico Giuseppe Viani
Allenatore in Seconda Felice Arienti
Preparatore Atletico Aristide Facchini
AREA SANITARIA
Medico Sociale Pier Giovanni Scotti
SQUADRA
Capitano Nils Erik Liedholm
Campo sportivo Stadio San Siro - MILANO
Giocatori di partite ufficiali Luciano Cesare Alfieri, José Joao Altafini, Paolo Barison, Mario David, Giovanni Fanello, Carlo Galli, Giorgio Ghezzi, Nils Erik Liedholm (cap.), Cesare Maldini, Mario Maraschi III, Gilberto Noletti, Luigi Radice II, Gianni Rivera, Pier Luigi Ronzon IV, Sandro Cesare Salvadore (I), Giovanni Trapattoni, Mario Trebbi, Julio Santiago Vernazza, Francesco Zagatti
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